Motogp
Marc Marquez e l'invidia degli italiani
Da quando vince lui per molti osservatori di casa nostra il Mondiale è diventato noioso. Ma è solo frustrazione, perché a imporsi non è un pilota o un costruttore tricolore. Resta solo da inchinarsi al nuovo fenomeno del circus. E celebrarlo come si deve. Anche perché all'orizzonte non ci sono rivali all'altezza
Leggo in questi giorni, su altri Siti che si occupano di moto, articoli piuttosto pretestuosi in cui si chiede a gran voce un antidoto a Marc Marquez. La cui unica colpa, a detta degli osservatori italiani (notoriamente imparziali), sarebbe quella di vincere. Anzi, di stravincere. Con l’aggravante di non lasciare la dovuta visibilità alle glorie nazionali più o meno appassite, da Valentino Rossi ad Andrea Dovizioso. Come se esistesse una sorta di manuale Cencelli della moto secondo cui, per diritto divino, spetta ogni anno meritata gloria anche ai piloti e alle Case del Belpaese.
TROPPO BRAVO. E ALLORA?
La principale responsabilità di Marc Marquez, secondo gli imparziali osservatori di casa nostra, è chiaramente una sorta di peccato originale: vince sempre lui e ci toglie il bello dello spettacolo. Verrebbe da dire, guardandosi indietro, dove erano questi soloni del Motomondiale, paladini dell’equilibrio, nel 2005, quando il campione del mondo vinse undici gare su 17. Ah vabbè, guarda caso il numero uno era Valentino Rossi, quindi allora è tutto perdonato.
Il problema, più in generale, è che i commentatori di casa nostra ragionano a un livello così terra terra che i bambini dell’asilo al confronto sono dei fini analisti: se non vince quello della mia squadra, io non gioco più al tuo stupido gioco. Se invece vince uno dei miei, allora è giusto così. Un livello di (im)maturità e partigianeria che dà il la a tutti coloro che gettano guano sui giornalisti.
GLI ORFANI DI VALENTINO
Del resto essere miopi non aiuta nessuno. Ammettiamolo: siamo tutti orfani di Valentino Rossi, dei suoi successi e dei suoi eccessi da istrione provetto. E ci rode da morire che a essere sul gradino più alto del podio ci sia un ragazzetto spagnolo che ci sta mediamente antipatico e che non riesce a essere personaggio come lo era il fu Dottore. Inoltre, abbiamo tutti la tremenda paura che Marquez diventi più forte e vincente di Rossi, infrangendo così il mito di Valentino.
E se anche fosse? Onore al merito, onore alle capacità. Rispetto per il vincitore. Come dite? Adesso che vince lui il Motomondiale è noioso? Certo, se lo guardate con l’occhio abbioccato e postprandiale della domenica da divano. Ma anche a non essere degli scienziati del Motomondiale, è evidente che Marc Marquez è un prodigio, qualcosa di irripetibile, qualcosa di unico. Forse, davvero, il più grande di tutti i tempi. Basterebbe avere la maturità per ammetterlo.
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