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Biaggi – Ducati SBK battesimo australiano

foto Alex Photo
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Tre giorni di prove agli antipodi. Nel primo svetta Bayliss, ma spicca il tempo di Max all'approccio con la Desmo. Subito velocissimo anche Haga. Caduta di Fabrizio

Max Biaggi sulla Ducati 1098R del Team Sterilgarda
PHILLIP ISLAND – Com'è andato Biaggi alla prima uscita con la Ducati 1098RS, la nuova 1200cc in versione clienti? Bene. Anzi, benissimo. Al mattino, quando la pista era più fresca e decisamente più veloce, Troy Bayliss ha fatto il miglior tempo della giornata in 1'32"5. Allo scadere della sessione, quando l'asfalto era salito da 25°C a 45°C, Biaggi ha risposto con 1'33"5. "La differenza di aderenza è molto sensibile, la valutiamo in almeno mezzo secondo, forse più" ha spiegato il direttore tecnico Ducati, Ernesto Marinelli.
Quindi, fatto qualche calcolo, possiamo dire che Biaggi è già abbastanza vicino a Bayliss: nonostante fosse la prima volta che girava su una bicilindrica!
La prima giornata dei test sviluppo gomme australiani ha confermato la competitività della Yamaha: Haga ha fatto il secondo crono della sessione valutando in maniera positiva la nuova copertura Pirelli da 195, una via di mezzo tra la convenzionale 190 e il "gommone" da 200. La presenza di Biaggi, che in questa occasione non può utilizzare coperture evoluzione perché non è nella lista dei piloti "ufficiali" (ce ne possono essere solo due per marca e la Ducati ha designato gli "interni" Bayliss e Fabrizio), ha sprontato l'Alstare Suzuki con Kagayama, 1'32"9, e Fonsi Nieto, 1'33"2. Lo spagnolo però è incappato in una scivolata al tornante MG, con pochissimi danni alla moto: è stato sufficiente cambiare il manubrio. Più gravi invece i danni causati da Michel Fabrizio che al mattino è volato in aria al curvone a sinistra Lukey Height (quello in salita prima del tornantino MG): il neoacquisto Ducati si è procurato un doloroso ematoma al polpaccio destro, ma ha continuato a girare regolarmente sia con la moto riparata, che con la F08 "laboratorio". Biaggi e Bayliss invece hanno ancora una sola moto a disposizione.
Lavori in corso alla Kawasaki. La ZX-10R, una delle tre novità di questa stagione (le altre sono la Ducati e la Honda CBR-RR ancora in fase di allestimento) è al primo vero esame dopo il provino di Jerez: il team Psg-1 è al primo stadio della messa a punto e di tempi per adesso non se ne parla. Manca la Honda, che si confronterà con gli avversari solo nelle qualifiche del primo round del Mondiale a Losail, sabato 23 febbraio: Ten Kate infatti andrà a girare in solitario ad Almeria (Spagna) a fine gennaio.
A Phillip Island si va avanti fino a giovedì.

I tempi della Superbike
1. Bayliss (Aus-Ducati) 1'32"5 (66 giri);
2. Haga (Gia-Yamaha) 1'32"8 (95);
3. Kagayama (Gia-Suzuki) 1'32"9 (70); 4. Nieto (Spa-Suzuki) 1'33"2 (65);
5. Corser (Aus-Yamaha) 1'33"4 (72);
6. Fabrizio (Ita-Ducati) 1'33"4 (77);
7. Biaggi (Ita-Ducati) 1'33"5 (69);
8. Xaus (Spa-Ducati) 1'33"5 (62);
9. Laconi (Fra-Kawasaki) 1'34"0 (70);
10. Neukirchner (Ger-Suzuki) 1'35"5 (85);
11. Tamada (Gia-Kawasaki) 1'35"8 (61).
PHILLIP ISLAND – La prima giornata da pilota Ducati per Max Biaggi è cominciata alle 9:44 sotto un cielo plumbeo e con una temperatura insolitamente bassa – appena 19°C – per il mese più caldo dell’estate australiana. Indossando la tuta bianco-rosso-nera, i colori ufficiali del team Sterilgarda Go Eleven e il tradizionale casco con la pantera stilizzata, Max ha imboccato a bassa andatura la corsia box di Phillip Island per il giro di installazione. Il primo in assoluto su una bicilindrica Superbike: erano undici anni, cioè dai tempi del tris iridato con l’Aprilia 250 GP, che Biaggi non guidava una moto italiana. Biaggi è tornato subito dentro e il primo commento che ha rivolto ai meccanici è stato: “Mi sembra un po’ leggera davanti”.
La posizione di guida era stata deliberata nelle scorse settimane direttamente nel reparto corse Ducati, dove i ragazzi della squadra avevano montato le moto, ma c’è voluto qualche piccolo aggiustamento a manubrio e pedane.
Biaggi ha ripreso la pista alle 10:06 compiendo altri cinque passaggi, il migliore in 1’38”47. Quindi di nuovo ai box e ancora un fitto conciliabolo con i nuovi meccanici coordinati da Marco Rigamonti, un ragazzo giovanissimo che arriva del reparto corse interno Ducati: fino a poche settimane fa ha sviluppato i software della GP7 MotoGP. Sono in cinque a lavorare con Max, nulla a che vedere con le dimensioni dei top team con i quali il romano ha sempre lavorato in passato. Anche l’Alstare Suzuki che lo ha lanciato lo scorso anno nell’arena Superbike, per struttura era simile ad un team MotoGP. Il team Borciani ha mezzi più ridotti. “Però ho trovato grande passione, loro vogliono dimostrare di poter gestire un pilota di alto livello e la mia sfida è provare a vincere partendo dal basso” ha commentato Biaggi a fine giornata. Spingendosi anche oltre. “Però che strano, vero? Mi hanno dipinto per un decennio come una star, un pilota bizzoso e mai contento. E io li ho smentiti prima accettando la sfida Superbike, e adesso correndo per una squadra che non è neanche ufficiale. Ma siamo tosti e siamo qui per cercare di stupire”.
Alla terza uscita, di altri cinque giri, Biaggi scende fino a 1’34”2, tempo identico a quello del compagno di squadra Ruben Xaus che ha ben altra dimestichezza con la 2V bolognese: secondo nel Mondiale 2003 e vittorioso in una manche nella passata stagione. A fine giornata Biaggi avrà compiuto 69 passaggi, contando anche ingressi e rientri al box, con migliore prestazione di 1’33”5, quando la pista era più calda e meno veloce. Un ottimo inizio, senza dubbio. “Non è tempo di guardare il cronometro, sto solo cercando di capire come funziona questa moto e di accumulare dati. Tra l’altro è un progetto nuovo e non possiano neanche sfruttare le esperienze fatte dagli altri. Sto cercando di provare le reazioni della moto, cambiando cose qua e là. Ci vorrà un po’ di tempo ma la prima impressione è positiva.”
PHILLIP ISLAND – Seconda tappa di test sviluppo anche per alcuni top team della Supersport. Broc Parkes, primatista in Qatar, continua a macinare temponi e non si smentisce neanche sul tracciato di casa. La Honda continua a segnare il passo anche se Jonathan Rea, al debutto assoluto sulla CBR-RR della squadra olandese, stupisce: il protagonista della SBK inglese non aveva mai visto Phillip Island ma è stato subito velocissimo. Buon segno. Intanto la FGSport si mangia il cappello: Rea è indicato dagli addetti ai lavori britannici come il probabile erede di James Toseland e averlo impegnato nel campionato cadetto è decisamente uno spreco.
Forse il dato tecnico più interessante viene dalla Triumph Daytona 675 che non sfigura affatto su una pista così veloce, catapultando Garry McCoy al quinto posto della classifica a soli 1”2 dal primatista Parkes: molti dicono che la tre cilindri inglese potrebbe essere la grande sorpresa del 2008 e probabilmente non sbagliano.

I tempi della Supersport
1. Parkes (Aus-Yamaha) 1’35”2;
2. Pitt (Aus-Honda) 1’35”5;
3. Rea (GB-Honda) 1’35”8;
4. Brookes (Aus-Honda) 1’36”3;
5. McCoy (Aus-Triumph) 1’36”4;
6. Foret (Fra-Yamaha) 1’36”6;
7. Walker (GB-Kawasaki) 1’36”6;
8. Fujiwara (Gia-Kawasaki) 1’36”9;
9. Harms (Dan-Honda) 1’37”7.
Haga e Meregalli al box della Yamaha
Romantica immagine familiare di Bayliss
Andrew Pitt in sella alla Honda CBR 600 RR
Garry McCoy in piega sulla Triumph Daytona 675 ufficiale del Team Caracchi
Chris Walker con la Kawasaki Supersport
Jonathan Rea al debutto assoluto sulla CBR-RR
Fonsi Nieto sulla Suzuki GSX-R 1000 Alstare
Troy Corser al box
Ruben Xaus, compagno di squadra di Max Biaggi
Makoto Tamada, Kawasaki Team PSG-1
Max Neukirchner, finalmente sulla Suzuki SBK ufficiale
Max Biaggi in impennata
Davide Tardozzi si mangia le unghie e Michel Fabrizio si riposa sull'avviatore della Ducati F08
Biaggi con la nuova tuta
Ancora Biaggi, in versione casual
Un'alba di Melbourne che ha ispirato il nostro Matteo Cavadini (Alex Photo)
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