Bagnaia è il vero vincitore della gara di Phillip Island, Martin si conferma il più veloce ma paga gravi errori strategici. Ma il Mondiale non è ancora chiuso: restano da assegnare 148 punti
Il weekend australiano ha regalato al leader della classifica di MotoGP altri punti preziosi per aumentare il distacco dal rivale spagnolo Jorge Martin. Nelle due gare in cui Martin sembrava imprendibile, Bagnaia ha recuperato lo svantaggio e creato un piccolo forziere di punti utili per affrontare le prossime sfide, ma Martin rimane ad oggi il più veloce di tutti.
OCCASIONI E STRATEGIE
A Phillip Island ci si aspettava un Bagnaia veloce e un Martin pronto a rincorrere. La realtà ci ha restituito l'esatto contrario: lo spagnolo è stato velocissimo sin dal venerdì, segnando il giro record durante le Q2 che gli ha permesso di conquistare la pole position. Il pilota piemontese, invece, ha faticato il venerdì, è partito dalla Q1, poi ha trovato la quadra ed è riuscito a conquistare la prima fila in griglia. Posizione che gli ha permesso nella gara lunga, spostata al sabato per il maltempo, di rimanere ancorato ai più veloci.
Martin ha avuto due occasioni per allungare in classifica e ha sprecato entrambe le volte. In Indonesia, mentre era ampiamente al comando della corsa è caduto. Quell'errore lo ha fatto scivolare dalla testa del campionato, costringendolo a portare a casa solo ghiaia e qualche acciacco. Dopo la gara di Madalika, infatti, gli occhi di Martin mostravano l'orgoglio e quell'animo di chi sa che è il più forte. L'errore australiano, invece, ha dimostrato scarsa capacità di analizzare le gare. Tutti sapevano che sarebbe stato un rischio e gli unici che hanno rischiato sono stati Marc Marquez e Jorge Martin, ma errori come questo quando ti stai giocando il titolo mondiale forse sarebbero da evitare. È altresì vero che solo rischiando, in alcuni casi, riesci a creare un distacco con l'avversario e in effetti se entrambi gli errori non si fossero concretizzati oggi Martin avrebbe almeno una decina di punti di vantaggio sull'avversario.
Qui sta la capacità di strategia e di opportunismo di Bagnaia che nelle ultime due gare è stato costretto a passare dal Q1 e se a Mandalika qualcosa è cambiato, almeno nella gara domenicale, ed è riuscito a costruire da solo una vittoria partendo dal 13° posto, in Australia invece Bagnaia è stato intelligente, capace di ragionare e di comprendere le criticità dell'avversario, ma la sfida è tutt'altro che finita perché Martin in questo momento è il pilota Ducati più veloce in pista. Pecco, invece, sta rattopando come una sarta i problemi e porta a casa il più possibile.
AUSTRALIA E THAILANDIA
È intuile negarlo, Bagnaia esce vincitore assoluto da questo gran premio nonostante a vincere davvero sia stato Zarco, per la prima volta in carriera in MotoGP. La gara Sprint cancellata e la strategia esageratamente aggressiva di Martin hanno regalato a Bagnaia un pacchetto di punti che in pochi avrebbero pronosticato a qualche giro dalla fine della gara. Infatti, a sei passaggi dal finale Bagnaia aveva soltanto 4 punti di vantaggio sullo spagnolo della Pramac. Per Martin il rammarico è duplice, non c'era nessun bisogno di avere 3,5 secondi di vantaggio sul secondo, sarebbe bastato qualche centesimo per non compromettere la "soft" al posteriore e portare a casa la gara.
Il calendario inizia a completarsi, adesso all'appello mancano Thailandia, Malesia, Qatar e Valencia. Quattro gran premi e quattro sprint race, in totale ci sono ancora in palio 148 punti (100 per le gare lunghe e 48 per le Sprint). Tanti, anzi tantissimi. Bagnaia, dal canto suo, vorrebbe chiudere i conti prima di arrivare a Valencia, pista che non ama e che lo scorso anno, per quanto sia stata la casa della vittoria deifinitiva del mondiale, lo ha visto arrivare solo nono. Martin invece vorrà portare la partita proprio lì, in Spagna, così da avere anche il pubblico dalla sua parte.
LE PAGELLE
Ogni performance ha un risultato e il sabato australiano, tanto anomalo quanto affascinante ci permette di dare i voti ai piloti di MotoGP. Partiamo con il migliore: Johann Zarco, voto 10. Prima vittoria nella sua vita e probabilmente l'ultima visto che dal prossimo anno si accaserà nel team LCR di Honda.
Voto 9 per Fabio Di Giannantonio e Francesco Bagnaia. Il primo, il romano, ha fatto una gara incredibile fatta di concentrazione e attenzione con un solo monito in testa "RESPIRA". Il messaggio del team è arrivato forte e chiaro e ha portato il risultato tanto atteso, peccato che, come ha detto lui nel backstage del podio, gli "hanno tolto il giocattolo" e in questo momento non ha una sella per il 2024. Stesso voto per Bagnaia per due motivi, il gap maggiorato nei confronti di Martin e il sorpasso fuori da ogni logica compiuto su Jorge Martin all'ultimo giro.
Voto 7 per Binder che, quanto può, è sempre lì davanti a lottare. KTM può essere soddisfatta, un pilota così, che da sempre il 110%, non tutti i team possono vantarlo.
Voto 6 a Bezzecchi. È vero, rispetto alla super perfomance di settimana scorsa il pilota del VR46 Mooney Team sembra aver fatto un passo indietro, ma teniamo in considerazione che il pilota romagnolo è stato operato solo una settimana fa alla clavicola.
Voto 5 a Jorge Martin. La strategia sbagliata è soltanto colpa del pilota, anche se per un giro non è riuscito nel miracolo. Se avesse vinto staremmo parlando di un genio e invece è crollato nell'ultimo passaggio e siamo costretti a ravvisare un errore. Siamo nella MotoGP, un dettaglio fa la differenza, ma è ancora tutto in equilibrio.
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