Abruzzo
Viaggio in Italia per strade minori
Un viaggiatore di professione libero da impegni di lavoro, in solitario con la fida Yamaha XT 600 dell'85 da Pescara a Varese. La moto che diventa tutt'uno con il guidatore, mille pensieri in armonia con il paesaggio mutevole e sempre affascinante. Uno p
Avevo voglia di perdermi per strade minori d'Italia, di attraversare un pezzo della penisola con i pensieri in armonia con i paesaggi che cambiavano davanti a me, avevo voglia di andare e andare, di diventare una parte della moto, come succede quando stai in sella per ore e tutto diventa automatico, non pensi più a cambio, freno e frizione, la moto diventa una parte di te, guidare è come camminare.
Il mio lavoro è scrivere e fotografare di viaggi, gran parte in moto. Bello, ma come ce lo si immagina: si viaggia sempre di fretta con uno sguardo al cielo (il brutto tempo manda all'aria una trasferta di 400 km), l'itinerario è definito e le cose da vedere sempre troppe per il tempo disponibile, spesso non si riesce ad approfondire come si vorrebbe. In breve questo è molto meglio di mille altri lavori ma non è viaggiare.
Ci sono mille modi di viaggiare e ogni viaggiatore ha il suo, ma l'essenza del viaggiare è la scoperta, la ricerca di un rapporto diretto con l'ambiente in cui si viaggia, l'incontrare la gente che ci vive; per far questo ci vuole la possibilità di scendere di scala, certamente vedere le cose importanti ma anche poter fare un'esplorazione personale buttando via un po' di tempo, andando alla scoperta magari sul filo di un interesse personale.
Questo viaggio avevo voglia di farlo da un po' ma non sarebbe stato un "viaggio ideale": avrei avuto solo due giorni! Ma due giorni possono essere uno spazio abbastanza vasto, ci stanno dentro mille pensieri, più o meno uno per chilometro, dato che alla fine ne faro' 1051 km: se poi sono stati di piu' o di meno non lo so.
Lei, perché la moto è rigorosamente Lei, è una Yamaha XT 600 del 1985, comperata per 1000 euro tre anni fa non perché costava poco ma perché desideravo proprio lei, bellissima nei suoi colori bianco rosso nero, con i cerchi dorati. Cosi' bella non l'hanno fatta più: leggera, un bel motore generoso, una bicicletta da guidare, ottima su strada e fuoristrada, consumo irrisorio (farà quasi 30 km con un litro). Difetti: direi nessuno, forse l'avviamento a pedale è faticoso quando mi fermo cinquanta volte in un giorno per fotografare, però questo non è un difetto. No, direi nessun difetto perché altrimenti avrei pensato a qualche modifica.
Ero a Pescara per un itinerario fuoristrada e naturalmente avevo portato l'XT con il carrello perché non era sensato fare 700 km in moto da Varese. Fatto l'itinerario avevo deciso di lasciare la moto lì perché, magari, avrei fatto qualche altro lavoro in zona ma in realtà dentro di me cercavo l'occasione di fare questo viaggio e, mio atteggiamento tipico, cominciavo a disporre le cose in modo apparentemente casuale: non c'era nessun progetto preciso ma intanto Lei era li, pronta. Purtroppo il cattivo tempo aveva fatto rimandare tutto, e mi spiaceva pensare all'XT sola soletta in un cortile di Pescara, ben coperta e protetta ma lontana, cominciavo a diventare impaziente.
Poi finalmente sono tornato a prenderla, il telo aveva retto a pioggia e vento, e Lei era li sotto, bella pulita come l'avevo lasciata: la libero, controllatina generale, apro la benzina, contatto, qualche pedalata senza spingere troppo, il gas chiuso e il motore si avvia. Giretto, prima e seconda, che bell'allungo, è sempre Lei.
La sera prima della partenza per me è un momento intenso: vado a guardarmi la moto, la ripasso con lo sguardo per vedere se, per caso, c’è qualcosa che non va. In realtà stabilisco un rapporto con lei prima dello sforzo, l’ho sempre fatto prima di un viaggio o di una gara. Non credo che le cose abbiamo un'anima, pero’ mi comporto come se ce l'avessero. Forse, come con le persone che ami, c’è bisogno di un contatto fisico... e poi mi piace che tutto sia perfetto, detesto un gas che torna male o un gioco eccessivo al freno. Quindi controllo l’olio e lubrifico la catena, altro non c’è da fare, solo le gomme sono un po’ lisce: non ho fatto a tempo a cambiarle pur avendole comperate da mesi, per fortuna ho appena cambiato le pastiglie davanti.
Mi perdo in una serie di contrattempi e quando posso partire mi rimane un solo giorno per il ritorno: il che significa 700 km di autostrada... come sono convinti gli amici che mi salutano a Pescara. Anche io so che è la scelta più giusta ma non mi decido fino al bivio, vado piano, sono combattuto e poi penso che non posso imporre a me e alla moto 700 km di autostrada: è quasi degradante!
Così giro per la valle del Pescara, con la Maiella a sinistra, il Gran Sasso innevato, davanti! Tanto peggio per le ore di moto, faro’ il giro da dentro in un giorno. Mi dico che otto ore le posso fare benissimo, poi dormirò ai bordi di un prato per qualche ora e arriverò per la notte. Non ho il tempo di valutare se mi sto ingannando o se credo davvero di poter fare mille chilometri per strade minori in un solo giorno.
Il tempo è splendido e prendo la strada per il Gran Sasso: è subito bello per la Statale 81 che si infila tra le colline cosparse di olivi salendo verso il massiccio ancora innevato. Il percorso è divertente e veloce, ci sono bei saliscendi, il motore frulla regolare e io sono felice perché sto facendo quello che volevo fare, solo un po’ preoccupato per la lunga strada da fare. Lascio la Statale 81 prima di Penne e prendo la strada che, larga cinque metri, sale mi porta sull’altro versante del Gran Sasso attraversando uno splendido bosco di faggio, con bei tornanti dai quali lo sguardo spazia sulle colline e sul mare.
Salendo comincia a fare freddo ma mi trovo preparato e sono vestito bene (che caso!), quando mi affaccio sul vasto altopiano dietro al Gran Sasso, mi fermo a mettere i guanti pesanti. Che meraviglia questa vasta pianura che la strada attraversa con lunghi rettilinei! Alla mia destra si stende la catena delle cime del Gran Sasso e qualche lingua di neve raggiunge la strada: il Corno Grande oggi è uno spettacolo, una nuvola lo attraversa a metà lasciando libera la vetta, intorno il cielo è azzurro e fa un bel fresco. Mi viene la tentazione, come se avessi tempo da perdere, di fare un salto a Campo Imperatore, proprio sotto il Corno Grande: ma la strada è chiusa per neve, vicino alla sbarra faccio quattro chiacchere con un gruppo di motociclisti veneti ai quali confesso - forse ci credo ancora -che dovrei essere a Varese (pero’ già uso il condizionale) in serata. Sguardi perplessi..
Mi rimetto in marcia, scendo verso l’Aquila e presto attraverso prati verdi, non fa più freddo: proseguo per il lago di Campotosto ma comincio ad essere allarmato per il carburante, nella fretta ho stimato che avrei fatto rifornimento dopo ma qui non c’è nessun distributore. Già mi vedo a chiedere benzina (è già successo) alla casa davanti alla quale resterò a secco. Biasimandomi per la mia leggerezza proseguo per il lago, non sono ancora in allarme ma l’XT non ha più di due litri di riserva (teoricamente almeno 50 km) e il primo paese, Amatrice, è a 60 km...
Costeggio il lago che è molto bello, circondato dai rilievi dei monti della Laga e verso l’una arrivo a Campotosto, da lontano scorgo un piccolo paese, probabilmente popolato solo d’estate. Amatrice è cosi’ lontana! Invece, miracolo: un distributore automatico dove verso dieci euro. Per una bella strada tra campi e boschi arrivo ad Amatrice, resisto ai cartelli dei ristoranti che magnificano la vera amatriciana e proseguo in direzione di Ascoli. Mi viene la depressione a pensare quanto sono lontano, appena uscito dall’Abruzzo, ora nel Lazio e presto nelle Marche.
Arrivo ad Arquata per una veloce superstrada che percorro in compagnia di una coppia su un’Africa Twin, li lascio quando imbocco la stradina per il passo di forca Canapine che mi porterà al Piano Grande di Castelluccio, uno dei luoghi più belli dell’Appennino, una specie di valle perduta tra le montagne. Ricordo sempre con un brivido la prima volta che ho visto il Piano Grande, era luglio, aveva appena piovuto, l’aria era tersa e il sole sbucava tra le nuvole: salivo dalla forca di Presta e improvvisamente mi sono affacciato su questo altopiano tappezzato da campi verdi, gialli, rossi e azzurri. Nessuna casa, nessuna fabbrica, nessuna linea dell’alta tensione, intorno le montagne e in fondo, in cima ad una collina, Castelluccio. Un posto unico. Oggi pero non ci sono colori, i campi sono arati, incontro un gregge con il pastore e i suoi temibili cani abruzzesi, il luogo è sempre affascinante e sono contento di essere qui.
Passo Castelluccio e mi fermo a passo di Gualdo per un panino, mi stendo sul prato accanto alla strada. Il sole è vivo, rare le macchine di passaggio, non so a cosa penso, forse solo al panino al quale pero’ non dedico più di un quarto d’ora.
E poi di nuovo in sella, la schiena regge bene, merito dello zaino sul quale mi appoggio, la moto gira come un orologio: scendo rapidamente a valle per una strada a tornanti che offre bei panorami verso i Sibillini e seguendo l’amena valle del Nera arrivo a Visso.
Prati e boschi verso Colfiorito
Qui vorrei prendere una stradina minore, forse sterrata, che attraverso il monte Cavallo mi porta direttamente a Spoleto ma, laddove mi manca il buon senso, supplisce la fortuna che mi conduce sulla veloce strada principale che si dirige verso Camerino e poi verso il valico di Colfiorito. Riesco tuttavia a infilarmi per la stradina che giunge a Colfiorito passando da Centare in un paesaggio di prati e boschi che, con la loro dolcezza, preannuciano l’Umbria.
Colfiorito è un altro altopiano appenninico, una vasta distesa di prati e campi ma è un po’ trafficato perché mette in comunicazione Macerata con Perugia. Scendo a Foligno per una divertente strada con belle curve e imbocco la veloce superstrada in direzione Perugia che pero’ abbandono dopo Spello per una stradina che, attraverso i campi, passa sotto Assisi. Purtroppo non ho tempo da dedicare ad Assisi, sono quasi le cinque e ci vorrebbe almeno un’ora, ma a questo punto è chiaro che non ce la faro’ ad arrivare in giornata: quindi, davanti al paesaggio ordinato della pianura umbra, la più dolce che io conosca, comincio un giro di telefonate per sistemare gli impegni dell’indomani. Mi sento un po’ come un bambino che ha rubato la torta, ma in realtà ho visto nuove strade per futuri itinerari e quindi, rappezzato cosi’ il mio senso di colpa, proseguo per Perugia e poi verso il Trasimeno dove arrivo verso le sette.
Salgo a Monte del Lago da dove si ha una delle più belle vedute del bacino d'acqua, la strada scorre tra uliveti con panorami amplissimi: poi scendo costeggiando la riva. Col sole basso il lago è uno specchio di luce, il traffico è scarso, è un piacere viaggiare a quest’ora. Intanto la moto non si decide ad andare in riserva, mi viene il sospetto che si sia staccato il tubetto della riserva sul rubinetto della benzina e cosi’ mi fermo a far rifornimento: entrano solo otto euro, vuol dire che il consumo è minore del previsto, sfiorerò i 30 km con un litro.
Punto poi verso Chiusi e Montepulciano, la strada scorre veloce, il sole sta calando e comincio a sentire la stanchezza, ormai sono quasi dieci ore in moto, non ci sono ancora i segni preoccupanti della vera spossatezza (leggeri errori di guida, rallentamento dei riflessi) anche perchè vado a velocità piu’ ridotta pero’ è ora di fermarsi. Domani vorrei attraversare le Crete del Senese di buon ora e quindi mi dirigo verso Torrita e mi metto alla ricerca di un posto per la notte.
Dopo essere stato respinto da un agriturismo tenuto da spocchiosissimi inglesi che si premurano di dirmi che non parlano l'italiano, ne trovo un altro a poca distanza. C'è posto, sono abbastanza stanco per non chiedere il prezzo, e mi infilo sotto una meravigliosa doccia. Per cena finisco un panino di mezzogiorno e mi guardo "Codice d’Onore" alla tele; punto la sveglia alle sette e dieci e dormo il sonno del giusto.
La mattina colazione alle sette e mezza all’aperto, davanti un panorama sulle colline del senese con basse nebbioline che si vanno diradando. Poi controllo l’olio, ne aggiungo un po’, e lubrifico per bene la catena, occhiatina generale sembra tutto a posto.
Alle otto e mezza sono in sella per strade bordate da muretti a secco cosparsi di papaveri e fiori gialli; passo Turrita, Sinalunga e dopo Asciano mi inoltro nelle Crete, morbide colline oggi verdissime per il grano nuovo, i casolari sulla cresta, la strada che sale e che scende.
In breve giungo a Siena, alla quale devo rinuciare, e mi dirigo sul Chianti che non conosco e trovo molto più boscoso del previsto. Me lo immaginavo solo a vigneti e invece in questa parte alta è tutto un bosco di quercette, solo verso Firenze i vigneti prendono il sopravvento e il paesaggio si amplia. Nel Chianti mi perdo davvero, mi ritrovo verso Arezzo, poi vado verso Radda e dopo Greve punto verso S.Casciano in val di Pesa perché vorrei evitare il traffico intorno Firenze.
Bella la val di Pesa, vigneti, fattorie, antichi centri urbani: la percorro sino a Ginestra Fiorentina dove decido di prendere (orrore) l’autostrada. Purtroppo, a causa della segnaletica imprecisa (dico sempre cosi’ quando sbaglio strada) la prendo nella direzione sbagliata facendo dieci chilometri verso Firenze e altrettanti per tornare indietro; poi, un po’ infastidito, proseguo verso Pisa e data l’ora (sono le due del pomeriggio) decido di arrivare sino a La Spezia per l’autostrada. Forse ho troppi riguardi per la mia moto alla quale non chiedo più di cento all’ora, c’è un forte vento che disturba un po’ ma non mi sento di lamentarmi certo per il tempo che resta sereno senza una nuvola.
Verso le tre arrivo a La Spezia e decido di andare a dare un’occhiata alle Cinque Terre che conosco dal mare: le scopro splendide anche dalla stretta strada che le percorre in quota scendendo a tratti ai paesi posti sulla riva. Resto stupito e ammirato davanti all’immane lavoro di terrazzamento della montagna, frutto del lavoro di generazioni. Lo sapremo mantenere nel futuro o tutto andrà in rovina?
Il paesaggio è troppo bello e mi dimentico la fame, mi fermo decine di volte a fotografare ma non ho tempo di scendere ai paesi sul mare, c’è un limite a tutto. Alle quattro e mezza mi fermo a consultare la carta davanti a un attraente negozio di alimentari con una bella sfilata di frutta e verdura in primo piano: dovrebbe aprire proprio alle quattro e mezza e cosi’ aspetto al sole vivissimo e mi regalo un quindici minuti di riposo perché la proprietaria arriva non prima delle cinque meno un quarto. Mi prepara due ottimi panini che, con una di Coca e una fetta di dolce, sono il mio pranzo. Lo consumo ad occhi chiusi sui gradini del negozio: questo è quello che mi piace fare, forse dovevo nascere vagabondo ma non è detto che non sia ancora in tempo.
Alle cinque e qualcosa, dopo un’altra lubrificata di catena e occhiata all’olio, sono in sella e percorro felice la bella strada che costeggia la costa sino a Sestri e poi a Chiavari. Qui sono indeciso - sono quasi le sei - se prendere l’autostrada (sarei a Varese in due ore e mezza) o se andare a dare un’occhiata al passo della Scoffera che scende in valle Scrivia.
La N225 è una bella strada che risale la valle del torrente Lavagna attraversando paesini di tipico aspetto ligure. L’unico inconveniente è che c’è parecchio traffico che sparisce solo in prossimità del passo: una galleria vorrebbe privarmi del piacere di valicare il passo ma me ne accorgo e salgo allegramente sino ai 647 (!!!) metri del valico per scendere in valle Scrivia, molto bella in questa parte alta.
Dopo Busalla invece la valle, stretta e incassata, è compromessa dall’autostrada Milano Genova, dalla ferrovia e dalla Statale: un treno ribaltato ha imposto la chiusura della Statale e così, dopo essermi perso per cercare di passare su strade minori con un’ostinazione che volge al patologico, sono costretto ad una decina di chilometri per l’autostrada.
Esco a Serravalle e mi si apre davanti la pianura illuminata dalla luce radente del tramonto: troppo invitanti i rettifili tra i campi di verde nuovo perchè la ragione abbia la minima speranza di riportarmi in autostrada, del resto anche Pascal dice che il cuore conosce strade che la ragione ignora...
Per cui verso le otto mi trovo sparato a novanta all’ora sui rettilinei che puntano a Tortona, poi passo il Po gonfio d’acqua e via di nuovo nella Lomellina sotto un cielo grande e un paesaggio piatto di risaie e pioppete con la moto che non perde un colpo e forse vorrebbe correre di piu’. Alle nove il sole tramonta: sono dodici ore e mezzo che sono partito, sono stanco ma come sempre mi succede, verso sera passa tutto, forse perché mi piace troppo questo momento della giornata. Il giorno se va dopo la meraviglia del tramonto e puoi seguire il cielo diventare da un azzurro rosato a un azzurro piu’ scuro, poi blu, blu scuro, poi luminoso perché la terra diventa buia prima, poi le prime stelle sopra il profilo degli alberi e intanto il motore non perde un colpo e tu vai e vai e vai e non pensi a niente, il cuore che diventa come un lago che riflette il cielo.
Per questo a quest’ora non vorrei mai arrivare, forse arrivare è come morire, vorrei viaggiare tutta la notte, vorrei di nuovo vedere il sole che è passato chissà come sotto le mie ruote, vorrei una notte di stelle e di pensieri, piena di energie per non essere mai stanco e andare, andare, andare.
Passo Mortara, prendo per fortuna la circonvallazione di Novara, e arrivo sul terreno noto vicino casa, rilevo qualche nuova rotonda e per una strada scura tra boschi arrivo verso le dieci a casa: finito il mio viaggio, sono ancora pieno di tutto quello che ho visto, ho la soddisfazione di aver fatto qualcosa d’importante per me, forse per altri a cui racconterò di questo breve viaggio.
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PRIMO GIORNO
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Pescara
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Prendere la151 in direzione Loreto Aprutino-Penne
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Loreto Aprutino
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Proseguire per Penne
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24,2
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35
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Penne
|
Fuori dal paese girare a sinistra per Farindola; fate il pieno di benzina
|
6,8
|
10
|
Farindola
|
Proseguire per Rigopiano
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12,3
|
18
|
Rigopiano
|
Proseguire in direzione L'Aquila |
9,7
|
16
|
Bivio
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Al bivio nella piana di Campo Imperatore girare a destra; al bivio successivo tenere la sinistra |
12,5
|
20
|
Bivio per la stazione sciistica di Campo Imperatore
|
Tenere la sinistra; a destra ci si avvicina al Corno Grande, andarci se si ha tempo. |
12,6
|
12
|
Innesto sulla 17 bis
|
Tenere la destra |
19,2
|
26
|
Innesto sulla N80dir |
Girare a destra in direzione Teramo |
20,5
|
33
|
Bivio per Campotosto
|
Seguire per Campotosto |
3,8
|
3
|
Campotosto
|
In paese c'è un distributore. Proseguire per Amatrice |
18,2
|
26
|
Amatrice
|
Proseguire in direzione Arquata-Ascoli Piceno |
32,5
|
47
|
Arquata
|
Senza entrare in paese girare a sinistra per Norcia |
21
|
20
|
Bivio per le Forche Canapine
|
Salire al passo delle Forche Canapine |
7,2
|
8
|
Forche Canapine
|
Proseguire per l'unica strada sino al bivio per Castelluccio |
9,7
|
20
|
Bivio per Castelluccio
|
Girare a destra per Castelluccio |
3
|
3
|
Castelluccio |
Proseguire per l'unica strada sino a Visso |
11,5
|
18
|
Visso |
Proseguire in direzione Camerino-Macerata sino a Pieve Torina |
21,7
|
32
|
Pieve Torina |
A sinistra per il valico di Colfiorito |
16,2
|
20
|
Valico di Colfiorito |
Proseguire per Foligno |
14,2
|
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Foligno |
Proseguire per Perugia sulla superstrada,non entrare in città, proseguire verso Arezzo e uscire a Magione |
24,5
|
41
|
Magione |
Entrare in paese, seguire per Passignano e dopo 7,8 km girare a sinistra per Monte del Lago |
45,6
|
45
|
Monte di Lago |
Scendere sulla strada che costeggia il Trasimeno e girare a sinistra per Chiusi |
8
|
10
|
Chiusi |
Proseguire per Montepulciano |
36,3
|
40
|
Proseguire per Pienza |
20,9
|
20
|
|
Pienza |
Fine tappa primo giorno |
12,5
|
12
|
SECONDO GIORNO |
|||
Pienza |
Tornare indietro al bivio per Torrita di Siena |
|
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Bivio per Torrita |
Raggiungere Torrita e proseguire per Sinalunga |
6
|
10
|
Sinalunga |
Proseguire per Asciano |
10,3
|
12
|
Asciano |
Seguire per Siena: ora si attraversano le crete Senesi |
17,6
|
25
|
Siena |
Entrare in città e seguire per Radda in Chianti |
33
|
45
|
Radda in Chianti: |
Proseguire per Greve in Chianti e poi per S.Casciano in Val di Pesa |
29,5
|
40
|
S.Casciano |
Seguire la Val di Pesa sino all'innesto dell'autostrada Firenze-Pisa |
42
|
55
|
Innesto autostrada |
Entrare in direzione Pisa e proseguire in autostrada sino a Pisa |
12,2
|
15
|
Casello di Pisa |
Proseguire in autostrada per La Spezia |
62,1
|
40
|
La Spezia |
Entrare in città e seguire le indicazioni per le Cinque Terre; se si ha tempo fare una deviazione a Porto Venere (km 27 andata e ritorno) |
77
|
60
|
Montenero |
Proseguire sulla strada costiera che corre a mezza costa, se si ha tempo scendere ai paesi sul mare:Riomaggiore, manarola, Corniglia e Vernazza, il piu' bello. |
12,5
|
25
|
Levanto |
Dirigersi verso il casello dell'autostrada la Spezia-Genova |
31,3
|
55
|
Casello Spezia-Genova |
Seguire la direzione Genova |
12,8
|
22
|
Casello di Lavagna |
Uscire dall'autostrada e seguire per il passo della Scoffera, scendere a Busalla in Valle Scrivia |
22,7
|
15
|
Busalla |
Seguire la valle Scrivia in direzione Milano sino a Serravalle |
64
|
120
|
Serravalle Scrivia |
Puntare su Novi Ligure e poi su Tortona |
45,4
|
60
|
Tortona |
Senza entrare in città proseguire per Mortara |
23,5
|
20
|
Mortara |
Proseguire per Novara |
47
|
35
|
Novara |
Prendere la circonvallazione e seguire per Arona-Lago Maggiore sino all'innesto sulla Statale del Sempione |
24,2
|
20
|
Innesto sul Sempione |
Seguire a destra per Sesto Calende |
33,5
|
30
|
Sesto Calende |
|
3,5
|
3
|
Varese |
|
27
|
20
|
TOTALE |
|
637,1
|
12h7'
|
Toscana
Montefollonico, Agriturismo la Vigna, tel. 0577 669714; una struttura accogliente con panorama sulle Crete senesi, singola 50 euro, doppia 70 euro.
Asciano , Agriturismo Il Piano, Strada del Piano 9, tel. 0577 719077, in un casale del Cinquecento ristrutturato da pochi mesi, ampi e comodi appartamenti con aria condizionata, tv sat, giardino, appartamento a 30 euro a persona al giorno .
Siena, La Torre, via Fieravecchia 7, tel. 0577 222 255; piccolo gradevole albergo, singola 90 euro, doppia 107.
Castellina in Chianti, Belvedere di San Leonino, loc. San Leonino, tel. 0577 740 887; è un complesso di casette singole con giardino e piscina, doppia 130 euro.
Abruzzo
Campotosto, Barilotto, via Roma 18, tel. 082 900141; buoni antipasti con specialità locali come la mortadella di Campotosto o vari pecorini, tra i primi le tonnarelle all’amatriciana (Amatrice è qui vicina) e tra i secondi il coregone pescato nel lago, circa 20 euro.
Umbria
Panicale, Tatini, piazza Umberto I 13, tel.075 837771, cucina del territorio, da provare i ravioli alle erbette e la faraona in crosta con la verza o l’agnello al tatufo, circa 30 euro.
Toscana Greve in Chianti, Taverna del Guerrino, via Montefioralle 39, tel. 055 853 106; Tradizionale trattoria a gestione familiare, tra gli antipasti la classica fetunta, tra i primi la minestra di pane a seguire con piatti di carne tra cui una ottima fiorentina, circa 35 euro.
Liguria
Portovenere, La Pizzaccia, via Capellini 96, tel. 0187 792722; un forno nel centro storico che sforna pizze, focacce e la farinata (focaccia a base di farina di ceci), anche d’asporto.
Uscio, Chiapparino, via Colle Caprile 35, tel. 0185 91 279; altra storica trattoria, semplice e consistente: buone tra gli antipasti le frisceu, frittelle alle erbe, a seguire da pansoti con salsa di noci o lasagne al pesto e tra i secondi il fritto misto alla genovese, circa 25 euro.
Piemonte
Bosco Marengo, Locanda dell’Olmo, piazza Mercato 7, tel. 0131 299186; un ristorante a gestione familiare, piatti locali come la carne battuta al coltello o la rolata di coniglio; ottimi formaggi e tra I dolci lo sfornato al gianduia, circa 30 euro.
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