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GP S.Marino: Superpole a Martin

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L’australiano del Team DFX con un giro-capolavoro relega Laconi al secondo posto e Chili al terzo. Gran giornata di Pedercini, primo in prova e quarto in superpole. Charpentier davanti a Parkes nella Supersport

di Luigi Rivola


Martin (in primo piano), Laconi e Chili al termine della Superpole

Misano –
Chi di dovere non si è fidato del tempo. Al rischio di problemi grossi in caso di pioggia durante la Superpole classica, si è preferito la sicurezza della “Superpole bagnata”: 50 minuti a disposizione dei sedici piloti entrati di diritto nella lista della Superpole al termine dei due turni di prove ufficiali, e 12 giri cronometrati per ciascun pilota.
Laconi non ha fatto pretattica: l’aria in casa Ducati non deve essere la migliore ed entrambi i piloti hanno qualcosa da farsi perdonare. Il francese ha capito che è il momento di fare sul serio e ci ha dato dentro: si è portato subito in testa con un tempo capace di garantirgli una relativa tranquillità, 1’37”311, quimdi, guardando gli altri dall’alto, ha aspettato gli attacchi. Sotto 1’38” sono scesi presto anche Pedercini e Vermeulen, che si sono accodati a Laconi, ma l’attacco più prevedibile e temibile poteva essere solo quello di Pierfrancesco Chili, che è arrivato a 15 minuti dal termine della Superpole. Il bolognese, chiuso nella carena della sua 998, ha bruciato il Santamonica con la velocità e lo stile che lo distinguono e, arrivato sul traguardo, ha preso possesso della pole.


Ma Laconi aveva ancora del margine: messa alla frusta la sua 999 ufficiale, il numero Uno della Ducati ha limato in un paio di giri la sua precedente prestazione scendendo sotto 1’37” (1’36”848) e riprendendosi la pole. Chili si è rintanato nel box, ma Martin ha preso il suo posto nell’attacco al vertice; l’australiano in stagione di estrema grazia ha compiuto un giro perfetto e la sua 999 privata, ma curata al meglio dal Team DFX, ha contribuito al capolavoro che è valso a Martin la Superpole di Misano in 1’36”823. Non è la prima superpole per Martin e non sarà l’ultima.

La Superpole ha confermato il gran momento di Lucio Pedercini, protagonista delle prove della mattinata e quarto, alle spalle di Chili per pochi centesimi, nella frazione decisiva; un’altra conferma è venuta da Sanchini, che ha portato la Kawasaki ZX-10R, una moto il cui margine evolutivo è ancora tutto da scoprire, al quinto posto precedendo un campione del calibro di Corser e un Vermeulen, che oltre ad essere campione mondiale in carica della Supersport, guida una Honda CBR1000RR le cui ambizioni sono illimitate.
Solo pochi millesimi hanno permesso ad Haga di sopravanzare Nannelli, piazzandosi undicesimo in griglia, e ancor più deludente è il quattordicesimo posto di McCoy, mentre abbastanza soddisfacente è il tredicesimo di Bontempi con la Suzuki 1000 del Team cinese Zongshen, e lodevole è il quindicesimo di Liverani, pilota nel tempo libero, che si è permesso il lusso di lasciarsi alle spalle Ivan Clementi.
di Luigi Rivola


Lucio Pedercini

Misano –
migliora l’asfalto e scendono i tempi. Il secondo turno di prove ufficiali del GP di San Marino è iniziato alle 11 in condizioni migliori di quelle, quasi proibitive, di ieri, e i piloti non si sono fatti pregare per aprire il gas.
Chili per primo. Pierfrancesco è uscito dal garage con la sua 998, l’ha proiettata in pista e nel volgere di un paio di tornate si è trovato in vetta alla graduatoria provvisoria dei tempi. L’erba degli spalti vuoti ha applaudito. Con Chili un altro italiano si è messo in luce nei primi minuti delle qualifiche: una wild-card, Luca Pini, bel manico e tanta determinazione. Chili in vetta, e gli altri a sciogliere i muscoli e a trovare il giusto feeling con la moto e con l’asfalto; l’attesa non è stata lunga: dopo un quarto d’ora Chili è stato detronizzato a sorpresa da un altro italiano che sta crescendo in fretta: Mauro Sanchini in sella alla Kawasaki ZX-10R. Ieri Sanchini era caduto dopo una bella prestazione, ma oggi sta in piedi e dà fastidio. Per batterlo ci vuole l’impegno dei più forti in campo, come Laconi, che a mezz’ora dal termine del turno si porta al comando delle operazioni.
Ma c’è oggi a Misano un pilota particolarmente in palla: è Troy Corser, che con la Petronas rinnovata nel motore ha ritrovato lo smalto dei tempi non lontanissimi in cui stracciava tutti nelle superpole. Corser allunga, si concentra, e ‘spara’ un giro più veloce che annichilisce tutti: Laconi non è superato, ma demolito, il suo secondo posto provvisorio è al oltre 1” di distacco.


A cinque minuti dal termine il clima si arroventa anche se le nuvole non ne vogliono sapere di far passare i raggi del sole. Chili si prepara all’attacco finale e, tanto per scaldarsi, porta la sua 998 davanti alla 999 di Laconi; da dietro arriva ancora Sanchini, che passa Chili e si insedia alle spalle di Corser.
A tre minuti dalla fine Laconi reagisce: torna secondo e riduce il gap da Corser a meno di 4 decimi; Chili non ci sta: insiste e lima altri centesimi, quanto basta per tornare secondo a meno di 2 decimi da Corser. Ma è in arrivo il colpo di scena: Chili? Corser? Laconi? Nessuno di loro, e neanche Martin, Sanchini o Haga, che stanno crescendo il ritmo. La sorpresa arriva da Pedercini e dalla sua 998 privatissima, che più privata non si può; nessuno se l’aspetta, se ci fosse il pubblico sarebbe un boato improvviso, invece è solo un fulmine: con la bandiera a scacchi che sventola sul rettilineo, Pedercini arriva in pieno e il suo nome scatta in alto nella graduatoria dei tempi, tanto in alto che arriva in cima: 1’40”910; Corser è secondo e Chili terzo. Laconi ha fatto un dritto e ha perso tempo; per ora è quarto davanti ad Haga, Sanchini, Borciani e Clementi. Vermeulen è decimo e McCoy entra in superpole per un soffio: solo sedicesimo, battuto anche da Liverani e Nannelli. Gli è andata bene: Toseland, numero uno a pari merito della Ducati, e vincitore della prima manche del Mondiale 2004, è ventesimo. Qualcosa non va proprio.

La Honda si è arrabbiata. La moto più veloce, un team espertissimo, tre piloti di eccellente livello, due titoli mondiali consecutivi da difendere, eppure le cose fino a questo momento non sono andate per il verso giusto: ha vinto sì a Phillip Island, ma con una wild-card, Brookes, che non prenderà altri punti essendo rimasto in Australia.
In più, nel primo turno di prove ufficiali di Misano, quando già sembrava che Parkes l’avesse spuntata su tutti, è arrivato Fujiwara a mettere una Suzuki al vertice della classifica.
Così le cose sono cambiate nel secondo turno di qualificazione. Ci ha pensato Parkes, più che Muggeridge, a mettere in fila gli avversari portandosi subito in vetta ai tempi e accettando la sfida del compagno di marca – ma non di squadra - Charpentier, come sempre velocissimo e aggressivo. Il turno è stato una faccenda fra loro due, che si sono alternati al primo posto con tempi veramente stratosferici per una Supersport, considerando l’asfalto non perfettamente asciutto.


E’ finita come finisce una corsa vera, con un finale incandescente: Parkes si è avventato sulla bandiera a scacchi di fine turno, certo che nessuno ormai gli avrebbe strappato la pole, ma pochi istanti dopo è arrivato come una furia Charpentier, e la pole ha cambiato padrone. Il francese ha girato in 1’40”422, ossia mezzo secondo in meno del tempo che è valso a Pedercini la pole provvisoria in Superbike; d’accordo: le condizioni del manto erano migliorate nelle due ore intercorse fra le due prove, ma Charpentier e Parkes ci hanno dato dentro davvero, se è vero che sono stati i soli a scendere sotto 1’41” e che il terzo in prima fila: il nostro bravissimo Stefano Cruciani, in sella a una Kawasaki che non vale certo le due Honda che lo precedono, è staccato di quasi 1” dalla pole e di oltre mezzo secondo da Parkes.
Anche Muggeridge comunque è entrato in prima fila col quarto tempo, a pochi millesimi dall’ “intruso” Cruciani, mentre a Fujiwara, non è riuscita la replica dello scherzetto che ieri, all’ultimo giro, gli aveva permesso di “fregare” tutti.
E adesso veniamo alla Yamaha. Foret spera ardentemente di conquistare qui al Santamonica la terza vittoria in tre anni e con tre moto diverse, ma niente fila per il verso giusto. Al termine delle prove, il francese è solo ventesimo ad oltre 3” dalla pole di Charpentier: partire indietro gli arrecherà non pochi problemi, ed è un peccato, perché avrebbe certamente dato tutto se stesso trovandosi nel gruppo di testa.
La scarsa prestazione di Foret è comunque condivisa da Jurgen Vd Goorbergh, solo 13°, segno evidente che le Yamaha R6 del Team italiano hanno incontrato qualche difficoltà di messa a punto. Meno problemi, con la stessa moto, hanno avuto invece il solito Kevin Curtain, piazzatosi sesto nonostante un guasto che lo ha appiedato a fine turno, e soprattutto la nostra wild-card Antonio Carlacci, che si è preso il gusto di suonare tutte le Yamaha ufficiali conquistando un eccellente quinto posto.
Dal nono al dodicesimo posto, quattro italiani in fila, guidati da Alessio Corradi, che precede Tortoroglio (Suzuki), Baiocco (Yamaha) e Iannuzzo (Suzuki). Problemi infine per la Ducati 749R, il cui pilota ufficiale, Lorenzo Lanzi, è quindicesimo davanti al privato Bussei sulla stessa moto.
Misano – Alessandro Polita con la Ducati 999S del Team Rox ha stabilito il miglior tempo assoluto nelle prove del GP di San Marino, seconda prova del campionato europeo Superstock.
Polita ha superato nel finale del secondo turno di qualificazione Gianluca Vizziello che venerdì aveva dominato il campo in condizioni climatiche molto più avverse di quelle della giornata di sabato. I tempi infatti sono scesi mediamente di circa 15” al giro, rivoluzionando ovviamente la classifica.
Vizziello e la sua Yamaha R1, a dispetto dei mutamenti climatici, hanno comunque mantenuto a lungo nel secondo turno di prove la leadership della classifica e alla fine si sono classificati al secondo posto a due decimi di distacco da Polita.
Al terzo e al quarto posto si sono classificate un’altra Yamaha, quella del belga Vankeymeulen, e un’altra Ducati 999S, affidata dallo stesso Team Rox a William De Angelis. Quinto si è piazzato Brannetti, fedelissimo all’Aprilia RSV mille, e sesto Lunadei della Titano Corse, primo dei piloti con la Suzuki GSX-R 1000, stranamente in ombra.
Chili circondato da tifosi con uno strano cappello sormontato dal numero 7

Sebastien Charpentier

Misano -
Pierfrancesco Chili

Broc Parkes

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