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I viaggi dei lettori
Coast to coast: dal Tirreno all'Adriatico
Testo e foto di Salvatore Alfieri
il 22/11/2007 in I viaggi dei lettori
Una settimana in completa solitudine. Poco meno di 2.000 Km a spasso per l'Italia, tra paesaggi mozzafiato e strade favolose
Coast to coast: dal Tirreno all'Adriatico
Finalmente si parte per un viaggio vero. Fino ad ora avevo girato in moto solo per le strade della Lombardia, sconfinando qualche volta in Svizzera, Emilia Romagna e Liguria. Ma questa volta ho deciso: faccio sul serio. Lo scopo del viaggio è vedere quella parte della penisola che ho sempre visto solo di sfuggita dall'autostrada, quando da piccolo andavo al mare con i miei genitori.
Partirò da solo.
Partirò da solo.
La mia ragazza impegnata com'è per la sua tesi di laurea non lascerà la sua scrivania per il sellino della mia Kawasaki Z 750. E l'inseparabile socio, con la sua Ducati Monster 695, questa volta ha preferito seguire altri amici ad Ibiza.
Solo, soletto in compagnia della mia Z la mattina del 25 agosto, parto in direzione sud. Le prime due ore sulle statali con pochissimo traffico sono interminabili. Arrivato alle porte di Parma, faccio la prima sosta per rifornimento: caffè, sigaretta e quattro chiacchiere con la ragazza del bar.
Solo, soletto in compagnia della mia Z la mattina del 25 agosto, parto in direzione sud. Le prime due ore sulle statali con pochissimo traffico sono interminabili. Arrivato alle porte di Parma, faccio la prima sosta per rifornimento: caffè, sigaretta e quattro chiacchiere con la ragazza del bar.
La pausa ci voleva, perché ora finalmente iniziano le curve della statale della Cisa. Stupidamente non mi rendo conto che il peso della valigia posteriore cambia leggermente l'assetto della moto e così le prime curve le faccio malissimo. Ma mi è basta qualche tornante per trovare una nuova confidenza con la Kawasaki. Arrivato in cima sono addirittura soddisfatto e lancio qualche occhiata di sfida ai motociclisti che mi avevano sorpassato.
Pranzo in Liguria a Lerici. Una focaccia, una coca e poi via di nuovo nell'entro terra. Raggiungo Massa, carina cittadina e da lì seguo le indicazioni per Castelnovo.
Percorro una strada fantastica: curve ampie e strette, panorama stupendo, ma c'è un problema. La spia della riserva inizia a lampeggiare. Mi fermo allora a Recesso e chiedo a dei vecchietti fuori da un bar indicazioni per un benzinaio che in realtà non esisteva o forse ho solo sbagliato strada io e dovrò così tornare verso Massa. Così, imprecando per aver sbagliato e pregando di arrivare al benzinaio, torno in città. Va tutto bene, la moto non si spegne. Faccio rifornimento e riparto.
Prendo la statale per San Carlo Terme. Seguo il passo del Vestito, dove sembra di essere in paradiso. La strada pulita, niente traffico, niente moto, e poi che panorama. Incredibili le gallerie scavate ancora nella roccia. Tra curve, accelerate e qualche piega (la borsa non me ne concedeva molte) arrivo nella casa dell'Ariosto, dove l'albergo da Carlo è pieno per il rally internazione. Ceno alla pizzeria Clarj (buonissima pizza in un clima molto toscano).
Pranzo in Liguria a Lerici. Una focaccia, una coca e poi via di nuovo nell'entro terra. Raggiungo Massa, carina cittadina e da lì seguo le indicazioni per Castelnovo.
Percorro una strada fantastica: curve ampie e strette, panorama stupendo, ma c'è un problema. La spia della riserva inizia a lampeggiare. Mi fermo allora a Recesso e chiedo a dei vecchietti fuori da un bar indicazioni per un benzinaio che in realtà non esisteva o forse ho solo sbagliato strada io e dovrò così tornare verso Massa. Così, imprecando per aver sbagliato e pregando di arrivare al benzinaio, torno in città. Va tutto bene, la moto non si spegne. Faccio rifornimento e riparto.
Prendo la statale per San Carlo Terme. Seguo il passo del Vestito, dove sembra di essere in paradiso. La strada pulita, niente traffico, niente moto, e poi che panorama. Incredibili le gallerie scavate ancora nella roccia. Tra curve, accelerate e qualche piega (la borsa non me ne concedeva molte) arrivo nella casa dell'Ariosto, dove l'albergo da Carlo è pieno per il rally internazione. Ceno alla pizzeria Clarj (buonissima pizza in un clima molto toscano).
Ho avuto poca possibilità di dormire, nonostante ciò mi sveglio alle sette. Non mi avevano avvisato, infatti, o non avevo letto, del rally in notturna e della festa paesana, andata avanti ad oltranza con cori e canti che sono rimbombati nella mia stanza per tutta la notte.
Faccio colazione e rimonto in sella, ma la temperatura è sì e no di 12 gradi. Niente paura, ho un rimedio: mi sono portato l’inseparabile maglia termica.
Riprendo la statale ma questa volta la direzione è sud-ovest ossia il litorale. Fantastico, ancora curve e il panorama è di un verde che sembra finto. Mi fermo a fotografare una casetta in un laghetto artificiale a Isola Santa, bellissima, e poi via.
Arrivo a Forte dei Marmi alle 9.30 di mattina. Ai semafori io grondavo con giubbotto di pelle, casco e guanti, mentre la gente attraversava per godersi la giornata al mare. Sosta d’obbligo ad un bar: via la maglietta termica e riparto.
Percorro la statale tirrenica fino a Pisa, dove mi fermo per vedere la torre e la basilica. Di nuovo in marcia fino a Livorno. Non c’è un granché. Sulla statale il paesaggio è monotono con poca vegetazione e fabbriche vecchie abbandonate. Vedere il porto merci poi mi ha fatto una strana sensazione, quasi di tristezza. Mi fermo per uno yogurt e bottiglietta d’acqua, e poi riparto per Cecina.
Da Cecina fino a Volterra ho percorso la favolosa statale 68, stupenda, asfalto appena rifatto, qui ho potuto far cantare l’accaldato motore della mia Z750.
Volterra, San Gimignano, Poggibonsi e i loro castelli scorrono alla mia sinistra. Mi fermo a Colle Val d’Elsa, dopo aver percorso 250 Km. Il caldo oggi mi ha ucciso. Mi fermo al B&B “Il Nazionale” nel centro del paese. Il borgo è molto bello, e la sera ho cenato alla Locanda “L’oste di Borgo” dove ho mangiato le vere pappardelle al cinghiale, e qualche assaggio dei salumi. In più mi ha servito una ragazza inglese che parlava il toscano. Da non credere.
Faccio colazione e rimonto in sella, ma la temperatura è sì e no di 12 gradi. Niente paura, ho un rimedio: mi sono portato l’inseparabile maglia termica.
Riprendo la statale ma questa volta la direzione è sud-ovest ossia il litorale. Fantastico, ancora curve e il panorama è di un verde che sembra finto. Mi fermo a fotografare una casetta in un laghetto artificiale a Isola Santa, bellissima, e poi via.
Arrivo a Forte dei Marmi alle 9.30 di mattina. Ai semafori io grondavo con giubbotto di pelle, casco e guanti, mentre la gente attraversava per godersi la giornata al mare. Sosta d’obbligo ad un bar: via la maglietta termica e riparto.
Percorro la statale tirrenica fino a Pisa, dove mi fermo per vedere la torre e la basilica. Di nuovo in marcia fino a Livorno. Non c’è un granché. Sulla statale il paesaggio è monotono con poca vegetazione e fabbriche vecchie abbandonate. Vedere il porto merci poi mi ha fatto una strana sensazione, quasi di tristezza. Mi fermo per uno yogurt e bottiglietta d’acqua, e poi riparto per Cecina.
Da Cecina fino a Volterra ho percorso la favolosa statale 68, stupenda, asfalto appena rifatto, qui ho potuto far cantare l’accaldato motore della mia Z750.
Volterra, San Gimignano, Poggibonsi e i loro castelli scorrono alla mia sinistra. Mi fermo a Colle Val d’Elsa, dopo aver percorso 250 Km. Il caldo oggi mi ha ucciso. Mi fermo al B&B “Il Nazionale” nel centro del paese. Il borgo è molto bello, e la sera ho cenato alla Locanda “L’oste di Borgo” dove ho mangiato le vere pappardelle al cinghiale, e qualche assaggio dei salumi. In più mi ha servito una ragazza inglese che parlava il toscano. Da non credere.
Come al solito sveglia presto e si parte. La colazione, visto che al “Nazionale” non la offrivano, pur essendo un Bed and Breakfast, l’ho fatta a Siena, che dista circa 20 km. A differenza di Pisa e Livorno, Siena è già una città più viva. Fantastico il centro storico, con piazza del Campo e tutte le viuzze medievali. Me la sarei voluta vedere tutta, ma il fascino del viaggio non era visitare le città, ma le strade da percorrere. Così riparto sulla statale fino a Paganico, con l’incubo di rimanere, nuovamente, senza benzina. Non c’era un benzinaio in direzione Grosseto, così per miracolo, ad un tratto ne compare uno nella direzione opposta. Pericolo scampato!!
Da Paganico proseguo per Ortodosso, e poi da lì ancora il paradiso: la fantastica statale 139 che porta al monte Amiata.
Il mio itinerario mi diceva di proseguire, ma quando ho visto il monte mi sono detto: "perché non andare a prendere un po’ di fresco?". Ecco fatto. Avrò allungato sì e no di 15 km, poi di nuovo giù per la SS139, che verso Saturnia si è fatta ancora di più da gustare. Era quasi l’ora di pranzo e dato che non c’era nessuno su quelle statale mi buttai nel primo paesino, SempreMonte, dove in un panificio presi un pezzo di schiacciata e una coca.
Dopo il break mi rimetto in sella per raggiungere Saturnia, dove l’asfalto inizia a peggiorare e di conseguenza la velocità si riduce sensibilmente. Faceva un caldo torrido e arrivato a Magliano in Toscana, davanti al mio albergo, a stento riuscii a togliermi i guanti di pelle. Breve rinfrescata, giù la borsa e via di nuovo, verso l’Argentario. Mi sentivo leggero, non credevo che 7 Kg facessero la differenza.
Raggiungo Orbetello e Porto Santo Stefano, dove mentre facevo la strada panoramica mi sarò fermato almeno dieci volte per ammirare il paesaggio. Sosta al bar del porto, caffè, gelato, sigaretta e poi in albergo per la doccia. La sera ceno all’enoteca del borgo di Magliano. Ottimi Salumi e Formaggi, accompagnati da un bicchiere di Chianti.
Da Paganico proseguo per Ortodosso, e poi da lì ancora il paradiso: la fantastica statale 139 che porta al monte Amiata.
Il mio itinerario mi diceva di proseguire, ma quando ho visto il monte mi sono detto: "perché non andare a prendere un po’ di fresco?". Ecco fatto. Avrò allungato sì e no di 15 km, poi di nuovo giù per la SS139, che verso Saturnia si è fatta ancora di più da gustare. Era quasi l’ora di pranzo e dato che non c’era nessuno su quelle statale mi buttai nel primo paesino, SempreMonte, dove in un panificio presi un pezzo di schiacciata e una coca.
Dopo il break mi rimetto in sella per raggiungere Saturnia, dove l’asfalto inizia a peggiorare e di conseguenza la velocità si riduce sensibilmente. Faceva un caldo torrido e arrivato a Magliano in Toscana, davanti al mio albergo, a stento riuscii a togliermi i guanti di pelle. Breve rinfrescata, giù la borsa e via di nuovo, verso l’Argentario. Mi sentivo leggero, non credevo che 7 Kg facessero la differenza.
Raggiungo Orbetello e Porto Santo Stefano, dove mentre facevo la strada panoramica mi sarò fermato almeno dieci volte per ammirare il paesaggio. Sosta al bar del porto, caffè, gelato, sigaretta e poi in albergo per la doccia. La sera ceno all’enoteca del borgo di Magliano. Ottimi Salumi e Formaggi, accompagnati da un bicchiere di Chianti.
Sveglia alle 6:30, foto al mare all’alba, colazione con caffè e mantovana - il dolce locale - e poi via. Oggi lascerò l’amata Toscana, dove cibo, strade e persone sono meravigliosi, per sbarcare nel cuore d’Italia, l'Umbria.
La statale dei sapori della maremma, mi fa passare per un paesino arroccato sulle colline maremmane, ossia Pitigliano, dove mi fermo al bar del teatro. Bevo un caffè e un ragazzo mi fa qualche domanda, forse incuriosito dalla targa MI e dal mio abbigliamento, ci siamo salutati e mi ha fatto gli auguri di buon viaggio.
Dopo Pitigliano la statale si addolcisce, fin quando non vedo il cartello di fine Toscana. Entro nel Lazio. Sono a circa 550 Km da casa, e ancora ad un bel po’ dalla mia meta di oggi, Narni. Così sosta al lago di Bolsena, dove un olandese mi scatta alcune foto, poi via per la Cassia verso Bolsena, e la bolsenina, la strada panoramica del lago. Finalmente curve, una dopo l’altra, leggerissimo traffico, quel pizzico che non mi impedisce di divertirmi ad aprire il gas. Arrivato a Bagnoregio, piccola sosta sul belvedere, e poi giù verso Orvieto, cittadina stupenda, come la sua gente. Parcheggio la moto, con su le valigie davanti ad un negozio di materassi con la speranza che la controllasse ogni tanto (cosa che fece davvero).
A pranzo non mi lascio sfuggire un panino con la porchetta in una gastronomia, dove mi hanno offerto persino il caffè. Un po’ appesantito mi dirigo a Narni, pensando che le sorprese della giornata fossero finire. E invece mi sbagliavo. La statale 212 Amelina è una strada pazzesca. Curve a “go-go”, l’asfalto in ottime condizioni, nessuno in giro e un rettilineo di almeno 3 Km dove ho aprire un po’ il gas.
Arrivo a Narni Scalo, dove la padrona dell’albergo Narnia,mi accoglie con gentilezza e mi offre un caffè. Dopo relax, via per Narni e Terni. Decido di modificare l’itinerario, fermando qui anche il giorno successivo, dove visito Todi e le cascate delle Marmore. Ho cenato entrambe le sere alla trattoria L’Italia 61, prezzi stracciati e ottima cucina umbra.
La statale dei sapori della maremma, mi fa passare per un paesino arroccato sulle colline maremmane, ossia Pitigliano, dove mi fermo al bar del teatro. Bevo un caffè e un ragazzo mi fa qualche domanda, forse incuriosito dalla targa MI e dal mio abbigliamento, ci siamo salutati e mi ha fatto gli auguri di buon viaggio.
Dopo Pitigliano la statale si addolcisce, fin quando non vedo il cartello di fine Toscana. Entro nel Lazio. Sono a circa 550 Km da casa, e ancora ad un bel po’ dalla mia meta di oggi, Narni. Così sosta al lago di Bolsena, dove un olandese mi scatta alcune foto, poi via per la Cassia verso Bolsena, e la bolsenina, la strada panoramica del lago. Finalmente curve, una dopo l’altra, leggerissimo traffico, quel pizzico che non mi impedisce di divertirmi ad aprire il gas. Arrivato a Bagnoregio, piccola sosta sul belvedere, e poi giù verso Orvieto, cittadina stupenda, come la sua gente. Parcheggio la moto, con su le valigie davanti ad un negozio di materassi con la speranza che la controllasse ogni tanto (cosa che fece davvero).
A pranzo non mi lascio sfuggire un panino con la porchetta in una gastronomia, dove mi hanno offerto persino il caffè. Un po’ appesantito mi dirigo a Narni, pensando che le sorprese della giornata fossero finire. E invece mi sbagliavo. La statale 212 Amelina è una strada pazzesca. Curve a “go-go”, l’asfalto in ottime condizioni, nessuno in giro e un rettilineo di almeno 3 Km dove ho aprire un po’ il gas.
Arrivo a Narni Scalo, dove la padrona dell’albergo Narnia,mi accoglie con gentilezza e mi offre un caffè. Dopo relax, via per Narni e Terni. Decido di modificare l’itinerario, fermando qui anche il giorno successivo, dove visito Todi e le cascate delle Marmore. Ho cenato entrambe le sere alla trattoria L’Italia 61, prezzi stracciati e ottima cucina umbra.
Dopo aver visitato il sud dell’Umbria, ora tocca al nord. Per velocizzare i tempi, prendo la statale umbra E45, uscita Ponte Pattoli, e poi verso Santa Cristina, dove mi aspetta il B&B Casa la Valle.
Il gestore è un simpaticone bolognese che vive qui tra le colline perugine. Appassionato di arte e di geografia mi ha intrattenuto la permanenza con aneddoti e perle di cultura. Visito Perugia, città affascinante e strana.
Il giorno dopo eccomi ad Assisi, e mi sembra di vedere una cittadina medievale in una palla di vetro, bella sì, ma quasi finta. La sera dell’ultima sera umbra, la passo a mangiare salumi e formaggi in una trattoria-mini market di casa del Diavolo.
Il giorno dopo eccomi ad Assisi, e mi sembra di vedere una cittadina medievale in una palla di vetro, bella sì, ma quasi finta. La sera dell’ultima sera umbra, la passo a mangiare salumi e formaggi in una trattoria-mini market di casa del Diavolo.
Lascio l’Umbria, con un pizzico di insoddisfazione, perché me l’aspettavo diversa, ma questo non significa che non mi sia piaciuta. Saluto il gestore, e mi dirigo verso Gubbio, dove la strada da Santa Cristiana all’incrocio per la statale Eucubina è quasi un tratto da motocross.
Gubbio è davvero bella. Lì faccio colazione al bar e poi con un antivento addosso mi dirigo verso Madonna della Cima e l’Appennino Umbro-Marchigiano. Mi fermo a scattare qualche foto a Scheggia, l’ultimo paese dell’Umbria, poi da lì passo nelle Marche. La statale me la ricorderò per il forte vento e per il freddo pungente.
Arrivato a Sassoferrato la strada inizia a peggiorare, e il forte vento mi consiglia di andare piano. A Fossombrone, prendo per Urbino e a pranzo mangio in centro la sfogliata. La città era tutta interessata alle sorti di Valentino Rossi che correva lì vicino nella gara della MotoGp a Misano. La curiosità durerà solo pochi giri, poi il silenzio della sua Yamaha spegnerà tutti gli entusiasmi. Così proseguo per Pesaro, dove vedo le indicazioni per Tavullia, ma decido di non fermarmi non essendo mai stato un grande fan di Rossi. A Pesaro mi concedo una sosta visto che la città è molto carina.
Proseguo verso Ancona sulla statale Adriatica, fin quando decido di fermarmi a Senigallia. Il viaggio è ormai al termine. Il giorno dopo la mia Kawa mi porta a destinazione. Prima raggiungo il Conero e l’Adriatico, poi rivedo la mia ragazza, con cui ho passato il resto delle vacanze al mare.
Gubbio è davvero bella. Lì faccio colazione al bar e poi con un antivento addosso mi dirigo verso Madonna della Cima e l’Appennino Umbro-Marchigiano. Mi fermo a scattare qualche foto a Scheggia, l’ultimo paese dell’Umbria, poi da lì passo nelle Marche. La statale me la ricorderò per il forte vento e per il freddo pungente.
Arrivato a Sassoferrato la strada inizia a peggiorare, e il forte vento mi consiglia di andare piano. A Fossombrone, prendo per Urbino e a pranzo mangio in centro la sfogliata. La città era tutta interessata alle sorti di Valentino Rossi che correva lì vicino nella gara della MotoGp a Misano. La curiosità durerà solo pochi giri, poi il silenzio della sua Yamaha spegnerà tutti gli entusiasmi. Così proseguo per Pesaro, dove vedo le indicazioni per Tavullia, ma decido di non fermarmi non essendo mai stato un grande fan di Rossi. A Pesaro mi concedo una sosta visto che la città è molto carina.
Proseguo verso Ancona sulla statale Adriatica, fin quando decido di fermarmi a Senigallia. Il viaggio è ormai al termine. Il giorno dopo la mia Kawa mi porta a destinazione. Prima raggiungo il Conero e l’Adriatico, poi rivedo la mia ragazza, con cui ho passato il resto delle vacanze al mare.
Coast to coast: dal Tirreno all'Adriatico
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