Dove va la MotoGP: l'impatto dell'elettronica

Dalle 500 2T completamente "analogiche" alle attuali MotoGP piene zeppe di elettronica: ecco come è cambiato il panorama del Motomondiale, e perché questo è un campionato in cui corrono ancora delle moto, e non astronavi...

Con questa puntata entriamo nella parte più calda della nostra serie: elettronica e aerodinamica. Vale a dire le aree che sono esplose negli ultimi due decenni, modificando radicalmente la fisionomia tecnica delle moto dopo un secolo di sviluppo essenzialmente "meccanico". Sono le due aree con la maggior crescita di ingegneri nelle Case e nei team, le più discusse dagli appassionati e le più difficili da spiegare. Noi ci proviamo con due puntate più lunghe in cui cercheremo di rendere tutto più chiaro partendo dai fondamentali. Cominciamo allora con l'elettronica, sbarcata in pompa magna nella classe regina con l'arrivo delle 4T nel 2002. Chi ha seguito il campionato da quegli anni ricorda le discussioni quando si introdussero i primi ride-by-wire e i primi controlli di trazione. L'impatto e l'importanza di queste tecnologie è però difficile da apprezzare appieno se non si fa un discorso più generale sulla moto, che è quello che proveremo a fare oggi. Abbiamo già sviluppato questa tematica parlando del Ride-By-Wire, e in quell'occasione avevamo fatto riferimento proprio al passaggio dalle 500 alle MotoGP, vale a dire il massimo della potenza e della tecnologia dispiegabile su asfalto avendo due ruote a disposizione. Se volete rivedere qualche punto del nostro racconto, vi rimandiamo a quell'articolo e dopo alla prossima puntata, in cui discuteremo l'ultima delle grandi rivoluzioni che hanno investito la MotoGP: l'aerodinamica.