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A Monza un’altra doppietta di Bayliss
L’australiano e la sua Ducati hanno mostrato una superiorità evidente sul velocissimo circuito brianzolo. Alle sue spalle una volta Barros e una Corser. Nella Supersport Charpentier penalizzato per partenza anticipata e vittoria a Tiberio. La STK 1000 a P
di Luigi Rivola, foto Alex Photo
I festeggiamenti a Bayliss al termine di gara-2. Haga, dietro, non sembra altrettanto soddisfatto
Monza - Corser, Haga, poi Toseland, Bayliss e Laconi arrivano insieme sulla prima variante dopo la partenza; Corser e Haga guadagnano subito qualche metr, poi Haga riesce anche a passare, ma Corser lo ripassa alla fine del primo giro, mentre Neukirchner è già fuori col motore bollito, seguito poco dopo da Laconi con la Kawasaki fuori uso.
Al terzo giro Bayliss, dopo diversi tentativi infruttuosi, riesce ad aver ragione della resistenza di Toseland. Neanche mezzo giro, e Bayliss fa un solo boccone di Haga e i Corser e balza al comando. La superiorità del binomio italo-australiano è netta, ancor più netta qui, che a Valencia, nonostante che le caratteristiche del circuito, almeno sulla carta, siano favorevoli ai motori più potenti.
Alle spalle dei primi tre, Toseland dà il massimo per non perdere terreno, mentre Nieto, Muggeridge e Walker lo inseguono da presso. Barros è settimo e precede Rolfo, Fabrizio e Lanzi. Al settimo giro la sorpresa: Corser si riporta su Bayliss lo attacca e lo supera riprendendo il comando, mentre Haga stenta a tenere il passo dei primi due; una tornata ancora, e Bayliss, dopo aver tenuto sul rettilineo del traguardo la scia della Suzuki, stando a un centimetro dalla sua ruota posteriore, esce di colpo e risucchiato in avanti si gioca la staccata della prima variante con Corser , riuscendo ad entrare per primo in curva.
Intanto Barros, con la stessa progressione della prima manche, sta rimontando ed è già sesto dietro a Nieto. Al decimo giro Corser torna leader e Barros si mette dietro anche Nieto; nel suo mirino ora è Toseland, il pilota più rappresentativo della Honda, che lo precede di 2”. Toseland sulla Honda Ten Kate sbanda vistosamente in curva e in staccata, Barros, sulla Honda Klaffi, invece è fermissimo, pulito e... si avvicina.
Si approssima il traguardo finale e Bayliss decide che è ora di mettere la vittoria al sicuro: supera Corser, mantiene un ritmo insostenibile e il pilota della Suzuki in poco tempo si ritrova staccato di 1”5; per il campione del mondo la situazione si fa difficile.
A tre giri dal termine l’unica incognita sembra rimasta nel duello fra Barros e Toseland. Il brasiliano è a ruota dell’inglese, ma Toseland quando vuole sa essere un osso duro: nelle staccate Barros ci prova sempre, ma Toseland con la moto di traverso riesce a resistere e a mantenere l’ingresso in curva a suo vantaggio.
L’ultimo giro è trionfale per Bayliss e rassegnato per Corser e ancor più per Haga, uno che non è abituato a far corse di posizione. Per il quarto posto Barros finalmente vince il duello con Toseland e con gli altri piloti Honda, sesto è Pitt davanti a Muggeridge, Nieto, Walker, Rolfo e Lanzi.
Corser è il più lesto a scattare davanti a Bayliss, Muggeridge, Haga e Laconi; nel gruppone succede il finimondo e cadono sette piloti: Nieto, Fabrizio, Xaus, Neichirkner, Nannelli, Iannuzzo e Abe. Al secondo giro Bayliss passa in testa, ma alla Parabolica viene superato da Muggeridge. L’australiano gli si accoda, succhia la scia della Honda e alla staccata della prima variante è di nuovo primo, mentre cade Kagayama all’uscita della Roggia.
Al quarto passaggio la prima posizione è in balottaggio fra cinque piloti, guidati da Bayliss che ha a ruota Muggeridge, Haga, Corser e Laconi. Il pilota della Ducati allunga il passo è riesce a guadagnare qualche metro sul gruppo inseguitori, che vede Muggeridge arretrare al quarto posto. Al settimo giro il vantaggio di Bayliss è salito a 1” e per il secondo posto lottano Corser e Haga, che però sono stati ormai raggiunti da Barros, autore del giro più veloce, e rinviene molto forte anche Toseland, quinto.
Barros si accoda ad Haga che è a contatto della ruota posteriore di Corser e comincia ad attaccare, ma il pilota della Yamaha e quello della Suzuki si difendono benissimo; al tredicesimo giro Haga però cede a Barros e il brasiliano si getta subito alla caccia di Corser, che raggiunge in poche curve, superandolo un giro più tardi. Il passo di Barros è superiore, ma nella foga commette un errore e gli avversari non si fanno pregare per approfittarne. Ancora un giro e Barros è nuovamente secondo davanti ad Haga e Corser: la battaglia accesissima, ma disturbandosi i tre piloti abbassano il ritmo di gara e sembra che Toseland possa tentare di agganciarli.
Al penultimo giro Toseland è quasi a ruota di Haga, ma arriva lungo alla staccata della Parabolica, esce e cade nello spazio di fuga. Un ultimo giro in totale serenità, e Bayliss va a vincere questa prima manche del GP d’Italia, mentre alle sue spalle Barros riesce a difendersi dagli ultimi, disperati, attacchi di Corser e di Haga e li precede nell’ordine al secondo, meritatissimo, posto. Laconi, settimo, è il primo dei piloti della Kawasaki davanti al bravo Rolfo che si toglie la soddisfazione di precedere Lanzi.
Primo in partenza (un po’ in anticipo, in verità), primo con ampio margine alla fine del primo giro. Le corse di Charpentier non hanno storia e sembra proprio che non debbano averla neanche a Monza. Il campione del mondo addirittura si permette una certa cautela, che consente nelle prime fasi di gara a Tiberio di ottenere il giro più veloce, ma poi decide di aprire il gas, si riprende il primato sul giro, ma poi deve passare al box per scontare la penalità per partenza anticipata e rientra in pista con oltre 10” di ritardo su Tiberio, momentaneamente in testa, ma in lotta gomito a gomito con Curtain e Harms.
Bellissimo e duro lo scontro in testa in assenza di Charpentier. Indietro, al nono posto, Charpentier cambia marcia e comincia a fare sul serio; abbassa ancora il primato sul giro, ma poi spreca ciò che ha guadagnato con un errore banale. Col miraggio della vittoria, Curtain e Tiberio ci danno dentro e staccano il terzo pretendente, Harms; Roccoli è quarto e il suo compagno di suadra lo guarda correre nel box, dopo essere stato messo fuori gara da una spettacolare caduta al terzo giro.
A quattro giri dalla fine Curtain è costretto alla resa: la sua Yamaha R6 in pieno rettilineo viene avvolta da una nuvola di fumo bianco; il quattro cilindri ha ceduto di schianto e per l’incolpevole australiano è una vera beffa della sorte.
A questo punto Tiberio è solo al comando, anche se Harms non sembra aver ancora rinunciato a fargli una sorpresa sgradita; intanto Charpentier è già arrivato al quinto posto, scavalca facilmente anche il compagno di squadra Sofuoglu e attacca Roccoli e lo supera dopo poche curve conquistando il terzo gradino del podio. Tiberio vince davanti ad Harms e all’ultimo giro il pubblico assiste ad un duello feroce fra Roccoli e Sofuoglu per il quarto posto. Il turco supera con un sorpasso strettissimo l’italiano, ma questi gli restituisce la cortesia sfiorando il contatto in fase di rientro e conquistando la quarta piazza.
Partenza perfetta di Polita; gli si accoda Dell’Omo seguito da Martinez, che cede il posto a Corti, mentre quinto è Chiarello e sesto Badovini. Scassa, partito con un piede gonfio per la caduta di ieri, è ottavo. Al secondo giro Chiarello diventa terzo, mentre Corti arretra al quinto posto dietro a Martinez. Chiarello sta tirando fortissimo e guadagna un’altra posizione avvicinandosi a Polita, mentre Badovini supera Corti e Martinez insediandosi al quarto posto.
A metà gara Polita con la Suzuki è saldamente al comando e dimostra di poter contenere le velleità di Chiarello e della sua Kawasaki, ma alle loro spalle c’è un grande ritorno delle MV Agusta: Badovini supera Dall’Omo ed è terzo, mentre Scassa ha ripreso il gruppo che lotta per il terzo posto ed è al momento quinto, ma in recupero.
All’ottavo giro grande duello per il terzo posto fra Martinez e Scassa, mentre Badovini è arretrato al quinto posto. Un giro più tardi Badovini è quarto e Scassa quinto: la battaglia per il terzo posto è rovente, intanto Chiarello ha aumentato il ritmo e si è portato a otto decimi da Polita.
All’ultimo giro Chiarello tenta il tutto per tutto, ma Polita non commette errori e all’uscita della Parabolica ha ancora quel piccolo vantaggio che gli permette di tagliare il traguardo salutando il pubblico. La lotta, tremenda, per il terzo gradino del podio la vince Badovini – che replica l’eccellente risultato di Valencia – mentre Martinez riesce a conquistare il quarto posto in volata su Scassa.
Dopo due corse, Polita è in testa con due vittorie alla coppa del Mondo Superstock 1000, davanti a Badovini e a Scassa, che condivide il terzo posto con Chiarello.
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