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La MotoGP congela i regolamenti tecnici fino a fine 2021
In risposta al blocco dell'attività imposto dall'emergenza Covid-19, i vertici della MotoGP hanno concordato le prime misure di contenimento dei costi per tutelare team e costruttori. Niente modifiche alle MotoGP per tutta la stagione in corso, mentre Moto2 e Moto3 saranno completamente congelate fino a fine 2021
In una riunione ovviamente virtuale avvenuta il 15 aprile, la Grand Prix Commission composta dai vertici di FIM, Dorna, IRTA (associazione dei team) e MSMA (associazione dei costruttori) ha concordato una serie di misure a livello di regolamento tecnico che puntano a ridurre i costi in tutte le classi del Mondiale Velocità, senza impattare sullo spettacolo.
Come auspicato da diverse parti, si è quindi optato per un congelamento dello sviluppo che rifletta l'attuale congelamento non solo delle attività racing in senso stretto, ma delle attività industriali e produttive in molte parti del mondo e in particolare nei Paesi più attivi nel circus: Italia, Giappone e Spagna prima di tutto, ma anche Austria, Francia, Inghilterra.
MotoGP: 12 mesi di "freeze"
Le modifiche sono di lungo respiro e si estendono non solo alla stagione 2020 ma anche al 2021 in modo da consentire a tutti di riorganizzare per tempo la propria attività. In particolare, per tutto il 2020 in MotoGP non sarà possibile omologare nuovi elementi tecnici in nessuna parte del veicolo (motore, ciclistica, elettronica o aerodinamica), e questo vale anche per le Case "con concessioni" come Aprilia e KTM, che normalmente avrebbero potuto cambiare motore durante la stagione.
Di fatto si ripartirà a marzo 2021 dalla situazione di marzo 2020, con l'orologio dello sviluppo tecnico fermo per dodici mesi. Tutti i team dovranno infatti partire con l'ultimo materiale omologato a quella data, dopodiché varranno le regole già note: nessuno sviluppo motore (tranne che per Aprilia e KTM) e un solo aggiornamento aerodinamico ammessi durante la stagione.
Moto2 e Moto3: indietro sì, avanti no
Addirittura ventiquattro mesi di stasi tecnica per le altre due classi. In Moto2, per quel che resta della stagione 2020 e per tutto il 2021 sarà possibile per i costruttori usare soltanto telai, forcelloni e soluzioni aerodinamiche omologati nel corso del 2019 o per il GP del Qatar 2020. All'interno di questi, i team dovranno indicare non più di 2 specifiche di telaio e forcellone per ciascun pilota, e fino a fine 2021 potranno correre soltanto con quel materiale. Sarà quindi permesso "tornare indietro" con lo sviluppo (in caso si sia imboccata una strada sbagliata), ma non andare avanti.
Quanto alla Moto3, la configurazione dichiarata da ogni Costruttore al GP del Qatar dovrà rimanere completamente immutata fino a fine 2021: telaio, forcellone, motore, cambio e aerodinamica. Il numero di motori a disposizione di ogni pilota verrà inoltre legato al numero di GP effettivamente disputati durante la stagione, sia nel 2020 che nel 2021: evidentemente la Commissione teme possibili strascichi della pandemia anche sulla prossima stagione di gare.
Sia Moto2 che Moto3 vedono inoltre il divieto di adottare dispositivi che abbassano la moto in partenza, come quelli che si stanno diffondendo in MotoGP, e più in generale che modificano l'altezza della moto quando è in movimento.
Il Motomondiale si mette insomma sulla difensiva, cercando di salvaguardare gli ingentissimi investimenti richiesti alle Case e ai team per essere competitivi oggi. Una decisione saggia, anche se sicuramente le teste dei tecnici non hanno certo smesso di lavorare durante l'emergenza Covid-19, come dimostrano le idee che di tanto in tanto saltano fuori. Con queste limitazioni allo sviluppo, per quel che resta del 2020 diventa quindi cruciale il lavoro svolto durante l'inverno, e del quale nessuno ha ancora potuto misurare l'efficacia. Purché si corra, ci basta questo.
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