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Chili: 39 anni a tutto gas

il 17/07/2003 in Sbk

È il campione più amato dagli appassionati della Superbike e sta vivendo una nuova giovinezza in sella ad una moto privata con cui a Laguna Seca si è permesso di battere Hodgson con la 999 ufficiale. Come si fa a parlargli di ritiro?

Chili: 39 anni a tutto gas
Chili è popolarissimo fra gli appassionati

di Luigi Rivola, foto Alex Photo

Quando i giornalisti vi raccontano che sono imparziali è segno che stanno cercando di convincere se stessi, più che voi. Tutti hanno il loro pilota preferito, e questo è più che normale, è umano. Io, ad esempio, che non sopporto il genere divo - troppo fumo anche se c'è un buon arrosto - non mi vergogno ad ammettere di essere un tifoso convinto di Pierfrancesco Chili.


Sono in buona compagnia. Chili è uno di quei personaggi che non ha bisogno di assumere pose, non solo perché non gliene frega niente di farlo - e per lui questo sarebbe già un ottimo motivo - ma anche perché la sua personalità, la sua filosofia di vita, il suo coraggio e anche le sue debolezze sono più che sufficienti per far presa sul pubblico degli appassionati. Chili, è un dato di fatto, è uno dei piloti più amati dai motociclisti, da quelli veri. Come lui.



E questo fa imbestialire tanti suoi colleghi più noti, più blanditi e corteggiati, che non riescono a capacitarsi di come "uno che non ha vinto niente" piaccia tanto.
In realtà Chili ha vinto, e non poco: dal 1995 a oggi, nel mondiale Superbike ha conquistato 16 vittorie, si è piazzato 14 volte secondo e 21 volte terzo; otto volte ha ottenuto la pole position e 26 volte il giro più veloce in gara.
Insomma, Pierfrancesco Chili è un grande talento, che nell'ambiente delle Superbike, dove ancora (ma fino a quando?) la passione aleggia sia nel paddock, che al di là della rete che separa i piloti dal pubblico, ha trovato l'atmosfera giusta per rendere al meglio delle sue possibilità agonistiche.
Chili dà sempre il massimo, e il pubblico lo capisce: freme quando lo vede incunearsi fra tre avversari creandosi un varco impossibile, soffre quando si accorge che è in difficoltà, esulta quando vince. Poi, a fine corsa, lo va a cercare, e lo trova a festeggiare con moglie, figli, meccanici e amici, sempre sorridente, sempre disponibile, sempre lui: un ragazzo di 39 anni portati bene. Troppo bene... per i suoi avversari.



L'anno scorso mi apparve in crisi a Phillip Island: cadute a ripetizione, tensione palpabile nel team, stanchezza. Scrissi, con dispiacere, che forse anche per lui era giunto il momento di appendere il casco al chiodo. Mi sbagliavo in pieno: quest'anno con un altro team, con una moto non ufficiale vecchia di due anni a Phillip Island a girato a 5 decimi dal record della MotoGP-2002; a Oschersleben è arrivato secondo nella prima manche e a Laguna Seca è tornato alla vittoria.
Qual è la differenza dallo scorso anno? Lui è sempre lui, credetemi. E allora? Forse il moschino che porta sul cupolino gli porta fortuna. Guarda caso, è quello di Motonline...

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Un'intervista al volo

"L'anno scorso sono rimasto molto deluso della mia stagione. Il Team NCR è una squadra eccellente, lo so bene, ma c'è stata qualche incomprensione col team manager e alla fine mi sono reso conto che avrei dovuto scegliere un'altra strada. Non ero costato nulla e mi aspettavo almeno un grazie, ma non c'è stato".
Chili è in tuta all'interno del box del Team PSG-1, la nuova squadra con cui corre il campionato 2003. Brigaglia, l'ex corridore e responsabile tecnico del team, sta dando istruzioni ai meccanici che lavorano sulla Ducati 998 RS; il telemetrista scruta silenzioso il computer, Romina, moglie di Pierfrancesco, è in un angolo che osserva silenziosamente, com'è abituata a fare quando in pista e nel box ferve l'attività.


È un'intervista al volo. Pierfrancesco, quando hai dieci minuti per noi? "Dai, facciamo subito", era stata la risposta.
E allora lasciamolo parlare, che i meccanici stanno mettendo le coperte termiche alle gomme...
"Al termine della scorsa stagione mi sono proposto alla Ducati per la seconda moto ufficiale, ma ho subito avuto la percezione di non essere gradito. Così, non avendo nessuna intenzione di smettere di correre, ho deciso di cercare altre soluzioni. é a questo punto che sono stato contattato da questo team, che era in embrione: l'anima dell'iniziativa era Brigaglia, ma io ero titubante perché pensavo che avevo appena concluso una stagione difficile e non avevo molta voglia di affrontare altre difficoltà. Mi ha convinto l'entusiasmo dei ragazzi e dello sponsor: i mezzi erano limitati, ma c'era una gran voglia di ottenere dei risultati insieme, e li stiamo ottenendo".


Chili abbraccia il manager del team PSG-1, Pagani, dopo la vittoria a Laguna Seca

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- Che cosa pensi del campionato Superbike 2003?
"Non è un brutto campionato: io corro con la moto dello scorso anno e vado più forte, a dimostrazione che il livello non è calato. Hodgson è il punto di riferimento, ma all'inizio vinceva come voleva, mentre adesso se la deve guadagnare ogni volta, segno che la sua 999 ufficiale non è competitiva allo stesso modo in tutti i circuiti. Toseland è un pilota in grande crescita e Lavilla migliora in proporzione ai miglioramenti della Suzuki, che sono evidenti".
- E del campionato MotoGP?
"Il passaggio da 500 a due tempi a 1000 a 4 tempi lo ha altamente qualificato; le moto sono molto veloci e impegnative da guidare, ma tutto questo ha creato un abisso fra la MotoGP e le altre classi, che ora passano troppo in secondo piano".

Chili sul podio con suo figlio Kevin

- Che cosa rispondi a chi sostiene che i piloti della Superbike non possono reggere il passo di quelli dei prototipi? Bayliss sembra effettivamente un po' in affanno...
"Che cosa vuoi che risponda? Io corro per divertirmi e per andare forte, non per ascoltare le critiche dei giornalisti, che molto spesso sono del tutto immotivate. Quanto a Bayliss, può essere in crisi psicologica: già lo scorso anno lo abbiamo visto in difficoltà nel mondiale Superbike. Guida benissimo, ha coraggio, ma forse è un po' fragile, oppure è in un momento negativo. Io in parte lo capisco: se corressi nella MotoGP non resisterei più di due anni, perché lo stress in quell'ambiente è eccessivo".
- A proposito: ti ha mai contattato nessuno per correre nella MotoGP?
"Una Casa si è fatta viva chiedendomi di diventare pilota-collaudatore della sua MotoGP. Le ho risposto che se ne parlerà a fine settembre"


Il suo sogno è continuare con altri sport dopo aver smesso con la moto. Per ora si allena con Hodgson...

- Ma a 39 anni compiuti non pensi mai di ritirarti?
"Guarda che io questi 39 anni so bene di averli, ma non ne sento il peso. Mi capita di pensarci solo quando mi alleno in palestra con quelle macchine moderne che, quando devi impostare il programma di allenamento, ti chiedono di inserire anche l'età".
- D'accordo, ma tutti i campioni prima o poi smettono e anche tu non potrai andare avanti all'infinito. Quando allora?
"Ti ripeto che non lo so. So però che oltre alle corse in moto ho una grande passione per lo sport in tutte le sue espressioni. Sto cominciando a praticare il triathlon e il mio obiettivo è l'Iron Man, una specialità che prevede tre chilometri a nuoto, poi 180 km in bicicletta e 42 km a piedi. Comunque sia, non mi fermerò presto".

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Chili a colloquio con Domenico Brigaglia

Chili a colloquio con Domenico Brigaglia
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