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SBK 2011: il bello, il brutto e...

di Luca Sordi il 28/12/2011 in Sbk

A poche ore dal giorno più gioioso dell'anno una riflessione agro/dolce su quanto vissuto nella stagione appena conclusa

SBK 2011: il bello, il brutto e...
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E' sempre maledettamente difficile riuscire a condensare in un articolo ciò che è successo in un anno di gare. Tredici week end passati intorno al mondo, in lunghe trasferte, rese difficili dalle emozioni o dal poco sonno, scandite dal tanto lavoro. Il nostro sport brucia, tantissimo, il tempo è misurato in millesimi di secondo e con un battito di ciglia ti accorgi di avere trascorso dodici mesi in un lampo, ti senti più maturo, per non usare un termine peggiore… Pronto ad affrontare una nuova sfida, consapevole dei sacrifici supportati da una grande passione, ai quali andrai incontro per riavere quelle stesse sensazioni di cui non puoi più fare a meno.
Abbiamo provato a dare la nostra personale interpretazione sul 2011, consapevoli che qualcuno potrà essere in linea con il nostro pensiero, altri no, ma proprio dal confronto e dal dibattito civile scevro da polemiche, potrà venire fuori l'ultima diatriba tra noi appassionati. Dopo saremo tutti più buoni….
SBK 2011: il bello, il brutto e...
Dopo lo strepitoso avvio di Carlos Checa nei primi round iridati, a Monza abbiamo vissuto un week end dai toni forti e contraddittori, ma da lì siamo ripartiti consapevoli che il 2011 sarebbe stato l'anno dello spagnolo.
"El toro" ha sofferto sul velocissimo tracciato brianzolo, ma insieme al team ha saputo tenere botta, stringendo i denti e portando a casa un doppio piazzamento importante per il morale e per la classifica. Egli ha saputo monetizzare al meglio il clamoroso errore di Max Biaggi, che ha gettato alle ortiche una sacrosanta vittoria e la strepitosa doppietta di Eugene Laverty che ha tolto punti allo scomodo caposquadra Marco Melandri, preparandosi poi alla trasferta trionfale sul tracciato amico di Miller negli USA.
Un titolo si vince combinando diversi fattori, in primis il talento, poi un mezzo competitivo, ma anche la sorte voltata dalla parte giusta. Carlos a Monza ha capito che poteva farcela dopo aver messo alle spalle la trasferta più ostica dell'intero campionato.
SBK 2011: il bello, il brutto e...
E' sempre antipatico fare delle classifiche in tal senso, si rischia di fallire l'obiettivo non valutando al meglio momenti e circostanze, ma noi ci proviamo. E' fin troppo banale dare questa "nomination" a Carlos Checa.
L'iberico è stato un rullo compressore, ha saputo sfruttare ogni stilla d'energia della propria 1098 interagendo con gli uomini del Team Althea in una simbiosi che rasenta la perfezione. Onore a lui e lo mettiamo sul gradino più alto, anche perché, scusateci se condiamo il tutto con un po' di sano romanticismo, "El toro" è un esempio di umanità, semplicità e correttezza… Un pilota d'altri tempi!
Se ci fosse una scalino intermedio tra il primo ed il secondo noi ci piazzeremmo Eugene Laverty. Il nord irlandese era al primo anno di mondiale Superbike, con una moto difficile ed insieme ad un compagno di grande spessore. Ha vinto al quarto round fregandosene di tutti e mettendoci il cuore in ogni singola staccata su di un tracciato da "pelo" sullo stomaco come Monza. Ha poi commesso errori e non sempre ha gestito al meglio le cose, ma il futuro della SBK è indirizzato su di lui, scommettiamo?
SBK 2011: il bello, il brutto e...
Oddio, in questo caso c'è l'imbarazzo della scelta…Sono in molti ad aver toppato in questo 2011: Leon Camier si è perso non riuscendo mai a mandare un forte segnale alla squadra, schiacciato in un box difficile dove il compagno ha regnato sovrano.
Michel Fabrizio ha pagato una situazione critica con una buona moto, ma certo non al passo delle migliori. Jakub Smrz ha disintegrato se stesso e le sue Ducati in una serie indicibile di cadute, ma quello che più ci è mancato è stato Noriyuki Haga. Il giapponese purtroppo è destinato a chiudere la carriera senza la soddisfazione di un alloro iridato, ad onta di uno score di vittorie impressionante, ad una messe di posizioni d'onore da far impallidire, ad un talento raro e mai del tutto consacrato.
E' vero, l'Aprilia con la quale ha corso non era certo quella di Biaggi, ma non era neppure un mezzo inguidabile e poco performante come troppo spesso ha fatto vedere. Il Nitronori che abbiamo amato e per il quale ci siamo sperticati in elogi è definitivamente tramontato?
SBK 2011: il bello, il brutto e...
Vediamo un po' le contendenti: la Ducati, è quel pompone che ti tira sempre fuori da ogni difficoltà e ha un telaio che ti permette magie. Poi c'è la Honda, forse è la più duttile e… tutto sommato, quella più vicina (per modo di dire) al normale mezzo che troviamo in concessionaria. Di Yamaha forse non ne vedremo più nel futuro e con l'ultimo step di evoluzione è assurta nell'Olimpo.
La Kawasaki è in forte crescita e il fascino verde della sua forza ha stregato sempre tutti. La GSX R con quella sigla si può riconoscere tra tutti... ed anche per lei il futuro sembra segnato… E non dimentichiamo la BMW, perché verrà fuori, dovrà sudare parecchio, ma quando arriverà saranno dolori.
La RSV4 è un gran gioiello. Sentirla in moto è una sinfonia di emozioni, guidarla (da quanto dice chi ha avuto questo privilegio) un mix sapiente di GP e moto di serie. Aspettando la nuova Ducati Panigale, noi voteremmo Noale… e voi??
SBK 2011: il bello, il brutto e...
Non sono tutte rose e viole ed anche noi abbiamo vissuto da vicino alcune situazioni difficili e tristi. A fine 2011 ben tre campioni del mondo hanno dovuto abbandonare la scena. Troy Corser, James Toseland e Chris Vermeulen.
Il primo chiude in positivo una strepitosa carriera, gli altri due hanno dovuto gettare la spugna per problemi fisici. Fa male pensare a questo, ma James e Chris avrebbero potuto ancora dare molto al nostro sport. Grazie ragazzi!
SBK 2011: il bello, il brutto e...
Di questi tempi pensare in tempo reale è già impresa improba, guardare al medio lungo termine forse una pazzia. Il mondo è cambiato e ciò che in un recente passato sembrava eterno non lo è più.
I soldi da investire saranno sempre meno e verranno concentrati al massimo per ottenere il miglior risultato possibile ottimizzando gli sforzi congiunti di case costruttrici, sponsor ed organizzatori. La Superbike è da sempre il mondiale delle gare vere, di quelle che ognuno vorrebbe provare per lo meno una volta nella vita, è ancora un sogno razionalmente possibile ed umano.
Nel salotto buono il giocattolo si è rotto e nel 2012 verrà toccato con mano quello che, in modo eufemistico, potremo definire un "pateracchio colossale". I prototipi per loro stessa definizione sono concentrati di tecnologie ad altissimo prezzo, le CRT solo il mezzo per traghettare il Circo dei motori ad una soluzione molto meno estrema e sempre più vicina al mondo delle derivate di serie.
Vivranno ambedue? A voi le risposte... Magari dopo una buona fetta di panettone ed un calice di spumante ci risentiremo. Buona Superbike 2012!
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