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Motogp

Franco Morbidelli: paziente alla meta

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Franco Morbidelli: paziente alla meta

Da Alex Marquez a Fabio Quartararo e in attesa di Valentino Rossi, Franco è abituato ai compagni di squadra "ingombranti" e non ha fretta di arrivare, perché conosce bene sé stesso e il suo potenziale... Dopo i primi gp stagionali abbiamo parlato con l'ex campione della Moto2 oggi protagonista della MotoGP

Origini miste italo-brasiliane, diventato popolare grazie al titolo Moto2 conquistato nel 2016 davanti a un compagno di squadra "pesante" come Alex Marquez, Franco Morbidelli - domenica secondo a Brno, il suo miglior risultato da quando corre nella top class ottenuto proprio sulla pista su cui vinse la sua prima gara Valentino Rossi che ha dato una svolta alla carriera di Franco visto che da sempre ha creduto nel suo talento - incarna bene il futuro del motociclismo anche sportivo. Multietnico, professionale, sorridente e veloce. Sì, veloce anche se in modo non appariscente: Franco sta infatti seguendo un percorso di crescita progressivo e costante, come tanti altri talenti del Mondiale – da Pol Espargarò a Joan Mir – anche se reso meno visibile dalla esplosione di risultati del suo compagno di team: di nuovo una figura ingombrante, quel Fabio Quartararo in cui tutti hanno immediatamente voluto vedere l’anti-Marquez per eccellenza.

serio e concentrato, ma anche sorridente e disponibile: Franco Morbidelli è un pilota che sa unire anche in gara intelligenza e carica emotiva

Con Morbidelli abbiamo potuto scambiare qualche impressione dopo i primi GP in cui il pilota col numero 21 del team Petronas Yamaha SRT, che l’anno prossimo si troverà nel box l’amico Valentino Rossi, ha ottenuto risultati alterni ma comunque positivi. Ciao Franco, finalmente si corre. Ma è vero che durante il lockdown Yamaha ha tirato fuori qualcosa di rivoluzionario da guidare per allenarvi?
No, Yamaha è un grande costruttore ma la notizia è falsa… ho lavorato molto dal punto di vista della forma fisica, ho capito che quello che stavo facendo non era abbastanza rispetto a dove volevo arrivare. Ho lavorato di più e meglio, ho cambiato stile di vita, ma ho anche lavorato sul set-up della moto e cercato di fare a Yamaha le richieste giuste. Penso che ora tutti questi cambiamenti stiano pagando, anche se non sono ancora dove vorrei essere. Comunque sono vicino”.
Come valuti le prestazioni di Yamaha rispetto alle altre moto?
Questo è un buon momento per noi, specie a Jerez dove abbiamo messo tre piloti sul podio. Non c’è niente che non vada in questo momento, anche se abbiamo corso su poche piste e il campionato, per quanto strano, è lungo. Ma rispetto agli altri e agli anni scorsi abbiamo fatto molto molto bene, e anche per me credo che questo sia il mio momento migliore in MotoGP in termini di  pacchetto tecnico, ma anche di forma mentale”. A questo proposito, qualche pilota dice che essere veloci è questione di ritmo come nella musica classica, altri dicono che questione di numeri come nelle scienze esatte. Tu come la vedi?
Per me è sempre un mix fra le due cose. Devi studiare gli aspetti tecnici, ma anche tenere una mente veloce, pronta a reagire. Se dovessi scegliere direi che sono un po’ più dal lato emotivo, cerco di controllare molto quell’aspetto prima di salire in sella; ma passo anche molto tempo a parlare con i miei tecnici”.

amici, compagni di allenamento e dall'anno prossimo anche di squadra: Valentino Rossi e Franco Morbidelli sono il presente e il futuro di Yamaha

Il tuo stile di guida sembra simile a quello di altri piloti Yamaha, in particolare Rossi. Ma quando guardi la telemetria cosa vedi?
A Jerez ad esempio perdevo qualcosa in frenata rispetto agli altri. Ho migliorato in quell’area, ma a quanto pare ancora non abbastanza. Ho anche dei punti forti, ma non ancora abbastanza da essere il più veloce, che è l’obiettivo di tutti”. Il più veloce in questo momento è Fabio Quartararo, in piena lotta per il titolo. Tu hai già rinnovato per due anni, pensi che l’anno prossimo potrai essere al livello a cui lui è oggi?
Dipende, dipenderà dalla mia costanza. Vedremo se quest’anno riuscirò ad essere veloce su tutte le piste. Fabio l’anno scorso è stato veloce quasi ovunque, io finora lo sono stato solo in Malesia, Qatar e a Jerez, per cui dovrò dimostrare di poterlo essere anche altrove".
Qual è il tuo punto di forza secondo te?
Tanti piloti anche fortissimi hanno sofferto molto la pressione della MotoGP. Io credo di essere uno di quelli che può rendere meglio sotto stress. La pressione è qualcosa con cui ho a che fare da quando corro: e corro da quando avevo 6 o 7 anni. Certo la MotoGP è molto diversa dalle minimoto, ma fatte le debite proporzioni, sentivo la pressione anche allora e so che non mi faccio schiacciare. So che c’è e so cosa devo fare per dare il meglio in queste condizioni”.

Franco Morbidelli: paziente alla meta
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