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SBK: Guintoli firma la prima Superpole 2014

di Matt Cape
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Aprilia subito al top sulla griglia di Phillip Island, davanti alla Ducati di Giugliano e all'altra RSV4 di Melandri. Il nuovo format di qualifica non sorride a Sykes, che cade nel giro buono

Niente sole per la prima Superpole della Superbike 2014, che a Phillip Island trova vento e cielo coperto. Ma almeno non piove - che già è buona una notizia - e le condizioni di aderenza restano ottimali. Come dimostra il tempo di 1:30.038 che consegna a Sylvain Guintoli la prima Superpole stagionale. Un bel giro tirato per il francese dell'Aprilia, che con una punta massima di 317,6 km/h, sfila il primato a Checa che nel 2013 fermava il cronometro sul 1:30.234.
In prima fila quindi c'è dell'ottimo made in Italy meccanico, ma anche umano, con due moto from Noale e una di Borgo Panigale. Ovvero la 1199 Panigale R, che nelle mani di Giugliano si prende la seconda posizione a soli 97 millesimi (309,5 km/h) dalla vetta. Mentre è terza la RSV4 Factory di Melandri, che dopo una caduta in mattinata paga un ritardo di +0.294. Detto che Marco non si risparmia e stampa anche un bel 319,5 km/h davanti al rilevamento della velocità massima, confermando lo stato di forma delle due Aprilia.

La seconda fila si apre invece all'insegna delle Suzuki. Le GSX-R1000 dimostrano di essere ancora delle valide evergreen, toniche ed efficaci, nelle mani di due piloti carichi e motivati. Ed è Laverty che si prende la quarta piazza (+0.347) a soli 53 millesimi da Melandri. L'irlandese non ha ancora digerito il fatto di essere stato scaricato dall'Aprilia e da alcuni sponsor al termine del 2013, cosa che di fatto lo ha trasformato in un avversario temibile in vista della gara. Mentre il debuttante Lowes si accoda al compagno di box per 36 millesimi. Lasciando poi alla Honda CBR1000RR di Rea l'onere di chiudere la seconda in linea, col 6° posto a +0.622.

Il re è caduto. Nel senso di Tom Sykes, campione del mondo in carica, nonché maestro indiscusso della Superpole, ma che questa volta inciampa in una brusca chiusura dell'anteriore nella sinistra in discesa, finendo disarcionato dalla ZX-10R e scivolando mestamente nella via di fuga. Non un bel modo di aprire il 2014 per l'inglese della Kawasaki, che così si deve accontentare dell'ottava piazza, a +0.797. Proprio alle spalle del compagno di marca Baz, costante ma senza particolari guizzi, che chiude 7° a +0.758. Segue dunque la Honda di Haslam (+1.100) che chiude la terza fila.

Entrano infine nella top 12 le Ducati di Canepa (+1.236) e Davies, separati da 7 millesimi e seguiti dalla Kawasaki di Salom (+1.912). Vero che Chaz ha rischiato di cadere nel giro buono, ma va anche ricordato che è l'unico di questo trio che non è "penalizzato" dalle prestazioni ridotte della EVO. Ovvero la nuova configurazione "stock" ammessa in Superbike, che però, a parità di modello e nelle mani di Niccolò, sta facendo vedere di non essere poi così drammaticamente indietro come si poteva pensare. Nonostante per la moto del team Althea ci sia comunque una palese inferiorità di quasi 10 km/h sul fronte della velocità massima, rispetto alla Panigale gestita del team Ducati.

Ci piace quindi il nuovo format di qualifica? Sì e no. Perché nella SP1 in effetti si possono mettere a fuoco le prestazioni di tanti outsider. E in particolare ammirare le linee funamboliche quanto inefficaci di Elias, oppure seguire meglio l'evoluzione del progetto MV Agusta con Corti in sella alla F4RR. Oggi incappato anche in qualche lungo di troppo, pare dovuto ad una gestione del freno motore non ancora a punto. Una SP1 dove Haslam e Salom hanno per ora avuto vita relativamente facile, per poter andare a giocarsi lo step successivo. Quindi la SP2, che però per durata (15 min) e modalità, per ora non ha convinto del tutto. Soprattutto perché sfugge un po' il senso dell'insieme: perché fare 4 turni di libere per poi relegare in un breve "one shot" la sfida per la griglia? Ottimo sicuramente per i tempi TV, ma forse un po' riduttivo nell'ideologia e nei risultati agonistici.
Phillip Island, SP2

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