Sbk
Monza: Kagayama vince la Superpole
Con un giro perfetto il giapponese regola il suo compagno di squadra, Corser, e Laconi. Le Honda, che avevano prevalso in prova, solo quarta e quinta. Charpentier ancora in pole nella Supersport, ma Nannelli fa sperare piazzandosi terzo davanti a Fabrizio
di Luigi Rivola, foto Alex Photo
Yukio Kagayama
Monza – Il primo a partire per la Superpole è Sebastien Gimbert, pilota di ottimo livello con una Yamaha altalenante fra la seconda e la quarta fila. A Monza la Yamaha-France stenta a trovare il giusto set-up e Gimbert non riesce a scendere sotto 1’50”. Si lancia Sanchini con la Kawasaki e prevale su Gimbert per un paio di decimi, ma impressiona la sua velocità massima: 291 km/ contro i 276 della Yamaha.
Il primo posto cambia ancora di mano con il giro lanciato di Abe, che infrange per primo il limite di 1’50, ma non basta, ovviamente: arriva Cardoso e abbassa di mezzo secondo il tempo del collega giapponese; la sua Yamaha eguaglia la punta velocistica della Kawasaki. Haga tiene fede alla sua fama e fa meglio di tutti i piloti che lo hanno preceduto, ma 1’49”2 è ancora un tempo del tutto inadeguato, tanto è vero che il privato Bussei, partito dopo di lui, lo batte con la Kawasaki-Bertocchi anche se solo per pochi centesimi.
Poi è il momento di Chili. Pierfrancesco lancia la sua Honda-Klaffi, è subito in vantaggio al primo intertempo, migliora nel secondo e taglia il traguardo in testa infrangendo per primo il muro di 1’49”. La sua Honda sfreccia in rettilineo a 296 km/h.
Nessuno vuole interrompere la successione dei giri più veloci, e anche Walker non viene meno alla consegna e si installa al primo posto girando più veloce di Chili. Non ce la fa invece Nannelli, che pur mettendocela tutta non va oltre il quinto posto in 1’49”372. Tocca a Toseland, che sa di avere su di sé l’attenzione di tutti: è il campione del mondo in carica e dovrebbe essere in vetta alla classifica, ma l’impresa ancora una volta non gli riesce: taglia il traguardo in 1’48”695 e si piazza immediatamente alle spalle di Walker.
Stiamo arrivando alla fine della Superpole, e qui ci sono i piloti che si giocano la prima fila: si lancia Pitt, decisamente il più in forma dei piloti della Yamaha, la guida senza sbavature, la fa sfrecciare in rettilineo a 302 km/h, infine la porta al comando in 1’48”580. Ma è già in pista Laconi, con la sua grinta, col suo talento, con la sua voglia di riscatto. Se non è al massimo della forma, non è nemmeno così lontano dal massimo e lo dimostra eseguendo un giro accellente, il migliore, demolendo l’ultimo muro, quello di 1’48” e conquistando il primo posto in 1’47”885.
La Ducati comincia a sperare, ma scende in pista Corser ed è subito il più rapido al primo intertempo, ancor più rapido al secondo e primo, inevitabilmente, al termine del giro: 1’47”446.
Adesso sta a Kagayama, con la stessa moto di Corser. È in palla il giapponese di Batta, è più veloce di Corser nel primo tratto, riesce ad esserlo anche nel secondo e passa sotto il traguardo con pochi centesimi di vantaggio sul compagno di squadra. Primo.
Il finale è il mano alle due Honda del Team Ten Kate. Si esibisce per primo Vermeulen, ma non azzecca il giro giusto: al secondo intertempo è sotto di oltre 4 decimi e conclude in 1’48”128, tempo che gli vale il quarto posto. La responsabilità passa ora a Muggeridge, un pilota certamente velocissimo, ma non altrettanto pulito; l’errore è sempre possibile, difatti ha oltre mezzo secondo di ritardo nella prima parte del tracciato, non migliora in quella successiva e riesce a recuperare solo parzialmente nel finale. Chiude in 1’48”054 piazzandosi quarto davanti a Vermeulen.
di Luigi Rivola, foto Alex Photo
Karl Muggeridge
Monza – “James è migliorato ma non è ancora al massimo, e Regis è ancora abbastanza stanco a causa dei postumi della caduta di Valencia”. Questi i commenti nel box della Ducati-Xerox al termine del primo turno di prove ufficiali, che hanno visto Nannelli, sostituto di Lanzi sulla 999RS del Team Caracchi, piazzarsi davanti a Toseland e Laconi nella graduatoria provvisoria. Insomma: i piloti ufficiali della Ducati non sarebbero in grado di guidare al 100%. Laconi evidentemente non è d’accordo. Inizia il secondo turno di qualificazione e il francese, proiettatosi come un razzo fuori della pit-lane, in tre giri migliora la sua prestazione di ieri e si piazza quarto e primo dei ducatisti. Tanto per mettere alcuni punti in chiaro.
In realtà Laconi non è l’unico a spingere fina dai primi minuti, cosa alquanto insolita. Un altro che ha il polso destro che scotta è Karl Muggeridge, che ieri era stato per pochi istanti al vertice della classifica. Oggi ci riprova. Dopo dieci minuti di riscaldamento piazza il suo primo colpo duro e sorpassa Kagayama, portandosi a due soli decimi dal leader Corser.
Sopraggiunge la bonaccia e tutti i piloti dimenticano i grandi obiettivi per concentrarsi sui piccoli progressi in attesa dello sfogo finale.
Il primo a risvegliarsi dal torpore è Chris Vermeulen, che a 20’ dal termine del turno dà inizio alla scalata verso i piani alti della classifica: con 1’48”7 supera di slancio Toseland e Nannelli installandosi in quinta posizione. Si fa vivo anche l’altro Chris, Walker, che si inserisce con la sua Kawasaki al nono posto, fra Pitt e Haga, mentre Chili è decimo davanti al solito bravissimo Bussei che a sua volta precede Borciani, tornato in sella alla Ducati dopo aver iniziato la stagione con la Yamaha.
A due minuti dalla fine si scatena la rissa. Muggeridge piazza un 1’47”1 che lascia Corser a sei decimi, mentre da dietro, del tutto inatteso, arriva Pitt, che prende il terzo posto in 1’48”0, ma lo cede immediatamente a Laconi, che abbatte di un soffio il muro di 1’48”. Ma è il grande momento della Honda: a 1” dalla bandiera, Vermeulen conquista il secondo posto e anche Kagayama sorpassa Corser, piazzandosi terzo davanti al compagno di squadra, a Laconi, Pitt, Toseland, Nannelli, e Walker, tutti entro 1’48”. Il record non ufficiale della pista di Monza per le Superbike: 1’46”981, stabilito da Hodgson nel 2003 con moto “vecchio regolamento” (più permissivo) e gomme specialissime, non è crollato per un pelo. Crollerà nella Superpole?
Orfana di Foret, fuori causa per la squalifica inflittagli per aver corso (e vinto) una settimana fa su questa pista nonostante che il regolamento lo vieti, la Supersport cerca nuovi avversari per la coppia della Honda Ten Kate: Sebastien Charpentier e Katsuaki Fujiwara, che dal primo GP della stagione ha fatto il vuoto alle sue spalle.
Nel secondo turno di prove ufficiali del GP d’Italia tutti aspettano l’acuto di Michel Fabrizio, che in sella alla stessa moto del duo che imperversa ha la possibilità di far emergere il suo talento senza nemmeno doversi preoccupare della concorrenza in famiglia da parte di Foret. Ma Fabrizio non ha fatto i conti con gli altri piloti italiani che a Monza pensano di avere buone possibilità di ben figurare.
Primo fra tutti Gianluca Nannelli, che dispone di una moto molto potente e velocissima, la Ducati 749R del Team Caracchi, con la quale nel primo turno si è piazzato al quinto posto, proprio alle spalle di Fabrizio. Nannelli nella mattinata di sabato, prima che le prove fossero interrotte per la caduta di Berta sulla stessa moto, aveva scalato un’alra posizione, ottenendo il quarto tempo, ma ritrovandosi in scia Alessio Corradi, chiamato dal Team Ducati Selmat a guidare la 749R rifiutata definitivamente da Jurgen Vd Goorbergh.
Due Ducati al quarto e quinto posto (quella di Nannelli con lo stesso tempo della Yamaha ufficiale di Curtain) hanno creato grande attesa per il secondo turno di prove ufficiali, quello che determina la griglia di partenza. Nannelli e Corradi tengono fede alle promesse delle libere e si piazzano nell’ordine dietro a Curtain, quarto e quinto, seguiti da Sanna che sembra in grado, al rientro in questa categoria, di far meglio di Fabrizio.
L’entusiasmo per la bella prestazione di una Ducati che in questa categoria sembrava tagliata ormai fuori dai giochi importanti, è alto, ma esplode letteralmente quando, a due minuti dalla fine del turno, Nannelli esegue un affondo incredibile e porta la sua 749R al secondo posto, preceduta solo dalla Honda dell’invincibile Charpentier. Ancora un minuto, e arriva la doccia fredda portata da Fujiwara, che con uno scatto d’orgoglio riesce a scavalcare di due decimi Nannelli: 1’52”126 per il giapponese, 1’52”364 per il toscano, che precede a sua volta di 4 decimi Michel Fabrizio. Al quinto posto si piazza Curtain davanti a Corradi e Sanna. Charpentier è in pole – come da pronostico – unico ad aver abbattuto il muro di 1’52”.
Come avevamo previsto, Kenan Sofuoglu e Didier Van Keymeulen non si sono lasciati intimidire dal trio italiano che ieri aveva dominato il primo turno di prove della Superstock 1000 e oggi hanno reagito attaccando con la massima decisione. I tempi sono scesi notevolmente, tanto che l’1’52”435 che ieri aveva messo nelle mani di Massimo Roccoli la pole provvisoria, oggi, alla fine del secondo turno, gli avrebbe permesso di classificarsi solo al sesto posto.
Roccoli comunque non aveva sottovalutato gli avversari ed è stato uno dei primi a cercare di migliorare la sua precedente prestazione. Sceso a 1’52”294, poi a 1’52”250, si è visto superare di slancio dapprima da Alex Martinez, poi da Van Keymeulen, che è stato il primo ad abbattere la soglia di 1’52”.
A quel punto Roccoli ha ripreso in mano le redini della sua R1, l’ha riportata in pista ed ha inanellato una serie di giri veloci che sono culminati alla fine nella pole position in 1’51”521, un tempo, considerato che le Superstock non hanno a disposizione gomme speciali, che gli permetterebbe, se tenuto come passo di gara, di figurare bene fra le Superbike.
Polita, vittima di una caduta, non si è potuto difendere come Roccoli; il suo secondo posto in prima fila è andato quindi a Sofuoglu, con un distacco di poco inferiore a 4 decimi e con un vantaggio di pochi millesimi su Van Keymeulen, terzo.
Tre Yamaha ai primi tre posti, quindi. La prima Suzuki è quella di Chiarello, risalito dal settimo al quarto posto davanti a Martinez, a Coxhell e a Scassa, che non è riuscito a trovare il giro e la coordinazione giusta per migliorarsi.
Al decimo posto troviamo la prima delle MV, quella di Fabrizio De Marco, staccata di 1”8 dalla pole; zeguono quella di Iannuzzo al tredicesimo posto e quella di Badovini al quindicesimo.
Per inserire un commento devi essere registrato ed effettuare il login.