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Doppietta Ducati e polemiche a non finire
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Dalle proteste per l'asfalto del primo giorno ai contrasti fra Biaggi e Simoncelli, a una vittoria che lascia molte perplessità. Gare combattute e trionfo della Desmo con Haga e Fabrizio
Imola – il ritorno delle Superbike sull'autodromo del Santerno è stato accompagnato da polemiche alla vigilia, da polemiche al termine delle gare e sarà senz'altro seguito da altre polemiche nei giorni a venire.
Dapprima la minaccia di non correre da parte dei piloti, che protestavano per l'asfalto troppo scivoloso; un episodio che ha sconvolto la giornata di venerdì e che si è poi dimostrato molto più gonfiato che reale.
Dapprima la minaccia di non correre da parte dei piloti, che protestavano per l'asfalto troppo scivoloso; un episodio che ha sconvolto la giornata di venerdì e che si è poi dimostrato molto più gonfiato che reale.
Poi il muro virtuale innalzato all'interno del box Aprilia, dove Max Biaggi e Marco Simoncelli sono stati costretti a convivere senza amore e con accesa rivalità. Poi ancora la squalifica di Badovini dopo la sua bella vittoria nella STK 1000, a causa di alcuni viti di titanio della SBK improvvidamente montate dal Team Aprilia sulla sua moto. A seguire, il contatto fra Biaggi e Simoncelli, che ha coinvolto l'incolpevole Spies in Gara-2. Infine la vittoria, ancora in Gara-2, di Fabrizio sul compagno di squadra Haga, una vittoria che toglie 5 punti ad Haga e che potrebbe quindi costare alla Ducati e al suo pilota giapponese il titolo mondiale 2009.
Per i puristi dello sport ciò che conta non sono le polemiche, ma le vicende agonistiche. Si può essere in gran parte d'accordo, ma almeno per quanto riguarda la vittoria di Fabrizio qualche riflessione non si può evitare. E sicuramente, rientrati alla vicina Borgo Panigale, lontano dai giornalisti, dal pubblico, dagli addetti ai lavori, gli uomini della Ducati si confronteranno sull'opportunità o meno di questa vittoria. Nulla da togliere al valore di Fabrizio, ma non si può dimenticare che in un Team che dà il massimo e che punta con tutte le sue forze, anche economiche, a vincere il titolo mondiale, tutti dovrebbero lavorare per l'obiettivo comune. Anche i piloti.
Detto questo, torniamo alle gare. Lasciando le cronache ai due articoli ad esse dedicati, ci preme celebrare il trionfo delle moto italiane, Ducati e Aprilia, che sul circuito di casa hanno inflitto una sonora sconfitta a tutte le marche concorrenti. Non sarà sempre così, ma oggi è stato così e ce ne compiaciamo. La nostra soddisfazione è anche per la vittoria di Haga, arrivata in una momento cruciale e dopo tre gran premi disgraziatissimi. Una vittoria che smentisce chi, con eccessiva fretta e un po' di superficialità, aveva ormai assegnato il titolo 2009 a Spies e condannato Haga al ruolo di eterno secondo. Oggi Spies ha sofferto, messo in difficoltà dalla fortissima accelerazione delle due italiane a due e a quattro cilindri. A fine corsa ha detto: "Ok, oggi il circuito era favorevole alla Ducati, altre volte abbiamo corso su piste più adatte alla Yamaha. Non è ancora detta l'ultima parola". Ha perso con grande sportività e altrettanto ha fatto Noriyuki Haga, che ha accusato il colpo senza manifestare apparente contrarietà. Almeno nell'immediatezza del fatto...
Jonathan Rea era atteso come uno dei potenziali vincitori, e nei primi giri sembrava in grado di tenere il passo dei più veloci avversari. Però oggi qualcosa non è andato per il suo verso: il giovane irlandese ha commesso diversi errori, tali e tanti da meravigliare, visto che non si era mai dimostrato un pilota irruente ed istintivo, ma un vero talento della guida in pista. Strano.
Chiudiamo con due righe sull'incidente fra Biaggi, Simoncelli e Spies in Gara-2. Ovviamente le opinioni sulla vicenda sono discordanti: scontato che Spies non c'entra per nulla, c'è chi erge Biaggi a vittima, chi dice che Simoncelli ha fatto ciò che un pilota deve fare, chi infine opta per il concorso di colpa. L'entrata di Marco su Max è stata indubbiamente dura e in una posizione che non lascia molto margine per manovre correttive, ma la porta lasciata aperta era troppo invogliante. Bene, mettiamola così: un tentativo di sorpasso come questo è criticabile durante la gara e fra compagni di squadra, specie se non ci si sta giocando nulla di importante, mentre è concepibile ed accade spesso all'ultimo giro. Basta.
Per i puristi dello sport ciò che conta non sono le polemiche, ma le vicende agonistiche. Si può essere in gran parte d'accordo, ma almeno per quanto riguarda la vittoria di Fabrizio qualche riflessione non si può evitare. E sicuramente, rientrati alla vicina Borgo Panigale, lontano dai giornalisti, dal pubblico, dagli addetti ai lavori, gli uomini della Ducati si confronteranno sull'opportunità o meno di questa vittoria. Nulla da togliere al valore di Fabrizio, ma non si può dimenticare che in un Team che dà il massimo e che punta con tutte le sue forze, anche economiche, a vincere il titolo mondiale, tutti dovrebbero lavorare per l'obiettivo comune. Anche i piloti.
Detto questo, torniamo alle gare. Lasciando le cronache ai due articoli ad esse dedicati, ci preme celebrare il trionfo delle moto italiane, Ducati e Aprilia, che sul circuito di casa hanno inflitto una sonora sconfitta a tutte le marche concorrenti. Non sarà sempre così, ma oggi è stato così e ce ne compiaciamo. La nostra soddisfazione è anche per la vittoria di Haga, arrivata in una momento cruciale e dopo tre gran premi disgraziatissimi. Una vittoria che smentisce chi, con eccessiva fretta e un po' di superficialità, aveva ormai assegnato il titolo 2009 a Spies e condannato Haga al ruolo di eterno secondo. Oggi Spies ha sofferto, messo in difficoltà dalla fortissima accelerazione delle due italiane a due e a quattro cilindri. A fine corsa ha detto: "Ok, oggi il circuito era favorevole alla Ducati, altre volte abbiamo corso su piste più adatte alla Yamaha. Non è ancora detta l'ultima parola". Ha perso con grande sportività e altrettanto ha fatto Noriyuki Haga, che ha accusato il colpo senza manifestare apparente contrarietà. Almeno nell'immediatezza del fatto...
Jonathan Rea era atteso come uno dei potenziali vincitori, e nei primi giri sembrava in grado di tenere il passo dei più veloci avversari. Però oggi qualcosa non è andato per il suo verso: il giovane irlandese ha commesso diversi errori, tali e tanti da meravigliare, visto che non si era mai dimostrato un pilota irruente ed istintivo, ma un vero talento della guida in pista. Strano.
Chiudiamo con due righe sull'incidente fra Biaggi, Simoncelli e Spies in Gara-2. Ovviamente le opinioni sulla vicenda sono discordanti: scontato che Spies non c'entra per nulla, c'è chi erge Biaggi a vittima, chi dice che Simoncelli ha fatto ciò che un pilota deve fare, chi infine opta per il concorso di colpa. L'entrata di Marco su Max è stata indubbiamente dura e in una posizione che non lascia molto margine per manovre correttive, ma la porta lasciata aperta era troppo invogliante. Bene, mettiamola così: un tentativo di sorpasso come questo è criticabile durante la gara e fra compagni di squadra, specie se non ci si sta giocando nulla di importante, mentre è concepibile ed accade spesso all'ultimo giro. Basta.
SBK Gara-1: grande Biaggi, vince Haga
Imola – Fabrizio guadagna metri preziosi su tutti appena spentosi il rosso del semaforo, ma alla prima curva arriva in testa Max Biaggi davanti a Fabrizio, Haga, Rea, Spies, Corser e Byrne. Biaggi tiene duro, anzi sembra in grado di staccare la coppia della Ducati. Al terzo giro Haga supera Fabrizio e si getta alla caccia di Max, che raggiunge in pochi istanti iniziando subito dopo a pungolarlo. Nel duello si inserisce all'improvviso Rea, che sbaglia completamente un tentativo di sorpasso e finisce fuori incrociando platealmente e molto pericolosamente la traiettoria di Biaggi e Haga.
Al quarto passaggio la lotta per la vittoria si è quindi ristretta a quattro piloti: Biaggi, che conduce con 2 decimi su Haga, 4 su Fabrizio e 1"5 su Spies. Qinto è Haslam che precede Corser, Byrne e Simoncelli, risalito dall'undicesimo all'ottavo posto. Fabrizio attacca Haga e lo supera sostituendolo alla ruota di Biaggi, mentre Simoncelli guadagna la sesta posizione infilando Byrne e Corser.
Ormai il quartetto di testa si è ridotto ad un trio, visto che Spies perde vistosamente terreno e al settimo giro il suo distacco dal leader è già di 2"5.
Biaggi guida molto bene, pulito, regolare, e sembra poter disporre anche di un po' di margine per contenere gli avversari. La Honda invece non è in giornata: dopo l'errore di Rea, arriva la caduta di Checa e solo Kiyonari salva l'onore di Ten Kate tenendo il settimo posto. Haslam, con la Honda Stiggy, cede al decimo giro il quinto posto all'incalzante Simoncelli, che ha trovato il ritmo giusto, gira come i migliori, ma forse è limite e paga l'azzardo con una innocua ma deludente caduta.
A metà gara la situazione si evolve: Haga passa Biaggi, ma poco dopo il romano recupera il comando. Della bagarre fra Aprilia e Ducati approfitta Spies che recupera riportandosi a 1" dal pilota di testa.
Per molti giri non ci sono novità se non la rimonta di Rea, che al quindicesimo giro, è risalito fino al nono posto e si prepara ad attaccare Parkes per l'ottavo.
A tre giri dal termine Haga attacca nuovamente e riesce ad aver ragione di Biaggi, che deve guardarsi anche dall'aggressività di Fabrizio. Spies, vicinissimo a Fabrizio, osserva e certamente sta facendo progetti...
Haga allunga e mette mezzo secondo fra sé e Biaggi, che al penultimo giro cede la seconda posizione a Fabrizio. Inizia il giro finale: Haga guida una moto ormai decisamente ballerina, ma il suo vantaggio è di oltre 1" e gli concede una certa tranquillità. Taglia il traguardo chino sotto il cupolino mentre alle sue spalle, all'ingresso della chicane, Biaggi compie una prodezza, affianca Fabrizio, riesce a non perdere terreno pur dovendo rimanere all'esterno in uscita, quindi spalanca il gas dell'Aprilia e in accelerazione batte la Ducati conquistando il secondo posto. Spies è quarto. Non stava facendo progetti...
Quinto è Kiyonari in volata su Haslam e settimo Rea. Smrz coglie un più che soddisfacente ottavo posto, mentre deludente è la prestazione delle BMW, undicesima e dodicesima con Corser e Xaus, precedute anche dalla Kawasaki di Parkes.
Al quarto passaggio la lotta per la vittoria si è quindi ristretta a quattro piloti: Biaggi, che conduce con 2 decimi su Haga, 4 su Fabrizio e 1"5 su Spies. Qinto è Haslam che precede Corser, Byrne e Simoncelli, risalito dall'undicesimo all'ottavo posto. Fabrizio attacca Haga e lo supera sostituendolo alla ruota di Biaggi, mentre Simoncelli guadagna la sesta posizione infilando Byrne e Corser.
Ormai il quartetto di testa si è ridotto ad un trio, visto che Spies perde vistosamente terreno e al settimo giro il suo distacco dal leader è già di 2"5.
Biaggi guida molto bene, pulito, regolare, e sembra poter disporre anche di un po' di margine per contenere gli avversari. La Honda invece non è in giornata: dopo l'errore di Rea, arriva la caduta di Checa e solo Kiyonari salva l'onore di Ten Kate tenendo il settimo posto. Haslam, con la Honda Stiggy, cede al decimo giro il quinto posto all'incalzante Simoncelli, che ha trovato il ritmo giusto, gira come i migliori, ma forse è limite e paga l'azzardo con una innocua ma deludente caduta.
A metà gara la situazione si evolve: Haga passa Biaggi, ma poco dopo il romano recupera il comando. Della bagarre fra Aprilia e Ducati approfitta Spies che recupera riportandosi a 1" dal pilota di testa.
Per molti giri non ci sono novità se non la rimonta di Rea, che al quindicesimo giro, è risalito fino al nono posto e si prepara ad attaccare Parkes per l'ottavo.
A tre giri dal termine Haga attacca nuovamente e riesce ad aver ragione di Biaggi, che deve guardarsi anche dall'aggressività di Fabrizio. Spies, vicinissimo a Fabrizio, osserva e certamente sta facendo progetti...
Haga allunga e mette mezzo secondo fra sé e Biaggi, che al penultimo giro cede la seconda posizione a Fabrizio. Inizia il giro finale: Haga guida una moto ormai decisamente ballerina, ma il suo vantaggio è di oltre 1" e gli concede una certa tranquillità. Taglia il traguardo chino sotto il cupolino mentre alle sue spalle, all'ingresso della chicane, Biaggi compie una prodezza, affianca Fabrizio, riesce a non perdere terreno pur dovendo rimanere all'esterno in uscita, quindi spalanca il gas dell'Aprilia e in accelerazione batte la Ducati conquistando il secondo posto. Spies è quarto. Non stava facendo progetti...
Quinto è Kiyonari in volata su Haslam e settimo Rea. Smrz coglie un più che soddisfacente ottavo posto, mentre deludente è la prestazione delle BMW, undicesima e dodicesima con Corser e Xaus, precedute anche dalla Kawasaki di Parkes.
SBK Gara-1: classifica
1
N.
Haga
JPN
Ducati
1098R
2 M. Biaggi ITA Aprilia RSV4 Factory 2.074
3 M. Fabrizio ITA Ducati 1098R 2.190
4 B. Spies USA Yamaha YZF R1 5.438
5 R. Kiyonari JPN Honda CBR1000RR 14.470
6 L. Haslam GBR Honda CBR1000RR 14.685
7 J. Rea GBR Honda CBR1000RR 26.822
8 J. Smrz CZE Ducati 1098R 32.694
9 T. Sykes GBR Yamaha YZF R1 33.817
10 B. Parkes AUS Kawasaki ZX 10R 34.801
11 T. Corser AUS BMW S1000 RR 35.286
12 R. Xaus ESP BMW S1000 RR 36.442
13 K. Muggeridge AUS Suzuki GSX-R 1000 K9 38.698
14 M. Baiocco ITA Ducati 1098R 42.147
15 Y. Kagayama JPN Suzuki GSX-R 1000 K9 46.510
16 L. Scassa ITA Kawasaki ZX 10R 46.628
17 D. Checa ESP Yamaha YZF R1 1'16.121
18 D. Salom ESP Kawasaki ZX 10R 1'16.398
2 M. Biaggi ITA Aprilia RSV4 Factory 2.074
3 M. Fabrizio ITA Ducati 1098R 2.190
4 B. Spies USA Yamaha YZF R1 5.438
5 R. Kiyonari JPN Honda CBR1000RR 14.470
6 L. Haslam GBR Honda CBR1000RR 14.685
7 J. Rea GBR Honda CBR1000RR 26.822
8 J. Smrz CZE Ducati 1098R 32.694
9 T. Sykes GBR Yamaha YZF R1 33.817
10 B. Parkes AUS Kawasaki ZX 10R 34.801
11 T. Corser AUS BMW S1000 RR 35.286
12 R. Xaus ESP BMW S1000 RR 36.442
13 K. Muggeridge AUS Suzuki GSX-R 1000 K9 38.698
14 M. Baiocco ITA Ducati 1098R 42.147
15 Y. Kagayama JPN Suzuki GSX-R 1000 K9 46.510
16 L. Scassa ITA Kawasaki ZX 10R 46.628
17 D. Checa ESP Yamaha YZF R1 1'16.121
18 D. Salom ESP Kawasaki ZX 10R 1'16.398
SBK Gara-2: Fabrizio, vittoria istintiva
Imola – Due Ducati in fuga fin dalle prime battute inseguite da Biaggi. Si prospetta la stessa battaglia di Gara-1, ma questa volta manca Spies, che al terzo giro è solo quinto con 3"4 di ritardo alle spalle di Byrne. Un giro più tardi Spies arretra ancora , superato da Simoncelli.
Intanto Haga è passato a condurre seguito da Fabrizio e Biaggi staccato di 1"1. Si sono formati due gruppi di tre piloti: uno in lotta per la vittoria, l'altro, a 4", che si gioca il quarto posto.
All'inizio del settimo giro Haga passa con 1" su Fabrizio e 1"4 su Biaggi. Quarto è Simoncelli a 5"4, seguono poi Byrne a 5"8, Spies a 6"2, Kiyonari a 9"5, Haslam a 9"8, Rea, rientrato dopo un secondo grave errore nella fase iniziale, e Smrz. A metà gara le prime tre posizioni sembrano ormai stabilmente delineate: Haga conduce davanti a Fabrizio, mentre Biaggi sembra aver rinunciato alla lotta ed è già staccato di 4"6. Il problema di Biaggi a questo punto si chiama Simoncelli: il pilota della 250 GP, che vuol lasciare un buon ricordo del suo debutto in Superbike, sta forzando il ritmo e, trascinandosi in scia Spies ha raggiunto il caposquadra.
Al dodicesimo giro Fabrizio, dopo essersi riportato su Haga, tenta il sorpasso e ci riesce. Ora è il numero 84 a guidare la corsa, ma il n. 41 prova a resistergli anche se accusa - e lo si saprà dopo - sensibili problemi di grip. Un giro ancora e un'altra grossa sorpresa viene a movimentare questa gara: Simoncelli punta su Biaggi, gli arriva addosso velocissimo, lo supera all'interno, ma Max, impostando comunque la sua traiettoria lo tocca e si scompone bruscamente proprio mentre arriva Spies, che per non investirlo è costretto ad uscire nello spazio di fuga per poi rientrare immediatamente. Decisamente l'atmosfera è rovente.
Mancano cinque giri al termine e Fabrizio è riuscito ad allungare su Haga accumulando 1"4 di vantaggio. Simoncelli è terzo a 7"3, con 1" su Biaggi. Quinto è Spies a 12" seguito da Byrne, Rea, Haslam, Smrz, Checa, Lanzi e Sykes. Il diciottesimo dei 21 giri di gara segna un nuovo dritto di Rea, fuori traiettoria nel tentativo non riuscito di strappare a Byrne il sesto posto. Rea perde tempo ma non si perde d'animo: rientra ancora, spinge come nulla fosse accaduto e poco dopo è nuovamente in scia a Byrne che supera definitivamente al penultimo giro. Arriva il traguardo finale e Fabrizio lo taglia trionfalmente, imitato 3"5 più tardi da Haga. Poi Simoncelli e Biaggi: quattro moto italiane ai primi quattro posti, inutile dire che fa piacere. Quinto è Spies, che rientra al box piuttosto scuro in volto.
Intanto Haga è passato a condurre seguito da Fabrizio e Biaggi staccato di 1"1. Si sono formati due gruppi di tre piloti: uno in lotta per la vittoria, l'altro, a 4", che si gioca il quarto posto.
All'inizio del settimo giro Haga passa con 1" su Fabrizio e 1"4 su Biaggi. Quarto è Simoncelli a 5"4, seguono poi Byrne a 5"8, Spies a 6"2, Kiyonari a 9"5, Haslam a 9"8, Rea, rientrato dopo un secondo grave errore nella fase iniziale, e Smrz. A metà gara le prime tre posizioni sembrano ormai stabilmente delineate: Haga conduce davanti a Fabrizio, mentre Biaggi sembra aver rinunciato alla lotta ed è già staccato di 4"6. Il problema di Biaggi a questo punto si chiama Simoncelli: il pilota della 250 GP, che vuol lasciare un buon ricordo del suo debutto in Superbike, sta forzando il ritmo e, trascinandosi in scia Spies ha raggiunto il caposquadra.
Al dodicesimo giro Fabrizio, dopo essersi riportato su Haga, tenta il sorpasso e ci riesce. Ora è il numero 84 a guidare la corsa, ma il n. 41 prova a resistergli anche se accusa - e lo si saprà dopo - sensibili problemi di grip. Un giro ancora e un'altra grossa sorpresa viene a movimentare questa gara: Simoncelli punta su Biaggi, gli arriva addosso velocissimo, lo supera all'interno, ma Max, impostando comunque la sua traiettoria lo tocca e si scompone bruscamente proprio mentre arriva Spies, che per non investirlo è costretto ad uscire nello spazio di fuga per poi rientrare immediatamente. Decisamente l'atmosfera è rovente.
Mancano cinque giri al termine e Fabrizio è riuscito ad allungare su Haga accumulando 1"4 di vantaggio. Simoncelli è terzo a 7"3, con 1" su Biaggi. Quinto è Spies a 12" seguito da Byrne, Rea, Haslam, Smrz, Checa, Lanzi e Sykes. Il diciottesimo dei 21 giri di gara segna un nuovo dritto di Rea, fuori traiettoria nel tentativo non riuscito di strappare a Byrne il sesto posto. Rea perde tempo ma non si perde d'animo: rientra ancora, spinge come nulla fosse accaduto e poco dopo è nuovamente in scia a Byrne che supera definitivamente al penultimo giro. Arriva il traguardo finale e Fabrizio lo taglia trionfalmente, imitato 3"5 più tardi da Haga. Poi Simoncelli e Biaggi: quattro moto italiane ai primi quattro posti, inutile dire che fa piacere. Quinto è Spies, che rientra al box piuttosto scuro in volto.
SBK Gara-2: classifica
1
M.
Fabrizio
Ducati
1098R
2 N. Haga Ducati 1098R 3.592
3 M. Simoncelli Aprilia RSV4 Factory 6.510
4 M. Biaggi Aprilia RSV4 Factory 7.445
5 B. Spies Yamaha YZF R1 14.678
6 J. Rea Honda CBR1000RR 16.396
7 S. Byrne Ducati 1098R 17.110
8 L. Haslam Honda CBR1000RR 22.502
9 J. Smrz Ducati 1098R 25.268
10 C. Checa Honda CBR1000RR 30.203
11 L. Lanzi Ducati 1098R 32.589
12 T. Sykes Yamaha YZF R1 36.243
13 R. Xaus BMW S1000 RR 36.368
14 K. Muggeridge Suzuki GSX-R 1000 K9 38.809
15 B. Parkes Kawasaki ZX 10R 42.435
16 M. Baiocco Ducati 1098R 49.349
17 R. Kiyonari Honda CBR1000RR 1'01.823
18 L. Scassa Kawasaki ZX 10R 1'06.854
2 N. Haga Ducati 1098R 3.592
3 M. Simoncelli Aprilia RSV4 Factory 6.510
4 M. Biaggi Aprilia RSV4 Factory 7.445
5 B. Spies Yamaha YZF R1 14.678
6 J. Rea Honda CBR1000RR 16.396
7 S. Byrne Ducati 1098R 17.110
8 L. Haslam Honda CBR1000RR 22.502
9 J. Smrz Ducati 1098R 25.268
10 C. Checa Honda CBR1000RR 30.203
11 L. Lanzi Ducati 1098R 32.589
12 T. Sykes Yamaha YZF R1 36.243
13 R. Xaus BMW S1000 RR 36.368
14 K. Muggeridge Suzuki GSX-R 1000 K9 38.809
15 B. Parkes Kawasaki ZX 10R 42.435
16 M. Baiocco Ducati 1098R 49.349
17 R. Kiyonari Honda CBR1000RR 1'01.823
18 L. Scassa Kawasaki ZX 10R 1'06.854
SS: cade Crutchlow, via libera per Sofuoglu
Imola – Partenza a razzo di Sofuoglu che si trascina in scia Roccoli, Lascorz, Laverty e Crutchlow. Al secondo giro Lascorz è l'unico sotto 1'53" e ne paga lo scotto Roccoli, che arretra al quinto posto superato anche da Laverty e Crutchlow.
Girando in 1'52" alto, la coppia Sofuoglu – Lascorz riesce ad allungare sugli inseguitori, così al quarto giro Laverty è già staccato di quasi 2": troppi per Crutchlow, che accelera, passa Laverty e si lancia all'inseguimento della coppia di testa.
Al quinto giro Crutchlow lancia un segnale: stabilisce il giro più veloce e guadagna qualche decimo. E' ancora poco, ma il giro successivo l'inglese è ancora il più veloce in pista e il distacco passa da 1"8 a 1"5. Intanto Roccoli perde l'occasione di un eccellente piazzamento cadendo alla Tosa. Era quinto.
Al settimo giro nuovo record di Crutchlow: 1'52"282. Il distacco scende a 1"2. Altro giro e altro record: 1'52"187: tra lui e Sofuoglu, solo sei decimi, mentre la ruota di Lascorz è già alla sua portata.
A metà gara tre piloti si giocano la vittoria, Laverty è quarto a 5"4, Foret quinto e McCoy sesto con la Triumph, mentre il suo compagno di squadra, l'esordiente Davies, lotta con Pitt per il settimo posto.
Al decimo giro doppio colpo di scena: Lascorz attacca Sofuoglu e Crutchlow lo imita. Entrambi superano Sofuoglu, ma poche curve dopo la Kawasaki di Lascorz comincia a fumare vistosamente: fumo azzurro, fumo da olio in pista... Lascorz continua per qualche centinaio di metri, poi rinuncia e lascia passare gli avversari, me ormai la frittata è fatta: viene esposta la bandiera rossa e la corsa è sospesa per la pulizia dell'asfalto.
Un lungo intervallo precede la ripartenza. Scatta Laverty, ma in conclusione del primo giro Sofuoglu è già al comando seguito da Laverty e Crutchlow. Laverty però non demorde: recupera la testa della corsa ma non riesce a staccare Sofuoglu, che alla Rivazza lo ripassa. A questo punto inizia il forcing di Crutchlow, che scavalca Laverty, stabilisce il nuovo primato della pista in 1'51"645, agguanta Sofuoglu e a quattro giri dal traguardo lo infila conquistando il comando. Il ritmo dell'inglese è formidabile, ma eccessivo: ancora un giro, e una scivolata rende vani tutti i suoi sforzi proiettandolo ad alta velocità, e fortunatamente senza conseguenze, contro le protezioni al limite di uno spazio di fuga.
Per Sofuoglu è la fine di ogni preoccupazione: inizia l'ultimo giro con 1"7 su Laverty, amministra il vantaggio e coglie un meritato premio al suo impegno agonistico. Alle sue spalle un gruppo di quattro piloti in fila indiana, ruota a ruota, composto da Laverty, Foret, Pitt e il bravo Davies. Nella classifica finale, fatta per somma dei tempi delle due manche, dietro a Sofuoglu, Laverty e Foret troviamo Davies,che porta la Triumph al quarto posto precedendo il compagno di squadra McCoy che lo segue in classifica completando una delle migliori prestazioni di squadra del Team BE1 nel 2009.
Al quinto giro Crutchlow lancia un segnale: stabilisce il giro più veloce e guadagna qualche decimo. E' ancora poco, ma il giro successivo l'inglese è ancora il più veloce in pista e il distacco passa da 1"8 a 1"5. Intanto Roccoli perde l'occasione di un eccellente piazzamento cadendo alla Tosa. Era quinto.
Al settimo giro nuovo record di Crutchlow: 1'52"282. Il distacco scende a 1"2. Altro giro e altro record: 1'52"187: tra lui e Sofuoglu, solo sei decimi, mentre la ruota di Lascorz è già alla sua portata.
A metà gara tre piloti si giocano la vittoria, Laverty è quarto a 5"4, Foret quinto e McCoy sesto con la Triumph, mentre il suo compagno di squadra, l'esordiente Davies, lotta con Pitt per il settimo posto.
Al decimo giro doppio colpo di scena: Lascorz attacca Sofuoglu e Crutchlow lo imita. Entrambi superano Sofuoglu, ma poche curve dopo la Kawasaki di Lascorz comincia a fumare vistosamente: fumo azzurro, fumo da olio in pista... Lascorz continua per qualche centinaio di metri, poi rinuncia e lascia passare gli avversari, me ormai la frittata è fatta: viene esposta la bandiera rossa e la corsa è sospesa per la pulizia dell'asfalto.
Un lungo intervallo precede la ripartenza. Scatta Laverty, ma in conclusione del primo giro Sofuoglu è già al comando seguito da Laverty e Crutchlow. Laverty però non demorde: recupera la testa della corsa ma non riesce a staccare Sofuoglu, che alla Rivazza lo ripassa. A questo punto inizia il forcing di Crutchlow, che scavalca Laverty, stabilisce il nuovo primato della pista in 1'51"645, agguanta Sofuoglu e a quattro giri dal traguardo lo infila conquistando il comando. Il ritmo dell'inglese è formidabile, ma eccessivo: ancora un giro, e una scivolata rende vani tutti i suoi sforzi proiettandolo ad alta velocità, e fortunatamente senza conseguenze, contro le protezioni al limite di uno spazio di fuga.
Per Sofuoglu è la fine di ogni preoccupazione: inizia l'ultimo giro con 1"7 su Laverty, amministra il vantaggio e coglie un meritato premio al suo impegno agonistico. Alle sue spalle un gruppo di quattro piloti in fila indiana, ruota a ruota, composto da Laverty, Foret, Pitt e il bravo Davies. Nella classifica finale, fatta per somma dei tempi delle due manche, dietro a Sofuoglu, Laverty e Foret troviamo Davies,che porta la Triumph al quarto posto precedendo il compagno di squadra McCoy che lo segue in classifica completando una delle migliori prestazioni di squadra del Team BE1 nel 2009.
SS: classifica
1
K.
Sofuoglu
TUR
Honda
CBR600RR
2 E. Laverty IRL Honda CBR600RR 5.372
3 F. Foret FRA Yamaha YZF R6 6.450
4 C. Davies GBR Triumph Daytona 675 15.847
5 G. Mccoy AUS Triumph Daytona 675 15.944
6 A. Pitt AUS Honda CBR600RR 16.001
7 K. Fujiwara JPN Kawasaki ZX-6R 27.097
8 A. West AUS Honda CBR600RR 27.835
9 M. Praia POR Honda CBR600RR 32.846
10 D. Dell'omo ITA Honda CBR600RR 33.315
11 M. Pirro ITA Yamaha YZF R6 33.576
12 C. Migliorati ITA Kawasaki ZX-6R 44.958
13 O. Four FRA Honda CBR600RR 59.645
14 B. Veneman NED Honda CBR600RR 1'06.270
15 F. Gentile ITA Honda CBR600RR 1'14.735
16 A. Vos NED Honda CBR600RR 1'18.933
17 E. Russo ITA Yamaha YZF R6 1'25.012
2 E. Laverty IRL Honda CBR600RR 5.372
3 F. Foret FRA Yamaha YZF R6 6.450
4 C. Davies GBR Triumph Daytona 675 15.847
5 G. Mccoy AUS Triumph Daytona 675 15.944
6 A. Pitt AUS Honda CBR600RR 16.001
7 K. Fujiwara JPN Kawasaki ZX-6R 27.097
8 A. West AUS Honda CBR600RR 27.835
9 M. Praia POR Honda CBR600RR 32.846
10 D. Dell'omo ITA Honda CBR600RR 33.315
11 M. Pirro ITA Yamaha YZF R6 33.576
12 C. Migliorati ITA Kawasaki ZX-6R 44.958
13 O. Four FRA Honda CBR600RR 59.645
14 B. Veneman NED Honda CBR600RR 1'06.270
15 F. Gentile ITA Honda CBR600RR 1'14.735
16 A. Vos NED Honda CBR600RR 1'18.933
17 E. Russo ITA Yamaha YZF R6 1'25.012
STK 1000: vittoria a tavolino per Simeon
Imola – Badovini non sbaglia: è in pole e al via scatta davanti a tutti seguito da Simeon, Corti, Magnoni, Barrier, Lammert, Antonelli, Berretta, Baroni e Sandi. Berger, uno dei protagonisti del campionato, è sfortunatamente fuori al primo giro.
Per quattro giri non succede nulla: non si formano gruppi e non ci sono le dure battaglie cui la STK ci ha abituato su tante altre piste. Badovini continua a tenere il comando e alle sue spalle è monotonia assoluta, con Simeon secondo in arretramento, poi Corti al terzo posto stabile e Magnoni quarto insidiato da Barrier. Intanto Giugliano è fermo al box.
A due giri dal termine Barrier strappa a Magnoni il quarto posto: è l'unico sprazzo di vivacità di una corsa che poco dopo vede Badovini tagliare il traguardo in solitudine regalando all'Aprilia RSV4 la prima vittoria iridata nel campionato Superstock. Secondo è Simeon, che consolida la sua posizione di leader della classifica mondiale. Terzo è Corti con 3" di vantaggio su Barrier che vince la volata con Magnoni.
Ayrton Badovini, che nella Superstock era già stato protagonista e vincitore con la MV F4, prima della sfortunata avventura in Superbike con la Kawasaki PSG-1, ha vinto al rientro su una moto che nelle sue mani potrebbe concedere la replica anche a Magny Cours e a Portimao. Al momento comunque non si sa ancora se la coppia vincitrice qui a Imola sarà in gara anche nelle ultime due prove del campionato.
Vittoria annullata
Mezz'ora dopo la fine della corsa per Badovini arriva la doccia gelata: sulla sua Aprilia sono state riscontrate irregolarità tecniche (c'erano viti e braccialetti in titanio anziché d'acciaio come sul modello in vendita) e l'eliminazione dalla classifica è la conseguenza inevitabile. Peccato.
Ma è possibile che una squadra tanto esperta possa fare un simile errore?
"Confesso che la colpa è nostra – ammette l'ing. Dall'Igna, direttore tecnico del reparto corse della Casa di Noale – abbiamo assemblato la moto e abbiamo usato materiale che avevamo lì per la Superbike, senza badarci. Poche viti e comunque nulla di importante che potesse influire sulla competititività della moto. E' stato uno sbaglio e lo paghiamo. Non credo però che non se ne fossero accorti prima. Perché allora farcelo notare solo dopo la fine della corsa?".
A due giri dal termine Barrier strappa a Magnoni il quarto posto: è l'unico sprazzo di vivacità di una corsa che poco dopo vede Badovini tagliare il traguardo in solitudine regalando all'Aprilia RSV4 la prima vittoria iridata nel campionato Superstock. Secondo è Simeon, che consolida la sua posizione di leader della classifica mondiale. Terzo è Corti con 3" di vantaggio su Barrier che vince la volata con Magnoni.
Ayrton Badovini, che nella Superstock era già stato protagonista e vincitore con la MV F4, prima della sfortunata avventura in Superbike con la Kawasaki PSG-1, ha vinto al rientro su una moto che nelle sue mani potrebbe concedere la replica anche a Magny Cours e a Portimao. Al momento comunque non si sa ancora se la coppia vincitrice qui a Imola sarà in gara anche nelle ultime due prove del campionato.
Vittoria annullata
Mezz'ora dopo la fine della corsa per Badovini arriva la doccia gelata: sulla sua Aprilia sono state riscontrate irregolarità tecniche (c'erano viti e braccialetti in titanio anziché d'acciaio come sul modello in vendita) e l'eliminazione dalla classifica è la conseguenza inevitabile. Peccato.
Ma è possibile che una squadra tanto esperta possa fare un simile errore?
"Confesso che la colpa è nostra – ammette l'ing. Dall'Igna, direttore tecnico del reparto corse della Casa di Noale – abbiamo assemblato la moto e abbiamo usato materiale che avevamo lì per la Superbike, senza badarci. Poche viti e comunque nulla di importante che potesse influire sulla competititività della moto. E' stato uno sbaglio e lo paghiamo. Non credo però che non se ne fossero accorti prima. Perché allora farcelo notare solo dopo la fine della corsa?".
STK 1000: classifica
1
X.
Simeon
BEL
Ducati
1098R
2 C. Corti ITA Suzuki GSX-R 1000 K9 1.689
3 M. Magnoni ITA Yamaha YZF R1 4.947
4 D. Beretta ITA Ducati 1098R 13.727
5 D. Lammert GER Suzuki GSX-R 1000 K9 16.487
6 S. Saltarelli ITA Suzuki GSX-R 1000 K9 17.403
7 L. Baroni ITA Yamaha YZF R1 17.661
8 O. Jezek CZE Honda CBR1000RR 26.448
9 J. Fores ESP Kawasaki Kawasaki ZX 10R 29.235
10 L. Baz FRA Yamaha YZF R1 32.603
11 A. Lowes GBR MV Agusta F4 312 R 35.135
12 R. Mähr AUT Suzuki GSX-R 1000 K9 35.330
13 F. Massei ITA Yamaha YZF R1 36.006
14 M. Savary SUI Honda CBR1000RR 36.058
15 J. Millet FRA Yamaha YZF R1 41.732
16P S. Barrier FRA Yamaha YZF R1 44.709
17 R. Schouten NED Yamaha YZF R1 46.327
18 H. Johansson SWE Yamaha YZF R1 57.468
19 K. Sletten NOR Yamaha YZF R1 57.485
20 P. Tutusaus ESP KTM RC8 R 1'01.112
21 N. Vivarelli ITA KTM RC8 R 1'08.846
22 D. Andric BRA Yamaha YZF R1 1'09.030
23 F. Biaggi ITA Aprilia RSV4 Factory 1'09.149
24 T. Svitok SVK MV Agusta F4 312 R 1'16.607
25 T. Krajci SVK Honda CBR1000RR 1'16.899
26 P. Thiriet BRA Honda CBR1000RR 1'22.818
2 C. Corti ITA Suzuki GSX-R 1000 K9 1.689
3 M. Magnoni ITA Yamaha YZF R1 4.947
4 D. Beretta ITA Ducati 1098R 13.727
5 D. Lammert GER Suzuki GSX-R 1000 K9 16.487
6 S. Saltarelli ITA Suzuki GSX-R 1000 K9 17.403
7 L. Baroni ITA Yamaha YZF R1 17.661
8 O. Jezek CZE Honda CBR1000RR 26.448
9 J. Fores ESP Kawasaki Kawasaki ZX 10R 29.235
10 L. Baz FRA Yamaha YZF R1 32.603
11 A. Lowes GBR MV Agusta F4 312 R 35.135
12 R. Mähr AUT Suzuki GSX-R 1000 K9 35.330
13 F. Massei ITA Yamaha YZF R1 36.006
14 M. Savary SUI Honda CBR1000RR 36.058
15 J. Millet FRA Yamaha YZF R1 41.732
16P S. Barrier FRA Yamaha YZF R1 44.709
17 R. Schouten NED Yamaha YZF R1 46.327
18 H. Johansson SWE Yamaha YZF R1 57.468
19 K. Sletten NOR Yamaha YZF R1 57.485
20 P. Tutusaus ESP KTM RC8 R 1'01.112
21 N. Vivarelli ITA KTM RC8 R 1'08.846
22 D. Andric BRA Yamaha YZF R1 1'09.030
23 F. Biaggi ITA Aprilia RSV4 Factory 1'09.149
24 T. Svitok SVK MV Agusta F4 312 R 1'16.607
25 T. Krajci SVK Honda CBR1000RR 1'16.899
26 P. Thiriet BRA Honda CBR1000RR 1'22.818
STK 600: la prima di La Marra
Imola – Quattro giri in testa per Bussolotti, poi altri cinque dominati da Petrucci. E fanno nove. Ne rimane uno: se lo contendono quattro piloti: Petrucci, La Marra, Rea e Bussolotti. Ne nasce una volata micidiale e un vincitore: Eddi La Marra, per la prima volta sul gradino più alto del podio della Superstock 600. Alle sue spalle Rea, Bussolotti e Petrucci.
Gli stessi quattro avevano concluso ai primi quattro posti, anche se in ordine diverso, il primo giro di questa avvincente corsa che non ha visto altri piloti intromettersi nella disputa per la vittoria. La Marra ha vinto e convinto: quarto al termine del primo giro, terzo al quinto giro, secondo al settimo giro, ha completato una corsa in crescendo coronandola con una bella vittoria.
Petrucci col quarto posto odierno consolida la sua leadership nel campionato. Ora ha 135 punti, 11 di vantaggio su Lombois, vittima oggi di una pessima partenza, 17 su Rea, 23 su Bussolotti e 41 sui Guarnoni.
Gli stessi quattro avevano concluso ai primi quattro posti, anche se in ordine diverso, il primo giro di questa avvincente corsa che non ha visto altri piloti intromettersi nella disputa per la vittoria. La Marra ha vinto e convinto: quarto al termine del primo giro, terzo al quinto giro, secondo al settimo giro, ha completato una corsa in crescendo coronandola con una bella vittoria.
Petrucci col quarto posto odierno consolida la sua leadership nel campionato. Ora ha 135 punti, 11 di vantaggio su Lombois, vittima oggi di una pessima partenza, 17 su Rea, 23 su Bussolotti e 41 sui Guarnoni.
STK 600: classifica
1
E.
La Marra
ITA
Honda
CBR600RR
2 G. Rea GBR Honda CBR600RR 0.286
3 M. Bussolotti ITA Yamaha YZF R6 0.715
4 D. Petrucci ITA Yamaha YZF R6 0.988
5 J. Guarnoni FRA Yamaha YZF R6 9.605
6 V. Lonbois BEL Yamaha YZF R6 11.034
7 G. Gregorini ITA Yamaha YZF R6 11.203
8 R. Tamburini ITA Yamaha YZF R6 11.237
9 F. Lamborghini ITA Yamaha YZF R6 14.591
10 F. Marino FRA Honda CBR600RR 18.348
11 F. Karlsen NOR Yamaha YZF R6 18.429
12 N. Morelli ITA Honda CBR600RR 21.243
13 S. Kerschbaumer AUT Yamaha YZF R6 21.612
14 B. Guittet FRA Honda CBR600RR 21.656
15 A. Chmielewski POL Yamaha YZF R6 27.195
16 R. Cecchini ITA Honda CBR600RR 36.727
17 R. Pagaud FRA Honda CBR600RR 42.584
18 C. Von Gunten SUI Suzuki GSX-R600 43.366
19 L. Nervo CRO Yamaha YZF R6 44.833
20 N. Morrentino ITA Yamaha YZF R6 52.194
21 M. Salac CZE Yamaha YZF R6 54.181
22 R. Vargas ITA Honda CBR600RR 55.772
23 M. Ferroni ITA Kawasaki ZX-6R 55.841
24 M. Vrajitoru ROU Yamaha YZF R6 56.652
25 D. Látr CZE Honda CBR600RR 1'21.354
26 B. Vrajitoru ROU Yamaha YZF R6 1'44.058
2 G. Rea GBR Honda CBR600RR 0.286
3 M. Bussolotti ITA Yamaha YZF R6 0.715
4 D. Petrucci ITA Yamaha YZF R6 0.988
5 J. Guarnoni FRA Yamaha YZF R6 9.605
6 V. Lonbois BEL Yamaha YZF R6 11.034
7 G. Gregorini ITA Yamaha YZF R6 11.203
8 R. Tamburini ITA Yamaha YZF R6 11.237
9 F. Lamborghini ITA Yamaha YZF R6 14.591
10 F. Marino FRA Honda CBR600RR 18.348
11 F. Karlsen NOR Yamaha YZF R6 18.429
12 N. Morelli ITA Honda CBR600RR 21.243
13 S. Kerschbaumer AUT Yamaha YZF R6 21.612
14 B. Guittet FRA Honda CBR600RR 21.656
15 A. Chmielewski POL Yamaha YZF R6 27.195
16 R. Cecchini ITA Honda CBR600RR 36.727
17 R. Pagaud FRA Honda CBR600RR 42.584
18 C. Von Gunten SUI Suzuki GSX-R600 43.366
19 L. Nervo CRO Yamaha YZF R6 44.833
20 N. Morrentino ITA Yamaha YZF R6 52.194
21 M. Salac CZE Yamaha YZF R6 54.181
22 R. Vargas ITA Honda CBR600RR 55.772
23 M. Ferroni ITA Kawasaki ZX-6R 55.841
24 M. Vrajitoru ROU Yamaha YZF R6 56.652
25 D. Látr CZE Honda CBR600RR 1'21.354
26 B. Vrajitoru ROU Yamaha YZF R6 1'44.058
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