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Test Australia: Bayliss straccia-record
Il campione del mondo gira in 1’31”0, un tempo fenomenale, a meno di sette decimi dal primato ufficiale della MotoGP e stacca Lanzi, secondo, di 1”2. Biaggi non va oltre il sesto crono e cade. Curtain e Sofuoglu appaiati in vetta alla Supersport. Nannelli
Foto Alex Photo
Troy Bayliss
Phillip Island – Roba da non credere: Troy Bayliss ha distrutto il primato di Phillip Island ottenendo un sensazionale 1’31”0, miglior giro Superbike di sempre sul veloce anello australiano. Se consideriamo che il record ufficiale MotoGP è 1’30”332, realizzato durante il GP d’Australia 2005, potete immaginare la portata della prestazione del due volte iridato.
Sarebbe stato interessante gustare la risposta di Max Biaggi, che nella prima giornata dei test sviluppo Pirelli era arrivato in scia all’avversario numero uno, ma oggi il romano ha dovuto fare i conti coi problemi di gioventù della Suzuki K7. Max si è fermato a 1’32”6 e poco prima dello scadere della sessione, quando Bayliss si era già da tempo cambiato, è pure incappato in una scivolata al tornante in discesa. Biaggi ha perso l’avantreno in uscita e si è trovato per la prima volta a terra da quando è iniziata l’avventura Superbike.
i danni alla moto, tanto che il quattro volte campione della 250 è potuto rientrare al box con la GSX-R ancora perfettamente funzionante. Nessun danno al pilota, solo qualche graffio non vistoso sul fianco destro della tuta.
Il bello è che Bayliss non ha fatto il tempone con una copertura ultrasoffice da qualifica, ma con una soluzione da gara, anche se di una mescola troppo tenera per coprire i ventidue giri previsti su questa pista. La Ducati è andata forte anche con Lorenzo Lanzi autore di un eccellente 1’32”1 che gli è valso il secondo tempo di giornata. Il 25enne romagnolo sta ritrovando smalto e non sembra temere affatto l’impegnativo confronto con Biaggi che ha stuzzicato per buona parte del pomeriggio cercando insistentemente la scia.
Tutto bene nel box italiano? Neanche per idea. Perché successivamente Bayliss ha fatto due simulazioni sui ventidue giri di gara che non sono andate affatto bene. Nella prima, con una copertura medio-dura, Troy ha tenuto un ritmo abbastanza blando, circa tre secondi sopra il tempo sulla distanza ottenuto sommando i migliori riferimenti combinati delle due manche 2006. Nel primo pomeriggio Bayliss è tornato dentro con una copertura più dura, ma la simulazione si è fermata dopo appena sei giri perché il riscontro è stato ancora più modesto. Nel tardo pomeriggio pilota e tecnici hanno fatto il puntodella situazione per trovare la difficile soluzione: a Phillip Island la Ducati vola, ma distrugge troppo presto le gomme.
Aria pesante anche in casa Suzuki. Max ha trovato una valida base di redimento – molti passaggi sul passo di 1’33” basso – ma non è riuscito a trovare la strada per scendere ulteriormente. E per la prima volta lo scudiero Yukio Kagayama è stato più veloce di lui: 1’32”3.
Zitto zitto James Toseland sta portando avanti lo sviluppo della nuova elettronica Honda. Il britannico ha fatto 1’32”2, un ottimo riferimento, e domani proverà il potenziale della CBR-RR sulla lunga distanza.
Troy Corser ha rimesso le cose a posto alla Yamaha Italia balzando nei quartieri alti – 1’32”2 – e ristabilendo le distanze dal compagno Haga che oggi è stato lento ed è pure caduto senza conseguenze. “Ieri l’assetto della R1 non mi piaceva ma i tecnici sono tornati sulla strada giusta e adesso comincio a divertirmi” annuncia l’ex iridato. Che oggi proverà a ridurre le distanze dal grande rivale Bayliss.
“Vi serve un soprammobile?” hanno commentato con sarcasmo i tecnici della Kawasaki osservando i danni provocati alla ZX-1R dall’incidente di Règis Laconi. Il francese è volato in un curvone e della verdona non è rimasto molto: per fortuna lui si è rialzato senza un graffio. Nel pomeriggio lo stesso Laconi è rimasto fermo lungo la pista per un problema elettrico: decisamente una giornata storta per la PSG-1 che, brillantissima sabato, si è trovata in coda alla classifica. Compie qualche piccolo progresso Roberto Rolfo, comunque ancora lontano dai tempi che avrebbe in mente.
I tempi (ufficiosi): 1. Bayliss (Aus-Ducati) 1’31”0; 2. Lanzi (Ita-id) 1’32”1; 3. Toseland (GB-Honda) 1’32”2; 4. Corser (Aus-Yamaha) 1’32”2; 5. Kagayama (Gia-Suzuki) 1’32”3; 6. Biaggi (Ita-Suzuki) 1’32”6; 7. Laconi (Fra-Kawasaki) 1’32”6; 8. Nieto (Spa-id) 1’32”7; 9. Haga (id-Yamaha) 1’32”8; 10. Rolfo (Ita-Honda) 1’33”9.
La Supersport torna alla normalità. Il primo giorno dei test Pirelli la Yamaha aveva lanciato un affondo portentoso lanciando Broc Parkes e Kevin Curtian ben al di sotto del record ufficiale della pista. Ma ci vuole ben altro per turbare l’armata Ten Kate che ha ricucito immediatamente lo strappo catapultando l’ormai maturo Kenan Sofuoglu in vetta alla classifica con 1’34”7, nuovo primato ufficioso della categoria. Dunque è bastato poco per mettere le ali alla nuovissima CBR-RR che, assicurano i tecnici olandesi, non ha neanche una vite in comune con la versione 2006.
Per adesso il turco divide il primato con Kevin Curtain, altrettanto incisivo con la YZF-R1. Prestazione che però non sorprende perché a Phillip Island il 40enne australiano potrebbe girare anche ad occhi bendati. Viceversa Sofuoglu nella gara del marzo scorso era affondato, tornando a casa con le pive nel sacco.
La crescita esponenziale di Kenan potrebbe creare qualche grattacapo a Sua Maestà Sèbastien Charpentier ,che oggi è caduto fermandosi ad un modesto 1’36”0. “Ma aspettate domani prima di tirare le somme” ha avvertito il simpatico francese.
Curtain ha preceduto di un decimo il compagno Broc Parkes ma la notizia del giorno è che l’unica Ducati si è finalmente rimessa in moto dopo la panne elettrica che aveva mandato in fumo l’intera sessione di sabato. Gianluca Nannelli è entrato in pista per primo ma dopo sei giri un pistone ha ceduto costringendo la 740R ad altre tre ore di sosta per il montaggio del motore utilizzato in Qatar e accantonato per raggiunto limite di chilometraggio. Per fortuna per adesso ha retto e il toscano è riuscito a fare un impressionante 1’35”2 pur utilizzando solo la soluzione di gomme più dura, mentre i tre che lo precedono hanno fatto il tempo con il tipo più soffice. “Se tutto va bene mi posso avvicinare a 1’34” basso” ha promesso Nannelli.
(ufficiosi): 1. Curtain (Aus-Yamaha) 1’34”7; 2. Sofuoglu (Tur-Honda) 1’34”7; 3. Parkes (Aus-Yamaha) 1’34”8; 4. Nannelli (Ita-Ducati) 1’35”2; 5. Charpentier (Fra-Honda) 1’36”0; 6. Foret (id- Kawasaki) 1’36”3; 7. Riba (Spa-id) 1’36”4; 8. Veneman (Ola-Suzuki) 1’36”4; 9. Kallio (Fin-id) 1’37”7.
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