Sbk
Un giorno di pioggia con l'Aprilia V4 SBK
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Il diario di un nostro collaboratore che ha passato ore e ore sotto il diluvio per rubare due foto della nuova Superbike italiana in prova a Valencia
Ci sono tanti modi di andare a caccia: di solito si va muniti di un fucile, di un retino se si pescano i pesci rossi e con la macchina fotografica se si cerca uno scoop. Lo scoop (quello vero, non quello concertato a tavolino con l'ufficio stampa...) è forse il più difficile da catturare. Se poi ci si mette di mezzo il tempo, tutto diventa quasi impossibile.
Ma raccontiamo la storia da principio.
Ma raccontiamo la storia da principio.
Mi chiama martedì Rivola perché gli sono giunte voci che l'Aprilia proverà a Valencia giovedì e venerdì 18 e 19 ottobre la nuova Superbike che stanno sviluppando attorno al meraviglioso V4 presentato appena un anno fa all'Eicma di Milano. Inutile dire che, vivendo a tre ore circa da Valencia, capisco al volo il motivo della chiamata. Si tratta di recarsi a Cheste, al circuito Ricardo Tormo, a vedere come gira questa novità assoluta e approfittare naturalmente per fare un po' di foto.
Il circuito sarà naturalmente off-limits per i giornalisti, trattandosi di allenamenti a porte chiuse. Ma il tutto non mi preoccupa più di tanto: a Imola sono entrato un po' dappertutto... Mi preoccupa più che altro la macchina fotografica, visto che essendo un giornalista non ho una di quelle splendide reflex digitali da un gigapixel e un obiettivo che sembra un tubo da stufa, ma una bellissima (e storica) Contax RTS del 1975 (dotata di winder!) e un 135mm fisso con duplicatore di focale. Avrei fatto bella figura fotografando Rossi padre... e poi neanche tanto. Ma è lo stesso, ci si arma di buona volontà, uno zainetto quasi da fotografo, un binocolo russo che non si sa mai e via, alle sei e mezzo del mattino del giovedì sono già per strada pensando che in fondo sono un po' paparazzo anch'io.
Il circuito sarà naturalmente off-limits per i giornalisti, trattandosi di allenamenti a porte chiuse. Ma il tutto non mi preoccupa più di tanto: a Imola sono entrato un po' dappertutto... Mi preoccupa più che altro la macchina fotografica, visto che essendo un giornalista non ho una di quelle splendide reflex digitali da un gigapixel e un obiettivo che sembra un tubo da stufa, ma una bellissima (e storica) Contax RTS del 1975 (dotata di winder!) e un 135mm fisso con duplicatore di focale. Avrei fatto bella figura fotografando Rossi padre... e poi neanche tanto. Ma è lo stesso, ci si arma di buona volontà, uno zainetto quasi da fotografo, un binocolo russo che non si sa mai e via, alle sei e mezzo del mattino del giovedì sono già per strada pensando che in fondo sono un po' paparazzo anch'io.
La moto in pista
Arrivo a Cheste e piove, e la cosa mi demoralizza: se piove la moto non gira. Cerco un punto strategico per vedere da lontano la zona box. Cerca e ricerca, alla fine lo vedo, un bel camion tutto nero con una scritta che non ti puoi sbagliare: “Aprilia Test Team”. Tombola. Almeno non sono l’unico sotto la pioggia. Mi diverto un po’ con il binocolo, ma nulla, il tempo non cambia e la quiete regna. Poi d’un tratto si sente un latrato che rompe di colpo la malinconia della pioggia. Hanno messo in moto il mostro, prima o poi uscirà qualcosa.
L’unica cosa che si vede dal punto in cui sono è la curva che immette sul rettilineo del traguardo, per cui attendo fiducioso e incuriosito di vedere come è fatta questa attesissima Aprilia V4. Finalmente compare la sagoma di una moto tutta nera con un pilota munito di tuta anti acqua bianca che prudentemente (la pista è allagata) affronta la curva e poi imprudentemente (ma si nota la presenza dell’elettronica) affonda il gas e scompare dietro i box lasciandosi dietro una sinfonia roca che ricorda un po’ la Desmosedici. Di fatto la nuova Aprilia si presenta sostanzialmente simile ad una RSV, un po’ più ridotta nelle dimensioni, in sostanza è piuttosto compatta. La configurazione “prova” prevedeva un voluminoso silenziatore posto lateralmente sul lato destro, in modo da lasciare sgombera la zona del codino. La presa d’aria dinamica frontale ricalca quella triangolare già visibile sulla RSV di serie.
L’unica cosa che si vede dal punto in cui sono è la curva che immette sul rettilineo del traguardo, per cui attendo fiducioso e incuriosito di vedere come è fatta questa attesissima Aprilia V4. Finalmente compare la sagoma di una moto tutta nera con un pilota munito di tuta anti acqua bianca che prudentemente (la pista è allagata) affronta la curva e poi imprudentemente (ma si nota la presenza dell’elettronica) affonda il gas e scompare dietro i box lasciandosi dietro una sinfonia roca che ricorda un po’ la Desmosedici. Di fatto la nuova Aprilia si presenta sostanzialmente simile ad una RSV, un po’ più ridotta nelle dimensioni, in sostanza è piuttosto compatta. La configurazione “prova” prevedeva un voluminoso silenziatore posto lateralmente sul lato destro, in modo da lasciare sgombera la zona del codino. La presa d’aria dinamica frontale ricalca quella triangolare già visibile sulla RSV di serie.
Cheste, la fortezza
Il mio istinto di “fotoreporter” mi porta a cercare una postazione per beccare subito la V4, ma mi rendo conto che sono troppo lontano per combinare qualcosa, per cui appena l’Aprilia rientra al box inizio a cercare un punto buono per immortalare il prototipo.
Comincio allora a girare per i campi, sotto la pioggia, in mezzo agli aranci. Ma nulla, la pista rimane come sopraelevata ed è impossibile vederla. Allora in auto inizio una ricognizione all’esterno del circuito. Strade, stradine, ma niente, tutto è recintato, tutto è coperto, sembra lo Schloss Adler di Dove Osano le Aquile, una fortezza impenetrabile. In paese mi confermano che “quelli là” lo hanno chiuso bene e se vuoi vedere ti tocca pagare... Di fatto sembra un recinto militare. Torno allora sui miei passi e guado un fiumiciattolo dovuto alle piogge ed alle inondazioni che stanno martoriando la zona di Valencia quest’ultima settimana, per avvicinarmi ad un punto sopraelevato che sembra promettere bene.
Chi non promette bene è il cielo che si fa poco a poco più brutto. Mi riparo in auto da una pioggia senza fine e aspettando chissà che, ecco di nuovo quel rumore squarciante provenire dai box. E’ una voce ancora poco educata: nel prendere i giri nelle lente progressioni tra curva e curva e in fase di rilascio si sente che c’è ancora molto lavoro da fare, ma basta un rettilineo ed ecco che l’Apriliona cambia tono. Un giro, il tempo di vederla dentro l’obiettivo e via, ancora dentro ai box. E tutto il resto sono chiacchiere. Aprilia ha convertito il modellino del V4 in scala 1:1 visto a Milano in una realtà, il motore e la moto esistono, girano e questo è l’importante. Per ora si sa ancora poco ma sicuramente il 2009 sarà un anno interessante.
Comincio allora a girare per i campi, sotto la pioggia, in mezzo agli aranci. Ma nulla, la pista rimane come sopraelevata ed è impossibile vederla. Allora in auto inizio una ricognizione all’esterno del circuito. Strade, stradine, ma niente, tutto è recintato, tutto è coperto, sembra lo Schloss Adler di Dove Osano le Aquile, una fortezza impenetrabile. In paese mi confermano che “quelli là” lo hanno chiuso bene e se vuoi vedere ti tocca pagare... Di fatto sembra un recinto militare. Torno allora sui miei passi e guado un fiumiciattolo dovuto alle piogge ed alle inondazioni che stanno martoriando la zona di Valencia quest’ultima settimana, per avvicinarmi ad un punto sopraelevato che sembra promettere bene.
Chi non promette bene è il cielo che si fa poco a poco più brutto. Mi riparo in auto da una pioggia senza fine e aspettando chissà che, ecco di nuovo quel rumore squarciante provenire dai box. E’ una voce ancora poco educata: nel prendere i giri nelle lente progressioni tra curva e curva e in fase di rilascio si sente che c’è ancora molto lavoro da fare, ma basta un rettilineo ed ecco che l’Apriliona cambia tono. Un giro, il tempo di vederla dentro l’obiettivo e via, ancora dentro ai box. E tutto il resto sono chiacchiere. Aprilia ha convertito il modellino del V4 in scala 1:1 visto a Milano in una realtà, il motore e la moto esistono, girano e questo è l’importante. Per ora si sa ancora poco ma sicuramente il 2009 sarà un anno interessante.