MotoGP: il grande ritorno (forse) di Suzuki

Era novembre 2024, quando Toshihiro Suzuki, presidente Suzuki lanciò la bomba, affermando che “se tutto andrà bene, torneremo a correre e lo faremo per vincere”.

Ora, a quattro mesi di distanza, l’ipotesi sembra prendere sempre più piede e in Giappone aumentano le speculazioni sul ritorno in pista di Suzuki, favorito anche dall’arrivo del nuovo regolamento e dal passaggio dalla MotoGP a 850cc previsto per il 2027.

Toshihiro Suzuki aveva subordinato il ritorno del brand in MotoGP ai risultati di mercato “se non disponiamo di una gamma adeguata da offrire ai nostri clienti, essere in MotoGP non ha senso”.

In questo senso, lo stesso CEO di Suzuki ha confermato l’intenzione di reintrodurre in listino una nuova versione della leggendaria GSX-R, la cui produzione era stata interrotta proprio nel 2022, in contemporanea con il ritiro del marchio dalla MotoGP. La nuova supersportiva potrebbe essere presentata addirittura al prossimo EICMA.

Un altro indizio sulle intenzioni bellicose di Suzuki è la riapertura della divisione corse, dietro alla quale potrebbe esserci, secondo i media giapponesi, Takuya Tsuda, il pilota giapponese che ha annunciato il suo ritiro lo scorso anno e che è stato un pilota di sviluppo per Suzuki in MotoGP. Suzuki potrebbe ricomincia a investire nelle corse, a partire dal 8 Ore di Suzuka, da sempre considerata dai costruttori giapponesi, la gara più importante. Questo potrebbe essere il primo passo verso il ritorno alla MotoGP, passando magari attraverso il Mondiale Superbike.

La storia sportiva di Suzuki nella massima categoria annovera sei titoli mondiali nella classe 500, due con Barry Sheene (nel 1976 e nel 1977), una volta ciascuno con Marco Lucchinelli (nel 1981), Franco Uncini (nel 1982), Kevin Schwantz (nel 1993) e Kenny Roberts Junior (nel 2000). L'ultima partecipazione di Suzuki in MotoGP è datata invece 2022, quando Alex Rins chiuse la gloriosa storia della GSX-RR con la vittoria nell’ultima apparizione a Valencia, due anni dopo il titolo iridato conquistato da Joan Mir, nel 2020.