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Tardozzi: addio definitivo

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Il Team Manager ravennate, che tanti traguardi ha conquistato con la Ducati in Superbike, saluta Borgo Panigale e cerca nuovi stimoli altrove. Un lungo sfogo telefonico

Davide Tardozzi e l'ing. Claudio Domenicali
Non ci sono stati ripensamenti. Davide Tardozzi lascia la Ducati e cerca nuovi stimoli al di fuori dell'azienda nella quale è cresciuto professionalmente cogliendo importanti risultati.
"E' una decisione che ho maturato da diversi mesi – spiega Davide Tardozzi – e che volevo comunicare dopo la gara di Portimao sperando di farla coincidere con la conquista del titolo mondiale. Purtroppo questo non si è avverato, ma il rammarico per non aver vinto il titolo non mi ha fatto cambiare programma. Lascio la Ducati, un'azienda che ha avuto tanta parte della mia vita, che mi ha regalato enormi soddisfazioni e con la quale ho condiviso tanti momenti di grande felicità. Lascio alcuni amici veri, come gli ingegneri Claudio Domenicali e Filippo Preziosi, che hanno compreso questa mia esigenza di cambiamento e si sono comportati nei miei confronti con la massima correttezza. Io sono ancora legato con un contratto alla Ducati, ma non mi sono state imposte penali o condizioni particolari per lasciarmi libero: non solo mi è stato concesso di interrompere il rapporto, ma mi è stato anche detto che, nel caso si prospettasse una collaborazione con altre Case, la Ducati non si opporrà facendo valere il contratto fino alla sua naturale scadenza".
- Quindi non è una decisione maturata dopo la polemica di Imola...
"Assolutamente no. Ribadisco che sono molti mesi che penso di chiudere con questa esperienza che non mi rinnova più gli stimoli di cui sento il bisogno. I miei rapporti non solo coi manager della Ducati, ma anche con tutti gli uomini del mio team erano e sono eccellenti. Ieri ho passato cinque ore con loro per spiegare personalmente i motivi del mio abbandono. Ti assicuro che non è stato facile, ci siamo commossi un po' tutti. Ma era indispensabile per me chiudere questo capitolo, anche se, non lo nego, ho anche avuto un po' di paura a compiere questa scelta così radicale. E' infatti vero, verissimo, che al momento non ho alcuna proposta da altre Case e non ho ben chiaro che cosa realmente farò in futuro. Ho pensato anche che potrei applicare le esperienze fatte in ambienti totalmente diversi, extrasettore, oppure con ruoli che non hanno nulla a che vedere con quanto ho fatto fino ad oggi. Se qualcuno mi farà delle proposte, le esaminerò, altrimenti qualcosa mi inventerò".
- Non sarà stata la polemica di Imola, però personalmente ti ho visto molto teso e inquieto dopo quell'episodio. Sbaglio?
"Certo che ero teso. E' chiaro che le polemiche che sono sorte dopo la vittoria di Fabrizio mi hanno urtato parecchio. Viceversa, mi hanno fatto piacere ovviamente gli apprezzamenti al fatto che non abbia imposto ordini di scuderia ai piloti. Se dicessi che i giochi di squadra sono espressamente vietati dal regolamento, direi la verità, ma saprei anche bene che si tratta di un'utopia. Io ho ritenuto giusto comportarmi in quel modo, altri hanno pensato che mi sarei dovuto imporre. Io leggo tutto con molta attenzione e valuto gli appunti che mi vengono mossi, ma, lo ripeto ancora una volta, non è stata la polemica di Imola a convincermi a lasciare la Ducati".
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