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Monza: Suzuki-Honda 1 a 1

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La GSX-R 1000 vince con Corser la prima manche e la Fireblade di Vermeulen si impone nella seconda, battendo la 999 di Laconi in vista del traguardo. Gare altamente spettacolari davanti ad oltre 90.000 spettatori. Nella Supersport Nannelli con la Ducati s

Lo stand di Dueruote/Motonline nei pressi del paddock di Monza
di Luigi Rivola, foto Alex Photo


Partenza della seconda manche

Monza –
Lo schieramento è completo e i meccanici stanno per abbandonare la zona di partenza, ma la procedura si blocca: la Honda di Chili perde del liquido e la Ducati di Nannelli non si avvia. Si perde tempo, ma Chili riesce a riallinearsi al suo posto, mentre Nannelli è costretto a prendere il via dalla corsia box.
All’accendersi del rosso, Corser scatta bene, ma Laconi lo sorprende in accelerazione e lo supera entrando per primo alla variante. Ha inizio così il duello annunciato dalla prima manche. Ale spalle della coppia di testa inseguono Kagayama, Vermeulen, Muggeridge, Pitt, Walker, Toseland, Chili, Abe e Haga. Nannelli, partito dal box, è ventitreesimo in rimonta dall’ultimo posto. Escono di gara Cardoso e Vizziello per caduta.


Laconi tiene il comando con due lunghezze su Corser; in realtà il francese della Ducati è leader di un gruppone di otto piloti uno nella scia dell’altro: uno spettacolo come non si vedeva da tempo. I primi due imprimono alla corsa un ritmo forsennato: entrambi sfruttano ogni traiettoria fino ad oltre la striscia bianca in uscita, sbandando vistosamente in staccata, come in apertura. All’ottavo giro Laconi ha un vantaggio di otto decimi e qualcuno al box Ducati comincia a sperare; Corser cede il testimone a Kagayama che si mette a tirare, mentre Vermeulen e Muggeridge stanno incollati a Corser in attesa di occasioni propizie. Al nono giro Vermeulen attacca Corser e lo supera; poche curve più avanti, Kagayama si produce in un dritto in piena velocità, cade ed è fuori corsa, mentre Corser si fa passare anche da Muggeridge ed è quarto davanti a Toseland, che ha avuto ragione di Walker e di Pitt. Intanto Nannelli continua la sua rimonta e macina avversari su avversari; a quattro giri dal termine è già decimo davanti ad Abe e si appresta ad attaccare Haga.


Laconi tiene il comando, ma Vermeulen sta guadagnando vistosamente su di lui, mentre invece Muggeridge si è nuovamente arreso a Corser. A due giri dal traguardo finale, Laconi e Vermeulen sono ruota a ruota; il francese avverte il pericolo e forza il ritmo, ma l’australiano non ci pensa nemmeno a mollarlo, adesso che l’ha preso. Inizia l’ultimo giro con primo duro attacco di Vermeulen in staccata alla variante, ma Laconi resiste. Vermeulen si nasconde dietro la sagoma dell’avversario e aspetta; lo sorprende alla Roggia, esce di scia con decisione e se lo mette alle spalle senza remissione. Per Laconi l’ultima speranza è all’uscita della Parabolica, ma Vermeulen sta stretto, gli chiude la strada e apre fuori della traiettoria ideale mettendo di traverso la sua Honda in accelerazione e tagliando per primo il traguardo davanti a Laconi, Corser, Muggeridge e Toseland. Chili è settimo e Nannelli decimo.
Corser si invola al rosso cel semaforo e Kagayama gli protegge le spalle facendo da tappo a Laconi e a Pitt che cercano di non farlo scappare. Al termine del primo giro Corser ha già 1”2 di vantaggio sul gruppo, e Laconi sgomita con Kagayama per passare, intanto si ritira Alfonsi. Al secondo passaggio sul rettilineo, l’arrivo di Corser è salutato da una fumata bianca che si scorge in lontananza: è il motore della Fireblade di Vermeulen che è andato arrosto. Peccato.


Corser continua a guidare la corsa, ma il vantaggio non cresce: oscilla su 1” e Kagayama fatica a contenere Laconi, che non è uno che si rassegna facilmente, mentre per la quarta posizione lottano Pitt e Toseland che precedono di un paio di secondi un gruppo composto da Chili, Walker, Haga, Muggeridge, Abe e Nannelli. Toseland supera Pitt e lo stacca aumentando il ritmo, intanto Kagayama ha ripreso la ruota di Corser, così in testa si forma un terzetto che, disturbandosi, potrebbe anche favorire un recupero del campione del mondo.
Al sesto giro, Laconi passa finalmente Kagayama e punta a Corser che ha ripreso mezzo secondo di vantaggio, ma il giapponese non molla, recupera e torna secondo, mentre Laconi sembra rinunciare.


La gara vive un momento di apparente relax: davanti la coppia della Suzuki, seguita da Laconi che sfrutta le traiettorie e i cordoli più di qualsiasi altro. Il francese non ha affatto rinunciato, e il suo sforzo è premiato al decimo giro, quando la sua ruota anteriore si incolla nuovamente a quella posteriore di Kagayama. Più indietro c’è un Nannelli strepitoso che con la sua Ducati privata si mette alle spalle due grossi calibri come Haga e Abe, piazzandosi nono dietro a Chili, che è stato superato da Walker e da Muggeridge.
Laconi insiste e supera Kagayama che non lo molla; in velocità massima la Suzuki non riesce a passare la Ducati, e nella staccata della prima variante Laconi tiene duro e Kagayama non passa per il momento.
Ma poi trova il varco e si riporta in seconda posizione. Laconi sta dando tutto, e si vede, ma anche Toseland è rinato e si sta avvicinando: al tredicesimo giro è quarto a 2”1 da Corser, mentre Pitt sembra pago della quinta posizione che Muggeridge, pur in crescita, non dovrebbe insidiargli. Al quindicesimo giro Toseland è alle spalle di Laconi, gli succhia la scia e si aggancia al gruppo: l’arrivo si preannuncia come una volata a quattro, a meno che Kagayama non si adatti a far solo da spalla a Corser. Invece niente da fare: le due Suzuki , appaiate, aumentano il ritmo e per la Ducati sembra non ci sia speranza. Ma Toseland ha uno scatto d’orgoglio: supera Laconi, si spara addosso a Kagayama, approfitta di un suo piccolo errore in uscita dalla Parabolica, lo affianca sul rettilineo e solo per un soffio non gli brucia il secondo posto. Con la Ducati sul podio abbiamo ritrovato il campione del mondo?
Pit con una gara regolare conserva il quinto posto, mentre Muggeridge per un solo decimo contiene il ritorno di Chili che si piazza settimo davanti a Walker e a Nannelli.
Due giri in testa per Fujiwara, due giri al secondo posto per Charpentier. Questo l’inizio della gara del Mondiale Supersport sul circuito più veloce del campionato. Un inizio praticamente identico a quello delle altre gare fin qui disputate, premonitore di un arrivo come quelli già visti in Qatar, in Australia e in Spagna, con le due Honda Ten Kate ai primi due posti.
Ma al terzo giro si intuisce che questa volta la corsa può avere un nuovo protagonista, quel terzo che può godere, come dice il proverbio, fra i due litiganti. È toscano, è calvo, va fortissimo e si chiama Nannelli. Arriva dal terzo posto conquistato in partenza con la sua Ducati e si avventa su Charpentier, lo aggredisce con una grinta incredibile e lo passa. Charpentier reagisce – non per nulla è il più forte candidato al titolo 2005 – dà fondo a tutte le sue risorse, supera Nannelli e sullo slancio passa al comando, ma Nannelli gioca lo stesso scherzetto questa volta a Fujiwara, spedendolo al terzo posto.


I due della Honda, abituati a disputare una partita riservata, sono un po’ spiazzati: chi è questo intruso? Nannelli allora si presenta meglio: li infila in staccata, li passa in rettilineo, li pungola da ogni lato. Loro mettono alla frusta le moto che fino a Monza hanno dominato incontrastate il campionato, e riscono a tappare le falle e a non farsi umiliare, ma di staccarlo, come sono ormai staccati tutti gli altri, tra cui Curtain e Fabrizio che si contendono il quarto posto, non se ne parla nemmeno.
Una corsa incredibile con un “Nanna” incredibile e una Ducati rinata, anche per merito di quel vecchio mago che è Franco Farnè, che assicura: “Ho fatto pochissimo, tanto il regolamento ti permette poco o nulla. Solo i soliti lavori di affinamento, che evidentemente hanno dato qualche risultato”.


Non è la vittoria, ma un grande podio...

Stefano Caracchi con un occhio guarda il televisore senza quasi riuscire a credere a ciò che vede, e con l’altro fissa Farné e dice: “Non è vero, Franco avrebbe un sacco di idee per far andare ancora di più la 749, ma sono io che non posso metergli a disposizione fondi sufficienti...”.
Insomma, tra box e pista un’atmosfera particolare che farà passare alla storia questa corsa. Nannelli passa a condurre più volte, e tutte le volte è respinto a fatica. Si capisce che l’impossibile – una vittoria della Ducati – può accadere. Ma a tre giri dalla fine, alla staccata della prima variante, una mossa strana della coppia della Honda, un errore, trae in inganno Nannelli, che arriva lungo e in uscita dalla variante perde il contatto coi primi due. Purtroppo la corsa finisce qui: Charpentier si avvia verso il traguardo, ma Fujiwara glielo strappa dalle mani in volata. Nannelli, terzo a 2”, è però il vero trionfatore della corsa. Arriva sul podio raggiante; gli chiediamo: “Ce la farai a fare anche la seconda gara della Superbike dopo questa corsa pazzesca?”. “Home no! – risponde col suo marcatissimo accento toscano – Hon la hariha che ho ahhumulato ne faccio altre dieci di horse hosì”.
La classifica riserva grosse soddisfazioni ai colori italiani non solo per il terzo posto di Nannelli, ma anche per il quarto di Michel Fabrizio e il sesto di Corradi, due piloti che rivedremo spesso fra i protagonisti della Supersport. Nel dopocorsa Corradi viene squalificato per la mancata riaccensione del motore della sua Ducati in sede di verifica: una beffa che certamente non aveva meritato.
La corsa delle Superstock 1000 inizia subito come faccenda personale fra Roccoli e Sofuoglu. I due partono l’uno a ruota dell’altro, allungano subito il passo, staccano tutti gli avversari guadagnando una manciata di decimi al giro, quindi cominciano a stuzzicarsi. Sufuoglu conduce per i primi due giri, poi Roccoli, alla fine del secondo, uscendo dalla Parabolica lo affianca e lo supera, per poi farsi ripassare alla staccata della prima variante. I primi cinque giri scorrono rapidamente senza novità di rilievo, se non l’abbandono di Scassa e la resa di Chiarello, terzo, alle pressioni dell’incalzante Van Keymeulen prima e successivamente anche di Coxhell. In sesta posizione è Martinez, davanti a Polita, Sacchetti e Iannuzzo con la prima delle MV.

Al settimo passaggio, Roccoli torna in testa succhiando la scia di Sofuoglu nel rettilineo delle tribune, ma subito il turco riprende il comando, mentre Coxhell strappa il terzo posto a Van Keymeulen e si avvicina alla coppia di testa.
Roccoli insiste a portare attacchi a Sofuoglu e questo rallenta un po’ il loro ritmo; ne approfitta Coxhell, che al nono giro li aggancia inserendosi nella lotta per la vittoria.
La strategia di Roccoli sembra evidente: ad ogni giro affianca Sofuoglu in rettilineo e riesce a passare sulla linea del traguardo con mezza ruota di vantaggio. Inizia l’ultimo giro, Roccoli stuzzica troppo da vicino l’avversario, c’è un contatto e il turco, imbestialito, è costretto a correggere lasciando che l’italiano gli sfili di fianco. Ma per Roccoli non è fatta: Sofuoglu rinviene subito, lo raggiunge e lo sorpassa con grande decisione. Arriva la Parabolica: Roccoli tenta il tutto per tutto, riprende il comando infilandosi all’interno di Sofuoglu con troppa spinta, riesce a controllare la moto che più volte perde aderenza, ma è costretto ad allargare lasciando che Sofuoglu lo affianchi all’interno in uscita. L’arrivo è con una volata mozzafiato vinta meritatamente da Sofuoglu, che taglia il traguardo esultando. Coxhell è con loro, ma a una lunghezza di distanza, sufficiente per il terzo posto.
Sofuoglu, Roccoli, Van Keymeulen, Coxhell e Chiarello

Monza –
Tre marche ai primi tre posti

Nannelli davanti a Charpentier e Fujiwara

Partenza della prima corsa

Quando Nannelli ha inquadrato Fujiwara e Charpentier nel mirino...

Monza –
L'esultanza di Sofuoglu dopo la vittoria

Troy Corser

Monza –
Corser, Kagayama, Laconi e Toseland

Muggeridge, Chili e Walker ai ferri corti

Le ragazze di Andrew Pitt
93.000 sono stati gli spettatori confluiti a Monza nelle tre giornate
Torna il sorriso – finalmente – sul volto di Toseland e su quello dell’ing. Ciabatti
L’ing. Silvio Manicardi della Honda Europa intimidisce Brigaglia, tecnico di fiducia di Chili
Una Hostess dell’organizzazione
Vermeulen sulla linea di partenza celebra la Festa della Mamma anche a nome dei suoi meccanici
Feroce battaglia sul podio di gara-2
Batta e Kagayama
Corser col suo manager, Batta, e Claudio Castiglioni
Irriducibili tifosi di Chili
Chili regala a un ragazzo su una sedia a rotelle il suo abbigliamento da gara
La caduta di Lorenzo Alfonsi
Steve Martin ride, ma in realtà c’è pochissimo da ridere alla Petronas
Una piegona di Chris Walker
Corser padre di famiglia
Miss Italia con una collega
Lo stand di Dueruote/Motonline nei pressi del paddock di Monza
Chili firma autografi nello stand di Dueruote/Motonline
L’interno del box della Suzuki Alstare
Giovanni Bussei con Giorgio Barbier della Pirelli
La Kawasaki ZX-10R del Team PSG-1
Uno scorcio del paddock di Monza
La Yamaha R1 superbike di Haga
Agostini fra le miss
Nannelli sul podio della Supersport
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SBK 2005

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