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SBK Basta scherzare domenica si comincia
di Luigi Rivola, foto Alex Photo
il 25/02/2009 in Sbk
Tutti pronti per il GP d'Australia che scatenerà una bagarre mai vista nel campionato delle derivate di serie. Vigilia con accese polemiche e tempi strepitosi. Cinque marche già lottano per vincere, tra queste anche la debuttante Aprilia
Domenica in Australia, sul suggestivo circuito di Phillip Island prenderà il via il campionato mondiale Superbike 2009. Non ripetiamo per l'ennesima volta che si tratterà di una stagione unica perché ormai lo sanno tutti, e non solo gli appassionati della SBK, ma anche un ben più vasto pubblico che all'improvviso, in mancanza d'altro, si è visto propinare dai media lezioni di derivate, nomi di piloti sconosciuti (uno no, quello lo conoscono anche le nonne) celebrazioni inattese e altro.
Che dire? E' bello essere di moda.
Gli ultimi test svoltisi proprio a Philip Island la scorsa settimana hanno confermato che cinque delle sette Case in lizza per il titolo possono puntare alla vittoria o almeno al podio sul circuito australiano. La Ducati ha girato in 1'32"19 con Michel Fabrizio, che affronta questa trasferta con una serenità mai conosciuta prima d'ora. La Casa bolognese ha l'ennesimo titolo da difendere e parte ancora una volta come unica rappresentante del motore bicilindrico. I test invernali di Kyalami, di Portimao e anche gli ultimi, a Phillip Island l'hanno vista primeggiare, ma hanno mostrato anche tante quattro cilindri di marche diverse in grado di metterle paura. Una di queste, la Honda, insiste a dire, e in mancanza di un dato ufficiale non è contestabile, che in realtà un suo pilota, il debuttante Jonathan Rea, avrebbe ottenuto il tempo di 1'38"8, ossia il più veloce del test, ma anche lo stesso tempo con cui Corser nel 2007 stabilì l'attuale record del tracciato. La faccenda ha destato subito una piccola polemica con un risvolto anche comico: sul sito del mondiale Superbike nelle didascalie delle foto di home-page della versione inglese, sotto l'immagine di Rea si legge che il pilota di Ten Kate ha fatto registrare il fantastico tempo di 1'38"8 e sotto la foto della coppia della Ducati che la bicilindrica ha fatto bene nella giornata finale dei test con Fabrizio e Haga. Fra le news inoltre è pubblicato il comunicato di Ten Kate con le dichiarazione di Rea. Andando invece a consultare la versione italiana dello stesso sito non compare la foto di Rea, non si accenna alla polemica e la didascalia della foto dedicata al Team Xerox riporta che Fabrizio ha fatto il miglior tempo.
C'è poi un'altra polemica fra l'Aprilia e la Ducati, che accusa la Casa veneta di aver costruito un prototipo da corsa da cui derivare una moto di serie anziché il contrario, rivoltando in questo modo su altri la stessa accusa che è sempre stata mossa alle sue Superbike. L'Aprilia, non c'è dubbio, dà fastidio e l'attesa per il suo debutto in corsa è frenetica, anche perché sia Max Biaggi, sia Nakano sono andati molto forte dei test di inizio settimana sul circuito australiano, ma lui, il Max nazionale, ha ottenuto un tempo assai prossimo al primato della pista in condizioni climatiche certamente sfavorevoli rispetto a quelle verificatesi poi nel fine settimana, quando in pista sono scese le avversarie. E giù un'altra piccola polemica...
La Yamaha per ora non polemizza, o almeno non lo fa apertamente, ma si concentra sui suoi due nuovi piloti, Ben Spies e Tom Sykes. Spies in particolare fila come il Frecciarossa trovandosi sempre a ridosso dei migliori e senz'altro pronto per la zampata vincente in gara. La Suzuki invece, dopo aver ottenuto il miglior tempo nella giornata di sabato con Neukirchner, non si è ripetuta nella data conclusiva lasciando adito a qualche interrogativo. Storicamente però la quattro cilindri di Hamamatsu è sempre andata fortissimo a Phillip Island e alla vigilia dell'edizione 2009 del Gp d'Australia è comunque lì, vicinissima ai primi.
Insomma, Aprilia, Ducati, Honda, Suzuki e Yamaha – rigorosamente in ordine alfabetico per non attizzare altre polemiche – sono pronte a giocarsela fin dalla prima corsa. Kawasaki e BMW invece partono con un piccolo handicap, ma entrambe sono determinatissime ad annullarlo in tempi brevi, o meglio ancora brevissimi.
La Kawasaki – si legge in giro – ha stupito con la prestazione australiana di Broc Parkes (non con quella di Tamada, che rientra nello standard del giapponese, che predilige la retroguardia). In realtà Parkes a Phillip Island va sempre come un missile, quindi è probabile che il tempo di 1'32"9 – che comunque non migliora l' 1'32"8 ottenuto a più riprese anche con gomme da gara da Laconi l'anno scorso con la Kawasaki PSG-1 – sia dovuto molto a questa particolare condizione, visto che negli altri test invernali il distacco della verdona dalle altre è sempre stato più sensibile. Il box del Team Kawasaki ufficiale pullula comunque di ingegneri giapponesi, senz'altro ansiosi di tenersi almeno quel posto dopo ciò che è accaduto in MotoGP, altrimenti per loro ad Akashi sono già pronti stracci, spazzolone e secchio. E la BMW? Migliora. A piccoli passi, ma migliora. Datele tempo e arriverà: ha un martellatore come Corser che ogni volta che sale in sella lima centesimi e decimi, come ha fatto anche nei test di Phillip Island, dove la progressione positiva è stata interrotta da un vile gabbiano che ha messo fuori combattimento l'australiano e non si è capito se si sia precipitato contro di lui perché tifoso, o nemico. Nè lo si saprà mai: Corser è duro come una roccia.
Finito? No. Ricordatevi questi nomi: Laconi, Byrne, Smrz, Haslam e Rolfo. Sono più o meno privati, ma filano come gli ufficiali, i primi tre con le Ducati dei team DFX, Sterilgarda e Guandalini, gli ultimi due con la Honda Stiggy. Magari fra tanti litiganti godranno proprio loro!
Domenica dunque a Phillip Island si scatenerà il pandemonio. Il circuito è fantastico e affascinante. Dal centro del rettilineo dei box, guardando nel senso di marcia, si ha l'impressione che l'asfalto, in discesa, a un certo punto si immerga nel mare. Considerando la carica agonistica con cui tutto il gruppone arriverà alla prima curva, può darsi che qualcuno in mare ci arrivi davvero...
La Supersport da tempo ha bisogno di novità e forse il 2009 sotto questo aspetto sarà l'anno giusto.
Il nuovo, se ci si basa sui risultati dei test invernali, è rappresentato dalla Yamaha, che ha in Crutchlow forse il pilota più agguerrito che da molti anni a questa parte sia salito in sella alla R6 ufficiale. Il nuovo è anche la Kawasaki di Lascorz, la più veloce nei significativi test di Portimao, e soprattutto la Triumph, che ha dimostrato di essersi avvicinata notevolmente alla vetta. A Phillip Island in particolare la moto inglese gestita dal team italiano BE1 ha svettato negli ultimi test con McCoy, che sul circuito di casa dimentica il peso degli anni e che domenica potrebbe inserirsi nella lotta per la vittoria. Il nuovo infine potrebbe rivelarsi Anthony West con la Honda Stiggy, un'ottima moto, ma soprattutto con la voglia di rivalsa che senz'altro è pronta ad esplodere in pista dopo le delusioni della MotoGP. Non dimentichiamo che West quando fece la sua comparsa, nel 2007, sulla Yamaha Supersport, in tre corse portò a casa due vittorie, un terzo posto e due giri più veloci...
Accanto a West c'è il nostro Vizziello, per il quale il 2009 potrebbe rappresentare la stagione decisiva. Nei test è andato forte come sa fare. Adesso lo aspettiamo in gara e non ci deve deludere.
Il vecchio è invece rappresentato dalla granitica Honda CBR600RR Ten Kate, che conta sul campione del mondo in carica, Andrew Pitt, e sull'ex campione del mondo Kenan Sofuoglu. Ovviamente definire Ten Kate "Il vecchio" non è certo un'offesa: è da tempo ormai immemorabile che monopolizza la Supersport a suon di vittorie, e se la squadra olandese certamente sarebbe felice di mantenere ancora a lungo il monopolio, chi segue con passione questa categoria semplicemente non ne può più e sogna che emerga fiinalmente lo sfidante giusto.
Un'altra squadra ormai "storica" è la Honda Althea, che quest'anno punta sull'australiano Aitchison e sul francese Lagrive, una bella coppia di piloti che potrebbero dire la loro anche in considerazione della caratura del team, ben supportato e certamente esperto.
Tra i protagonisti cercheranno di inserirsi infine anche i nostri Pirro, con la Yamaha Lorenzini, Nannelli, con la Triumph BE1 e Roccoli con la Honda Intermoto. Sono ormai dei veterani ed è tempo che mostrino costantemente ciò che sono in grado di fare.
Il vecchio è invece rappresentato dalla granitica Honda CBR600RR Ten Kate, che conta sul campione del mondo in carica, Andrew Pitt, e sull'ex campione del mondo Kenan Sofuoglu. Ovviamente definire Ten Kate "Il vecchio" non è certo un'offesa: è da tempo ormai immemorabile che monopolizza la Supersport a suon di vittorie, e se la squadra olandese certamente sarebbe felice di mantenere ancora a lungo il monopolio, chi segue con passione questa categoria semplicemente non ne può più e sogna che emerga fiinalmente lo sfidante giusto.
Un'altra squadra ormai "storica" è la Honda Althea, che quest'anno punta sull'australiano Aitchison e sul francese Lagrive, una bella coppia di piloti che potrebbero dire la loro anche in considerazione della caratura del team, ben supportato e certamente esperto.
Tra i protagonisti cercheranno di inserirsi infine anche i nostri Pirro, con la Yamaha Lorenzini, Nannelli, con la Triumph BE1 e Roccoli con la Honda Intermoto. Sono ormai dei veterani ed è tempo che mostrino costantemente ciò che sono in grado di fare.
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