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GP S.Marino: Chili, un Titano!
Una scelta vincente: la gomma intermedia, una determinazione incredibile, un talento unico, e una vittoria storica in gara-2. Un trionfo per Chili e uno per Laconi, ma per l’italiano vale il primo posto nel Mondiale. Muggeridge vince la Supersport grazie
di Luigi Rivola
Chili fra Laconi e Martin. Un podio da ricordare
Misano - Martin scatta al verde, esce in testa dalla prima curva, lo affianca Laconi, lo supera di slancio, ma arriva lungo sulla seconda e Martin ripassa. L’australiano tiene duro, ma arriva Sanchini come un razzo, incurante del bagnato, e prima che finisca il giro porta al comando la sua Kawasaki.
Laconi lo segue, supera Martin, insiste, e riesce a mettersi dietro anche Sanchini, ma è solo un attimo: il pilota del Team Bertocchi, che oggi sta vivendo una giornata davvero speciale, trova qualcos’altro nel polso destro e ricaccia dietro il francese. Martin, terzo, è già a 3” dai primi due. Chili, partito bene, al quarto giro, a causa della gomma intermedia che sull’asfalto molto bagnato non dà la giusta aderenza, è retrocesso in dodicesima posizione alle spalle di Borciani, mentre Toseland, nono, è ancora anni luce lontano dalla miglior forma.
Al quinto giro Laconi rompe gli indugi e ripassa in testa; Sanchini prova a resistere, poi forse pensa alla caduta della prima manche e molla l’osso. Chili si fa vivo col giro più veloce, segno che la gomma intermedia comincia a funzionare, ma il giro dopo il record passa ad Haga, quarto a un soffio da Martin. Sanchini in realtà non ha mollato per decisione sua, ma per problemi di gomma: la sua “rain” è alla frutta. La Kawasaki infatti arretra e cede prima alla Ducati 999 di Martin, poi anche a quella di Haga e di Haslam, infine a quella di Toseland. Al decimo giro Sanchini si trova pressato da Corser e da Chili in rimonta; Chili è in palla, li passa entrambi e in mezzo giro raggiunge e passa anche Toseland, mentre Sanchini deve cedere anche a Pedercini.
Il ritmo di Chili è davvero infernale: era dodicesimo, ora è quinto; al tredicesimo giro strappa il tempo record a Laconi, che viaggia in solitudine al comando della corsa, e demolisce Haslam, lo stacca subito e insiste puntando sulla coppia Martin-Haga, 3” più avanti. Pierfrancesco sembra avere davvero una marcia in più: due giri e i 3” sono scomparsi, volatilizzati, e Haga è davanti alla ruota anteriore della sua 998; poche curve ancora ed è dietro alla sua ruota posteriore.
Adesso tocca a Martin: l’australiano prova a resistere, ma Chili lo strapazza proprio in rettilineo e letteralmente se lo mangia. Secondo.
Mancano nove giri alla fine della corsa e 11” a Laconi. In un giro il distacco scende a 9”8, e c’è un nuovo record per Chili; ancora un giro e Laconi è a 8”0, poi a 7”3 al diciannovesimo giro, quando ne mancano appena sei alla fine. Al ventesimo giro ancora il record, e il distacco si screpola, perde i pezzi per strada: Chili è a 5”6 da Laconi. Passa un giro, nuovo record, e Laconi è a 4”; ancora un tour del Santamonica e i secondi diventano 3. Al ventitreesimo dei venticinque giri, nuovo record di Chili e Laconi, un Laconi che guida di traverso, che non va affatto piano, che non vuole farsi prendere, che guida da pazzo con la gomma posteriore completamente finita è ormai preso: il distacco è 1”7. Al ventiquattresimo giro, nuovo record di Chili: Laconi è raggiunto e superato.
Un’impresa davvero incredibile comunque sia il risultato finale.
Ma Chili non sbaglia, non se lo lascia sfuggire: mantiene la concentrazione, non ha 40 anni, ma 20, come se avesse appena cominciato a correre. Arriva il traguardo e lui lo passa su una ruota. Grande. Semplicemente grande. Gli altri per una volta guardateli in classifica!
La prima manche inizia con uno stop. Sulla linea di partenza, a piloti già schierati dopo il giro di ricognizione, si rompe la Suzuki 1000 – Zongshen di Bontempi; la moto viene riportata al box e il direttore di corsa rinvia la partenza di cinque minuti.
Un secondo giro di ricognizione, poi finalmente il verde dà via libera ai 26 piloti che si disputano la prima manche del GP di San Marino del Mondiale Superbike.
Scatta in testa il numero sette, quello di Pierfrancesco Chili, ma è Corser con la Petronas a uscire in testa dalla prima curva, seguito da Chili, da Walker e da Martin.
Corser è incontenibile: marcia con un passo per lui antico, che ricorda i tempi del mondiale vinto con la Ducati, ma stavolta è in sella alla sorprendente moto di Fogarty. Stacca tutti quadagnando centesimi ad ogni curva, mentre Chili fatica a contenere chi gli preme alle spalle, in particolare l’incredibile Sanchini, che fa filare la sua Kawasaki come un jet. Sanchini supera dapprima Martin, poi attacca Chili per il secondo posto. A quasi 5” di distacco, Laconi riesce ad aver ragione di Martin e si getta alla caccia di Walker, con una progressione che gli vale il giro più veloce.
Al settimo giro Sanchini attacca Chili in fondo al rettilineo del traguardo, lo affianca all’esterno in staccata, lo supera e conquista il secondo posto, mentre Laconi ha ragione di Walker e si avvicina pericolosamente a Chili, lo agguanta, lo punta e lo supera di slancio nel corso dell’ottavo giro. Ancora un giro e Laconi sorpassa Sanchini con una differenza impressionante di velocità. Corser è 3,5” più avanti, ma se il francese continua con quel ritmo, fra poco gli sarà a ruota.
A metà gara Corser è ancora al comando con 2”1 su Laconi, 3”3 su Sanchini e 4”5 su Chili. Segue Haga in recupero, che ha passato Walker che deve guardarsi da Vermeulen, mentgre Martin appare in lieve difficoltà ed è arretrato all’ottavo posto.
Al quattordicesimo giro Laconi passa al comando e Sanchini esce di scena per una caduta. Vermeulen supera Walker ed è quinto, mentre il leader della classifica mondiale, Toseland, arranca al decimo posto preceduto da Pedercini e dal quasi debuttante Nannelli. E’ Toseland o il suo fantasma?
A metà del diciottesimo dei ventiquattro giri in programma sul versante nord della pista si abbatte il diluvio, mentre davanti ai box non cade ancora una goccia. Viene esposta la bandiera rossa e la corsa termina con la classifica al diciassettesimo passaggio.
Misano – Broc Parkes è il più lesto a scattare al via: il gruppone si avventa compatto sulla prima curva e nelle retrovie tre piloti volano finendo nello spazio di fuga: per Brogan, Neukirchner e Tumminiello la corsa è durata meno di 200 metri.
Parkes spinge e la sua Honda si stacca con autorità dalla massa degli inseguitori, guidata da un grintosissimo Lanzi, che ha superato Curtain e che si mantiene al secondo posto per quattro giri, prima di cedere prima a Muggeridge, poi a Curtain e Fujiwara.
Al settimo giro Parkes ha 4” su Muggeridge e poco più di 5” su Fujiwara, tallonato da Curtain. Lanzi ha speso tutto lo spendibile con la sua Ducati 749 e sta arretrando, mentre Charpentier si prepara ad attaccarlo, pur se deve guardarsi dalla rimonta di Vd Goorbergh.
Manca all’appello Fabien Foret, transitato nelle ultime posizioni al primo passaggio, poi risalito fino al quindicesimo posto. Per il francese ex campione del mondo la terza vittoria consecutiva a Misano non è più nemmeno un miraggio. Poco dopo il sogno finirà nella sabbia.
Muggeridge aumenta il ritmo, replica giri più veloci e guadagna terreno su Parkes, mentre Charpentier commette un errore, cade violentemente ma senza danni e Vd Goorbergh conquista il quinto posto ai danni di Lanzi, che adesso si trova alle spalle Corradi. Al decimo giro, con un nuovo tempo record, Muggeridge lima quasi 1” a Parkes e lo inquadra bene nel mirino, ma Parkes reagisce e ristabilisce le distanze.
Alle spalle dei due del Team Ten Kate la situazione è di calma piatta: Curtain tiene bene il terzo posto e primo dei piloti Yamaha, Fujiwara il quarto e primo su Suzuki (Chambon è nono) e Vd Goorbergh è l’unico a mettercela tutta per avanzare: era a 18” dai primi, ora è a 13” e si avvicina...
Parkes sembra inattaccabile: al quattordicesimo giro segna il giro più veloce e riporta il distacco dal compagno di squadra ad oltre 2”5; è forte, veloce, sicuro. Troppo. Una distrazione, un eccesso di foga? Qualcosa lo tradisce: un attimo e Parkes si ritrova a gambe all’aria fuori pista. Muggeridge ringrazia e passa a condurre davanti a Curtain, Fujiwara, e al rullo compressore Vd Goorbergh. Lanzi è quinto con Corradi che gli succhia la ruota.
A tre giri dalla bandiera a scacchi Fujiwara cede il terzo gradino del podio all’incalzante Vd Goorbergh, mentre Corradi scavalca Lanzi ed è quinto. Grande anche Bussei, che con la sua Ducati 749R privata si permette il lusso di tenersi dietro l’ex campione del mondo Chambon con la Suzuki ufficiale.
La vittoria di Muggeridge arriva puntuale ed è la prima del 2004 per l’aspirante campione del mondo. Parkes ha dato una grande dimostrazione di forza e ha commesso un errore. Succede. Corradi è finalmente arrivato ai piani alti della classifica e Lanzi ha accumulato altri punti preziosi per il campionato, che è ancora lungo. Bussei, che ha ceduto nel finale a Chambon, ha comunque fornito un’eccellente prova.
Polita scatta dalla pole sull’asfalto bagnato precedendo tutti, ma alle sue spalle Vizziello impenna, lo raggiunge in accelerazione e passa a condurre già all’uscita della prima curva. Per tre giri Vizziello guida la corsa con grande sicurezza, mentre alle sue spalle, a pochi centimetri di distanza, si scatena una vera guerra in un gruppo che conprende il belga Vankeymeulen, Alfonsi, Viziello, Sofuoglu e Lunadei, mentre Polita arretra progressivamente e cominciano le cadute. Al quarto giro Vankeymeulen infila Vizziello, imitato poco dopo da Sofuoglu: la gara si fa accesissima, quasi violenta. le moto si intraversano continuamente sull’asfalto viscido, ma i protagonisti non commettono errori irreparabili e insistono, caparbi.
Poco oltre la metà gara Vizziello torna in testa e Alfonsi gli si accoda. La coppia al comando imprime alla corsa un ritmo che gli altri faticano a tenere; in pochi giri il gruppo si spezza: davanti Vizziello e Alfonsi, a 2-3 secondi di distacco Sofuoglu, Vankeymeulen e Polita, che è in forte recupero.
Vizziello non molla e Alfonsi tenta senza risultato diverse azioni di disturbo; riesce in un paio di occasioni ad infilare l’avversario in ingresso di curva, per poi vedersi respinto al secondo posto in uscita, intanto alle loro spalle Polita ha trovato il ritmo giusto e attacca Vamkeymeulen per il terzo gradino del podio. All’ultimo giro Alfonsi attacca in ogni curva e Vizziello replica chiudendo ogni spazio, ma alla penultima curva Alfonsi, partito da lontano con grande determinazione, si inserisce fra il cordolo e Vizziello, questi tenta di chiudere ma è ormai troppo tardi: i due si toccano, si rischia grosso, ma fortunatamente rimangono in sella. Alfonsi esce per primo dalla curva, guadagna qualche metro approfittando delle difficoltà di equilibrio di Vizziello, pennella l’ultima curva con sicurezza e taglia vittorioso il traguardo. Polita conquista un meritato e forse insperato terzo posto.
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