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I viaggi dei lettori
Tra Stelvio e Grossglockner
di Alessandro Ruzza, foto di Michele Capparella
il 11/02/2010 in I viaggi dei lettori
Cinque amici a zonzo fra le Alpi in un lungo weekend su due ruote:da Mestre fino ai piedi del passo austriaco passando dal parco nazionale dello Stelvio
Tra Stelvio e Grossglockner
Quattro giorni in moto durante la bella stagione: cosa chiedere di più se la passione è quella per le due ruote? E così ecco che Michele (Kawasaki ZX-636 2002), Matteo (Kawasaki Z 1000 2008), Federico (Honda Hornet 600), Alex (Kawasaki ZX-636) e il sottoscritto (Kawasaki Z 750 2007) decidono di partire alla volta delle Alpi.
Il ritrovo e la partenza sono fissate per le 6 della mattina di n venerdì di giugno nei pressi di Mestre, a Zelarino.
Ci avviamo percorrendo la "castellana" seguendo indicazioni prima per Bassano del Grappa e poi Trento.
Ci immettiamo nella Val Sugana passando per Lévico Terme e costeggiando il Lago di Caldonazzo.
Il cielo non è sereno, alcuni nuvoloni si affacciano dietro le montagne, sembra che abbia smesso di piovere da poco; la temperatura è gradevole intorno ai 19°C.
La strada che generalmente è trafficata di mezzi pesanti, a quest'ora ne è insolitamente sgombra.
Arrivati a Trento, seguiamo per Bolzano per poi dirigerci a Mezzolombardo e proseguire per Cles.
Iniziamo a percorrere il Passo del Tonale, situato a 1.883 m s.l.m. : è un valico alpino compreso tra il gruppo dell'Ortles - Cevedale a nord e il gruppo dell'Adamello - Presanella a sud che mette in comunicazione la Val di Sole con l'Alta Valle Camonica (Ponte di Legno).
Il ritrovo e la partenza sono fissate per le 6 della mattina di n venerdì di giugno nei pressi di Mestre, a Zelarino.
Ci avviamo percorrendo la "castellana" seguendo indicazioni prima per Bassano del Grappa e poi Trento.
Ci immettiamo nella Val Sugana passando per Lévico Terme e costeggiando il Lago di Caldonazzo.
Il cielo non è sereno, alcuni nuvoloni si affacciano dietro le montagne, sembra che abbia smesso di piovere da poco; la temperatura è gradevole intorno ai 19°C.
La strada che generalmente è trafficata di mezzi pesanti, a quest'ora ne è insolitamente sgombra.
Arrivati a Trento, seguiamo per Bolzano per poi dirigerci a Mezzolombardo e proseguire per Cles.
Iniziamo a percorrere il Passo del Tonale, situato a 1.883 m s.l.m. : è un valico alpino compreso tra il gruppo dell'Ortles - Cevedale a nord e il gruppo dell'Adamello - Presanella a sud che mette in comunicazione la Val di Sole con l'Alta Valle Camonica (Ponte di Legno).
Salendo, la strada rimane abbastanza larga ma purtroppo a tratti è letteralmente devastata da numerosi cantieri stradali delimitati anche da semafori che regolano la circolazione.
Arrivati in cima troviamo ciò che non ci si aspetta da un passo di montagna, cioè un vasto "altopiano" composto da case, alberghi (che sembrano caserme) e ristoranti, impianti sciistici e quant'altro, cioè una piccola città che architettonicamente non si addice al meraviglioso contesto ambientale circostante.
Ci fermiamo vicino al sacrario monumentale, realizzato negli anni '30, che accoglie le spoglie dei caduti italiani e austro-ungarici durante la Prima Guerra Mondiale; dopo aver fatto le classiche foto di rito, ripartiamo.
Scendendo la strada migliora o quanto meno non troviamo alcun cantiere stradale e proseguiamo per Ponte di Legno ma, anziché passare per il centro, imbocchiamo la ex SS 300.All'inizio della Strada Provinciale BS 300,che collega Ponte di legno a Bormio, lunga circa 43 Km e che passa attraverso il Passo Gavia, troviamo un cartello ai margini della carreggiata che avverte della pericolosità della strada in quanto molto stretta e priva di guardrail, tanto da dover essere chiusa nei mesi invernali.
All'inizio la salita risulta tranquilla immersa nei boschi del Parco Nazionale dello Stelvio, il manto stradale è perfettamente asfaltato e questo grazie al recente passaggio del giro d'Italia; poi, come stretti in un imbuto, la strada si restringe tanto che a fatica due macchine riescono a passare l'una affianco a l'altra e ci si trova ad avare, da un lato la roccia della montagna e dall'altra un dirupo che andava via via aumentando.
I tornanti sono talmente stretti che ci si deve fermare per dare precedenza alle macchine e ai veicoli che scendono.
La strada è tanto pericolosa quanto bella, infatti offre uno spettacolo paesaggistico incredibile che va ammirato da fermi, il problema è che si fatica a trovare spazi abbastanza larghi da potersi fermare senza ingombrare la carreggiata.
Arrivati in cima troviamo ciò che non ci si aspetta da un passo di montagna, cioè un vasto "altopiano" composto da case, alberghi (che sembrano caserme) e ristoranti, impianti sciistici e quant'altro, cioè una piccola città che architettonicamente non si addice al meraviglioso contesto ambientale circostante.
Ci fermiamo vicino al sacrario monumentale, realizzato negli anni '30, che accoglie le spoglie dei caduti italiani e austro-ungarici durante la Prima Guerra Mondiale; dopo aver fatto le classiche foto di rito, ripartiamo.
Scendendo la strada migliora o quanto meno non troviamo alcun cantiere stradale e proseguiamo per Ponte di Legno ma, anziché passare per il centro, imbocchiamo la ex SS 300.All'inizio della Strada Provinciale BS 300,che collega Ponte di legno a Bormio, lunga circa 43 Km e che passa attraverso il Passo Gavia, troviamo un cartello ai margini della carreggiata che avverte della pericolosità della strada in quanto molto stretta e priva di guardrail, tanto da dover essere chiusa nei mesi invernali.
All'inizio la salita risulta tranquilla immersa nei boschi del Parco Nazionale dello Stelvio, il manto stradale è perfettamente asfaltato e questo grazie al recente passaggio del giro d'Italia; poi, come stretti in un imbuto, la strada si restringe tanto che a fatica due macchine riescono a passare l'una affianco a l'altra e ci si trova ad avare, da un lato la roccia della montagna e dall'altra un dirupo che andava via via aumentando.
I tornanti sono talmente stretti che ci si deve fermare per dare precedenza alle macchine e ai veicoli che scendono.
La strada è tanto pericolosa quanto bella, infatti offre uno spettacolo paesaggistico incredibile che va ammirato da fermi, il problema è che si fatica a trovare spazi abbastanza larghi da potersi fermare senza ingombrare la carreggiata.
Poco prima della cima, a circa 2.600 metri, riusciamo a sostare e ad ammirare lo spettacolo di fronte al Monte Coleazzo (3006 s.l.m.) e alla Punta di Pietra Rossa (3212 s.l.m.) dove sentiamo un lontano fruscio prodotto dalle cascate originate dallo scioglimento dei ghiacci delle due rispettive cime; ad occhio nudo sembrano delle sottile linee bianche verticali che segnano i versanti delle montagne.
Al di là del passo, la strada diventa più larga ma l'asfalto peggiora diventando irregolare e pieno di buche e rimane così fino al raggiungimento della Valfurva dove ritorna ad essere larga e perfettamente asfaltata.
Dopo pochi chilometri arriviamo a Bormio.
Il paese è un'accozzaglia di Hotel, residence e bad & breakfast.
Ci fermiamo al Larice Bianco dove spendiamo 40 euro a notte con prima colazione. Ci rinfreschiamo, usciamo per il centro di Bormio nella via principale chiusa al traffico, ci fermiamo e mangiamo un boccone proprio d'innanzi alla Chiesa Collegiata (dell' 824), dove probabilmente anche per questo, troviamo alla fine un conto piuttosto salato.
Sfiniti e "salassati"… Ce ne andiamo a dormire.
Al di là del passo, la strada diventa più larga ma l'asfalto peggiora diventando irregolare e pieno di buche e rimane così fino al raggiungimento della Valfurva dove ritorna ad essere larga e perfettamente asfaltata.
Dopo pochi chilometri arriviamo a Bormio.
Il paese è un'accozzaglia di Hotel, residence e bad & breakfast.
Ci fermiamo al Larice Bianco dove spendiamo 40 euro a notte con prima colazione. Ci rinfreschiamo, usciamo per il centro di Bormio nella via principale chiusa al traffico, ci fermiamo e mangiamo un boccone proprio d'innanzi alla Chiesa Collegiata (dell' 824), dove probabilmente anche per questo, troviamo alla fine un conto piuttosto salato.
Sfiniti e "salassati"… Ce ne andiamo a dormire.
La sveglia è alle 8, facciamo un'abbondante colazione e ci rimettiamo subito in marcia. Seguiamo le indicazioni per Passo dello Stelvio e già dopo solo un paio di chilometri, giusto il tempo per scaldare le gomme, ci troviamo a percorrere curve e tornanti costeggiando la parte destra della Val del Braulio cioè sul versante facente parte la Cresta di Réit.
Attraversiamo alcune gallerie e, mentre la vallata inizia a chiudersi, si delinea la salita composta da ben 34 tornanti: dal basso non si riesce ad indovinare la tortuosità della strada ma man mano che iniziamo a salire guardando in basso ce ne facciamo un'idea.
Tornante dopo tornante saliamo accompagnati da cascate d'acqua (che costituiranno poi il fiume Adda) e da qualche rara marmotta.
Ci fermiamo al tornante n ° 17 per fare qualche foto ed ammirare il paesaggio: in alcuni punti si possono ancora vedere i resti della strada vecchia costruita durante la metà del 1800.
La strada è percorsa incessantemente da una marea di moto che salgono e scendono senza sosta.
Ripartiamo e superata l'ultima serie di tornanti ci troviamo nella Pian di Grembo, il percorso si alterna fra pianura e leggere salite, la neve inizia a farsi vedere ai margini della carreggiata mentre la temperatura si abbassa sensibilmente.
Percorriamo così gli ultimi chilometri che ci portano alla sommità del passo: fino qui la pendenza media del tratto è circa del 7 %, mentre quella massima è del 9,5% (tra il km 10 e il km 11) per un dislivello totale di 1.530 metri nell'arco di 21 km (partendo da Bormio).
La strada si trova in perfette condizioni nonostante l'altitudine e le temperature rigide che si raggiungono nei mesi invernali.
In cima siamo a 2.758 metri sul livello del mare, facciamo due passi e notiamo che in poco spazio si trova di tutto, souvenir, ristoranti e hotel… Ma tutto a caro prezzo.
Scendiamo dal versante altoatesino per raggiungere Prato allo Stelvio che dista circa 25 Km e iniziamo a percorrere i 48 tornanti aventi pendenze medie intorno all'8-9%, la massima dell'11%, per un dislivello totale di 1.800 metri.
Questa probabilmente è la parte più impegnativa, anche a causa delle condizioni della strada che troviamo peggiori rispetto alla salita, sia per irregolarità del fondo che per lo sporco.
Oltrepassato Prato allo Stelvio e raggiunta la Val Venosta procediamo per Merano e poi per S. Leonardo lungo la Val Passiria.
Questo ultimo tratto, sebbene non sia un passo di montagna, per conformazione e tipologia è risultato essere estremamente divertente.
Tutto l'opposto del Passo Giovo, che collega S. Leonardo a Vipiteno: il tratto e lungo circa 38 Km, nella salita troviamo grossi rivoli di acqua che tagliano di traverso la strada ma soprattutto fango ovunque a causa del passaggio di trattori e bestiame.
Scendendo verso la Valgiovo la situazione cambia, ma non migliora molto: in diversi punti troviamo la carreggiata completamente tappezzata di crepe ricoperte da catrame che risulta estremamente scivoloso e che si avverte nettamente quando ci si passa sopra a moto piegata.
Arrivati a Vipiteno proseguiamo per Bressanone, attraverso la Val Inarco, per poi risalire verso Brunico dove vorremmo fermarci a pernottare ma non troviamo nulla a meno di 70 euro a testa, perciò ci spostiamo nella periferia dove fortunatamente riusciamo a scovare un paio di camere a 25 euro con prima colazione.
Attraversiamo alcune gallerie e, mentre la vallata inizia a chiudersi, si delinea la salita composta da ben 34 tornanti: dal basso non si riesce ad indovinare la tortuosità della strada ma man mano che iniziamo a salire guardando in basso ce ne facciamo un'idea.
Tornante dopo tornante saliamo accompagnati da cascate d'acqua (che costituiranno poi il fiume Adda) e da qualche rara marmotta.
Ci fermiamo al tornante n ° 17 per fare qualche foto ed ammirare il paesaggio: in alcuni punti si possono ancora vedere i resti della strada vecchia costruita durante la metà del 1800.
La strada è percorsa incessantemente da una marea di moto che salgono e scendono senza sosta.
Ripartiamo e superata l'ultima serie di tornanti ci troviamo nella Pian di Grembo, il percorso si alterna fra pianura e leggere salite, la neve inizia a farsi vedere ai margini della carreggiata mentre la temperatura si abbassa sensibilmente.
Percorriamo così gli ultimi chilometri che ci portano alla sommità del passo: fino qui la pendenza media del tratto è circa del 7 %, mentre quella massima è del 9,5% (tra il km 10 e il km 11) per un dislivello totale di 1.530 metri nell'arco di 21 km (partendo da Bormio).
La strada si trova in perfette condizioni nonostante l'altitudine e le temperature rigide che si raggiungono nei mesi invernali.
In cima siamo a 2.758 metri sul livello del mare, facciamo due passi e notiamo che in poco spazio si trova di tutto, souvenir, ristoranti e hotel… Ma tutto a caro prezzo.
Scendiamo dal versante altoatesino per raggiungere Prato allo Stelvio che dista circa 25 Km e iniziamo a percorrere i 48 tornanti aventi pendenze medie intorno all'8-9%, la massima dell'11%, per un dislivello totale di 1.800 metri.
Questa probabilmente è la parte più impegnativa, anche a causa delle condizioni della strada che troviamo peggiori rispetto alla salita, sia per irregolarità del fondo che per lo sporco.
Oltrepassato Prato allo Stelvio e raggiunta la Val Venosta procediamo per Merano e poi per S. Leonardo lungo la Val Passiria.
Questo ultimo tratto, sebbene non sia un passo di montagna, per conformazione e tipologia è risultato essere estremamente divertente.
Tutto l'opposto del Passo Giovo, che collega S. Leonardo a Vipiteno: il tratto e lungo circa 38 Km, nella salita troviamo grossi rivoli di acqua che tagliano di traverso la strada ma soprattutto fango ovunque a causa del passaggio di trattori e bestiame.
Scendendo verso la Valgiovo la situazione cambia, ma non migliora molto: in diversi punti troviamo la carreggiata completamente tappezzata di crepe ricoperte da catrame che risulta estremamente scivoloso e che si avverte nettamente quando ci si passa sopra a moto piegata.
Arrivati a Vipiteno proseguiamo per Bressanone, attraverso la Val Inarco, per poi risalire verso Brunico dove vorremmo fermarci a pernottare ma non troviamo nulla a meno di 70 euro a testa, perciò ci spostiamo nella periferia dove fortunatamente riusciamo a scovare un paio di camere a 25 euro con prima colazione.
Dopo una lauta colazione preparata della padrona di casa, ci rimettiamo in marcia in direzione di Rasun Anterselva e ci fermiamo per pochi minuti al lago di Anterselva.
Ai piedi del Monte di Dentro ( 2726 s.l.m.), per raggiungere il Passo di Stalle, la salita e la discesa sono regolate ogni trenta minuti da un semaforo.
Anche questo passo, come il Gavia, è caratterizzato dall'assenza di guardrail e da una carreggiata talmente stretta da dover procedere in fila indiana.
Aspettando il nostro turno per salire, in breve tempo si è formato una nugolo di moto pronte a scattare dopo la luce verde del semaforo, proprio come in un gran premio… in realtà poi il passo non può che essere percorsa fra i 50/60 Km/h.
Valicando il passo entriamo definitivamente in Austria dove sfociamo nella valle chiamata Defereggengebirge e incontriamo i paesi di Erisbach, S. Jakob e Huben arrivando così ad immetterci nella strada B108 la Felbertauernstrasse in direzione di Matrei in Osttirol.
Superato il centro troviamo una sorta di casello dove scopriamo di dover pagare 8 euro per percorrere il Felbertauerntunnel, o almeno questo è quanto abbiamo capito.
Arrivati a Mittersill seguiamo per Zell am See e poi per Bruck dove ci fermiamo a mangiare qualche specialità tipica per poco più di 16 euro a testa.
Ripartiamo e arriviamo al secondo "casello" della giornata: per arrivare fino al ghiacciaio e continuare a percorrere la Grossglockner Hochalpenstrasse (47 km) bisogna pagare un pedaggio di 18 euro!
Diciotto Euro non sono pochi, comunque fin da subito capiamo dove vanno a finire buona parte dei soldi: la strada, oltre ad essere decisamente larga, risulta anche pressoché impeccabile ( … ci mancherebbe!!) perfettamente asfaltata, senza buche o imperfezioni e poi, non di meno, c'è lo spettacolo offerto dal paesaggio.
Tornante dopo tornante affrontando un dislivello di circa 1.700 metri, arriviamo alla postazione n ° 5, cioè alla piazzola commemorativa che ricorda gli operai deceduti durante la costruzione della strada e ci fermiamo sulla terrazza panoramica per fare qualche foto al famoso Grossglockner: questa è la montagna più elevata (3.798 m s.l.m.) dell'Austria, situata al confine fra la Carinzia e il Tirolo orientale è la vetta più alta del massiccio e si trova sul versante principale degli Alti Tauri.
La seconda tappa la facciamo al punto n ° 9, chiamato Hochtor a quota 2.500 metri che scopriamo essere il punto più elevato del valico (Punta Edelweiss a 2.571 s.l.m. è situata in una piazzola e non fa parte della strada originaria).
Verso la fine troviamo il bivio che ci porta ai piedi del Grossglockner e quindi al ghiacciaio Pasterze, il maggiore delle Alpi Orientali.
Arrivati alla fine della strada ci troviamo di fronte la veduta del ghiacciaio … Non c'è foto al mondo che ne possa rendere giustizia, bisogna vederlo dal vivo.
Per gustare al meglio il paesaggio saliamo all'ultimo piano del parcheggio situato nella Europaplatz.
Avendo più tempo ci sarebbero state un sacco di cose ancora da fare, come andare a visitare le diverse esposizioni disseminate lungo la strada (che sono comprese nel prezzo del biglietto), percorrere qualche sentiero (di Gamsgruben o del ghiacciaio di Pasterze) o prendere la funivia fino ad arrivare al ghiacciaio stesso.
A malincuore lasciamo questi posti meravigliosi per ricongiungerci alla Grossglockner – Hochalpenstrasse e seguiamo per Lienz.
In questo tratto di circa 40 km troviamo anche qualche bel nuvolone che ci rinfresca con un po' di pioggia, ma d'altra parte da questo punto di vista, siamo stati più che fortunati nei giorni passati perciò lo accettiamo di buon grado.
Arrivati a Lienz decidiamo di proseguire ancora per pernottare in Italia e tiriamo avanti per S. Candido.
Una volta arrivati nel centro facciamo non poca fatica a trovare un posto dove dormire, in quanto sembra essere tutto chiuso o pieno.
Alla fine troviamo un residence dove affittiamo un bell' appartamento per un totale di 120 euro da dividere in cinque.
Alla sera ceniamo in una S. Candido fradicia durante la finale degli Europei e degustiamo anche qui un po' di piatti tipici in un bel ristorante, spendendo 26 euro a persona.
Al mattino (mestamente) ci alziamo, inforchiamo le moto e imbocchiamo la via del ritorno. La strada è ancora bagnata dall'acquazzone della notte precedente e l'aria è ancora piuttosto fresca, perciò con molta calma torniamo a casa passando per il Lago di Misurina, Auronzo e Pieve di Cadore, per poi imboccare l' Autostrada A27 poco dopo il centro di Longarone.
In autostrada, man mano che proseguiamo, iniziamo a sentire l'aria di casa e soprattutto l'afa che comincia ad avvolgerci come se fosse un maglione di lana, in compenso però la testa è ancora al fresco a ripercorrere curve e tornanti di montagna immersi in paesaggi stupendi.
Ai piedi del Monte di Dentro ( 2726 s.l.m.), per raggiungere il Passo di Stalle, la salita e la discesa sono regolate ogni trenta minuti da un semaforo.
Anche questo passo, come il Gavia, è caratterizzato dall'assenza di guardrail e da una carreggiata talmente stretta da dover procedere in fila indiana.
Aspettando il nostro turno per salire, in breve tempo si è formato una nugolo di moto pronte a scattare dopo la luce verde del semaforo, proprio come in un gran premio… in realtà poi il passo non può che essere percorsa fra i 50/60 Km/h.
Valicando il passo entriamo definitivamente in Austria dove sfociamo nella valle chiamata Defereggengebirge e incontriamo i paesi di Erisbach, S. Jakob e Huben arrivando così ad immetterci nella strada B108 la Felbertauernstrasse in direzione di Matrei in Osttirol.
Superato il centro troviamo una sorta di casello dove scopriamo di dover pagare 8 euro per percorrere il Felbertauerntunnel, o almeno questo è quanto abbiamo capito.
Arrivati a Mittersill seguiamo per Zell am See e poi per Bruck dove ci fermiamo a mangiare qualche specialità tipica per poco più di 16 euro a testa.
Ripartiamo e arriviamo al secondo "casello" della giornata: per arrivare fino al ghiacciaio e continuare a percorrere la Grossglockner Hochalpenstrasse (47 km) bisogna pagare un pedaggio di 18 euro!
Diciotto Euro non sono pochi, comunque fin da subito capiamo dove vanno a finire buona parte dei soldi: la strada, oltre ad essere decisamente larga, risulta anche pressoché impeccabile ( … ci mancherebbe!!) perfettamente asfaltata, senza buche o imperfezioni e poi, non di meno, c'è lo spettacolo offerto dal paesaggio.
Tornante dopo tornante affrontando un dislivello di circa 1.700 metri, arriviamo alla postazione n ° 5, cioè alla piazzola commemorativa che ricorda gli operai deceduti durante la costruzione della strada e ci fermiamo sulla terrazza panoramica per fare qualche foto al famoso Grossglockner: questa è la montagna più elevata (3.798 m s.l.m.) dell'Austria, situata al confine fra la Carinzia e il Tirolo orientale è la vetta più alta del massiccio e si trova sul versante principale degli Alti Tauri.
La seconda tappa la facciamo al punto n ° 9, chiamato Hochtor a quota 2.500 metri che scopriamo essere il punto più elevato del valico (Punta Edelweiss a 2.571 s.l.m. è situata in una piazzola e non fa parte della strada originaria).
Verso la fine troviamo il bivio che ci porta ai piedi del Grossglockner e quindi al ghiacciaio Pasterze, il maggiore delle Alpi Orientali.
Arrivati alla fine della strada ci troviamo di fronte la veduta del ghiacciaio … Non c'è foto al mondo che ne possa rendere giustizia, bisogna vederlo dal vivo.
Per gustare al meglio il paesaggio saliamo all'ultimo piano del parcheggio situato nella Europaplatz.
Avendo più tempo ci sarebbero state un sacco di cose ancora da fare, come andare a visitare le diverse esposizioni disseminate lungo la strada (che sono comprese nel prezzo del biglietto), percorrere qualche sentiero (di Gamsgruben o del ghiacciaio di Pasterze) o prendere la funivia fino ad arrivare al ghiacciaio stesso.
A malincuore lasciamo questi posti meravigliosi per ricongiungerci alla Grossglockner – Hochalpenstrasse e seguiamo per Lienz.
In questo tratto di circa 40 km troviamo anche qualche bel nuvolone che ci rinfresca con un po' di pioggia, ma d'altra parte da questo punto di vista, siamo stati più che fortunati nei giorni passati perciò lo accettiamo di buon grado.
Arrivati a Lienz decidiamo di proseguire ancora per pernottare in Italia e tiriamo avanti per S. Candido.
Una volta arrivati nel centro facciamo non poca fatica a trovare un posto dove dormire, in quanto sembra essere tutto chiuso o pieno.
Alla fine troviamo un residence dove affittiamo un bell' appartamento per un totale di 120 euro da dividere in cinque.
Alla sera ceniamo in una S. Candido fradicia durante la finale degli Europei e degustiamo anche qui un po' di piatti tipici in un bel ristorante, spendendo 26 euro a persona.
Al mattino (mestamente) ci alziamo, inforchiamo le moto e imbocchiamo la via del ritorno. La strada è ancora bagnata dall'acquazzone della notte precedente e l'aria è ancora piuttosto fresca, perciò con molta calma torniamo a casa passando per il Lago di Misurina, Auronzo e Pieve di Cadore, per poi imboccare l' Autostrada A27 poco dopo il centro di Longarone.
In autostrada, man mano che proseguiamo, iniziamo a sentire l'aria di casa e soprattutto l'afa che comincia ad avvolgerci come se fosse un maglione di lana, in compenso però la testa è ancora al fresco a ripercorrere curve e tornanti di montagna immersi in paesaggi stupendi.
Venerdì 27 Giugno 08
Mestre – Bormio = 280 km
Tappe intermedie: Bassano del Grappa, Trento, Mezzolombardo, passo del Tonale (1884 s.l.m.), Ponte di legno, passo Gavia (2621 s.l.m.).
Sabato 28 Giugno 08
Bormio – Brunico: 220 km
Tappe intermedie: Passo dello Stelvio (2758 s.l.m.), Merano, Passo Giovo (2094 s.l.m.), Vipiteno, Rio di Pusteria.
Domenica 29 Giugno 08
Brunico – S. Candido = 270 km
Tappe intermedie: Rasun di sotto, lago d'Anterselva, Passo di Stalle (2052 s.l.m.), Huben, Matrei in Osttirol, Mittersill, Bruck, Punta Edelweiss (2571 s.l.m.), Lienz.
Lunedì 30 Giugno 08
S. Candido – Mestre = 180 km
Tappe intermedie: Dobbiaco, lago di Misurina, Auronzo, Belluno.
Chilometri totali percorsi: 950 Km
Mestre – Bormio = 280 km
Tappe intermedie: Bassano del Grappa, Trento, Mezzolombardo, passo del Tonale (1884 s.l.m.), Ponte di legno, passo Gavia (2621 s.l.m.).
Sabato 28 Giugno 08
Bormio – Brunico: 220 km
Tappe intermedie: Passo dello Stelvio (2758 s.l.m.), Merano, Passo Giovo (2094 s.l.m.), Vipiteno, Rio di Pusteria.
Domenica 29 Giugno 08
Brunico – S. Candido = 270 km
Tappe intermedie: Rasun di sotto, lago d'Anterselva, Passo di Stalle (2052 s.l.m.), Huben, Matrei in Osttirol, Mittersill, Bruck, Punta Edelweiss (2571 s.l.m.), Lienz.
Lunedì 30 Giugno 08
S. Candido – Mestre = 180 km
Tappe intermedie: Dobbiaco, lago di Misurina, Auronzo, Belluno.
Chilometri totali percorsi: 950 Km
Tra Stelvio e Grossglockner
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