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Magny Cours: Spies e Haga, 1 a 1

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Due grandi campioni si dividono le vittorie nel GP di Francia. A Biaggi un terzo e un secondo posto. La Ducati intanto incamera il mondiale marche

Magny Cours - La penultima prova del campionato mondiale Superbike 2009 si chiude con un verdetto di parità: Spies – Haga, uno a uno. E' in fondo la dimostrazione che, a parte le fortune e le disavventure che hanno colpito alternativamente i due campioni della Yamaha e della Ducati nel percorso che li ha portati allo scontro diretto per il titolo, sono proprio loro i protagonisti assoluti della Superbike e saranno loro a catalizzare l'attenzione degli appassionati e di tutto l'ambiente fino all'ultimo. Fino alla fine di Gara-2 a Portimao.
Si è visto oggi che Spies non è quella spanna superiore ad Haga, come molti ormai pensavano e dicevano apertamente. Il giapponese ha lottato con le unghie e coi denti, non è stato aiutato da nessuno, e se qualcosa gli è mancato – ma è facile dirlo qui, stando davanti alla tastiera di un computer, ben più difficile invece è farlo stando in sella e guidando al limite – è stato quel minimo di rabbia in più che in Gara-1 gli avrebbe permesso di liberarsi di Biaggi un po' prima.
La sua rimonta nei giri finali della corsa d'apertura, frutto di talento e di disperazione, è stato uno dei capolavori della sua carriera e certamente ha stupito anche il freddo e talentuosissimo americano, che ha rischiato di giocarsi la gara con un errore inatteso all'ultimo giro. Quanto alla seconda gara, il cronologico dei tempi racconta che Haga non ha mollato un attimo, Spies o non Spies, anche perché il formidabile Biaggi che oggi ha portato due volte l'Aprilia sul podio con una condotta di gara da fuoriclasse, non gli avrebbe certamente regalato nulla.
Veramente bravo il Max che abbiamo visto in azione oggi a Magny Cours: determinato, velocissimo, estremamente e validamente combattivo. Lo stesso vale, inutile dirlo, per la sua Aprilia RSV4, una moto che testimonia una volta di più che – a due o a quattro cilindri – le moto italiane sono le sole capaci di rivaleggiare coi giganti giapponesi. E la Superbike è il terreno più probante per questo scontro.
Su Spies non c'è molto da dire. Ha guidato ancora una volta al massimo livello su una pista sconosciuta, ha vinto e in Gara-2 è stato costretto alla resa, ma solo apparentemente, perché classificarsi quarto gli è forse costato fatica e rischi maggiori che arrivare primo in Gara-1. Colpa di una gomma anteriore, una gomma che perdeva aderenza in frenata, in curva, costringendo il pilota a miracoli di equilibrio. A volte succede, ma qui ci si gioca il titolo mondiale, e un fatto del genere pesa enormemente più che in una gara normale. Ben e il suo staff a fine corsa erano muti di rabbia.
Più sereno l'ambiente del box Ducati, che lascia Magny Cours con qualche speranza in più che Haga possa vincere il titolo mondiale piloti 2009. Intanto incamera l'ennesimo titolo marche. Questo non glielo porta più via nessuno.
Magny Cours – Spies scatta come una freccia davanti a Biaggi che è subito superato da Rea. Haga è quarto e precede Haslam, Fabrizio e Corser. Spies spinge subito, gira sotto 1'39" e al secondo giro ha già sei decimi su Rea, mentre il suo compagno di squadra è protagonista di un'impressionante caduta con la moto che attraversa carambolando l'intera pista fortunatamente senza colpire nessuno.
Al terzo giro tra Spies e Rea c'è ancora mezzo secondo, ma i più veloci in pista sono Haga e Biaggi che riescono, a suon di primato sul giro, a non perdere contatto dai primi due. Intanto Fabrizio supera Haslam ed è quinto ad oltre 3" da Spies. Il primato della pista passa a Rea al quinto giro, ma nulla muta nel quartetto di testa. Tanto per dare un'idea del ritmo forsennato di gara, basti constatare che il primato ufficiale era di Checa, che nel 2008 aveva girato in 1'39"834, mentre Rea è sceso a 1'38"818...
Al settimo giro il primo colpo di scena: Rea entra in curva in forte sbandata, raddrizza, esce nello spazio di fuga, poi si ferma. Tradito dalla Honda? Lo sapremo. Così Biaggi diventa secondo a 1" da Spies e Haga terzo a 1"2. Haga cerca di liberarsi del pilota dell'Aprilia, ma non ci riesce: il duello si fa duro, i due sfiorano spesso il contatto e in qualche modo si rallentano a vicenda a vantaggio del leader della corsa. Spies con 1'38"752 è il nuovo primatista di Magny Cours, ma anche Biaggi e Haga girano a pochi millesimi. Avvincente anche la battaglia fra Checa, Kagayama e Corser per il sesto posto, mentre Fabrizio tiene tranquillamente il quarto davanti all'altrettanto tranquillo Haslam.
I giri scorrono senza cambiamenti in classifica. Il margine di Spies oscilla continuamente fra 0,8" e 1"3 e solo il sorpasso di Haga su Biaggi potrebbe portare novità. Il giapponese ce la fa al sedicesimo giro e si lancia immediatamente alla caccia di Spies, che lo precede di 1"4, ma deve guardarsi anche da Biaggi, che il giro dopo lo attacca, lo affianca entrando più velocemente in curva, ma poi è costretto ad allargare e perde tempo mentre Haga lo infila nuovamente e guadagna spazio.
Haga gira di un soffio più veloce di Spies e riduce il distacco a 1"1 al diciannovesimo dei ventitre giri di gara. Haga inquadra nel mirino l'avversario e questo lo galvanizza; la Ducati sin avvicina a 1" netto, ma la Yamaha è ancora lontana.
A due giri dalla fine Haga batte il primato della pista e arriva a 0,8" da Spies; l'ultimo giro inizia con un margine di 0,5" fra i due campioni. Basterà a Spies per vincere? Spies tiene, controlla, poi sbaglia clamorosamente una curva e Haga gli è addosso, lo supera di slancio, ma Spies si riprende, ha la curva seguente a favore e torna primo con Haga a ruota. Ultime curve, ultimi tentativi, Spies non lascia spazio, Haga non molla, arrivano sul rettilineo finale e l'americano batte il giapponese in volata. Una grande corsa, tre grandi campioni. Sì, perché c'è anche Biaggi, che dopo una gara degna del suo talento si piazza terzo a 5" precedendo Fabrizio, Haslam, Checa, Kagayama, Byrne, Corser e Smrz. Rimarchevole il piazzamento di Baiocco e Scassa, rispettivamente 12° e 13°. Scassa vince il duello in famiglia con Salom e porta al traguardo la prima Kawasaki.
1 B. Spies USA Yamaha YZF R1
2 N. Haga JPN Ducati 1098R 0.181
3 M. Biaggi ITA Aprilia RSV4 Factory 5.009
4 M. Fabrizio ITA Ducati 1098R 16.347
5 L. Haslam GBR Honda CBR1000RR 22.622
6 C. Checa ESP Honda CBR1000RR 24.948
7 Y. Kagayama JPN Suzuki GSX-R 1000 K9 27.144
8 S. Byrne GBR Ducati 1098R 27.578
9 T. Corser AUS BMW S1000 RR 28.486
10 J. Smrz CZE Ducati 1098R 28.716
11 R. Xaus ESP BMW S1000 RR 52.680
12 M. Baiocco ITA Ducati 1098R 1'01.372
13 L. Scassa ITA Kawasaki ZX 10R 1'05.123
14 D. Salom ESP Kawasaki ZX 10R 1'05.483
15 D. Checa ESP Yamaha YZF R1 1'05.672
16 R. Resch AUT Suzuki GSX-R 1000 K9 1'29.284
17 F. Gentile ITA Honda CBR1000RR 1 Lap
Magny Cours – Biaggi è un missile in partenza e Haga un razzo. Biaggi conduce mezzo giro al comando, poi Haga passa e guadagna un paio di lunghezze mentre Biaggi è impegnato a resistere alla pressione di Rea e Spies. Quinto è Byrne, superato poco dopo da Haslam; settimo Kagayama che precede Fabrizio.
Haga è impegnatissimo e cerca di allungare, ma Biaggi è in grande giornata e non lo molla; il distacco fra i due al terzo giro è di mezzo secondo; in questo stesso giro, Fabrizio, che stava rimontando e aveva appena conquistato il sesto posto ai danni di Byrne, perde l'anteriore in una curva stretta e cade.
Haga intanto è alle prese con l'aggressività di Biaggi. Il romano si inserisce all'interno del giapponese, lo supera, poi, come gli accade altre volte, è costretto ad allargare in uscita e Haga torna primo. In testa quattro lottano per la vittoria e dal primo al quarto – Spies – ci sono appena nove decimi di secondo.
Al sesto giro Rea affianca Biaggi in staccata, guadagna l'interno ed esce dalla curva al secondo posto. Rea insiste, si porta immediatamente a ruota di Haga e lo affianca più volte senza riuscire a passare. Il ritmo è molto sostenuto e sembra che Spies non riesca a mantenerlo, infatti all'ottavo giro il suo distacco da Haga è salito a 1"5 e ha perso la ruota di Biaggi. Ma altre volte Spies si era staccato per poi riprendersi e tornare in bagarre. Vedremo...
Haga è una roccia e Rea un martello. Ma la roccia resiste ed è invece Rea, che accusa un colpo a vuoto e rischia di finire fuori; in ogni caso perde il secondo posto a vantaggio di Biaggi, ma mantiene il terzo davanti a Spies. Con l'errore di Rea, Haga guadagna un piccolo margine, quel tanto che può farlo respirare e non ansimare: 1"1 su Biaggi, che però gira fortissimo, sotto 1'39" e al tredicesimo passaggio è a 0,8". Chi invece arretra vistosamente è Spies, quarto e staccato ora di 3"3; qualcosa certamente non fila per il verso giusto nella Yamaha dell'americano e Fabrizio non può approfittarne: rientrato in gara dopo la caduta, è 15° a 40" da Haga.
A cinque giri dalla bandiera a scacchi la vittoria di Haga comincia a delinearsi abbastanza chiaramente: Biaggi non sembra in grado di annullare lo svantaggio e Rea punta ormai al secondo e non più al primo posto.
A due giri dal traguardo Haga ha 1" su Biaggi che a sua volta ha 1" su Rea. Spies è solo in quarta posizione a 11"7 e precede Haslam di 6". Sesto è Kagayama che è riuscito a vincere il duello con Byrne.
La corsa si conclude senza il rush finale: Haga taglia per primo la linea d'arrivo e Biaggi lo segue a 1"4. Rea, che ha vistosamente mollato, passa a 6" e Spies a 18". Fabrizio conclude al tredicesimo posto.
1 N. Haga JPN Ducati 1098R
2 M. Biaggi ITA Aprilia RSV4 Factory 1.480
3 J. Rea GBR Honda CBR1000RR 6.024
4 B. Spies USA Yamaha YZF R1 18.135
5 L. Haslam GBR Honda CBR1000RR 21.236
6 Y. Kagayama JPN Suzuki GSX-R 1000 K9 23.647
7 S. Byrne GBR Ducati 1098R 23.701
8 K. Muggeridge AUS Suzuki GSX-R 1000 K9 24.838
9 C. Checa ESP Honda CBR1000RR 31.455
10 T. Corser AUS BMW S1000 RR 32.507
11 F. Nieto ESP Ducati 1098R 37.594
12 R. Xaus ESP BMW S1000 RR 44.727
13 M. Fabrizio ITA Ducati 1098R 49.782
14 M. Baiocco ITA Ducati 1098R 50.345
15 B. Parkes AUS K. awasaki ZX 10R 56.209
16 D. Salom ESP Kawasaki ZX 10R 58.796
17 D. Checa ESP Yamaha YZF R1 1'00.391
18 R. Resch AUT Suzuki GSX-R 1000 K9 1'20.777
19 S. Morais RSA K. awasaki ZX 10R 1'24.318
Da sinistra, Simeon, Berger e Barrier
Magny Cours – Parte in testa Barrier seguito da Corti, Simeon, Berger e Badovini. Cade subito Antonelli senza conseguenze. Nel corso del secondo giro Simeon supera prima Corti, poi anche Barrier e si porta al comando mostrando di avere margine anche per allontanarsi. Il belga della Ducati stabilisce anche il nuovo giro più veloce e record ufficiale della pista in 1'41"933. ma resiste solo un giro, poiché lo abbassa Berger girando in 1'41"650.
All'inizio del quinto giro Simeon guida la corsa con mezzo secondo su Berger, otto decimi su Barrier, 1"2 su Corti e 1"4 su Badovini, che nel corso dello stesso giro supera il pilota della Suzuki strappandogli il quarto posto. Poche curve più tardi Barrier incorre in una lunga sbandata, Badovini gli si fa sotto, poi lo infila all'interno in un curvone ed è terzo.
Intanto Berger ha ridotto a tre decimi il suo distacco da Simeon, che evidentemente non può permettersi di amministrare la gara, ma deve tenere il ritmo per restare al comando. Berger si avvicina ancora e fra i due torna il duello, mentre per il terzo posto si battono duramente Badovini e Barrier seguiti da Corti, Mahr, Baz e Fores.
Al penultimo giro Berger sferra l'attacco a Simeon e lo supera mentre Badovini getta al vento la sua eccellente prestazione cadendo. Berger vede la vittoria a portata di mano e punta al traguardo senza errori ed esitazioni, mentre Simeon vede il titolo mondiale a portata di mano e si accontenta del secondo posto. La corsa termina col trionfo di Berger, mentre Simeon si ferma al muretto a ricevere i festeggiamenti dei suoi meccanici.
Terzo si classifica Barrier con 3" su Corti. Berretta con la seconda Ducati Junior coglie il decimo posto davanti a Giugliano, per la prima volta in sella alla Yamaha Lorenzini.
Simeon e la Ducati, a quota 200 punti, sono campioni del mondo Superstock 1000 2009 con una gara di anticipo.
1 M. Berger FRA Honda CBR1000RR
2 X. Simeon BEL Ducati 1098R 1.560
3 S. Barrier FRA Yamaha YZF R1 3.449
4 C. Corti ITA Suzuki GSX-R 1000 K9 6.677
5 R. Mähr AUT Suzuki GSX-R 1000 K9 8.591
6 L. Baz FRA Yamaha YZF R1 14.116
7 J. Fores ESP Kawasaki ZX 10R 14.252
8 R. Schouten NED Yamaha YZF R1 25.881
9 M. Savary SUI Honda CBR1000RR 26.794
10 D. Beretta ITA Ducati 1098R 27.619
11 D. Giugliano ITA Yamaha YZF R1 27.709
12 O. Jezek CZE Honda CBR1000RR 28.876
13 B. Burrell GBR Honda CBR1000RR 30.320
14 F. Massei ITA Yamaha YZF R1 30.651
15 D. Lammert GER Suzuki GSX-R 1000 K9 31.683
16 A. Lowes GBR MV Agusta Agusta F4 312 R 34.768
17 J. Millet FRA Yamaha YZF R1 36.675
18 M. Lussiana FRA Yamaha YZF R1 37.140
19 P. Tutusaus ESP KTM RC8 R 37.265
20 I. Ortega ESP Kawasaki ZX 10R 43.388
21 F. Sandi ITA Aprilia RSV4 Factory 43.510
22 G. Leblanc FRA Yamaha YZF R1 46.490
23 H. Johansson SWE Yamaha YZF R1 46.715
24 F. Millet FRA Honda CBR1000RR 47.424
25 T. Svitok SVK MV Agusta Agusta F4 312 R 1'02.844
26 D. Andric BRA Yamaha YZF R1 1'09.218
27 N. Vivarelli ITA KTM RC8 R 1'37.248
28 P. Thiriet BRA Honda CBR1000RR 1 Lap
Lascorz, Crutchlow e Laverty
Magny Cours – Lascorz cerca la fuga fin dai primi metri, ma Crutchlow scavalca subito Laverty e lo insegue, lo raggiunge, lo sorpassa una prima volta, lo spagnolo gli restituisce il favore, ma poi l'inglese ritorna al comando e guadagna un paio di lunghezze sulla coppia Lascorz – Laverty.
Corsa finita? Macché! Crutchlow si fa riagguantare e sullo slancio sia Lascorz che Laverty lo superano. Al terzo giro Laverty è primo, ma cede all'incalzare di Lascorz che guida con una determinazione eccezionale. Crutchlow mantiene il terzo posto senza perdere terreno ed è raggiunto dal compagno di squadra Foret. Un giro ancora e Laverty arriva largo su una curva, lo infila Crutchlow, rientra e tocca Foret che gli è all'interno e lo supera. Laverty si scompone e perde terreno facendosi prendere da Sofuoglu e Pitt.
Quinto giro: Foret, terzo, sbaglia clamorosamente un ingresso in curva e cade; rientra e si ritira. A questo punto il duello per la vittoria sembra ristretto a Lascorz, che conduce, e Crutchlow, che lo tallona, ma Laverty e Sofuoglu girano più velocemente dei primi due e li raggiungono in forte progressione. Tutto è nuovamente in discussione in questa gara che si prospetta molto più appassionante e incerta delle aspettative della vigilia.
Dietro ai primi quattro lottano Aitchison, Pitt, Fujiwara e West, seguiti a 1" da Veneman e Roccoli. Malissimo la Triumph, con McCoy solo quindicesimo e Davies fuori gara.
A metà gara Lascorz è ancora al comando, mentre Laverty con una staccata magistrale ha strappato il secondo posto a Crutchlow. Laverty cerca di resistere al ritorno dell'inglese, esagera e vola nello spazio di fuga. Si rialza, torna in pista, e riprende la corsa pur con l'handicap della fiancata destra della carenatura quasi completamente staccata.
Il quattordicesimo giro segna il nuovo record della pista firmato da Crutchlow: 1'41"407 (apparteneva a Parkes in 1'42"593); il distacco della sua Yamaha dalla Kawasaki di Lascorz è comunque sensibile: 1"8, e dietro c'è sempre il pericolo Sofuoglu. Incertissima anche la battaglia per il quarto posto, fra Pitt, Aitchison, West e Fujiwara, uno incollato all'altro. Roccoli invece si batte per l'ottavo, contesogli da Lagrive e Veneman.
A quattro giri dal termine Crutchlow ha ridotto il distacco a 1"1, mentre Sufuoglu ha mollato, pago del terzo posto. West è quarto davanti ad Aitchison, Pitt e Fujiwara, ma la situazione in questo quartetto muta continuamente e solo la volata deciderà stabilmente la classifica.
A due giri dalla bandiera a scacchi Crutchlow è a 0,8" da Lascorz; l'inglese spinge ancora e ormai è a ruota dello spagnolo, quando la corsa viene sospesa dalla bandiera rossa, sventolata per una caduta collettiva: prima Four e Pirro assieme, poi anche Guerra.
La gara è conclusa, a termini di regolamento, e la classifica vede Lascorz vincitore davanti a Crutchlow e Sofuoglu. West conquista un quarto posto sudatissimo mettendosi in fila alle spallle Aitchison, Pitt e Fujiwara. Roccoli chiude con un soddisfacente ottavo posto e Laverty con un tredicesimo raccolto con la moto in condizioni pietose.
1 J. Lascorz ESP Kawasaki ZX-6R
2 C. Crutchlow GBR Yamaha YZF R6 0.937
3 K. Sofuoglu TUR Honda CBR600RR 5.910
4 A. West AUS Honda CBR600RR 20.797
5 M. Aitchison AUS Honda CBR600RR 20.992
6 A. Pitt AUS Honda CBR600RR 21.232
7 K. Fujiwara JPN Kawasaki ZX-6R 21.441
8 M. Roccoli ITA Honda CBR600RR 23.539
9 M. Lagrive FRA Honda CBR600RR 24.654
10 M. Pirro ITA Yamaha YZF R6 35.848
11 O. Four FRA Honda CBR600RR 36.243
12 M. Praia POR Honda CBR600RR 36.803
13 E. Laverty IRL Honda CBR600RR 52.022
14 K. Coghlan GBR Yamaha YZF R6 55.274
15 A. Vos NED Honda CBR600RR 55.831
16 J. Enjolras FRA Triumph Daytona 675 56.277
Guarnoni a terra disperato dopo la caduta in vista del traguardo
Magny Cours – Appassionante? Di più! Al terzo giro della corsa delle Superstock 600 sono ancora nove i piloti che compongono il gruppo di testa: racchiusi in 2" ci sono il francese Guarnoni al comando con a ruota Karlsen, seguito a sua volta da Rea, Marino, Lonbois, Guittet, Bussolotti, Bulle e La Marra. Manca Petrucci, leader del campionato, caduto al secondo giro.
Il gruppo si riduce a sei lungo la corsa, ma sei sono ancora all'ultimo giro quando, dopo la caduta di Karlsen, si avventano tutti assieme su ogni curva, ne escono in fila, poi si ricompattano e si aggrediscono in quella successiva. Così fino all'ultima, quella che immette sul traguardo, quando Guarnoni, in testa dal via, viene superato all'interno nella prima della "esse" da Marino e in uscita dalla seconda, quando è già sul rettifilo, cade finendo in lacrime nello spazio di fuga.
Vince Marino davanti a Rea, Bussolotti, Guittet e La Marra, piombati tutti sul traguardo in meno di 1".
1 F. Marino FRA Honda CBR600RR
2 G. Rea GBR Honda CBR600RR 0.251
3 M. Bussolotti ITA Yamaha YZF R6 0.429
4 B. Guittet FRA Honda CBR600RR 0.837
5 E. La Marra ITA Honda CBR600RR 0.953
6 L. Bulle FRA Yamaha YZF R6 5.942
7 N. Morelli ITA Honda CBR600RR 14.016
8 S. Kerschbaumer AUT Yamaha YZF R6 14.368
9 V. Lonbois BEL Yamaha YZF R6 14.598
10 R. Pagaud FRA Honda CBR600RR 15.189
11 N. Major FRA Yamaha YZF R6 16.245
12 N. Chevaux FRA Honda CBR600RR 19.747
13 A. Chmielewski POL Yamaha YZF R6 21.026
14 A. Schacht DEN Yamaha YZF R6 23.232
15 S. Egea FRA Kawasaki ZX-6R 25.377
16 M. Salac CZE Yamaha YZF R6 30.064
17 M. Vrajitoru ROU Yamaha YZF R6 31.920
18 D. Petrucci ITA Yamaha YZF R6 34.533
19 C. Von Gunten SUI Suzuki GSX-R600 35.548
20 R. Cecchini ITA Honda CBR600RR 1'03.155
21 B. Vrajitoru ROU Yamaha YZF R6 1'27.802
Ben Spies saluta il pubblico di Magny Cours
Un simpatico striscione dedicato a Regis Laconi
Michel Fabrizio si concentra sullo schieramento di partenza
"Mise" mozzafiato per una ragazza immagine Alfa Romeo
Biaggi in testa al plotone della Superbike con Haga, Spies, Rea e Byrne subito dietro
La caduta di Fabrizio in Gara-2
Lo spagnolo Fonsi Nieto davanti al britannico Shane Byrne, entrambi su Ducati
Max Biaggi e la sua inseparabile borraccia...
Noriyuki Haga sul gradino più alto del podio al termine di Gara-2
Spies precede Rea, Biaggi (seminascosto) e Haga
Haga infila Rea all'interno
L'esultanza di Biaggi per i due podi conquistati in Francia
Il rettilineo di Magny Cours attende l'arrivo dei piloti sulla griglia di partenza
Il duello tra Biaggi e Haga
Haga seguito da Haslam, Fabrizio, Corser e altri durante le prime fasi di Gara-1
Due tifosi di Max Biaggi
Haga festeggia la vittoria in Gara-2 nebulizzando champagne...
Una bella ed elegante umbrella girl del World Superbike Championship
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