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Grande è bello

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TRIUMPH ROCKET III
TRIUMPH ROCKET III
TRIUMPH ROCKET III. La mega cruiser inglese va guidata arrotondando le traiettorie, senza «strapazzare» la ciclistica. Utile sporgersi in curva, per mantenere la moto dritta ed evitare il contatto delle pedane con l’asfalto. L’angolo di piega è comunque notevole per una moto così. La ciclistica bilanciata e le gomme dal buon grip consentono di raggiungere inclinazioni notevoli in tutta sicurezza
TRIUMPH ROCKET III. «Strizzando» la leva, i dischi anteriori assicurano buone decelerazioni.
TRIUMPH ROCKET III. Davvero imponente il radiatore
TRIUMPH ROCKET III. Ben leggibili gli strumenti analogici che inglobano un piccolo display LCD e le spie di servizio
TRIUMPH ROCKET III
TRIUMPH ROCKET III. I tre cilindri in linea hanno costretto a sviluppare la moto in lunghezza.
TRIUMPH ROCKET III. La scatola della coppia conica supporta gli attacchi degli ammortizzatori.
TRIUMPH ROCKET III. La fuga degli scarichi con il terminale asportabile
La bellissima Indian Four in una versione di fine anni ‘30. La Indian acquistò la ACE (in alto una locandina della marca) nel 1927 e continuò a produrla e ad evolverla col proprio marchio
Indian Four
La Henderson fu la prima delle grandi quattro cilindri americane. Nel 1917, ceduta alla Casa concorrente Excelsior, adottò il nuovo marchio con la grande «X» sovrapposta alla scritta Henderson, come si nota sul serbatoio del modello illustrato
Henderson Four. Strumentazione
ACE FOUR
ACE FOUR. Il motore della Ace. La moto fu progettata da Henderson dopo l’addio alla Casa che recava il suo nome
La Rocket III, nei tre diversi allestimenti, sulla Riviera ligure di Ponente. Ottima per il turismo a breve raggio ad andature rilassate, diventa stancante nelle trasferte autostradali, a causa della posizione in sella molto esposta all’aria. Indispensabili le bisacce, optional della Casa
Grande è bello
Immensa e sfarzosa, questa cruiser conquista alla prima occhiata. Il suo tre cilindri da 2.300 cc accelera da paura. Per esibizionisti veri
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