Croazia
Slovenia e Croazia: un MARE di isole
Curvilinee strade che si dipanano tra insenature e promontori, traghetti e porticcioli in un viaggio lungo la costa adriatica di fronte all’Italia
È una striscia lunga e sottile quella che, oltrepassata la frontiera con Trieste, ci separa dalla Croazia. Un tratto di territorio largo poco più di una decina di km ma che consente alla Slovenia, universalmente celebre per la bellezza dei suoi paesaggi alpini, d’affacciarsi sul mare.
Compaiono in sequenza Capodistria, Isola, ed infine, proprio sulla punta orientale, la città di Pirano, magnifico vertice di quel triangolo rovesciato che si protende nel blu dell’Adriatico e che risponde al nome di Istria: una terra antica, vicina a noi per le radici comuni che per secoli ci hanno accompagnato, ma che per un lungo periodo, all’indomani del secondo conflitto mondiale, è stata tragicamente lontana.
Da un traghetto all’altro
Di quella storia, che ci ha visto per secoli una sol cosa, rimangono tracce di straordinaria bellezza. E indubbiamente Pirano, resa magica dal rossore del sole al tramonto in questo tardo pomeriggio mentre scattiamo le nostre foto, ne è un magnifico esempio. Una bellezza che continua nella discesa verso sud, seguendo la costa: ecco, una dopo l’altra, altrettante perle. Sono poco più di una decina i km che da Pirano ci portano al valico di Sicciole, al di là del quale si entra in Croazia. Lasciamo quindi la Slovenia e con essa l’Unione europea, superando un posto di frontiera come i tanti che una volta frazionavano i viaggi nel Vecchio Continente. Poco oltre c’è Umago, mentre, scendendo verso sud, ecco uno dopo l’altro i borghi sul mare che, grazie alle radici che affondano nella storia di Venezia, ancor oggi vantano centri storici di grande fascino. Cittanova per esempio, ma ancor più Parenzo, capace di contendere a Rovigno la palma di borgo marinaro più affascinante dell’intera Istria. Con la sua basilica eufrasiana, Parenzo è infatti annoverata tra i patrimoni dell’umanità dell’Unesco. I suoi mosaici sono considerati tra i migliori esempi di arte bizantina esistenti, rivaleggiando con quelli, appena un centinaio di km al di là dell’Adriatico, di Ravenna.Verso Rovigno
La D75 scende e segue ancora la costa, alleggerendosi man mano del traffico che, specie in alta stagione, col caldo ammorba il gusto del viaggiare. Incontriamo Orsera (Vrsar) e poi, aggirato il canale di Leme che per oltre una decina di km si incunea verso l’interno, arriviamo a Rovigno, la cui storia, illirica, romana, bizantina, veneziana, si perde nei secoli. Da lontano la sua visione è di grande impatto, abbracciata com’è al promontorio roccioso sulla cui sommità si erge il campanile della chiesa di Sant’Eufemia. Una quarantina di km alle spalle, magari puntando verso Barbariga prima e Fasana poi sulla costa, ed ecco la città di Pola, bellissima e straordinaria per il carico di storia e reperti archeologici che si ergono a testimonianza di quanto questo porto sull’Adriatico fosse importante già in epoca romana. Una città che si caratterizza, proprio come Roma, per estendersi su sette colli; l’antico anfiteatro, vero e proprio simbolo della città, è per grandezza il sesto nel mondo. Una decina di km ancora verso sud, ed eccoci raggiungere la punta della penisola istriana, tutelata dal parco naturale di Kamenjak, situato subito oltre il paesino di Premantura. Un luogo di grande fascino dove, a fronte di un biglietto dal costo irrisorio, lungo strade bianche e polverose è possibile immergersi nella natura che si spinge verso il mare, fino a dove le alte e bianche rocce frastagliate si tuffano nel blu cobalto dell’Adriatico.La magia di Cres
Risalendo verso nord è ora di lasciare l’Istria per lanciarci alla scoperta, una dopo l’altra, delle isole che formano l’arcipelago del Quarnaro. Racconta la leggenda che questo arcipelago sia nato dalla dispersione in mare dei resti di Apsirto, ucciso e fatto a pezzi dalla sorella Medea per fuggire con l’amato Giasone e il favoloso Vello d’oro. Un viaggio terrestre e marino insieme reso possibile da un efficientissimo servizio di traghetti che con poche kuna (la valuta croata, ndr) trasporta moto e passeggeri da un’isola all’altra. Cres è la prima tra le isole quarnerine cui giungiamo, imbarcandoci dal porticciolo istriano di Brestova. Lunga lunga, stretta stretta, Cres è tra quelle visitate la nostra preferita, così selvaggia nella parte nord, affascinante nei suoi minuscoli borghi marini come Valun. Da non perdere anche Lubenice, arroccata in cima al monte, da dove lo sguardo si può perdere lontano; vi giungiamo guidando su stradine che corrono tra muretti a secco. Uno spettacolo. Ancora una trentina di km di strada - perfetta e solitaria - ed ecco Osor, con il suo ponte mobile che unisce Cres a Lussino. Il ponte sorvola il canale artificiale, realizzato in epoca antichissima, che permette in determinate ore della giornata il passaggio delle barche da un versante all’altro delle isole. Proseguiamo lungo quest’unica - e bellissima - strada che, rimanendo in cresta, taglia l’isola da nord a sud. Ecco quindi Lussingrande (Veli Losinj), da non perdere per il fascino del suo porto e per le splendide baie, spesso immerse tra i pini.Stara Baska e Baska, due mete da non perdere
Sbarcando a Veglia (Krk), a colpire è il cambio di vegetazione che, al contrario di Cres, qui in larga parte impera. Del resto, è la più vicina al continente tra le isole dalmate, da qualche decennio unita attraverso un ponte che, a nord, ha facilitato collegamenti e traffici. Consigliamo una visita alla bella città di Veglia, dove la fortezza dei Frangipani, che si protende sul mare, dà subito l’idea del ruolo strategico rivestito da questo porto nell’antichità. Stara Baska, a cui si arriva seguendo la costa occidentale, e Baska due mete da non perdere, specie quest’ultima. La raggiungiamo percorrendo una strada che segue il corso del fiume, al termine della quale ci attendono una splendida spiaggia di ghiaia e un mare dall’acqua cristallina. Davanti a noi il fascino selvaggio dell’isola di Prvic. È il tratto di traghetto più lungo (un’ora e mezza circa) quello che ci separa da Rab, l’antica Arbe, nella quale sbarchiamo attraccando al porto di Lopar. È l’isola nativa di San Marino, lo scalpellino dalmata che, con la forza della fede, fondò al di là dell’Adriatico la più antica repubblica del mondo che porta con orgoglio il suo nome. Ma è la città omonima, Rab, che si erge su un promontorio fortificato dominato da quattro eleganti campanili, il vero splendore di quest’isola. Racchiusa attorno alle proprie mura, nasconde tesori di rara bellezza e un lungomare da cui, con scalette e attrezzature, è anche possibile scendere in acqua per un bagno refrigerante. Visto che è lunga poco più di 20 km, è un attimo giungere al porto di Misnjak e da lì, con una breve corsa, sbarcare in continente. Ma solo per qualche km, perché all’altezza di Prizn eccoci di nuovo sul traghetto per sbarcare sull’isola di Pag, ultima tra quelle visitate e tra le più affascinanti per la sua natura aspra. Famosa nei secoli per la produzione di sale, Pag è lunga (57 km) e stretta (da due ai dieci km) ed ha una storia antica. Dal 1968 è collegata alla terraferma con un ponte, il Paški most, che ha cambiato la vita sull’isola.Zara, amore a prima vista
Zara, a una trentina di km di distanza, è una vera scoperta per le testimonianze storiche e archeologiche che conserva così come, 130 km più a sud Traù (Trogir) dove giungiamo seguendo la bellissima costa costellata di isole e anfratti. Basta perdersi tra le sue stradine per innamorarsi di Traù. Da qui ha anche inizio la “Baia dei castelli” che, un fortilizio dopo l’altro, ci porterà a Spalato. La visita al Palazzo di Diocleziano ci regala l’ultima emozione, prima di imbarcarci sul traghetto per Italia. Questo itinerario è stato pubblicato la prima volta su Dueruote n.207 di Luglio 2022Mangiare e dormire
Diciamolo subito, la Croazia oggi non è a buon mercato rispetto all’Italia, sia per l’alloggio che per il vitto; simile invece è l’acquisto degli alimentari nei supermercati. In particolare cari sono anche i campeggi, il cui costo oscilla tra i 30 e i 60 euro a notte (per moto, tenda, due persone, elettricità), anche se alcune volte (ma non sempre) la qualità dei servizi è veramente super. Oltre i 100 euro, in alta stagione, i pernotti in albergo. Diffusissimi i B&B. La cucina locale prevede sia pesce, e non potrebbe essere altrimenti visto la posizione, ma anche piatti a base di carne tipici della tradizione balcanica come i ćevapčići (circa 10 euro il piatto) o l’arrosto di maialino o agnello, preparato sul grill. Da non perdere calamari o seppiolini (circa 12 euro), cucinati in tutte le maniere, magari, accompagnati da un misto di verza e patate, da degustare nei ristorantini o nelle konoba che si affacciano numerose sul porto.Da sapere, da non perdere
TRAÙLa città e il castello
Sono diverse le città dalmate che si sono sviluppate su isolette o promontori così da essere più facilmente difendibili da terra. Traù è una di esse, ma veramente speciale. Si trova a una ventina di km a nord di Spalato e per le eccezionali testimonianze di una storia bimillenaria è stata dichiarata patrimonio dell’umanità. All’isola, il cui nome antico era Tragurium ovvero “isola delle capre”, vi si accede ancor oggi attraverso due ponti, uno collegato al continente, l’altro all’isola di Bua (Čiovo). Da non perdere la cattedrale di San Lorenzo ed il forte veneziano del Kamerlengo. PARENZO
La basilica Eufrasiana Edificata nel VI secolo d.C., è il bene culturale più prezioso di Parenzo (nella foto accanto), inserita dal 1997 nel patrimonio dell’umanità dell’Unesco. È l’unico complesso episcopale del primo cristianesimo di tale entità ad essere conservato integralmente. I mosaici che adornano le pareti interne e la facciata della chiesa rappresentano una eredità tra le più importanti al mondo dell’arte bizantina. L’ALTO KAMENJAK
kamenjak.hr L’area protetta dell’Alto Kamenjak offre panorami indimenticabili. Si trova sulla punta estrema dell’Istria, tra Premantura e Volme, ed è un’area di eccezionale valore paesaggistico, dai pascoli di salvia, alla macchia di leccio, alle pinete di Pino d’Aleppo. GLI ATM E IL CAMBIO Non si può certo dire che in Croazia manchino gli ATM, gli sportelli automatici da cui prelevare denaro contante, presenti in ogni dove. Ma se la loro diffusione impressiona, prestate attenzione perché la comodità del prelievo in kuna (la valuta croata) con la carta di credito o debito non è gratuita, tutt’altro, richiedendo commissioni elevate che a volte arrivano anche al 12%. Risultano molto più convenienti gli ufficietti dei cambiavalute che arrivano fino al cambio di 733 kuna ogni 100 euro (circa 750 il cambio ufficiale). Accettate ovunque, dal ristorante, all’albergo, al distributore, le carte di credito e di debito. I TRAGHETTI Sono una cinquantina, tra traghetti internazionali, navi veloci, traghetti locali (naturalmente i più numerosi), le imbarcazioni con cui l’Idrolinjia, la compagnia di navigazione croata, svolge il delicato compito di collegare la terraferma con le moltissime isole croate. Sono infatti 79 le isole dalmate (affiancate da 425 isolotti e 642 scogli) che caratterizzano questo straordinario paese, tra cui emergono per superficie quelle di Cherso (Cres) e Veglia (Krk). Un servizio costante ed efficiente che, ad un prezzo variabile per tratta ma più che accettabile (attorno a 10 euro a corsa per due persone e una moto), consente lo sviluppo economico e turistico di queste isole. Le moto, poi, hanno un trattamento di favore: all’imbarco permettono di superare le spesso lunghissime file che si formano e consentono di trovare in via privilegiata posto sui traghetti.