TVS Ronin 250: la vera moto per tutti i giorni +VIDEO+

TVS arriva in Italia nel 2024 per portare in Italia il proprio concetto di moto o, meglio, quello che c’è in India. Si intromette in un mercato ormai avanzato con proposte particolari: una 125 iper economica con una ciclista davvero essenziale, uno scooter 125 dalle linee particolari ma piacevoli e una piccola nuda, un misto tra una scrambler e una roadster, con motore da appena 225 cc. Quest’ultima è la TVS Ronin 250, la protagonista del nostro test.

A primo impatto può sembrare strana, un po'per la linea pensata per il mercato domestico, un po'per la cubatura, ormai decisamente inusuale sul mercato italiano. Ma, superata la diffidenza iniziale, i dubbi svaniscono subito. Qui c'è qualità, non c'è che dire.

Più funzionale che di design

La Ronin 250 ha un interasse contenuto e un telaio che non si allarga mai, mentre il serbatoio e la sella sporgono lateralmente rispetto agli altri componenti. All’inizio questo stile poco europeo crea qualche perplessità, ma dopo un po’ ci si fa l’occhio. E soprattutto si arriva a notarne la praticità, poiché la sella è decisamente comoda e abitabile, e il serbatoio facilmente afferrabile con le gambe (cosa insolita per una scrambler). Piace invece il faro tondo con la “T” di TVS (qualche maligno potrebbe trovare invece dei rimandi alla T di Triumph...) e i fianchetti che riprendono il nome con la scritta “Ronin”.

Comunque la si guardi, per i nostri canoni la Ronin è una moto molto divisiva dal punto di vista stilistico. C'è chi ne resta affascinato al primo sguardo, e chi invece la trova inguardabile. 

20 CV per lei sono abbastanza

Arriviamo al sodo: la TVS Ronin 250 non è esplosiva dal punto di vista dinamico, ma ha tutto ciò che serve per farla funzionare a dovere. In particolare, il motore realizzato in casa da TVS (ormai insolita come cosa), un monocilindrico raffreddato ad aria e olio da 225 cc; la sua particolarità è quella di essere perfettamente quadro come misure.

Questo si traduce in un ottimo compromesso: le prestazioni infatti contano su una potenza massima di 20,5 CV a 7.750 giri/min e una coppia di 19,9 Nm a 3.750 giri/min. Tralasciando i valori in sé che per forza per cilindrata risultano contenuti, c’è da notare come la coppia venga erogata immediatamente mentre la potenza massima arriva quasi a fondo scala. Lo scopo infatti è quello di rendere la guidabilità estremamente semplice. Missione, come vedremo, compiuta alla perfezione.

La ciclistica è buona; il telaio è a doppia culla in acciaio, sospensioni che sfruttano una forcella a steli rovesciati da 41 mm e un monoammortizzatore con precarico regolabile in 7 posizioni. Le ruote (sottili) sono da 110/70 e 130/70 su cerchi da 17” e l’impianto frenante sfrutta un disco da 300 mm all’anteriore e uno da 240 mm dietro, abbinato a un sistema di ABS a doppio canale.

Seduta realmente comoda

La Ronin 250 ricorda le scrambler nella forma, ma adotta soluzioni “alternative” per renderla pratica al massimo. Oltre ai dettagli estetici già elencati, la sua particolare posizione in sella ha un che di stupefacente. L’altezza da terra è nella media (795 mm) e consente a tutti di poggiare facilmente i piedi per terra, le braccia invece scendono molto, sul manubrio che è basso ma alla giusta distanza. E poi le pedane, che cerchi più indietro rispetto alla loro vera posizione. Quando ti siedi sembra di stare su una sedia per la curva che fanno le gambe, è una posizione poco votata alle prestazioni quanto al comfort. A rendere la Ronin 250 ancora più facile è il peso di appena 160 kg che consentono di spostarla senza fare alcuna fatica.

La strumentazione è composta da un quadrante circolare ma comunque digitale, con schermo LCD. È possibile connettere lo smartphone per vedere chiamate e messaggi in entrata ma in maniera molto semplice. La doppia impostazione Road e Rain che si nota sullo schermo non riguarda le mappe ma è solo una regolazione dell’ABS.

Ha senso in città

La posizione in sella è ottima quando si guida a basse velocità: sei davvero seduto comodo e la sella ampia aiuta persino il passeggero. La triangolazione risulta scomoda quando si viaggia intorno ai 100 km/h poiché non si riesce a fare forza sulle pedane, e alla lunga a causa del manubrio basso. C’è da fare un appunto sugli specchietti: questi hanno una regolazione corta e non si riesce ad alzarli molto, in questo modo non si riesce a posizionarli bene e bisogna sempre chinarsi per controllare che ci segue. Un difetto oggettivo a cui la Casa dovrà porre assolutamente rimedio.

Il motore invece fa esattamente quello che ti aspetti dalle specifiche tecniche, e lo fa egregiamente. L’erogazione è lineare, senza strappi e on/off non percepito dal comando del gas. Parti e vieni trascinato dalla coppia erogata immediatamente, si può infatti proseguire con un filo di gas a bassi regimi e non si sente nessun tipo di affaticamento. Tutti i comandi sono morbidi, il cambio a 5 marce e in particolare la frizione risultano morbidi e precisi nell'innesto.

Quando si viaggia più veloci si nota la mancanza di potenza e per avere un’andatura svelta bisogna tenere il motore su di giri, ma in tangenziale si viaggia a 110 km/h senza troppa fatica con un picco massimo di circa 125 km/h.

In sostanza, TVS ha reso la Ronin 250 una moto adatta all'uso di tutti i giorni. L’amalgama degli elementi la rende piacevole soprattutto per spostamenti di breve o medio raggio.

La ciclistica è ben strutturata. L’impianto frenante è adatto alle prestazioni e ben modulabile: ovviamente non bisogna aspettarsi pinzate da sportive, mentre le sospensioni sono buone. La forcella in particolare copia bene le imperfezioni dell’asfalto, solo il mono è un po’ secco, meglio quando si viaggia in coppia ma le buche si sentono parecchio.

Alla fine però è il complesso degli elementi che rende la Ronin 250 piacevole. Ha quest’interasse molto corto, da 1.357 mm che assieme al peso ridotto consentono di muoverla agilmente ovunque. In città fai il "destra-sinistra" in mezzo al traffico come se fosse una bicicletta e per pochi chilometri è perfetta. Comoda per la posizione in sella e agile, cosa si può pretendere di più?

Ad alte velocità lei si stabilizza, il baricentro basso evita che la moto si scomponga proprio a causa della sua geometria ma non è proprio adatta ai lunghi trasferimenti in autostrada, i problemi che si riscontrano sono infatti la mancanza di potenza per fare alcune manovre, la seduta molto rilassata e la mancanza di protezione aerodinamica. Percorrere una ventina di chilometri in tangenziale non è un problema e lo si fa con una discreta sensazione di sicurezza, di certo eviterei sorpassi azzardati non avendo un’incisiva risposta dal motore.

Prezzo e considerazioni

Sul fronte dei consumi, la Ronin 250 si conferma una moto assai parca, in perfetto stile indiano: fa 40 km/l. Vale a dire che, con 14 litri di serbatoio, si possono percorrere più di 500 km con un pieno, strano per una roadster.

Il prezzo è adatto a ciò che offre, si parla di 3.750 euro f.c. Bisogna inoltre considerare che è difficile fare paragoni, non c’è un’altra moto di questo genere, con stessa cilindrata, in vendita oggi in Italia. Sia Royal Enfield Meteor 350 sia Triumph Scrambler 400 sono moto di altra cubatura, prezzo e prestazioni.

Come tutte le novità, va assaggiata e provata. E alla prova dei fatti, il nostro giudizio non può che essere positivo. E sarebbe stato decisamente superiroe, con un mono posteriore più duttile e degli specchietti ben regolabili.