Fausto Gresini è deceduto per le conseguenze del covid. Aveva 60 anni compiuti il 23 gennaio scorso. L'ex pilota era ricoverato da dicembre presso il reparto di terapia intensiva dell'ospedale Maggiore Carlo Alberto Pizzardi di Bologna, per una polmonite causata dal Coronavirus. Aveva vinto il titolo mondiale nella 125 nel 1985 e nel 1987.
Nella serata di ieri era circolata la notizia del suo decesso, smentita nel giro di un'ora da un post di Facebook del figlio. Seguita purtroppo, nella mattinata di oggi dalla conferma della scomparsa di Gresini.
LA CARRIERA DA PILOTA
Nato a Imola, città di motori, Gresini esordì nel motomondiale partecipando al Gp delle Nazioni del 1982, che non concluse a causa di un ritiro. Ha sempre gareggiato solo nella 125, vincendo il suo primo titolo mondiale nel 1985. L'anno seguente si aggiudicò quattro Gp (in Spagna, Europa, Svezia e Germania), ma fu superato, un suo grande rimpianto insieme a quello di non aver mai corso in 250, di sole 12 lunghezze da Luca Cadalora, che si laureò campione del mondo. La rivincita nel 1987, quando si aggiudicò 10 delle 11 gare in calendario. Divorzio' alla fine del 1988 dalla Garelli e passò all'Aprilia, poi alla Honda. Gli infortuni non lo risparmiarono, ma arrivò altre due volte secondo in generale, nel 1991 dietro al compagno di squadra Capirossi e nel 1992. Annunciò il suo ritirò prima della stagione del 1995.
LA SECONDA VITA DA MANAGER
Dopo essersi ritirato ha avuto una carriera da manager top delle due ruote, fondando il team che porta il suo nome e di cui era team principal: ha trionfato in Moto3, 250, Moto2 e MotoE ed è ora presente in MotoGp con l'Aprilia. Correva per lui, con la Honda, Marco Simoncelli, quando morì nel 2011 a Sepang. Con il pilota di Coriano e con la sua famiglia Gresini ha sempre avuto un rapporto speciale.
Nel 1997 nacque il team a suo nome, con sede a Faenza. Tra i piloti della sua scuderia, negli anni, Alex Barros, Tony Elias, Loris Capirossi, Marco Melandri, Sete Gibernau, Alex De Angelis, Jorge Martin, Matteo Ferrari. Vittorie, ma anche lutti: Daijiro Kato, morto a Suzuka nel 2003, poi Simoncelli. Del Sic, in una recente intervista, Gresini ha parlato come di «un vero guerriero, gli piaceva lottare, gli piaceva il corpo a corpo, non si tirava mai indietro. Godeva di queste cose, anche se prendeva la sportellata, non si arrabbiava, rideva. Diceva: `Oh, l'ho presa, domani gliela do indietro´».
Di se stesso, invece, diceva di sentirsi un "diversamente giovane, sempre all'attacco, sempre in prima linea, sempre con nuovi progetti. Sempre con qualche sogno nel cassetto. Dico sempre che quando in quel cassetto non ci sarà più nulla, dovrò cambiare mestiere".