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I viaggi dei lettori
Il nostro Appennino
testo e foto di Glauco Cucchiar
il 12/11/2008 in I viaggi dei lettori
Due amici, due moto e 1700 km da percorrere. Ecco il primo viaggio ddi Glauco e Fabrizio da Torino a Castiglione del Lago. O almeno questi erano i piani alla partenza...
Il nostro Appennino
Mi chiamo Glauco e sono un motociclista da ormai diciassette anni. Attualmente ho una bellissima Suzuki SV 1000 S con la quale mi trovo molto bene e con cui quest'anno mi sono deciso - finalmente - a fare una vacanza, rinunciando al solito relax da spiaggia e movimento notturno.
L'idea era partire da Torino per arrivare fino a Castiglione del lago attraversando tutti gli Appennini senza mai scendere a valle toccando la bellezza di più di quaranta passi montani, purtroppo abbiamo dovuto rinunciare a questo progetto per due motivi: in soli sei giorni di ferie, volevamo farci almeno un giorno di spiaggia, ma soprattutto la poca esperienza di Fabrizio - motociclista da solo due mesi - non ci ha permesso di rispettare le tabelle di marcia, e così abbiamo dovuto fare dei tagli di tragitto per poter arrivare vicino a Firenze.
L'idea era partire da Torino per arrivare fino a Castiglione del lago attraversando tutti gli Appennini senza mai scendere a valle toccando la bellezza di più di quaranta passi montani, purtroppo abbiamo dovuto rinunciare a questo progetto per due motivi: in soli sei giorni di ferie, volevamo farci almeno un giorno di spiaggia, ma soprattutto la poca esperienza di Fabrizio - motociclista da solo due mesi - non ci ha permesso di rispettare le tabelle di marcia, e così abbiamo dovuto fare dei tagli di tragitto per poter arrivare vicino a Firenze.
Tutto pronto, si parte
Ci troviamo una mattina di agosto sotto casa mia con le moto pronte. Borse da serbatoio montate, zaino fissato con il ragno sulla sella del passeggero. Serbatoi pieni e interfono installato sui caschi. A proposito di quest'ultimo, si è rivelato fondamentale per il viaggio. Non potrei immaginare sei giorni di guida senza mai dire una parola con il mio compagno di avventure.
Domenica – giorno 1
Partiamo e percorriamo l'autostrada da Torino fino a Voghera, dove prendiamo la SS461 che ci avvicina agli appennini nei pressi di Rivanazzano e da lì le prime curve fino al primo passo del nostro viaggio: il mitico Passo del Penice.
I primi chilometri vanno abbastanza bene, anche se dobbiamo ancora prendere confidenza con le nostre moto. Dopo pranzo scendiamo dal colle e ricominciamo le curve verso il prossimo il passo del Mercatello, ed a seguire lo Zovallo, il Tomarlo e il Centocroci. Le strade sono belle e non troviamo intoppi, qualche piccola sosta per ammirare il paesaggio a farci qualche foto. Purtroppo ci siamo persi sul monte Penna, dove le strade non sono molto segnalate per poi finire nel così detto "Anello del monte Penna", dove troviamo il rifugio al passo del Chiodo. Da lì vedrete un bellissimo panorama e una bellissima foresta, ma vi fate una strada quasi sterrata e perderete circa due ore. Arrivati al Passo Centocroci facciamo la prima sosta in una piccola zona rifugio con baita, attrezzatura per grigliate e parco. Serata magnifica in compagnia di un'allegra brigata ligure in vacanza, un fuoco acceso e miliardi di stelle.
Lunedì – 2° giorno
Dopo la notte in tenda, facciamo i bagagli e partiamo intorno alle dieci: andiamo verso il Passo della Cappelletta per vedere l'impianto eolico. E qui la prima perdita di tempo, nonostante un panorama fantastico dalla cresta della montagna. La strada segue l'antico tragitto dell'alta strada ligure, quindi non solo una strada, se pur asfaltata, piccolissima e mal messa, ma anche 1,5 Km di sterrato per arrivare ad Albareto. Con i polsi e il fondo schiena un po' mal messi, chiediamo informazioni per tornare sulla statale per Borgo Val di Taro, da qui risaliamo verso il passo del Brattello e poi sulla Cisa. Mentre ci concediamo una breve pausa per il pranzo incontriamo un simpatico ragazzo che con il suo Vespino sta facendo un itinerario simile al nostro.
Sulla Cisa ammiriamo il paesaggio che dal vecchio sentiero della Via Francigena passa alle dolci colline che stanno tra la Toscana e l'Emilia. Ripartiamo per altri passi e per una bellissima sosta al lago Paduli del Passo Lagastrello. Purtroppo abbiamo perso molto tempo in un'altra strada sbagliata verso Fivizzano. La nostra corsa finisce al passo del Cerreto, con visita ai laghetti e a Cerreto Laghi. Qui ci fermiamo per forza perché sono ormai le sette di sera, il freddo si fa sentire e c'é un vento teso e tagliente.
Parcheggiate le moto trascorriamo una serata molto piacevole al ristorante del passo. La cucina è buona, ma non ci sentiamo di consigliarlo perché non sono stati onesti sul prezzo della camera e anche la cena non è stata economica.
Ci troviamo una mattina di agosto sotto casa mia con le moto pronte. Borse da serbatoio montate, zaino fissato con il ragno sulla sella del passeggero. Serbatoi pieni e interfono installato sui caschi. A proposito di quest'ultimo, si è rivelato fondamentale per il viaggio. Non potrei immaginare sei giorni di guida senza mai dire una parola con il mio compagno di avventure.
Domenica – giorno 1
Partiamo e percorriamo l'autostrada da Torino fino a Voghera, dove prendiamo la SS461 che ci avvicina agli appennini nei pressi di Rivanazzano e da lì le prime curve fino al primo passo del nostro viaggio: il mitico Passo del Penice.
I primi chilometri vanno abbastanza bene, anche se dobbiamo ancora prendere confidenza con le nostre moto. Dopo pranzo scendiamo dal colle e ricominciamo le curve verso il prossimo il passo del Mercatello, ed a seguire lo Zovallo, il Tomarlo e il Centocroci. Le strade sono belle e non troviamo intoppi, qualche piccola sosta per ammirare il paesaggio a farci qualche foto. Purtroppo ci siamo persi sul monte Penna, dove le strade non sono molto segnalate per poi finire nel così detto "Anello del monte Penna", dove troviamo il rifugio al passo del Chiodo. Da lì vedrete un bellissimo panorama e una bellissima foresta, ma vi fate una strada quasi sterrata e perderete circa due ore. Arrivati al Passo Centocroci facciamo la prima sosta in una piccola zona rifugio con baita, attrezzatura per grigliate e parco. Serata magnifica in compagnia di un'allegra brigata ligure in vacanza, un fuoco acceso e miliardi di stelle.
Lunedì – 2° giorno
Dopo la notte in tenda, facciamo i bagagli e partiamo intorno alle dieci: andiamo verso il Passo della Cappelletta per vedere l'impianto eolico. E qui la prima perdita di tempo, nonostante un panorama fantastico dalla cresta della montagna. La strada segue l'antico tragitto dell'alta strada ligure, quindi non solo una strada, se pur asfaltata, piccolissima e mal messa, ma anche 1,5 Km di sterrato per arrivare ad Albareto. Con i polsi e il fondo schiena un po' mal messi, chiediamo informazioni per tornare sulla statale per Borgo Val di Taro, da qui risaliamo verso il passo del Brattello e poi sulla Cisa. Mentre ci concediamo una breve pausa per il pranzo incontriamo un simpatico ragazzo che con il suo Vespino sta facendo un itinerario simile al nostro.
Sulla Cisa ammiriamo il paesaggio che dal vecchio sentiero della Via Francigena passa alle dolci colline che stanno tra la Toscana e l'Emilia. Ripartiamo per altri passi e per una bellissima sosta al lago Paduli del Passo Lagastrello. Purtroppo abbiamo perso molto tempo in un'altra strada sbagliata verso Fivizzano. La nostra corsa finisce al passo del Cerreto, con visita ai laghetti e a Cerreto Laghi. Qui ci fermiamo per forza perché sono ormai le sette di sera, il freddo si fa sentire e c'é un vento teso e tagliente.
Parcheggiate le moto trascorriamo una serata molto piacevole al ristorante del passo. La cucina è buona, ma non ci sentiamo di consigliarlo perché non sono stati onesti sul prezzo della camera e anche la cena non è stata economica.
Martedì - 3° giorno
Non bastava la poca cordialità del personale del bar, anche la giornata è scura, ventosa e con nuvolone molto minacciose nelle vicine vette. Alle dieci siamo già in viaggio.
Il viaggio prosegue tranquillo e con un sole stupendo, ma dobbiamo rinunciare al bellissimo parco e relativo Passo dell'Orecchiella. Un peccato per lo spettacolo che offre, ma il tempo stringe e ci dirigiamo subito verso il passo delle Radici, dopo una piccola sosta a Piazza al Serchio, dove ci fermiamo a mangiare al ristorante dell'albergo un pranzo direi sublime. Abetone, Oppio, Porretta Terme, Futa. Qui una sosta al cimitero tedesco e poi via verso la Raticosa perché comincia a fare buio. Cerchiamo dove dormire e ci indicano un possibile campeggio "La Martina". Senza sapere dove saremmo finiti, ci avventuriamo, e per fortuna ci ritroviamo in un bellissimo parco, con un campeggio ben attrezzato, popolato da persone che cercano vacanze rilassanti, tranquille e fuori da qualsiasi confuzione e pensiero.
Passiamo una fantastica serata in compagnia di un'allegra tavolata di "nonni" con il vizio del gomito alto, ma con una chitarra e qualche stonatura, finiamo di ridere alle due di notte con le lacrime agli occhi.
Mercoledì – 4° giorno
Ci alziamo naturalmente tardi e con un po di mal di testa sarà stata la chitarra o i Martini?
Dopo qualche tiro con l'arco prendiamo la strada che ci porta al passo del Muraglione, incontrando qualche passo minore non più di 800m di altezza. Qui lungo il tragitto troviamo un bel posto dove fare il bagno nel fiume. Qualche ora di rilassamento, qualche tuffo e ripartiamo. Arriviamo sul Muraglione, sosta al mitico bar e visita a casa di amici a San Godenzo.
Dopo un tentativo di tragitto per le campagne della toscana verso Volterra, ci giriamo a Incisa e scappiamo in autostrada. Mia mamma ci aspetta a cena a Lido di Camaiore e sono già le 19. Notte ancora in tenda (casa piena di ospiti) a Forte dei marmi.
Giovedì – 5° giorno
Riposo al mare e mega abbuffata di pesce al Campagnolo (Capezzano pianore, frazione di Camaiore). Ragazzi, con 33 euro a testa siamo usciti davvero soddisfatti e se decidete di prendere gli antipasti, preparatevi a mangiare cibo per almeno il doppio di quelli che siete. Abbondante anche il resto.
Venerdì – 6° giorno
Ore 10, un po' di capricci del mio compagno e torniamo a casa un giorno prima. Via sull'Aurelia fino a La Spezia e le Cinque terre. Inutile descrivere il fantastico paesaggio. Purtroppo arriva una bruttissima notizia: bufera di grandine e vento dal piemonte. Qualche gocciolina anche in Liguria allora decidiamo di rifugiarci a Vernazza. Facciamo passare il tempo e ripartiamo.....
E' Ferragosto, il tempo è brutto, e tutta la gente è riversata in macchina. Non vi dico altro. Decidiamo di scappare in autostrada fino a Genova e, eccetto il passo del Turchino che ci siamo fatti comunque in statale, pur prendendo pioggia, siamo andati dritti verso Torino, dove la nostra prima avventura insieme si è conclusa.
Non bastava la poca cordialità del personale del bar, anche la giornata è scura, ventosa e con nuvolone molto minacciose nelle vicine vette. Alle dieci siamo già in viaggio.
Il viaggio prosegue tranquillo e con un sole stupendo, ma dobbiamo rinunciare al bellissimo parco e relativo Passo dell'Orecchiella. Un peccato per lo spettacolo che offre, ma il tempo stringe e ci dirigiamo subito verso il passo delle Radici, dopo una piccola sosta a Piazza al Serchio, dove ci fermiamo a mangiare al ristorante dell'albergo un pranzo direi sublime. Abetone, Oppio, Porretta Terme, Futa. Qui una sosta al cimitero tedesco e poi via verso la Raticosa perché comincia a fare buio. Cerchiamo dove dormire e ci indicano un possibile campeggio "La Martina". Senza sapere dove saremmo finiti, ci avventuriamo, e per fortuna ci ritroviamo in un bellissimo parco, con un campeggio ben attrezzato, popolato da persone che cercano vacanze rilassanti, tranquille e fuori da qualsiasi confuzione e pensiero.
Passiamo una fantastica serata in compagnia di un'allegra tavolata di "nonni" con il vizio del gomito alto, ma con una chitarra e qualche stonatura, finiamo di ridere alle due di notte con le lacrime agli occhi.
Mercoledì – 4° giorno
Ci alziamo naturalmente tardi e con un po di mal di testa sarà stata la chitarra o i Martini?
Dopo qualche tiro con l'arco prendiamo la strada che ci porta al passo del Muraglione, incontrando qualche passo minore non più di 800m di altezza. Qui lungo il tragitto troviamo un bel posto dove fare il bagno nel fiume. Qualche ora di rilassamento, qualche tuffo e ripartiamo. Arriviamo sul Muraglione, sosta al mitico bar e visita a casa di amici a San Godenzo.
Dopo un tentativo di tragitto per le campagne della toscana verso Volterra, ci giriamo a Incisa e scappiamo in autostrada. Mia mamma ci aspetta a cena a Lido di Camaiore e sono già le 19. Notte ancora in tenda (casa piena di ospiti) a Forte dei marmi.
Giovedì – 5° giorno
Riposo al mare e mega abbuffata di pesce al Campagnolo (Capezzano pianore, frazione di Camaiore). Ragazzi, con 33 euro a testa siamo usciti davvero soddisfatti e se decidete di prendere gli antipasti, preparatevi a mangiare cibo per almeno il doppio di quelli che siete. Abbondante anche il resto.
Venerdì – 6° giorno
Ore 10, un po' di capricci del mio compagno e torniamo a casa un giorno prima. Via sull'Aurelia fino a La Spezia e le Cinque terre. Inutile descrivere il fantastico paesaggio. Purtroppo arriva una bruttissima notizia: bufera di grandine e vento dal piemonte. Qualche gocciolina anche in Liguria allora decidiamo di rifugiarci a Vernazza. Facciamo passare il tempo e ripartiamo.....
E' Ferragosto, il tempo è brutto, e tutta la gente è riversata in macchina. Non vi dico altro. Decidiamo di scappare in autostrada fino a Genova e, eccetto il passo del Turchino che ci siamo fatti comunque in statale, pur prendendo pioggia, siamo andati dritti verso Torino, dove la nostra prima avventura insieme si è conclusa.
Glauco, 34 anni, motociclista da 17.
Quinta moto posseduta Suzuki SV1000S
Fabrizio, 29 anni, motociclista da 2 mesi.
Prima moto Ducati Monster 620
Quinta moto posseduta Suzuki SV1000S
Fabrizio, 29 anni, motociclista da 2 mesi.
Prima moto Ducati Monster 620
Il nostro Appennino
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