Basilicata
Basilicata: dal Vulture a Matera
210 chilometri in tre giorni partendo da Potenza e seguendo, attaverso paesaggi incontaminati e piacevoli curve, le vestigia dell'Imperatore svevo Federico II fino a raggiungere Matera, il tesoro di tufo lucano
di MariaVittoria Bernasconi
"Dove state andando?" è la domanda più diffusa ai distributori di benzina. "In Basilicata" è la risposta meno gettonata dai motociclisti. Soprattutto per quelli che partono dal nord e dal centro Italia. Ma l'itinerario non inizia dalla trasferta, perché la strada per arrivare alle porte della Lucania, corre in autostrada ed è perigliosa, soprattutto nella seconda metà del viaggio, quando interminabili lavori costringono a passaggi stretti e gimcane tra i birilli.
Entrando in Basilicata dalla Campania il paesaggio muta dal confine in poi: dalla piana dopo Napoli ci s'immerge tra colline pietrose e brulle, che s'inoltrano verso Potenza lungo l'E 847.
Vale la pena mettere a disposizione di questo viaggio tre giorni, appunto, perché le numerose tappe e i paesi incontrati valgono una visita approfondita. A Matera poi, dopo essersi goduti le belle strade del Vulture, bisogna proprio abbandonare la cavalcatura e inoltrarsi per una giornata nei Sassi e nelle Chiese Rupestri, che tutto sembrano tranne che luoghi di culto! Questo itinerario, inoltre, vale il sacrificio di portarsi qualcuno sulla sella posteriore (l'autrice ha portato la sua mamma!), con cui condividere le preziose scoperte di questa regione.
Si ringrazia per la collaborazione l'APT della Basilicata e tutte le persone che con la loro disponibilità ci hanno mostrato il lato più vero della loro regione.
La vera partenza dell’itinerario è Potenza, da lasciarsi alle spalle non senza prima aver visitato le numerose chiese della città, come la romanica San Michele, del XII secolo e la chiesa di San Francesco con annesso convento, risalente al 1265.
Una volta partiti da Potenza, ci si dirige a nord, verso San Nicola, piccolo paese da attraversare senza fretta, da cui parte una piccola strada statale (SS 658), più stretta appunto della parallela SS 93, ma più emozionante. I dintorni, infatti, si stagliano in colli e rocce non tanto alte ma appuntite e ricoperte di vegetazione. E man mano che si va verso nord, che ci si avvicina al Vulture, il vulcano ormai spento che ha reso così fertile la terra nei dintorni. La natura diventa sempre più rigogliosa e le strade sono poco battute: difficile incontrare altri viaggiatori, solo alcuni sporadici abitanti del luogo.
Si arriva dunque a Castel Lagopesole, dove ci si deve assolutamente fermare per una visita all’omonimo fortilizio, completamente restaurato e sede di una mostra perenne di reperti federiciani. Questo è il primo incontro con Federico II, l’imperatore tanto amato dai contemporanei lucani. Infatti, parlando con la gente, s’intuisce un sacro rispetto nei confronti del cosiddetto Anticristo, che ha lasciato moltissime testimonianze del suo regno e della sua illuminata presenza, spesso calpestate e distrutte dai successivi padroni angioini.
Lagopesole è una piana dove un colle domina il paesaggio, su cui svetta il Castello di Federico; entrando nel forte ci s’immette direttamente nel cortile grande, per poi accedere alle sale ricche di teche e statue da ammirare con l’ausilio delle esperte guide locali.
Una volta visitato il castello si può ripartire in direzione Rionero in Vulture, costeggiando la riserva naturale i Pisconi ed ammirando il paesaggio, regno dei rapaci, come il gheppio, la poiana ed il nibbio. Avvicinandosi a Rionero si sale proprio sulle pendici del vulcano: siamo infatti nel cuore del Vulture, dove foreste, vigneti ed uliveti convivono in un paesaggio morbido ed accogliente. Si può scegliere di arrivare qui attraverso l’agevole SS 93, ben asfaltata e con parecchie curve da pennellare; oppure si può continuare a percorrere la SS 658, più stetta e, a tratti, sconnessa. Noi abbiamo scelto la seconda perché ci pareva più pittoresca e più avventurosa, anche se il piacere puro della guida sarebbe stata gratificato maggiormente dalla prima.
Qui e solo qui si produce il pregiato Aglianico del Vulture, da assaggiare nelle tenute sparse in quest’angolo di terra. Così abbiamo fatto noi, pasteggiando a pecorino e Aglianico, con moderazione, dopo cui siamo state costrette ad attendere che l’effetto intontimento passasse (vista la gradazione), prima di risalire in sella. Da Rionero si devia a sx verso la Riserva naturale Lago piccolo di Montecchio, dove s’incontrano moltissime sorgenti d’acqua naturali fino ad arrivare ai due laghi di Monticchio, il Piccolo ed il Grande appunto, sorti nelle bocche spente del vulcano. Lo spettacolo è da non perdere, anche per l’effetto dell’Abbazia di San Michele che si specchia nelle acque verdi del Piccolo. I due laghi sono collegati tra loro da uno stretto passaggio che permette il ricambio d’acqua del Grande che non ha una sorgente diretta. Qui si trova anche la Riserva Naturale orientata delle Grotticelle, la prima aera in Italia sorta per proteggere un insetto, la farfalla notturna Bramea Europea.
L’itinerario prosegue fino a Melfi, dove incontrare per la seconda volta Federico II, che dal Castello Normanno Svevo che domina la cittadina, emanò le norme del diritto feudale, le Costitutiones. Melfi è un importante centro turistico-culturale, dove vale la pena di fermarsi a visitare, oltre al Castello, che ospita il Museo Archeologico Nazionale del Melfese, anche il Duomo dell’XI sec e la Porta Venosina voluta da Federico II (che entrava in città sempre da qui). Nel Castello è custodito il celebre Sarcofago di Rapolla, presunto mausoleo sepolcrale di Emilia, figlia di Cecilia Metella.
Da Melfi si scende lungo la SS 93 per Rapolla e si prosegue poi sulla SS 168 in una per Venosa. Le strade sono in prevalenza in ottime condizioni, con asfalto compatto anche se un po’ consumato, e pulite. In alcuni tratti però occorre fare attenzione perché si possono incontrare improbabili mezzi che viaggiano a velocità decisamente ridotte ed occupano tutta la corsia con la loro mole.
Arrivati a Venosa ci si deve fermare e godersi lo spettacolo del complesso dell’Abbazia della S.S. Trinità. Il complesso è composto da due edifici uniti da un perimetro continuo: la chiesa Vecchia ed attaccata ad essa, la chiesa Nuova, l’Incompiuta (nella foto) la cui pianta, insiema alla Vecchia, avrebbe coperto una superficie di tremila mq! La costruzione della Chiesa Nuova partì, nel 1135, ma si interruppe dopo la morte di Roberto ed il declino normanno. Rimasero dunque a testimonianza del progetto, le mura perimetrali, possenti colonne ingentilite da un pavimento d’erba ed un tetto di nuvole.
Una delle caratteristiche più emozionanti dei resti della chiesa Nuova, è lo scorgere tra le pietre che la compongono, capitelli corinzi, menorrah ebraiche e simboli romani (tre cui delle vere e proprie storie ed aneddoti di vita quotidiana). Infatti il materiale edile fu preso un po’ d’ovunque: dalle vicine città o trasportato dai luoghi più lontani.
Si riparte percorrendo la SS 168 in una volata di curve e qualche tornante che sembrano non finire mai, e si raggiunge Palazzo San Gervasio dove ritrovare Federico II nella figura dell’amato figlio Manfredi, che qui aveva un castello che purtroppo non è visitabile, anche perché tutte le tracce degli Svevi sono state cancellate da secoli di rimaneggiamenti da parte dei numerosi proprietari che hanno abitato l’edificio. Un altro motivo per cui fermarsi a Palazzo è la collezione d’Errico, una splendida raccolta di tele oggi in parte visitabile nel palazzo d’Errico appunto, orgoglio dell’amministrazione comunale! Da Palazzo si abbandonano i rilievi del Vulture e si cala nella piana d’oro, dove distese di campi coltivati a grano fanno splendere in estate l’orizzonte. Non a caso qua intorno è stato girato il celebre film “Io non ho paura”, dove le distese di spighe sono una componente fondamentale. La direzione è Genzano di Lucania, dove ammirare la Fontana Cavallina, un progetto del 1865, la cui struttura ad anfiteatro e gli elementi neoclassici, sono degni di una visita.
Arrivando verso l’imbrunire si può deviare verso il Castello di Monteserico, un maniero solitario in mezzo ai campi. Attraverso strade secondarie molto strette e parzialmente asfaltate, un po’ difficoltose da affrontare per le moto stradali. Il castello si staglia sulla collina di Monteserico (542 mt), mentre tutto attorno la pianura si estende fino in Puglia. C’è chi dice che dalle torri, nelle giornate limpide, si riesca a vedere il mare. Il castello è in stato di recupero quindi attualmente non è visitabile nell’interno (che è sventrato), ma una deviazione è comunque consigliata.
Da Genzano la via da seguire è la grossa arteria SS 96 bis, da imboccare dopo aver percorso la SP 6, in direzione Gravina ed Altamura (sforando in territorio pugliese) fino a deviare sulla SS 99 che immette in Matera. Questo tratto veloce è giustificabile solo per questioni di tempo: un percorso attraverso strade meno trafficate e borghi da attraversare avrebbe allungato notevolmente il percorso, mentre pensiamo che le energie ed i tempi disponibili siano da concentrare sulla splendida Matera.
In città si può circolare liberamente, fino alle pendici della porzione dove sono ubicati i Sassi. Una volta arrivati in prossimità degli accessi, è possibile lasciare la moto (possibilmente a pagamento o sotto la custodia retribuita dei commercianti locali) Dunque si parte con la visita a piedi (da ricordare un cambio di calzature: da abbandonare gli stivali in virtù di scarpe comode!) della città simbolo della Basilicata. Arrivando di notte si può godere dello spettacolo delle luci, una per ogni portoncino nel groviglio dei piccoli edifici. Una distesa illuminata sul colle tufaceo, su cui si erge, in alto il Duomo, ottimo punto d’osservazione.
I Sassi, le tipiche abitazioni contadine scavate nella roccia, sono un incontro molto particolare. Attualmente molte sono state recuperate e restaurate, ma ancora troppe sono in stato di abbandono. Camminare lungo le strette vie color ocra, arrampicarsi su ripide scalette e poi scendere nel cuore della pietra scavata, per ricavare cantine e cisterne, regala una strana sensazione. Un po’ di disagio, per quello che sono state fino a meno di cinquant’anni fa, ed un po’ di stupore, per la bellezza intrinseca di questo ordinato incastro di abitazioni. In realtà un tempo, prima del sovrapopolamento dell’area, i Sassi erano una buona società agricola, salubre e con un rapporto di vicinato davvero invidiabile. Poi tutto è degenerato, e nei primi anni del novecento fino alla Riforma del ’56, in una zona insalubre, fonte di malattie e povertà. Si arrivò addirittura a coprirne l’apice con un selciato, perché i borghesi e gli aristocratici della città “superiore” non vedessero il degrado passeggiando per le vie eleganti. Si provava vergogna per quello che per molti secoli è stato il vanto ed il rifugio del popolo di Matera.
Oggi l’orgoglio per questo pezzo di storia è rinato nei suoi abitanti. Qualcuno ora lavora nei Sassi, perché quasi tutti quelli restaurati sono adibiti a botteghe e laboratori, qualcuno dice di viverci per poter usufruire della formula B&B, economicamente vantaggiosa per chi la offre. Ora lo sguardo spazia senza sgomento sulla distesa color dell’oro di case e chiese, fino a superare lo strapiombo della Gravina (il fiume che ha scavato la valle che divide Matera dalle Murgie) ed il Parco Naturale delle Murgie, appunto.
Potenza:
Una passeggiata nell’antica via Pretoria, probabilmente il Decumanus romano, attuale centro storico di Potenza, ricco di Chiese (molte in fase di restauro dopo il terremoto del 1980) ed antichi palazzi. Oggi è una delle vie vitali della città, dove si riversano tutti i potentini a fine giornata.
Valico di Montocchio:
partendo da Potenza si può scegliere di salire verso Rionero attraversando il Valico di Montocchio, per assaporare il paesaggio circostante da un picco aspro e ventoso, ma molto suggestivo. Bisogna fare attenzione alla strada che risulta a volte un po’ dissestata. Meglio quindi informarsi a valle, prima di salire, delle condizioni dell’asfalto. Vale la pena di provare a salire per la bellezza dei dintorni e per immergersi nella selvatica natura lucana.
Una volta ridiscesi dal valico, si attraversa Avigliano e si prosegue fino a reimmettersi sulla statale
Ripacandida:
Da Rionero si può deviare a dx in direzione Ripacandida, un piccolo borgo silenzioso in cui ammirare la chiesa di San Donato, eretta prima dell’anno mille e completamente affrescata con immagini dell’Antico e del Nuovo Testamento risalenti al XV sec e perfettamente conservati.
Barile:
Siamo nel cuore della produzione del vino Aglianico: si possono incontrare molte tenute dove visitare i vigneti e le cantine. Una di queste è la splendida tenuta Le Querce, con una cantina scavata nel tufo dove le barriques di pregiato aglianico riposano in ambiente a temperatura ed umidità costante.
Tel: 0971/470709
Castelmezzano:
Un po’ fuori rotta, ma si può agevolmente raggiungere da Potenza o deviando a sud dopo Genzano di Lucania. Il borgo è arroccato sulle rocce delle cosiddette Dolomiti Lucane, all’interno dell’omonimo Parco Naturale di Gallipoli Cognato e delle Dolomiti Lucane, ed è meta di turisti e curiosi per la caratteristica struttura dell’abitato che si fonda direttamente nella pietra e le cui vie si intrecciano su diversi livelli, spesso non più larghe di un metro.
Parco La Grancia – parco storico rurale e ambientale della Basilicata – info : www.parcostorico.it - Tel 0971 274704 – Un parco nella Foresta Grancia dove assistere a spettacoli suggestivi di luci e teatro, dove seguire percorsi ed itinerari alla scoperta della civiltà rurale lucana.
Banzi:
Piacevolissima deviazione, Banzi si trova appena prima di Genzano. Ci si può fermare per una visita all’ex Abbazia Benedettina, una complesso che che comprende anche la Chiesa ed il Convento di Santa Maria. Attualmente gli edifici sono in fase di recupero (con estrema attenzione all’originario aspetto), con un progetto che prevede anche l’istituzione di un Ostello (proprio nel palazzo storico) per aumentare e migliorare la ricettività del paese. Da non predere anche un pranzo alla Capannina, in via Cairoli 8, (Tel 0971/947526) dove la sig.a Graziella delizia gli ospiti con i piatti tipici rigorosamente fatti al momento come i bocconcini di cinghiale alle erbe aromatiche. Una chicca!
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Potenza
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Uscire da Potenza e prendere la SS 93 |
0
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0'
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San Nicola
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Proseguire sulla SS 93 per Castel Lagopesole |
16
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15'
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Castel Lagopesole
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Continuare sulla SS 93 per Rionero |
11
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8'
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Rionero in Vulture |
Deviare a dx sulla SS 167 per Monticchio Bagni |
19
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16'
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Monticchio Bagni |
Deviazione a dx sulla SS 401 in direzione Melfi |
16
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15'
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Melfi |
Riprendere la SS 93 per Rapolla |
13
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10'
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Rapolla |
Continuare sulla SS 93 e deviare a dx sulla SS 168 per Venosa |
6,5
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23'
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Venosa |
Continuare sulla SS 168 per Palazzo San Gervasio |
20
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21'
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Palazzo San Gervasio |
Prendere la SP 6verso Banzi e continuare fino alla deviazione a dx sulla SP22 per Genzano di Lucania |
21
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17'
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Genzano di Lucania |
Prendere la SS 169 fino alla SS 96 Bis e continuare fino alla deviazione sulla SS 99 per Matera |
18
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19'
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Matera |
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70
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60'
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TOTALE |
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210,5
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3h 24'
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Potenza:
Antica Osteria Marconi – viale Marconi 233 – Potenza – Tel. 0971/56900 – chiuso domenica sera e lunedì.
Una piccola Trattoria, segnalata dalla guida Michelin, per gustare piatti derivati dalla tradizione e pesce. Prenotare perché il locale è piccolo ed i posti limitati!
Antica Pizza di Laturra – via Siena 2 – Potenza – Tel. 0971/23361 –
Pizzeria tradizionale –
Rionero in Vulture:
Ristorante San Marco: via Largo Fiera 1 – Rionero – Tel. 0972/724121 – chiuso venerdì
Specialità lucane oltre alla cucina tradizionale
Barile:
Locanda del Palazzo – via Caracciolo 7 – Barile – Tel 0972 771051
Cucina creativa – Bello il complesso, infatti il ristorante è ospitato nell’antica azienda vinicola di famiglia, attentamente restaurata.
Venosa:
Il Guiscardo – via Accademia dei Rinascenti – Venosa – Tel 0972/ 32362
E’ il ristorante di un Hotel- Cucina classica
Al Frantoio – via Roma 211 – Tel 0972/36925 – Venosa
Ristorante classico
Palazzo San Gervasio:
Il Cantuccio – P.zza D’Errico 67 – Palazzo – Tel. 0972 44375 –
Castelmezzano:
Al Becco della Civetta – vico I Maglietta 7 – Castemezzano – Tel 0971 986249
Cucina reginale in un ambiente molto piacevole e caratteristico
Matera:
Lucanerie – via S.Stefano 61 – Matera – Tel. 0835 332133
Cucina tipica- Da non perdere gli antipasti tipici, quasi una cena intera!
Trattoria Lucana – via Lucana 48 – Matera 0835 336117
Cucina lucana in ambiente informale e vivace.
Vineria Pane e Vino – via Vetera 35 –Matera
Fornitissima enoteca dove assaggiare anche piatti tipici in modo informale. Atmosfera cordiale ed accogliente
Dove dormire
Potenza:
Albergo La Primula – Località Bucaletto 61/62 a – Potenza – Tel 0971 58310
Hotel a 4 stelle davvero interessante: camere arredate con mobili di artigianato locale, piscina ed un ristorante da provare, con le migliori ricette tradizionali ed una fornita carta dei vini.
Melfi:
Hotel Relais La Fattoria – S.S. 303 Loc Cavallerizza _ Melfi – Tel 0972 24776
In una buona posizione ma da evitare il ristorante.
Az Agrituristica La Villa – C.da Cavallerizza – Melfi Tel 0972 236008
Venosa:
Agriturismo Carpe Diem – Contrada Boreano 56 – Venosa Tel 097235985
Matera:
Le Monacelle – via Riscatto 9/10 – Matera – Tel 0835 344097- www.lemonacelle.it
Per soggiornare a Matera è un posto da scegliere senz’altro: sito in un convento- conservatorio del 1500, con annessa cappella visitabile, è dotato di comode e spartane stanza che danno sui Sassi e sulla Murgia. Il complesso è sia albergo che ostello ed è sito nel centro storico, proprio dietro al Duomo.
La zona è fertile e si presta ad un turismo enogastronomico, infatti solo qui viene prodotto il pregiato Aglianico del Vulture, un rosso denso ed aromatico da acquistare direttamente nelle varie aziende vitivinicole a Barile e dintorni.
Ci si può fermare ad acquistare anche l’olio, sempre nella zona del Vulture, dai vari frantoi locali o in negozi specializzati.
Infine non si possono non citare la mozzarella ed il pane, prodotti ancora secondo le ricette tradizionali. Infatti nei numerosi caseifici, soprattutto a Matera, si acquista direttamente la mozzarella appena filata, nella tanza attigua alla vendita. Ed il pan è cotto rigoraosamente nei forni a legna. A Matera da non perdere le numerose botteghe degli artigiani della ceramica: ad ogni ngolo si incontrano esposizioni al sole di brocche e vasi dalle forme più astruse. Ecco un po’ di indirizzi utili:
Cantina di Venosa loc. Vignali - via Appia Venosa (PZ) Tel.. 097236702
Cantine del Notaio via Roma, 159 Rionero in Vulture (PZ) Tel.. 0972717111
Caseificio Pace & Becce srl C.da Tora, 5 Potenza (PZ) Tel.. 0971/54771 Fax. 0971/470554
Consorzio Viticoltori Associati del Vulture s. s. 93 Barile (PZ) Tel.. 0972770386
Tenuta del Portale c.da Le Querce Barile (PZ) Tel.. 0972724691
Tenuta Le Querce c.da Le Querce Barile (PZ) Tel.. 0971470709
Panificio Cifarelli Via Istria 17 Matera (MT) Tel.. 0835385630
Panificio San Giacomo Via la Martell 17, Via XX Settembre 61 Matera (MT) Tel.. 0835331564/262219
SILPA S.R.L. Oleificio V. BAGNITELLI 4 85025 MELFI (PZ) ITALIA Tel.: 097224692
Olearia Giuseppe Lallo S.r.l. C. da Rendina, scalo ferroviario Rapolla (PZ) Tel.. 0972 88366 - 0972 760295 Fax. 0972 760295
Potenza
Sanza Motors via del Gallitello 98 Potenza Tel 0971 594039
Di Bello - Via dell'Edilizia - 85100 - POTENZA – PZ Tel: 097156633
F.lli Garripoli - VIA LISBONA, 15/19 - 85100 - POTENZA – PZ Tel: 0971 51561
Elle F.lli Lacerra - Contrada Baragiano, 64/B - 85100 - POTENZA – PZ Tel: 097144.51.22
Rionero in Vulture
D’Anella Nicola - VIA GALLIANO, 23 - 85028 - RIONERO IN VULTURE – Tel 0972721122
Matera
Motor Line via Nazionale 18/20 Matera Tel. 0835385782
Ciclocar – via Protospata 80 – Matera Tel 0835332782
Moto Competition Via Colanguiuli 49/51 - 75100 – Matera Tel 0835262907
Ultramotor - Via delle Fiere zona Paip 2 - 75100 - MATERA – MT Tel: 0835386333
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