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Sbk
Più dura per tutti, ma non per Bayliss
di Luigi Rivola, foto Alex Photo
il 30/07/2008 in Sbk
A Brno l'asso della Ducati ha cambiato marcia. Adesso raggiungerlo in vetta alla classifica iridata è impresa durissima. Da Brands Hatch in poi gli sfidanti dovranno dare il massimo
Le due gare del Gran Premio della Repubblica Ceka hanno radicalmente cambiato le prospettive del campionato mondiale Superbike 2008. Alla vigilia di Brno, Bayliss era leader con un vantaggio consistente, ma anche abbastanza facilmente colmabile, soprattutto considerando che l'australiano sul circuito ceko non aveva mai vinto in precedenza e non si poteva quindi statisticamente considerare favorito.
Invece il campione della Ducati ha stravolto i pronostici con due vittorie perentorie e ridotto al lumicino le speranze di recupero da parte dei suoi avversari nella corsa al titolo.
A Brands Hatch, una pista in cui Bayliss è sempre andato forte, anche se vi ha colto solo due vittorie: nel 2000 e nel 2006, sempre in Gara-1, l'australiano ha un'occasione d'oro per consolidare ulteriormente il suo vantaggio e non c'è dubbio che vorrà approfittarne. È in gran forma, la sua Ducati sul tortuoso circuito inglese potrà senz'altro dargli una mano, ed è sereno, mentre Neukirchner, Haga, Corser e Checa sono sotto pressione o demoralizzati.
Certo, a Brands Hatch possono vincere un po' tutti i protagonisti del 2008: da Checa, fresco trionfatore della 8 Ore di Suzuka, a Corser e Haga, la cui Yamaha ha guadagnato ultimamente qualcosa nel motore, a Neukirchner con la Suzuki, per non tacere delle chance di Biaggi e Xaus, ma comunque vada, Bayliss – salvo errori inattesi, che comunque fanno parte del suo bagaglio di campione – sarà lì con loro, limitando le speranze di recupero a pochi, pochissimi, punti per gara. Posto che non sia lui ad infliggerne altri di distacco.
Le corse saranno comunque, come sempre nel mondiale SBK e come sempre a Brands Hatch, tiratissime e combattutissime: il campionato SBK non è come una grande corsa a tappe in bicicletta in cui alla vittoria finale puntano gli assi e alle vittorie di frazione i gregari: qui ogni gara è una mischia in cui solo i migliori si battono per il primo gradino del podio.
All'inizio del campionato le prestazioni inattese del giovane spagnolo Joan Lascorz, in sella a una Honda privata, avevano illuso gli appassionati che il mondiale Supersport fosse davvero a una svolta. Svanita questa illusione, se ne era affacciata un'altra: che la Yamaha riuscisse finalmente a battere la Honda, dopo sei anni di dominio della CBR 600 RR Ten Kate. Broc Parkes, con una serie di errori è riuscito a vanificare anche questa speranza ed ora ci si avvia a celebrare ancora una volta la vittoria finale della Honda, questa volta con Andrew Pitt, che fu già campione del mondo della SS nel 2001 con la Kawasaki.
A Parkes e alla Yamaha rimangono discrete possibilità sulla carta e poche in pratica. Con 33 punti di distacco dal capocalssifica, il pilota della R6 potrebbe certo recuperare e anche vincere il titolo, ma Pitt è un osso duro, e posto anche – cosa improbabile – che Parkes riesca a vincere qualche gara di qui alla fine del campionato, la sua presenza costante sul podio gli garantirebbe comunque l'affermazione finale.
E contro Parkes non ci sarebbe solo Pitt, ma anche Rea, vincitore e Brno e sicuramente voglioso di concedere il bis sul circuito di casa a Brands Hatch, e pure Craig Jones, che ultimamente va fortissimo e che conosce Brands Hatch come le sue tasche, e Joshua Brookes. Aggiungiamo che Pitt è in predicato per tornare a fine anno in Superbike, e che il ruolo di prima guida di Ten Kate in Supersport – se se lo guadagnerà negli ultimi GP della stagione – andrà a Rea, che quindi ha gli stimoli necessari per spalancare a fondo la manetta del gas.
Mancherà in Inghilterra Fabien Foret, fermo per almeno due mesi dopo la brutta caduta di Brno. Al suo posto la Yamaha Germania farà correre il tre volte campione britannico della Supersport, Karl Harris, un altro pilota che è difficile escludere dalla rosa dei potenziali vincitori a Brands Hatch, anche perché una sua affermazione su Parkes al debutto potrebbe aprirgli orizzonti molto interessanti per il 2009.
A Parkes e alla Yamaha rimangono discrete possibilità sulla carta e poche in pratica. Con 33 punti di distacco dal capocalssifica, il pilota della R6 potrebbe certo recuperare e anche vincere il titolo, ma Pitt è un osso duro, e posto anche – cosa improbabile – che Parkes riesca a vincere qualche gara di qui alla fine del campionato, la sua presenza costante sul podio gli garantirebbe comunque l'affermazione finale.
E contro Parkes non ci sarebbe solo Pitt, ma anche Rea, vincitore e Brno e sicuramente voglioso di concedere il bis sul circuito di casa a Brands Hatch, e pure Craig Jones, che ultimamente va fortissimo e che conosce Brands Hatch come le sue tasche, e Joshua Brookes. Aggiungiamo che Pitt è in predicato per tornare a fine anno in Superbike, e che il ruolo di prima guida di Ten Kate in Supersport – se se lo guadagnerà negli ultimi GP della stagione – andrà a Rea, che quindi ha gli stimoli necessari per spalancare a fondo la manetta del gas.
Mancherà in Inghilterra Fabien Foret, fermo per almeno due mesi dopo la brutta caduta di Brno. Al suo posto la Yamaha Germania farà correre il tre volte campione britannico della Supersport, Karl Harris, un altro pilota che è difficile escludere dalla rosa dei potenziali vincitori a Brands Hatch, anche perché una sua affermazione su Parkes al debutto potrebbe aprirgli orizzonti molto interessanti per il 2009.
Un campionato ancora apertissimo è quello della Superstock 1000, che vede al comando, alla vigilia del GP d'Inghilterra, l'australiano Brendan Roberts in sella alla Ducati 1098R ufficiale.
La sfida dopo sei corse è ancora incertissima: Roberts guida con 96 punti, uno solo in più di Xavier Simeon che porta in gara la Suzuki Alstare. Terzo è Maxime Berger, pilota "Junior" di Ten Kate e della Honda Fireblade, che ha un distacco dal leader di appena 12 punti, quarto è Alex Polita, sulla Ducati 1098R del Team Sterilgarda, che da Roberts dista 13 punti. Roberts e Berger hanno vinto due volte, mentre Simeon e Polita vantano un'affermazione a testa. Altri vincitori non ce ne sono stati, anche se Pirro e Giugliano, che seguono in classifica al quinto e sesto posto, si sono sempre dimostrati all'altezza dei migliori.
Da questa rosa di nomi uscirà anche il vincitore di Brands Hatch e non chiedetemi di fare un pronostico: nella STK 1000 l'equilibrio è pazzesco e le gare si giocano sempre all'ultimo sul filo dei millimetri. Roberts è pericoloso per chiunque: velocissimo, talentuoso e coraggioso, sbaglia raramente e si ritrova fra le mani anche una moto vincente. Berger è in palla, punta al titolo e ha una Honda come mai si è vista nel campionato Superstock. Simeon è un altro che sbaglia pochissimo, ha un gran passo ed è capace anche di grandi recuperi, quanto a Polita, quando ci crede e spinge, non ha paura di nessuno, anzi... fa paura.
Poi ci sono Pirro, che alterna gare superbe ad altre opache, e Giugliano, che da promessa potrebbe diventare un fenomeno, a patto che qualche team in grado di dargli la moto vincente decida di scommettere su di lui.
C'è ancora un pilota cui spetta l'inserimento nel novero dei potenziali vincitori, ed è Claudio Corti. Il giovane asso della Yamaha a Brno è stato sfortunatissimo: una rottura del motore, una copiosa uscita d'olio, e un conseguente "dritto" in uno dei primi giri. Così è finito per lui, senza alcuna colpa, il GP della Repubblica Ceka che avrebbe potuto vincere.
Io invece, all'oscuro di quanto era successo, l'ho penalizzato con un brutto voto in pagella. Non dovrebbe succedere, ma può succedere. Doverosamente colgo l'occasione per porgergli le mie scuse. Vuol dire che a Brands Hatch tiferò per lui...
La sfida dopo sei corse è ancora incertissima: Roberts guida con 96 punti, uno solo in più di Xavier Simeon che porta in gara la Suzuki Alstare. Terzo è Maxime Berger, pilota "Junior" di Ten Kate e della Honda Fireblade, che ha un distacco dal leader di appena 12 punti, quarto è Alex Polita, sulla Ducati 1098R del Team Sterilgarda, che da Roberts dista 13 punti. Roberts e Berger hanno vinto due volte, mentre Simeon e Polita vantano un'affermazione a testa. Altri vincitori non ce ne sono stati, anche se Pirro e Giugliano, che seguono in classifica al quinto e sesto posto, si sono sempre dimostrati all'altezza dei migliori.
Da questa rosa di nomi uscirà anche il vincitore di Brands Hatch e non chiedetemi di fare un pronostico: nella STK 1000 l'equilibrio è pazzesco e le gare si giocano sempre all'ultimo sul filo dei millimetri. Roberts è pericoloso per chiunque: velocissimo, talentuoso e coraggioso, sbaglia raramente e si ritrova fra le mani anche una moto vincente. Berger è in palla, punta al titolo e ha una Honda come mai si è vista nel campionato Superstock. Simeon è un altro che sbaglia pochissimo, ha un gran passo ed è capace anche di grandi recuperi, quanto a Polita, quando ci crede e spinge, non ha paura di nessuno, anzi... fa paura.
Poi ci sono Pirro, che alterna gare superbe ad altre opache, e Giugliano, che da promessa potrebbe diventare un fenomeno, a patto che qualche team in grado di dargli la moto vincente decida di scommettere su di lui.
C'è ancora un pilota cui spetta l'inserimento nel novero dei potenziali vincitori, ed è Claudio Corti. Il giovane asso della Yamaha a Brno è stato sfortunatissimo: una rottura del motore, una copiosa uscita d'olio, e un conseguente "dritto" in uno dei primi giri. Così è finito per lui, senza alcuna colpa, il GP della Repubblica Ceka che avrebbe potuto vincere.
Io invece, all'oscuro di quanto era successo, l'ho penalizzato con un brutto voto in pagella. Non dovrebbe succedere, ma può succedere. Doverosamente colgo l'occasione per porgergli le mie scuse. Vuol dire che a Brands Hatch tiferò per lui...
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