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Test Superbike a Phillip Island
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Subito Bayliss in vetta, favorito da una Ducati collaudatissima e dalla pista di casa, ma Biaggi ci mette del suo e porta la Suzuki – tutta nuova e non ancora perfettamente a punto – al secondo posto precedendo Toseland. Nella Supersport la Yamaha ‘stende
foto Alex Photo
Troy Bayliss
Phillip Island – Era facile prevederlo: Troy Bayliss subito davanti a tutti nella prima giornata dei test sviluppo Superbike a Phillip Island. Il ducatista campione del Mondo è rimasto in vetta alla classifica dei tempi fin dal mattino siglando un ottimo 1’32”8, ad appena quattro decimi dal primato della pista che lo stesso Bayliss ha ottenuto nel GP d’Australia del marzo scorso.
Troy Bayliss
Phillip Island – Era facile prevederlo: Troy Bayliss subito davanti a tutti nella prima giornata dei test sviluppo Superbike a Phillip Island. Il ducatista campione del Mondo è rimasto in vetta alla classifica dei tempi fin dal mattino siglando un ottimo 1’32”8, ad appena quattro decimi dal primato della pista che lo stesso Bayliss ha ottenuto nel GP d’Australia del marzo scorso.
Max Biaggi però non è stato a guardare e proprio allo scadere della sessione è sceso fino a 1’33”2. È un tempo superlativo: in questo momento la situazione tecnica è nettamente favorevole all’australiano che dispone della collaudatissima Ducati mentre Biaggi sta ancora sviluppando la Suzuki K7. Qui il romano ha per la prima volta della seconda moto e sta provando tante novità, in particolare d’elettronica, ma non solo. Nel box Alstare si sono visti diversi tipi di telaio e anche tre configurazioni di scarico diverse.
Differente anche la situazione gomme. Bayliss ha fatto il tempo con materiale 2007 effettuando una mini simulazione sulla distanza di dieci giri (la manche ne conta 22), ottenendo il giro veloce al terzo passaggio e tenendo in seguito una media sul passo di 1’33” molto basso. Biaggi invece per adesso ha girato solo con pneumatici 2006riuscendo comunque ad arrivare ad un solo decimo dal primato personale in gara del predecessore Troy Corser.
Dunque la sfida è più accesa che mai. “Ho tenuto un buon passo con una gomma dura e questo è un ottimo segnale” ha commentato un Troy Baylissdi ottimo umore. Al mattino la Ducati aveva montato per scrupolo la stessa che l’iridato aveva utilizzato nella prima manche del GP 2006. Il risultato è stato lo stesso: Bayliss è partito forte, ma dopo nove passaggi si è dovuto fermare perché sul battistrada, qui particolarmente sollecitato sul fianco sinistro, si erano formate delle bolle. In gara l’anno scorso l’australiano era stato costretto a rallentare vistosamente, arretrando dal primo al sesto posto. Più tardi, con una gomma più dura, aveva vinto alla grande gara 2.
In casa Suzuki non è ancora il momento di simulare la gara perché la prorità è capire se le evoluzioni realizzate per eliminare i problemi emersi in Qatar funzionano. L’impressione è che Biaggi ci abbia messo molto del suo perché il compagno Yukio Kagayama è stato quasi un secondo più lento ed ha solo il nono tempo tra i dieci piloti che partecipano a questi test.
Con cinque marche diverse nelle prime cinque posizioni questa giornata inaugurale ha fatto capire quante emozioni potrà offrire il Mondiale 2007. È stata infatti un’ottima giornata per la Honda, che ha riproposto James Toseland al terzo posto con 1’33”4, ma anche per la Yamaha, che riscopre il talento di Noriyuki Haga oscurato nella tappa precedente a Losail dal neo-compagno Corser. Il giapponese ha fatto lo stesso crono di Toseland, infliggendo due decimi al nuovo arrivato, dal quale, dopo la grande prestazione di Losail (secondo tempo dietro a Bayliss) era lecito attendersi qualcosa di più; restano ancora due giorni di prove e sarà un finale con fuochi d’artificio.
Cresce anche la Kawasaki: Règis Laconi nel finale ha girato 1’33”5, un decimo meglio dello spagnolo Fonsi Nieto con la ZX-10R gemella.
Lorenzo Lanzi che ha girato molto bene al mattino, 1’33”7, incontrando poi qualche difficoltà nella sessione pomeridiana.
Roberto Rolfo invece continua il difficile apprendistato sulla Honda CBR-RR: 1’35”4 il miglior riscontro del piemontese che su questa pista era stato protagonista con la Ducati satellite centrando un sesto posto, miglior piazzamento 2006.
I tempi (ufficiosi): 1. Bayliss (Aus-Ducati) 1’32”8; 2. Biaggi (Ita-Suzuki) 1’33”2; 3. Toseland (GB-Honda) 1’33”4; 4. Haga (Gia-Yamaha) 1’33”4; 5. Laconi (Fra-Kawasaki) 1’33”5; 6. Nieto (Spa-id) 1’33”6; 7. Corser (Aus-Yamaha) 1’33”6; 8. Lanzi (Ita-Ducati) 1’33”7; 9. Kagayama (Gia-Suzuki) 1’34”1; 10. Rolfo (Ita-Honda) 1’35”4.
Supersport: Parkes carico a palla
– La Honda tiene in pugno da cinque anni il Mondiale Supersport, ma la Yamaha sta facendo un grande sforzo per buttarla giù dal piedistallo. La YZF-R6 ha aperto i test di Phillip Island con prestazioni devastanti: Broc Parkes ha ottenuto il nuovo primato ufficioso in 1’35”2, due decimi meglio di Kevin Curtain con la moto gemella. Siamo oltre un secondo sotto il primato ufficiale.
Per capire la portata di queste prestazioni basti ricordare che nel marzo scorso Sebastien Charpentier con la Honda ha vinto con miglior giro in gara di 1’36”549. Parkes è sceso 1”3 sotto e scusate se è poco!
La nuova Honda CBR-RR prima di oggi aveva compiuto solo qualche giro di rodaggio nel freddo di Almera pochi giorni prima di Natale. Quindi il debutto di Sebastien Charpentier, 1’36”3, non è stato disprezzabile, e il giudizio vale anche per il suo compagno di squadra, il turco Kenan Sofuoglu, che ha ottenuto l’identica prestazione. Il preparatore Ten Kate e il campione del Mondo però forse non immaginavano che i progressi Yamaha sarebbero stati così portentosi.
Rispetto al Qatar ha cambiato decisamente marcia la Kawasaki, che ha portato lo spagnolo Pere Riba ad appena tre decimi dalla Honda. Nel deserto la ZX-6R era apparsa in netto ritardo, qui invece è andata discretamente, nonostante il terribile volo cui è rimasto vittima al mattino Fabien Foret. Il francese si è rialzato senza danni, ma la gran botta sicuramente non gli ha fatto bene al morale.
È venuta in Australia anche la Suzuki, che nel 2007 affiancherà Vesa Kallio, fratellino del viceiridato 125GP Mika, all’olandese Barry Veneman. La GSX-R però non sembra avere lo stesso passo di Yamaha e Honda.
Giornata persa per Gianluca Nannelli che ha potuto compiere appena sei giri di rodaggio al mattino. Si è fermato per una regolazione, ma la sua Ducati 749R non si è più riaccesa per un problema elettrico. I tecnici del team Caracchi hanno smontato centralina e cablaggi senza venire a capo del problema.
I tempi (ufficiosi): 1. Parkes (Aus-Yamaha) 1’35”2; 2. Curtain (id) 1’35”4; 3. Charpentier (Fra-Honda) 1’36”3; 4. Sofuoglu (Tur-id) 1’36”3; 5. Riba (Fra-Kawasaki) 1’36”6; 6. Foret (Fra-id) 1’36”9; 7. Veneman (Ola-Suzuki) 1’37”6; 8. Kallio (Fin-id) 1’38”9; 9. Nannelli (Ita-Ducati) n.c.
Per capire la portata di queste prestazioni basti ricordare che nel marzo scorso Sebastien Charpentier con la Honda ha vinto con miglior giro in gara di 1’36”549. Parkes è sceso 1”3 sotto e scusate se è poco!
La nuova Honda CBR-RR prima di oggi aveva compiuto solo qualche giro di rodaggio nel freddo di Almera pochi giorni prima di Natale. Quindi il debutto di Sebastien Charpentier, 1’36”3, non è stato disprezzabile, e il giudizio vale anche per il suo compagno di squadra, il turco Kenan Sofuoglu, che ha ottenuto l’identica prestazione. Il preparatore Ten Kate e il campione del Mondo però forse non immaginavano che i progressi Yamaha sarebbero stati così portentosi.
Rispetto al Qatar ha cambiato decisamente marcia la Kawasaki, che ha portato lo spagnolo Pere Riba ad appena tre decimi dalla Honda. Nel deserto la ZX-6R era apparsa in netto ritardo, qui invece è andata discretamente, nonostante il terribile volo cui è rimasto vittima al mattino Fabien Foret. Il francese si è rialzato senza danni, ma la gran botta sicuramente non gli ha fatto bene al morale.
È venuta in Australia anche la Suzuki, che nel 2007 affiancherà Vesa Kallio, fratellino del viceiridato 125GP Mika, all’olandese Barry Veneman. La GSX-R però non sembra avere lo stesso passo di Yamaha e Honda.
Giornata persa per Gianluca Nannelli che ha potuto compiere appena sei giri di rodaggio al mattino. Si è fermato per una regolazione, ma la sua Ducati 749R non si è più riaccesa per un problema elettrico. I tecnici del team Caracchi hanno smontato centralina e cablaggi senza venire a capo del problema.
I tempi (ufficiosi): 1. Parkes (Aus-Yamaha) 1’35”2; 2. Curtain (id) 1’35”4; 3. Charpentier (Fra-Honda) 1’36”3; 4. Sofuoglu (Tur-id) 1’36”3; 5. Riba (Fra-Kawasaki) 1’36”6; 6. Foret (Fra-id) 1’36”9; 7. Veneman (Ola-Suzuki) 1’37”6; 8. Kallio (Fin-id) 1’38”9; 9. Nannelli (Ita-Ducati) n.c.
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