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Martin-Bagnaia, l'ultimo dualismo della MotoGP

Giulia Girardelli
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Martin-Bagnaia, l'ultimo dualismo della MotoGP

Da Roberts vs Spencer in avanti, il Motomondiale ha sempre vissuto di duelli: ripercorriamone la storia

È tempo del match point finale, costretto ad un cambiamento forzato della location, ma con gli stessi protagonisti dell’anno scorso: Jorge Martin e Francesco Bagnaia. Quest’anno ci si sposta sul circuito di Barcellona, per decidere chi tra i due diventerà il campione del mondo MotoGP 2024. Due giovani piloti, due nuovi idoli di questa generazione: uno originario di Chivasso, l’altro di Madrid. Sono loro i prescelti che possono entrare a far parte dell’albo delle rivalità storiche, quelle che da sempre vedono due sfidanti a caccia di un titolo. Facendo un viaggio nel passato, la memoria torna a uno dei primi duelli storici, quello tra Kenny Roberts e Freddie Spencer. Due connazionali che, tra velocità e tecnica, hanno portato la competizione a un nuovo livello, diventando fonte di ammirazione per intere generazioni future. Dopo di loro Wayne Rainey e Kevin Schwantz: da una parte un maestro della precisione, dall’altro un'aggressività che esce dagli schemi. Il nuovo millennio si apre con volti ancora diversi, quelli iconici di Valentino Rossi, Sete Gibernau e, dopo di lui, Casey Stoner. Duelli e sorpassi al limite, come nel 2008 Rossi-Stoner a Laguna Seca, hanno riscritto la storia dell’intrattenimento, oltre a diventare fonte di ispirazione per i futuri campioni. L’era di Rossi si conclude poi con l’arrivo del suo compagno di box, nonché acerrimo rivale, Jorge Lorenzo. I due insieme trasformeranno la rivalità in una questione quasi più mentale che fisica. L’evoluzione, prima di arrivare ai giorni nostri, culmina con Marc Marquez e Andrea Dovizioso. Il pilota italiano è uno dei pochi ad essere riuscito a tener testa a un giovane fuoriclasse, oggi otto volte iridato. Questa è la linea del tempo che ci porta oggi a raccontare due nuovi eroi delle due ruote a confronto. La precisione quasi maniacale di Bagnaia e la guida estremamente fisica di Martin ripercorrono le orme del passato, andando ad aggiungere un tassello fondamentale al puzzle. Il valore aggiunto in questo caso è il rispetto reciproco, quella rivalità sana che, purtroppo, non sempre emerge. Come lo stesso Martin afferma “noi siamo Martin e Bagnaia”, in risposta a chi più e più volte ha azzardato paragoni scomodi. Ora non ci resta che vedere chi metterà a segno il punto finale e spalancherà così le porte del futuro del motomondiale.  

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