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GP Francia Q1: Kagayama, pole e record

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Il giapponese della Suzuki firma il nuovo primato ufficioso di Magny Cours battendo con la monogomma il tempo di Hodgson con gomme speciali, che resisteva dal 2003. Lanzi, quarto argina la disfatta della Ducati. Fabrizio prevale su Curtain nella Superspor

Alessandro Polita - Suzuki GSX-R 1000
di Luigi Rivola, foto Alex Photo

Kagayama in derapata controllata

Magny Cours –
Col tempo di 1’41”568, Lorenzo Lanzi in sella alla Ducati 999F05 del Team Caracchi ha primeggiato nelle libere d’esordio del GP di Francia battendo Chris Vermeulen (1’41”809) e Troy Corser (1’41”990). All’inizio delle prove ufficiali, Kagayama dà subito fuoco alle polveri e si pone in vetta alla graduatoria dei tempi in 1’41”533; Lanzi non si impressiona, incassa, quindi sale sulla sua Ducati e in poche tornate si riprende ciò che già era suo limando tre decimi al suo primato delle libere.
La coppia Muggeridge-Vermeulen con le Fireblade Ten Kate si insedia provvisoriamente in terza e quarta posizione, mentre Corser se la prende comoda, come al solito, in attesa della zampata dell’ultimo minuto.


A mezz’ora dalla fine del turno, Lanzi è saldamente primo con 1” di vantaggio su Toseland, settimo, e 1”2 su Laconi, decimo, che guidano una moto identica alla sua. Walker, sesto è il più rapido dei kawasakisti e Pitt è ottavo con la prima delle R1. A 21” dalla fine, Martin porta la FP1 in terza posizione davanti alla coppia della Honda Ten Kate e Ben Bostrom accede alla top ten con due giri indiavolati che lo sistemano prima al settimo, poi al quarto posto, dove non si faceva vedere da un po’ di tempo.
Il cronometro scende sotto i 10’ ancora disponibili e Walker è il primo a scatenarsi: un giro in 1’41”520 e la sua Kawasaki PSG-1 si porta alle spalle di Lanzi, facendo scalare di un posto Kagayama. Il giapponese reagisce subito e compie un’autentica prodezza girando in 1’40”512, cioè 1” in meno del suo miglior tempo precedente. Lanzi passa secondo e si trova alle spalle Martin, che si è concesso il lusso di sorpassare Walker. Il gran finale è cominciato.


Walker cede il quarto posto all’arrembante David Checa con la Yamaha-France e anche Haga finalmente si avvicina ai piani alti con una prima puntata al settimo posto. Ma fra i due litiganti in sella alla R1 prevale Pitt, che a 1’ dalla fine spicca il tempone e con 1’41”169 si piazza per qualche istante al secondo posto, prima di cederlo a Muggeridge, che glielo strappa demolendo anche lui, come Kagayama, il muro di 1’41”.
Il primo turno di prove si conclude quindi con l’affermazione di Kagayama su Suzuki, autore del nuovo primato ufficioso della pista (stabilito da Hodgson nel 2003, in 1’40”754 con gomme Michelin speciali) davanti a Muggeridge, Pitt, Lanzi e Corser. La Ducati si salva con Lanzi, ma deve accusare un turno assolutamente disastroso per i suoi piloti ufficiali: Toseland 17° e Laconi 19°.
Il destino ha fatto uno scherzo antipatico a Sebastien Charpentier e ai suoi tifosi francesi. Il campione del mondo, caduto a Imola nelle libere di sabato, è stato infatti costretto a saltare il Gran Premio di casa sua, dove i suoi connazionali avrebbero certamente voluto celebrare degnamente il suo titolo. A difendere i colori della Honda, che negli ultimi gran premi è stata duramente attaccata dalla Yamaha e dalla Ducati, sono dunque in prima linea i due piloti del Team Megabike, Fabien Foret e Michel Fabrizio, visto che anche Katusaki Fujiwara, compagno di squadra di Charpentier con la Honda Ten Kate, è piuttosto acciaccato per i postumi delle cadute di Imola.


Le prove libere che danno il via al GP di Francia Supersport vedono prevalere Kevin Curtain con la Yamaha R6 in 1’44”357, tempo già inferiore al record della pista stabilito da Broc Parkes nel 2004; il secondo tempo delle libere è di Foret, che precede Fujiwara, Parkes, Nannelli e Fabrizio.
La Honda inizia dunque il primo turno di prove ufficiali in svantaggio sulla Yamaha, ma basta un minimo riscaldamento a Michel Fabrizio per piazzare un colpo che lo spara dritto in cima alla classifica dei tempi; lo imita presto Foret, che gli si insedia alle spalle tenendosi dietro Curtain.


La coppia del Team Megabike sembra in grado di controllare agevolmente gli avversari, e resiste agli attacchi dei due piloti della Yamaha-Germania, ma nel finale Curtain si produce in un affondo che sorprende Foret, e il secondo tempo passa di mano, mentre il primo rimane per un soffio in possesso di Michel Fabrizio. I primi quattro piloti solo i soli ad aver oltrepassato il muro di 1’45”; al quinto posto Fores, su Suzuki, in ‘45”027 e al sesto è il vincitore di Imola, Gianluca Nannelli con la Ducati 749R, in 1’45”079; Alessio Corradi, terzo la settimana scorsa, al momento è solo diciassettesimo. L’olandese Vos, che ha preso il posto di Chambon sulla Honda CBR600 Ten Kate, inizia conun promettente nono posto.
 
il primo episodio di rilievo dell’ultima prova della Coppa del Mondo Superstock è stato la caduta di Sofuoglu nelle libere. Una caduta senza conseguenze, ma che, facendo il paio con quella di Imola, dimostra il nervosismo del più valido candidato al titolo mondiale della categoria in questo finale di stagione.
Le libere avevano visto una prevalenza inattesa di Suzuki GSX-R 1000: quattro ai primi sei posti della graduatoria dei tempi e due ai primi due: rispettivamente con Chiarello e Dionisi. Un’affermazione di marca che contrasta con la superiorità della Yamaha R1 evidenziatasi nettamente lo scorso anno e ribadita anche nel 2005 per gran parte della stagione.


Le prove ufficiali hanno confermato lo stato di grazia della Suzuki, che ha ottenuto la pole provvisoria con Dionisi, il quale, con la GSX-R del Team Celani, si è concesso il lusso di abbassare di quasi 1”7 il suo secondo tempo delle libere, forzato dal recupero di Roccoli, che con la R1 del Team Italia gli si è piazzato alle spalle con un distacco di appena 2 decimi. A completare il successo italiano è arrivato il terzo posto di Polita, che ha staccato di 70 millesimi il forte tedesco Nebel e di quasi due decimi il caparbio australiano Coxhell. Il sesto tempo è stato ottenuto da Sofuoglu, mentre Didier Van Keymeulen, suo compagno di squadra alla Yamaha Germania, suo diretto avversario nella corsa al titolo e attuale leader della sua classifica generale con un solo punto di vantaggio, si è piazzato al nono posto davanti ad un trio italiano composto nell’ordine da Scassa, Chiarello e De Angelis.


 
Lorenzo Lanzi al box del Team Caracchi

Massimo Roccoli - Yamaha YZF R1

Ilario Dionisi - Suzuki GSX-R 1000

Magny Cours –
Michel Fabrizio - Honda CBR600RR

Magny Cours –
Kevin Curtain - Yamaha YZF R6

Fabien Foret, Honda CBR600RR

Andrew Pitt - Yamaha R1

Alessandro Polita - Suzuki GSX-R 1000
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SBK 2005

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