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Le pagelle del Nurburgring

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Un gran premio strano in cui tutti sono apparsi sottotono. Distratti dai contratti? O semplicemente una coincidenza? Così è stato particolarmente difficile anche decidere i voti. Forse sono sottotono anch'io

Jonathan Rea – 8,5 Come in altre occasioni, il pilota della Honda ha vinto una corsa con netta superiorità, ma nella seconda, trovatosi a dover combattere per la vittoria, una volta superato, ha tenuto duro per pochi giri, poi ha mollato. L'impressione è che – volendo – potesse rendere un po' più dura la vita ad Haga.

Noriyuki Haga – 8,5
Anche il giapponese, che per un giorno abbiamo visto tornare il samurai che conoscevamo, ha commesso un errore: in Gara-1 è caduto quando stava trovando il passo giusto per raggiungere Rea. Questo ovviamente gli abbassa il voto, ma non toglie nulla alla bella vittoria in Gara-2.

Carlos Checa – 8,5
Bravissimo in prova, velocissimo in corsa. Non ha vinto, ma ritengo che sarebbe ingiusto non porlo sullo stesso piano di Haga e Rea.

Cal Crutchlow – 7
Probabilmente con la testa è già in MotoGP. Infatti ha guidato sfruttando il talento che non gli fa difetto, ma senza mettere in mostra l'impegno che invece in Inghilterra gli aveva fruttato due vittorie cristalline. La R1 è vincente solo a Silverstone? Non credo. In Gara-2 ha seguito per tanti giri come un'ombra Haslam, ma un combattimento fra i due in realtà non c'è stato.

Leon Haslam – 6,5 Non sembra più il pilota della prima metà della stagione, quello che teneva sempre un ritmo sostenutissimo e non sbagliava mai. È l'imminenza del matrimonio? È il morale a terra per aver perso un titolo nel quale aveva cominciato a credere? L'errore di Gara-1 che ha scaraventato a terra lui e Corser, è abbastanza grave, se si pensa che questo GP sarebbe potuto essere determinante per rientrare in corsa per il titolo, e il terzo posto di Gara-2 ha solo impedito che alla fine del GP di Germania, e pur con un Biaggi in sordina, il suo distacco dal pilota dell'Aprilia non aumentasse.

Max Biaggi – 6 Sappiamo che Max per rendere al massimo ha bisogno di sentirsi in sella a una moto perfetta, e senz'altro il feeling con la sua RSV4 nel GP di Germania non era al top, almeno in configurazione da gara. Però, anche senza rendere al massimo avrebbe senz'altro potuto fare di più, invece sembra che abbia solo cercato il miglior risultato col minino sforzo. Le due partenze in testa – perfette – le può mettere nell'album delle foto; le due staccate alla prima curva dopo il via, no.

Tom Sykes – 8 Una delle più belle corse che abbiamo visto fare dall'inglese da quando è arrivato in Superbike. Sarà stato l'arrivo della nuova moto (ma ovviamente ha corso con la vecchia) a galvanizzarlo in questo modo? Nella convinzione che la ZX-10R 2010 non possa essere diventata tanto competitiva da un GP all'altro, i due risultati di Sykes entro i "top ten" vogliamo attribuirli a una sua grande giornata.

James Toseland – 5 Una caduta e un ottavo posto non sono un bilancio positivo per un due volte campione del mondo SBK, alla guida di una delle migliori moto del lotto.

Troy Corser – 5 Doveva essere il suo Gran Premio, è stato il suo incubo. Tre cadute in meno di un'ora in prova, un'altra in Gara-1 (anche se non per sua colpa) e il rischio di una quinta in Gara-2 per una collisione con Guintoli poco dopo la partenza. L'australiano è granitico: nonostante l'età, tutte queste cadute non gli fanno nemmeno il solletico, però, a parte l'ammirazione per la sua solidità, il voto al Nurburgring non può certo essere positivo.

Michel Fabrizio – 5 Una caduta in Gara-1, una corsa opaca in Gara-2. Non deve essere facile in questi giorni essere pilota o meccanico del Team Ducati Xerox, ma il voto lo devo dare egualmente.

Eugene Laverty – 10 Ha vinto conducendo dal primo all'ultimo giro, nonostante la forte pressione dell'arrembante Gino Rea, quindi merita il massimo dei voti.

Ayrton Badovini – 10 La moto è superiore, non c'è dubbio, e lo si è visto nel sorpasso in rettilineo su Berger, ma Ayrton la guida al limite e senza sbavature. E, nonostante possa già fregiarsi del titolo di campione del mondo, continua a dare il massimo per puntare a un primato che non è un obbligo, ma una prova d'orgoglio.

Maxime Berger – 10 È arrivato secondo, ma la sua Honda non sarebbe mai riuscita a strappare la vittoria alla BMW di Badovini. Visto l'impegno profuso dal pilota, mi sembra giusto dargli lo stesso voto del vincitore.

Andrea Antonelli – 9 Sta crescendo a vista d'occhio, e al Nurburgring è andato davvero forte.
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