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Liguria

L'Alta via del sale, dove osano le maxienduro!

Immerso tra le nubi, il paesaggio si fa ancora più maestoso e suggestivo. Lo sterrato qui non è una semplice deviazione per impolverare le moto, qui è il cuore del viaggio
L'Alta via del sale, dove osano le maxienduro!
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Tra strade militari e sterrati in alta quota su uno dei percorsi da sempre più amati dai praticanti dell’adventouring. un grande classico, dai panorami spettacolari e dal sapore intenso

Questo itinerario è stato pubblicato su Dueruote di Febbraio 2021 n. 190

È una nuvola bianca e lattiginosa, infinita, quella che a sorpresa ci avvolge mentre, metro dopo metro, stiamo risalendo verso la sommità di questa ex strada militare ai confini con la Francia che prende il nome di “Alta Via del Sale”. Un itinerario antico, che si perde nei tempi di Carlo Magno, e che ora, con una proposta messa a punto da un’intelligente politica di marketing e scoperta del territorio dalle province di Imperia e Cuneo, è diventata capace di affascinare e attrarre su questi 50 km di fuoripista, impegnativo ma fattibile, le decine e decine di motociclisti che alla propria crossover chiedono non solo di essere bella, tecnologica e performante sull’asfalto, ma di dimostrare sul campo quello che l’appeal di mezzo fuoristradistico votato all’adventouring promette, mettendola e mettendosi alla prova.

Questo itinerario ha una partenza dolce, tra le stradine che dal mare si inerpicano verso l'entroterra, incontrando deliziosi boschi

Partiamo dunque dal blu del mare che fronteggia Ventimiglia per risalire verso nord seguendo le indicazioni dell’amico Giacomo, che dell’accompagnare gruppi di motociclisti alla scoperta di questo territorio in gran parte sconosciuto ha fatto con Desartica la propria professione. Una partenza che intelligentemente prende avvio dal distributore che troviamo qualche km fuori città lungo quella SS20 che proseguendo porterebbe al Col di Tenda, perché non è poi così scontato, perdendosi tra strade e stradine di montagna, trovare al momento giusto i rifornimenti di benzina necessari. Lasciamo la statale a percorrenza veloce dopo qualche km, imboccando una stradina – la SP92 - che ci porterà nella frazione di Verrandi, dalla bella chiesina, per poi proseguire verso i paesini di Dolceacqua, sulla SP70, e Isolabona. Dolceacqua, in particolare, vale sicuramente una sosta, per l’incanto del suo borgo caratterizzato dalla bellezza del castello che si erge, magnifico, sull’antico ponte quattrocentesco che sorvola le acque del Nervia. Dall’alto il traffico è solo un ricordo ed è dolce abbandonarsi alla guida tra le curve della montagna. La notte la passeremo al fresco dei 1.200 metri del Rifugio di Gouta, risalendo, in prossimità di Pigna, per 14 km il monte e poi giungere in vicinanza delle gole. Ed eccoci pronti di buon’ora per immergerci nei panorami di questa parte d’Italia ingiustamente poco conosciuta, ad iniziare da Pigna, “graziosissima cittadina - come la definì lo scrittore francese del Settecento Charles de Brosses - costruita sopra un pan di zucchero”. Proseguendo lungo l’SP65, tornante dopo tornante si è ben presto sul passo di Langan su cui è solito transitare il classico Motogiro delle Streghe, capace di portare alla scoperta di questi luoghi meravigliosi un numero spropositato di partecipanti.

Che opera! Nella foto sopra, il tornante sterrato è qui sorretto da un torrione in pietra a secco

Avventura vera

Immersi tra boschi ben presto, attraversato Molini, siamo a Triora, che si fa vanto, coi suoi caruggi che ne caratterizzano il centro storico, della bandiera arancione e di una storia antica che prende origine dai Liguri ancor prima della colonizzazione romana. Ma la fama di Triora è conosciuta per quel tragico processo che alla fine del ‘500 fece scalpore per le terribili accuse di stregoneria di cui alcune donne furono accusate. Da allora Triora è nota come il Paese delle Streghe. Ritornati a Molini di Triora, iniziamo a inerpicarci lungo i tornanti della SP17 che, stretta stretta e a tratti dismessa, ci fa salire in alto fino a superare, dopo Andagna e Drego, i 1.387 metri del passo della Teglia per poi scendere, attraversando bellissime faggete, verso Rezzo e proseguire fino a Pieve di Teco. Ormai si avvicina la meta intermedia, ma non cessa l’incanto di questi luoghi dove i paesini si susseguono dietro alle curve coi propri campanili che si stagliano contro il verde dei boschi. Fatto il pieno alla moto e allo stomaco, Mendatica prima e Monesi poi ci aspettano lungo l’SP74, prima cioè di lasciare l’asfalto e immergerci nel desiderio d’avventura che ci ha spinto fin qui, in questo luogo remoto a cavallo tra Italia e Francia.

Fondo sterrato, paletti come sulle strade asfaltate: il fascino del viaggiare "off-road" qui tocca i massimi livelli

Siamo nel cuore della Via del Salela storica e spettacolare strada che legava Limone Piemonte al mare che prende il nome da quel prodotto così prezioso, tanto necessario alla conservazione del cibo e alla sapidità degli alimenti quanto a garantire l’equilibrio vitale dell’uomo. Limone era una delle stazioni di sosta di quella Via del Sale che era, per le sue caratteristiche, il percorso privilegiato dai mulattieri. Via commerciale ma anche, fino all’ultima Grande Guerra, via militare, mantenuta efficiente e carrozzabile dagli ingegneri
del Genio, che qui realizzarono ardite opere stradali. La strada diventa pista e lasciata la deviazione che ci porterebbe verso passo Tanarello, dove nasce il Tanaro, o verso Monte Saccarello, il punto più elevato del territorio ligure, proseguiamo per 14 km circa fino all’ingresso di Briga Alta, il casello posto a sud della “Alta Via del Sale”. È da qui che inizia il tracciato curato e mantenuto dal consorzio degli operatori turistici della provincia di Cuneo che in 27 km ci porterà fino all’uscita di Cabanaira e questi primi km, immersi come siamo nella dolcezza del Bosco delle Navette, sono la prima prova dell’esperienza che ci sta aspettando. È un bosco fitto di larici, abeti, faggi e betulle quello in cui ora ci immergiamo avvolti in questo straordinario luogo colmo di bellezza ed emozioni. È il tratto sicuramente più dolce dell’intero tragitto quello che stiamo attraversando dando inizio alla nostra avventura, almeno fino a quando la strada non inizia a salire e il paesaggio farsi più aspro. Piano piano si sale in quota fino al Colle delle Selle Vecchie e giocoforza iniziamo a cercare il tracciato migliore dove il fondo è meno sassoso, le pietre non così pericolose per la coppa del nostro motore, aiutandoci a domare con la frizione l’esuberanza del nostro bicilindrico in mancanza di un traction control che sicuramente ci avrebbe aiutato a mantenere trazione. Si sale al passo di Framargal che coi suoi 2.260 metri di altitudine rappresenta il punto più elevato del tracciato, per poi aggirare con uno stretto tornante Cima di Pertegà fino a raggiungere il Rifugio Don Umberto Barbera dietro al quale svetta la cima del Marguareis, punto di confine tra Italia e Francia. È un paesaggio carsico di grande bellezza quello in cui stiamo viaggiando sulla linea di confine tra i due stati. La strada è da un po’ che si è fatta stretta stretta e l’incrocio coi veicoli che transitano in senso opposto è sempre operazione da compiere con prudenza.

Nubi all'orizzonte: come sempre per il turismo fuori dall'asfalto, affidarsi a una guida o a un'organizzazione è un'ottima idea, sia per la "navigazione", sia per la sicurezza

Un tratto impegnativo

Dal Colle dei Signori la strada viaggia ormai costantemente in quota oltre i duemila metri ed è un peccato che le nuvole, che ormai ci hanno inghiottito, nascondano un paesaggio che, saltuariamente, le rare aperture mostrano unico e affascinante. “Potrebbe essere peggio - ci ricorda l’Igor - Feldman di Frankenstein Junior - potrebbe piovere”… e infatti! Ma solo qualche goccia, giusto così per rendere più emozionante la discesa verso valle subito dopo aver superato il Colle della Boaria. È il tratto più impegnativo dell’intero percorso quello che ora affrontiamo, caratterizzato dalla particolare struttura che regge un tornante realizzata dal genio militare, una stretta curva costruita sul precipizio e sostenuta da un altissimo torrione in pietra a secco che per la sua unicità è spesso usata, quasi un simbolo, nelle foto che raccontano di questi luoghi.  
Metro dopo metro si procede con prudenza. Sulla nostra destra i resti del ricovero militare ottocentesco che aveva il compito di difendere il Col di Tenda. Sono gli ultimi km, ma non i più semplici specie per la presenza di pietrisco su cui le nostre Michelin Anakee Adventure mostrano tutte le proprie qualità di trazione e siamo contenti della direzione scelta che ci consente di affrontare con maggior sicurezza la salita, anziché le insidie della discesa. L’anteriore scivola, la moto si appoggia, ma non è niente, specie se dietro alla curva ecco comparire l’arrivo della seggiovia e, poco più in basso, la stazione di Cabanaira che segna l’uscita dal tracciato, con tanta soddisfazione per essere riusciti nell’ “impresa” ma anche con tanto dispiacere per averla terminata.

Questo itinerario è stato pubblicato su Dueruote di Febbraio 2021 n. 190

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Gouta
Rifugio Gola di Gouta
Località Gouta
Tel. +39 0184 241068, +39 329 4939978
Pur leggermente fuori dall’itinerario il Rifugio di Gouta (foto 1) (foto 2), a una quindicina di km da Pigna, non distante dal confine francese, rimane un ottimo riferimento sia per dormire (disponibili però solo camerate o spazi per la tenda) che per mangiare. Le tagliatelle coi funghi rimangono le nostre preferite. San Bernardo di Mendatica
Hotel ristorante San Bernardo da Settimia
Via Redentore, 10
Tel. +39 0183 328724
hotelsanbernardo.it È un’ottima base per chi voglia avventurarsi sull’ “Alta Via del Sale” già di prima mattina, visto che è a poca distanza dal casello che segna l’ingresso per chi proviene da sud. Ottimo anche il ristorante che ci ha conquistato all’istante coi suoi cannelloni ripieni.
Col gestore, Walter, consigli e rassicurazioni sullo stato della pista e del meteo, sempre utili e confortanti alla vigilia di un’avventura. Limone Piemonte
Campeggio Luis Matlas
Corso Torino, 39
Tel. +39 0171 927565
luismatlas.com ll campeggio “Luis Matlas”, qualche centinaio di metri dopo il paese, è un’ottima soluzione per chi pensasse di percorrere la Via del Sale provenendo da nord. 

Le cose da sapere

L’Alta Via del Sale
L’Alta Via del Sale lega il suo nome alle carovane che percorrevano il Colle di Tenda (1.870 metri), uno dei valichi più antichi che attraversano la catena alpina collegando la pianura cuneese al mare, lungo questa strada che viaggia in quota sfiorando in maniera costante i duemila metri di altitudine. Oltre olio, formaggi e grano, vi si trasportava il sale, elemento preziosissimo e per secoli merce di scambio per eccellenza. Per questo veniva sottoposto a tasse e gabelle da parte dei potenti, dando origine ai fenomeni di contrabbando che sulle strade minori trovavano il loro corso. L’imposta sul sale è forse uno dei tributi più antichi, sia in Francia che in Italia, dove il Monopolio di Stato sulla vendita si è protratto fino al 1974 su un bene ritenuto così prezioso da essere usato dai romani come merce di pagamento per i propri legionari col nome di “salario”. Dolceacqua
Castello dei Doria
Informazioni e prenotazioni:
Tel. +39 337 1004228
cooperativa-omnia.com
dolceacqua.it/turismo Dolceacqua merita senz’altro una sosta e, tempo disponibile permettendo, la visita del bellissimo castello dei Doria. Questo è arroccato sullo sperone roccioso che domina in modo strategico l'imbocco delle valli circostanti e il paesino, dove il tempo sembra essersi fermato. Sulle acque del Nervia si slancia con un sol arco di 32 metri il ponte medievale immortalato da Monet. Triora
Oltre le streghe
Triora è un antico borgo medievale, sorto intorno all’anno mille, ai piedi del monte Trono (776 m.), dominante la valle Argentina. È famosa per le vicende legate alla stregoneria degli anni 1587-1589, che portarono alla condanna a morte di sei donne, ma è affascinante la sua struttura urbana caratterizzata dai caruggi e dai resti delle due delle cinque fortezze. CÔNITOURS
Tel. +39 0171 696206 +39 0171 698749
Info tecniche, Casellante +39 366 6815384
altaviadelsale.com L’Alta Via del Sale si snoda tra i 1.800 e i 2.100 metri di quota, collegando le Alpi piemontesi e francesi al mar Ligure. L’accesso è libero per escursionisti e cicloturisti, mentre per i mezzi motorizzati è previsto un pedaggio di 15 euro, prenotabile e pagabile online o direttamente agli ingressi di Limone Piemonte, in località Cabanaira, e nel Bosco delle Navette, in località Ponte Giairetto. La strada è chiusa nelle intere giornate di martedì e di giovedì al traffico motorizzato mentre rimane accessibile tutti i giorni a pedoni e ciclisti. Il tracciato, interamente sterrato, collega in quota Limone Piemonte, in Provincia di Cuneo, e Monesi di Triora per una lunghezza totale di circa 30 km. Il transito è aperto nei mesi estivi e in autunno. Sconsigliamo di affrontare il percorso in coppia sulla stessa moto, a meno di non essere motociclisti molto esperti ed affiatati. Valutate il meteo e chiedete informazioni sulle condizioni del percorso. L’Alta Via del Sale con Desartica
desartica.com
info@desartica.com
L’itinerario che abbiamo seguito si è avvalso dell’esperienza e delle indicazioni di Desartica, il tour operator specializzato in viaggi-avventura su due o quattro ruote che propone, a chi avesse il desiderio di misurarsi sul percorso, un proprio programma avvalendosi della guida di esperti e tutelati dalle garanzie di professionalità che un tour operator è in grado di garantire a cominciare dall’assistenza logistica e meccanica, al pernottamento, cena e colazione, all’assicurazione medica. Sono diverse infatti le “vie del sale” conosciute, ma la proposta di Desartica - due giorni e una notte, difficoltà classificata medio-facile, km totali 150 di cui l’80% in fuoristrada - ripercorre gli sterrati più celebri a cavallo tra Piemonte, Liguria e Francia.
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