Motogp
Fausto Gresini, una vita nelle corse
Due volte campione del mondo della 125 da pilota, con la squadra ha continuato ad essere protagonista e vincente raccogliendo gioie ma anche dolori
Dopo quasi due mesi di lotta al covid, Fausto Gresini ci ha lasciati. Fausto aveva da poco compiuto 60 anni, era ancora una figura di primo piano nel mondo racing e la sua scomparsa è una perdita grande per tutti. Con lui se ne va un uomo, un pilota e un manager che ha saputo scrivere e lasciare un segno profondo nel Motomondiale, ma non solo.
La sua è stata una vita spesa per intero nelle corse. Vita che lo ha visto prima diventare campione per ben due volte nella classe 125, nel 1985 e nel 1987 con la allora imbattibile Garelli bicilindrica; appeso il casco al chiodo, Gresini ha mostrato di avere non solo grinta e manetta, ma anche testa e carattere facendo nascere una delle squadre più importanti, il team Gresini. Team che oggi è un riferimento in ogni classe del Motomondiale.
Per celebrare e ricordare Fausto nel giorno della sua scomparsa riavvolgiamo il nastro e ripercorriamo le tappe fondamentali della sua carriera.
Una vita nella 125. Nella sua carriera Fausto Gresini ha corso solo nella ottavo di litro classe in cui ha vinto due titoli Mondiali (1985 e 1987)
Due volte campione del mondo
Nato a Imola, città di motori, il 23 gennaio 1961, Fausto Gresini esordì nel motomondiale partecipando al Gp delle Nazioni del 1982, gara che non concluse a causa di un ritiro. Fausto ha sempre gareggiato nella 125, vincendo il suo primo titolo mondiale nel 1985. Nel 1986 si aggiudicò quattro GP (in Spagna, Europa, Svezia e Germania), ma fu superato di sole 12 lunghezze da Luca Cadalora, che si laureò campione del mondo. La rivincita per Gresini arrivò nel 1987, quando si aggiudicò 10 delle 11 gare in calendario. Alla fine del 1988, anno in cui rimase lontano dalle corse per un infortunio, dalla Garelli passò all'Aprilia con cui non ottenne i risultati sperati, per poi la stagione successiva salire sulla Honda alla ricerca di nuove sfide. Il 1990 fu un anno importante nella sua storia: non vinse il titolo, ma in quel finale di stagione memorabile aiutò, insieme ad altri piloti italiani, l’esordiente Loris Capirossi a conquistare il suo primo titolo mondiale nella 125. Un gesto d’altri tempi. Nella sua carriera da pilota arrivò altre due volte secondo: nel 1991 proprio alle spalle di Loris Capirossi, e nel 1992 dietro Alex Gramigni che portò ad Aprilia il primo titolo. Nelle stagioni successive Fausto non salì più sul podio, e prima della stagione 1995 annunciò il suo ritiro.Con la sua squadra Fausto Gresini ha festeggiato le vittorie dei Mondiali in 250, Moto3, Moto2 e MotoE
Da pilota a team manager, il team Gresini
Dopo essersi ritirato dalle corse Fausto Gresini ha avuto una grande carriera da manager fondando nel 1997, a Faenza, il suo team. Una squadra oggi protagonista in tutte le classi, dalla Moto3 alla MotoGP, e capace di vincere il Mondiale in 250 con Daijiro Kato (2001), in Moto2 con Toni Elias (2010), in Moto3 con Jorge Martin (2018) e nella MotoE con Matteo Ferrari nel 2019. Un team in cui fra 250, 500, Moto2, Moto3 e MotoGP hanno corso piloti come Alex Barros, Tony Elias, Loris Capirossi, Daijiro Kato, Marco Melandri, Marco Simoncelli, Sete Gibernau, Alex De Angelis, Jorge Martin, Matteo Ferrari. Un'avventura che ha regalato a Fausto tante gioie e vittorie, ma anche grandi dolori come la perdita di Kato a Suzuka nel 2003 e di Simoncelli in gara in Malesia nel 2011.E proprio di Simoncelli, in una recente intervista, Gresini ha parlato come di "un vero guerriero, gli piaceva lottare, gli piaceva il corpo a corpo, non si tirava mai indietro. Godeva di queste cose, anche se prendeva la sportellata, non si arrabbiava, rideva. Diceva: `Oh, l'ho presa, domani gliela do indietro'. Di sé stesso, invece, diceva di sentirsi "un diversamente giovane, sempre all'attacco, sempre in prima linea, sempre con nuovi progetti. Sempre con qualche sogno nel cassetto. Dico sempre che quando in quel cassetto non ci sarà più nulla, dovrò cambiare mestiere". Mentre era impegnato anima e corpo nel mestiere che più amava, però, il covid ha fermato la corsa di Fausto verso nuovi traguardi. Ci mancheranno il suo sorriso e la sua schiettezza.