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SBK, Phillip Island: Rea vs Haslam, attenti a quei due

di Matt Cape
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Jonathan e Leon si riscoprono top rider in sella alle nuove moto. Sykes e Guintoli patiscono, Van Der Mark è da tenere d'occhio. Bayliss ci prova, ma non va...

SBK, Phillip Island: Rea vs Haslam, attenti a quei due
SBK, Phillip Island: Rea vs Haslam, attenti a quei due
Il 2015 è l'anno zero del mondiale delle derivate di serie. C'è un nuovo regolamento tecnico voluto e scritto per allineare le prestazioni delle moto. Quindi per favorire le battaglie in pista e lo show. Bene, per ora missione che appare compiuta. Visto che le due manche di Phillip Island si sono dimostrate spettacolari ed emozionanti, al punto da tenere svegli gli appassionati più puri Gente adrenalinica, motociclisti tosti e pronti a fare il "dritto" per godersi in diretta la sfida. Due garoni come in effetti non li si vedeva da tempo. Protagonisti assoluti sono stati: 3 inglesi, due moto italiane e una giapponese. Ma andiamo con ordine...
In gara 1, Rea si prende la soddisfazione di vincere la manche d'apertura della stagione, dopo aver firmato anche la Superpole. Non certo una passeggiata per Jonathan, che si sente però braccato per tutti i 22 giri. Con Haslam e Davies in modalità "cacciatori". Una bella lotta fatta di motivazioni, velocità e sorpassi senza complimenti. Anche se Rea alla fine riesce a gestire il tutto, restando quasi sempre al comando. Haslam però lo stuzzica e gli morde la coda di continuo, battagliando con Davies, in una sfida verde-nero-rossa decisamente inedita. Alla fine è proprio Rea a spuntarla, per 39 millesimi sull'ex compagno di box Honda, Haslam. Entrambi su un podio che sa di rivalsa nei confronti dei trascorsi sulla CBR1000RR... Mentre Davies, conferma l'evidente crescita del progetto Ducati SBK, gestendo con successo gli attacchi di Torres e Van Der Mark. Quest'ultimo, giovane promessa della top class, arrivato con i gradi di campione del mondo della Supersport, approfitta subito per mettersi in luce. O meglio, per tenere coraggiosamente dietro Sykes e anche il compagno di box, nonché campione del mondo SBK in carica, Guintoli. Uno smacco per il rider francese e per quel suo numero 1 stampato ben in vista sul cupolino della Honda... Al traguardo arriva anche Bayliss, 13° e alle prese con un setting non proprio azzeccato. Per la leggenda australiana si tratta di fare i conti anche con uno stile di guida un po' "rigidino e un filo alto", figlio della ruggine da ritiro... Passando quindi sotto la bandiera a scacchi a +40.315 dai primi, dopo un avvio di gara da cavaliere valoroso.
In gara 2, la situazione al vertice non cambia, con Rea e Haslam subito ai ferri corti. La manche parte addirittura più agguerrita di quella del mattino. Con il gruppo compatto e tanti sorpassi per prendere il comando. Questa volta, però, è Haslam che rischia più di tutti, finendo anche lungo un paio di volte e battagliando con un grande cuore. In lotta contro Davies fino alla fine, per non perdere terreno da Jonathan. In un crescendo di emozioni, sorpassi ed entrate da brivido che valgono il prezzo del biglietto. La volata finale è gestita ancora una volta magistralmente da Rea. Ma questa volta la determinazione di Leon prevale per 10 millesimi. Gap certificato tra la sua Aprilia e la Kawasaki, conquistato in un gustosissimo arrivo al fotofinish. Dove, ancora, Davies fa da spettatore illustre, arrivando subito dietro agli ex-Honda, in terza piazza.

Vanifica invece una prestazione maiuscola Van Der Mark che - è chiaro - è uno vero e forte, con la malizia e il polso destro buoni per infilarsi nella bagarre per il primo posto. Fino ad inciampare nel peccato di gola che gli costa la gara; chiusa nell'erbosa via di fuga australiana. Un autogol che "fa esperienza" e lascia a Sykes un quarto posto sudato, ma che in qualche modo salva la giornata. Infine ancora "sconfitto" Guintoli, vero "bastonato" di questo primo round. Il francese si è impegnato, è vero, anche se non era al 100% fisicamente. Ma del campione del mondo di pochi mesi fa... nemmeno l'ombra! In attesa di rivederlo in Thailandia...

Ma la vera domanda che in molti si pongono nel paddock è: chi prenderà la Ducati per sostituire Giugliano nei prossimi round? Troy Bayliss in gara 2 si è addirittura fermato per fare un cambio gomme, davanti e dietro in un pit-stop velocissimo di 30", e ha chiuso 16°.
Lo rivedremo?
Oppure in sella alla Panigale R arriverà Michele Pirro, dopo i test della MotoGP? Qualcuno dice che c'è anche Foret come un potenziale candidato... E se invece si puntasse su una promessa, magari guardando nel CIV?
Forza, largo ai giovani...

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