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Bagnaia e quel "vaffa" verso curva 5 (che poteva pure risparmiarsi)

Marco Gentili
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Bagnaia e quel "vaffa" verso curva 5 (che poteva pure risparmiarsi)

Va bene l'esultanza e lo sfogo dopo l'errore di ieri, ma uno sportivo di rilievo internazionale dovrebbe saper contenere i propri istinti in mondovisione

Viviamo in un Paese dove da sempre la gara a salire sul carro del vincitore è molto affollata, per cui chiunque prova a dissentire dalle esultanze collettive viene sempre visto come il bastian contrario di turno. Stavolta alla guida del carro - buon per noi e tutto il movimento - c'è Pecco Bagnaia con la Ducati ufficiale, autore di una prova a dir poco maiuscola sul tracciato del GP di Catalogna.  Chiunque abbia visto la gara può dire a buon diritto di aver assistito a un piccolo capolavoro dal punto di vista sportivo: Pecco ci ha abituato a gare in crescendo, nelle quali dà il meglio di sé proprio negli ultimi giri. E il sorpasso ai danni di Martin, fino a quel momento leader della corsa, dimostra ancora una volta che il pilota piemontese è a tutti gli effetti un rider di primissima classe. A maggior ragione in quanto Bagnaia ha sorpassato Martin proprio nella maledetta curva 5, quella dove ieri nella Sprint race ha gettato alle ortiche il successo, andando fuori pista a poche svolte dalla fine della gara. Però se Pecco era "arrabbiato per come era andata ieri", poteva senza dubbio festeggiare in modo più ortodosso. Insomma, va bene la frustrazione per aver sprecato la chance di sabato, va bene l'esultanza incontrollabile, ma riteniamo che certi gesti come quello dell'ombrello (rivolto proprio verso curva 5 ed esibito nel giro d'onore) potevano essere tenuti in serbo per occasioni più private. Insomma, vero è che la MotoGP dopo l'addio di Valentino Rossi è a corto di personaggi, ma certe uscite eseguite in mondovisione risultano decisamente fuori luogo. Possono far sorridere solo i lecchini di turno oppure chi è abituato a tutto. Del resto in Italia abbiamo avuto un movimento politico che ha fatto del "vaffa" il suo motto ed è stato anche al governo. Un atleta, come insegnano esempi fulgidi e nemmeno troppo remoti nel tempo (Michael Schumacher nella F1, Roger Federer e Rafa Nadal nel tennis) non ha bisogno di uscite così plateali e sguaiate. Noi preferiamo un'esultanza più piemontese, con maggiore understatement.  

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