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SBK, Thailandia: Rea domina, rivali cercasi
di Matt Cape
il 22/03/2015 in Sbk
Haslam si accontenta di due secondi posti, senza mai farsi pericoloso. Sykes pesca un podio fortunato, poi si fa beffare da Torres. Guintoli suda per portare la Honda a punti. Baiocco salva la trasferta Ducati. Bayliss grazie...
GARA 1 - Dalla pole al traguardo senza mai cedere la testa della corsa. Così Jonathan Rea si è aggiudicato la vittoria della prima gara della storia a Chang Thai. Una prova di forza netta, senza mai essere veramente impensierito dagli avversari. Il miglior inseguitore è stato quindi Haslam, passista d'eccellenza con l'Aprilia, ma arrivato sotto la bandiera a scacchi con +6.3 di ritardo.
Diversa la situazione per Sykes, che a beneficiato di una serie di fattori a suo favore, buoni per riuscire a mettere il piede sul terzo gradino del podio. Il primo è stato la caduta dell'arrembante Lowes, che dopo averlo toccato in un sorpasso deciso al 7° giro, si è steso auto-eliminandosi dalle prime posizioni. Ma Tom ha avuto vita facile anche nel finale, quando Torres lo ha marcato con determinazione, ma senza la reale possibilità di attaccare davvero. Fuori misura le frenate e le linee dello spagnolo, che deve ancora mettere a fuoco la sua guida sulla RSV4. Ha invece mostrato un grande cuore Guintoli. Per il campione del mondo l'avventura in Honda si sta dimostrando più in salita del previsto, ma con coraggio il francese sta provando a non mollare. Anche se quel +20.5 rimediato alla fine pesa parecchio... All'ultimo giro applausi a scena aperta per Baiocco che si è aggiudicato il titolo virtuale di miglir ducatista in pista, battendo Bayliss. Una bella lotta in rosso, dopo che Davies (11°) era scivolato mentre combatteva per le posizioni di testa. Fuori per rottura Van Der Mark e Canepa.
SUPERSPORT - Sarà ricordato come un giorno di festa nazionale questo 22 marzo in Thailandia, dopo la vittoria di Ratthapark Wilairot, che ha vinto all'inaugurazione della pista di casa di Chang Thai. Un successo reso possibile dal doppio forfait delle MV Agusta di Zanetti (caduto) e Cluzel (rottura). Sul podio Sofuoglu che beffa in volata Jacobsen. Mentre Rolfo 6° davanti a Faccani. Bel 9° posto per Baldolini, che ha porto la MV Agusta al traguardo.
GARA 2 - Jonathan c'è, ancora, dall'inizio alla fine. Devastante, nel passo e nella voglia di primeggiare. Consapevole di avere dopo tanto tempo la moto giusta per vincere, per trionfare. Alla faccia della ex, ovvero quella Honda che in mano al campione del mondo in carica, Guintoli, si pianta prima della partenza, obbligandolo ad una gara di sforzi extra. Con tanto di scaramuccia finale con il compagno di box, l'altro campioncino, quel Van Der Mark che prova il sorpasso ma va largo, e poi viene retrocesso dalla Direzione Gara per aver conquistato la posizione senza meritarla. Zona 6° e 7° comunque, appena dietro all'altro uomo che accusa lo strapotere attuale di Rea. Tom Sykes questo giro è giù dal podio, beccato e bastonato pure da Torres. Lo spagnolo che fa un sacco di strada inutile, funambolico tra le traiettorie e le interpretazioni fantasiose, ma forte di determinazione e di questa Aprilia che è proprio in grande forma. Al punto che se finisse tra le mani di Lowes, magari sarebbe sul gradino più alto del podio. Visto quanta generosità mette l'inglese nella guida della sua Suzuki, cercando di tenere il passo dell'altra RSV4, saldamente cavalcata da Haslam. Detto che Leon fa un po' il compitino, accontentandosi del secondo posto, forse non credendo ancora al 100% nella possibilità di fare di più, di vincere con costanza. La standing ovation del giorno va però a Baiocco, ancora miglior Ducati, ottavo e capace di tenere a bada Salom e Mercado. Due che zitti-zitti s'infilano nella top ten, scaricando all'undicesimo posto Bayliss. Troy che merita comunque applausi per aver dato tutto, lottando e guidando con quel suo stile un po' retrò, forse meno efficace, ma spettacolare da vedere. Anche se probabilmente non lo vedremo ad Aragon... Leggenda da seguire come esempio per gente come Terol che gli arriva dietro di parecchio. Ma intanto in vetta c'è Rea, dominatore anche della classifica mondiale. Un campanello d'allarme per gli avversari che si dovranno rimboccare le maniche per non lasciargli strada libera verso il titolo.
SUPERSPORT - Sarà ricordato come un giorno di festa nazionale questo 22 marzo in Thailandia, dopo la vittoria di Ratthapark Wilairot, che ha vinto all'inaugurazione della pista di casa di Chang Thai. Un successo reso possibile dal doppio forfait delle MV Agusta di Zanetti (caduto) e Cluzel (rottura). Sul podio Sofuoglu che beffa in volata Jacobsen. Mentre Rolfo 6° davanti a Faccani. Bel 9° posto per Baldolini, che ha porto la MV Agusta al traguardo.
GARA 2 - Jonathan c'è, ancora, dall'inizio alla fine. Devastante, nel passo e nella voglia di primeggiare. Consapevole di avere dopo tanto tempo la moto giusta per vincere, per trionfare. Alla faccia della ex, ovvero quella Honda che in mano al campione del mondo in carica, Guintoli, si pianta prima della partenza, obbligandolo ad una gara di sforzi extra. Con tanto di scaramuccia finale con il compagno di box, l'altro campioncino, quel Van Der Mark che prova il sorpasso ma va largo, e poi viene retrocesso dalla Direzione Gara per aver conquistato la posizione senza meritarla. Zona 6° e 7° comunque, appena dietro all'altro uomo che accusa lo strapotere attuale di Rea. Tom Sykes questo giro è giù dal podio, beccato e bastonato pure da Torres. Lo spagnolo che fa un sacco di strada inutile, funambolico tra le traiettorie e le interpretazioni fantasiose, ma forte di determinazione e di questa Aprilia che è proprio in grande forma. Al punto che se finisse tra le mani di Lowes, magari sarebbe sul gradino più alto del podio. Visto quanta generosità mette l'inglese nella guida della sua Suzuki, cercando di tenere il passo dell'altra RSV4, saldamente cavalcata da Haslam. Detto che Leon fa un po' il compitino, accontentandosi del secondo posto, forse non credendo ancora al 100% nella possibilità di fare di più, di vincere con costanza. La standing ovation del giorno va però a Baiocco, ancora miglior Ducati, ottavo e capace di tenere a bada Salom e Mercado. Due che zitti-zitti s'infilano nella top ten, scaricando all'undicesimo posto Bayliss. Troy che merita comunque applausi per aver dato tutto, lottando e guidando con quel suo stile un po' retrò, forse meno efficace, ma spettacolare da vedere. Anche se probabilmente non lo vedremo ad Aragon... Leggenda da seguire come esempio per gente come Terol che gli arriva dietro di parecchio. Ma intanto in vetta c'è Rea, dominatore anche della classifica mondiale. Un campanello d'allarme per gli avversari che si dovranno rimboccare le maniche per non lasciargli strada libera verso il titolo.
Il sondaggio: e se Aprilia richiamasse davvero Melandri in SBK, Rea avrebbe vita più difficile?
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