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Le pagelle di Valencia

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Nessun 10 ma tanti bei voti: 8 ad Haslam, 8- ad Haga, 7 e mezzo a Biaggi e Checa. Bocciati Fabrizio, Camier e la Kawasaki

Le pagelle di Valencia
Noriyuki Haga 8-
Ha ritrovato la vittoria dopo sei mesi riportando il sorriso sul volto dei ducatisti. Valencia era una svolta per il destino della Ducati e il Samurai non si è fatto schiacciare dalla pressione. La chiave è la partenza: la prima volta che è scattato dalla seconda fila (in Australia terza, in Portogallo quinta…) ha vinto subito.

Max Biaggi 7,5
Ha collezionato due podi su quella che riteneva la pista più ostica per l'Aprilia. Il Corsaro veleggia in media Mondiale, in attesa di Assen e Monza che potrebbero adattarsi meglio alla RSV4.

Leon Haslam 8
Non è riuscito a risolvere i problemi di eccessivo consumo della gomma ma è stato determinato, abile e furbo. Ha preso in contropiede gli avversari e quando è andato in crisi, come previsto, Biaggi era troppo lontano per poterlo raggiungere. Il piano non ha funzionato nella seconda sfida, ma non sarà facile strappargli il primo posto.

Carlos Checa 7,5
E' stato il più veloce nel week end ed ha raccolto molto meno di quanto avrebbe potuto. La gomma anteriore morbida, la stessa di Haga, l'ha tradito senza avvertimento. Sfortunatissimo nel secondo tempo: al momento dello stop stava fuggendo via, poi Haga lo ha giustiziato per 25 millesimi. Ma la Ducati ufficiale sul dritto è più veloce della sua…

Troy Corser 6,5
Incredibili alti e bassi per lo squadrone Bmw. Dopo una prima manche da incorniciare, con la gioia dei primi giri al comando e il quarto posto finale, prestazione storica per il gigante tedesco, Mr. Crocodile finisce nei bassifondi. Lottando con l'elettronica e l'aderenza. La prestazione migliora, adesso serve continuità.

James Toseland 6,5
Torna sul podio dopo tre anni ringalluzzendo una Yamaha ancora alle prese con la difficile messa a punto dell'elettronica, la stessa della M1 di Rossi. Poi scivola dietro (settimo posto) complice anche il polso sinistro ancora non ha posto: in griglia si è fatto fare un'iniezione antidolorifica.

Lorenzo Lanzi 6,5
Piace moltissimo in prova e anche in gara uno. Poi sbaglia gomme e perde il filo, ma il week end è da considerare positivo. Contro 14 ufficiali la vita da privato è molto dura, il romagnolo però ha la scorza per non farsi intimorire. Con Calimero la DFX potrebbe togliersi qualche piacevole soddisfazione.

Luca Scassa 6,5
Alla seconda gara con la Ducati Supersonic l'idolo delle appassionate finisce due volte a punti sfoggiando una fortissima motivazione che sta contagiando anche la squadra al debutto Mondiale. Sulle piste più favorevoli alla 2V potrebbe combinare qualcosa di meglio. Non guardate solo là davanti, c'è gente che sgomita anche da metà gruppo in giù.

Jonathan Rea 6
La Honda ha perso contatto con le moto top e il nordirlandese arranca, incappando anche nei soliti, piccoli, errori di linea. Assen, la pista di casa Ten Kate, è un viatico fondamentale per il futuro di Jonathan.

Cal Crutchlow 5,5
Sul giro secco è un fenomeno ma sulla distanza mangia la polvere. E' un talento, su questo non ci sono dubbi, ma ancora molto grezzo. Per adesso non ha incantato ma la volta che azzeccherà le tarature giuste saranno dolori…

Leon Camier 5
L'insufficienza è molto severa perché in realtà il campione britannico in carica stavolta è andato davvero forte, esprimendosi per la prima volta più o meno all'altezza del caposquadra Biaggi. Però non basta il coraggio, ci vuole anche tecnica e testa. Cadere (e come!) non serve, le gare bisogna finirle.

Michel Fabrizio 4
Almeno l'ha presa con filosofia. "Ho fatto correre la controfigura" ha sorriso dopo il disastro. Ma in realtà c'è ben poco da stare allegri: a -77 punti da Haslam il Mondiale dell'altro romano sembra pressoché compromesso. Davvero inspiegabile: due gare fa, mica anni, Michel era salito due volte sul podio perdendo la vittoria per quattro millesimi. Perché si sia spenta la luce resta un mistero. Forse anche per lui.

Kawasaki 4
E' uscita dalla MotoGP e la Superbike rappresenta il massimo impegno sportivo. I risultati però non si vedono, e non potrebbe essere altrimenti quando affidi le moto ufficiali a Tom Sykes (voto 4), licenziato per scarso rendimento dalla Yamaha e al malcapitato Simon Andrews (senza voto), titolare della BSB rivelatosi non altezza del palcoscenico Mondiale.

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