Maggiorata senza vergogna: la Ninja 636 nel Mondiale SSP

Dopo oltre 20 anni di convivenza fra il motore 636 stradale e il 599 da corsa, Kawasaki ottiene l'omologazione in SSP della ZX-6R "maggiorata". Una storia che racconta molto dei tempi che cambiano

Un tempo strettissime, le corde del regolamento SBK si sono allentate. Perlomeno quelle delle categorie propedeutiche, le Sport Production, dove una volta la cilindrata era il cardine di tutto e le moto erano praticamente tutte quattro cilindri di 599 cc, che se la giocavano magari a chi arrivava più in alto col limitatore, come nel celebre caso della Yamaha YZF-R6 da 20.000 giri (in seguito ridimensionati). Poi però sono arrivate le bicilindriche, le tricilindriche, e più tardi ancora le sportive hanno imboccato il viale del tramonto; perlomeno le supersportive, quelle nate per giocarsela col coltello tra i denti in SSP - se non nei passi di montagna - e che difatti sono ancora lì, più o meno le stesse: Honda CBR600RR, Yamaha YZF-R6 e Kawasaki Ninja ZX-6R.

Quella strana cilindrata

In parte per la spinta delle prime normative sulle emissioni veramente restrittive, in parte per il riconoscimento della pochezza dell'erogazione dei 4 cilindri 600 ai regimi più frequenti nell'uso stradale, fin dal 2002 Kawasaki giocò la carta dell'aumento di cilindrata, con una versione maggiorata a 636 cc intervenendo sia sull'alesaggio che sulla corsa (da 67x42,5 mm a 68x43,8 mm). Inizialmente sorprese tutti, ma si fece subito apprezzare sia dai tester che dai clienti per l'erogazione effettivamente più corposa, e non tornò più indietro. Per continuare a correre in SSP, dove tra l'altro Kawasaki era campione in carica con Andrew Pitt, venne mantenuta in produzione la 599, siglata inizialmente ZX-6RR, rendendola ancora più spinta nel motore e meglio dotata in fatto di sospensioni e freni; la stessa scelta l'ha fatta Ducati fin dall'apparizione della Panigale V4, prodotta sia in versione "stradale" da 1.103 cc che in versione racing da 998 cc (la Panigale V4 R).

Un solo motore: più semplice, più competitivo

Una scelta che in effetti non ha compromesso la competitività della Ninja, che con Kenan Sofuoglu ha portato a casa i titoli SSP 2012, 2015 e 2016. Ma tornando ai tempi recenti, è evidente che restare vincolati ai 599 cc quando le bicilindriche sono passate dai 748 cc della Ducati 748 con cui Paolo Casoli vinse il titolo 1997 ai 959 cc della Panigale V2 iridata con Bulega nel 2023 (pur con tutte le restrizioni del caso) ha poco senso.  Oggi in SSP corrono le Panigale V2, le tre cilindri Triumph con moore 765 e MV Agusta 800, una QJ Motor 4 cilindri 800. Rimane una categoria piuttosto equilibrata, ma non c'era più bisogno di mantenere in produzione due motori diversi, e così Kawasaki ha ottenuto di far correre dal 2025 la sua Ninja ZX-6R con motore 636, con specifiche che verranno concordate con la Federazione. Visto il maggior potenziale del propulsore 636, si tratta senz'altro di una buona notizia per il team Puccetti Kawasaki Racing che corre con un altro turco, Can Oncu, il danese Simon Jespersen e il giapponese Hikari Okubo. Akashi è sicuramente in una fase di grande fermento, e questo è solo un piccolo tassello di un quadro decisamente interessante.