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MotoGP – Red Bull Ring: la volta buona per la Ducati?
La MotoGP domenica sbarca sull'inedita pista austriaca del Red Bull Ring. Ridisegnato dopo l'ultimo gran premio del '97, oggi il tracciato fra i monti della Stiria è velocissimo, con curve secche, lunghi rettilinei e forti frenate. Nei test la Ducati ha stradominato, e sembrerebbe proprio candidata alla vittoria. Ma mancavano le Honda...
Quando venerdì 12 agosto si accenderanno i motori e i commissari apriranno la pista, per i piloti della MotoGP saranno ufficialmente finite le vacanze. Dopo tre settimane di pausa, il circus dei gran premi riparte per un lungo tour de force, che vedrà 9 appuntamenti in 14 settimane!
Si riparte da una pista inedita, il Red Bull Ring, in Austria; dove non si corre dal 1997. Allora si chiamava A1-Ring; e precedentemente era stato Zeltweg. Una pista sinuosa, con tanti saliscendi e 65 metri di dislivello. Un tracciato profondamente rivisto; perché nella precedente configurazione era divenuto troppo pericoloso. Il nuovo disegno prevede meno curvoni da pennellare ad alta velocità e più svolte strette. In mezzo lunghi rettilinei e forti frenate.
Si riparte da una pista inedita, il Red Bull Ring, in Austria; dove non si corre dal 1997. Allora si chiamava A1-Ring; e precedentemente era stato Zeltweg. Una pista sinuosa, con tanti saliscendi e 65 metri di dislivello. Un tracciato profondamente rivisto; perché nella precedente configurazione era divenuto troppo pericoloso. Il nuovo disegno prevede meno curvoni da pennellare ad alta velocità e più svolte strette. In mezzo lunghi rettilinei e forti frenate.
La caratteristica principale del Red Bull Ring è di avere solo 9 curve (usualmente ce ne sono circa 15). E di averne appena 2 a sinistra! Sulla carta potrebbe essere un altro rompicapo per il gommista, la Michelin. Ma i test fatti qui subito dopo il GP di Germania, il 19 e 20 luglio, non hanno evidenziato gli stessi problemi del Sachsenring, dove -ricordate?- si cade nella prima curva a destra, che forza molto la spalla della gomma anteriore dopo una successione di 7 curve a sinistra raccordate.
Probabilmente la chiave è nelle staccate violente caratteristiche di questa pista austriaca: forzando molto la carcassa della gomma anteriore, ne mantengono infatti calda la mescola. La Michelin ha comunque annunciato di aver portato anche qui due slick posteriori, una media e una dura, entrambe a doppia mescola: hanno la spalla destra più dura della sinistra.
Due giorni di test, dicevamo, che sono stati letteralmente dominati dalla Ducati. Su una pista dove si passa molto tempo in carena a gas tutto aperto, e dove contano particolarmente l'accelerazione e la velocità di punta, il motore della Desmosedici sembra fare la differenza. Così, Andrea Iannone e Andrea Dovizioso hanno spadroneggiato per entrambi i giorni, seguiti da vicino dal collaudatore di lusso Casey Stoner e dal privato Hector Barbera.
5° e 6° furono i due della Yamaha, Valentino Rossi e Jorge Lorenzo. E dietro di loro le Suzuki di Maverick Viñales e Aleix Espargaro. Mancavano i due dell'Honda, Marc Marquez e Dani Pedrosa; perché la loro squadra ha scelto di non essere presente. Però un assaggio della pista lo hanno avuto lo stesso nel medesimo periodo, quando hanno presenziato a una giornata promozionale Honda, girando con la versione stradalizzata della RC213V.
Probabilmente la chiave è nelle staccate violente caratteristiche di questa pista austriaca: forzando molto la carcassa della gomma anteriore, ne mantengono infatti calda la mescola. La Michelin ha comunque annunciato di aver portato anche qui due slick posteriori, una media e una dura, entrambe a doppia mescola: hanno la spalla destra più dura della sinistra.
Due giorni di test, dicevamo, che sono stati letteralmente dominati dalla Ducati. Su una pista dove si passa molto tempo in carena a gas tutto aperto, e dove contano particolarmente l'accelerazione e la velocità di punta, il motore della Desmosedici sembra fare la differenza. Così, Andrea Iannone e Andrea Dovizioso hanno spadroneggiato per entrambi i giorni, seguiti da vicino dal collaudatore di lusso Casey Stoner e dal privato Hector Barbera.
5° e 6° furono i due della Yamaha, Valentino Rossi e Jorge Lorenzo. E dietro di loro le Suzuki di Maverick Viñales e Aleix Espargaro. Mancavano i due dell'Honda, Marc Marquez e Dani Pedrosa; perché la loro squadra ha scelto di non essere presente. Però un assaggio della pista lo hanno avuto lo stesso nel medesimo periodo, quando hanno presenziato a una giornata promozionale Honda, girando con la versione stradalizzata della RC213V.
Dunque, cosa dobbiamo aspettarci? Di sicuro non ci vuole coraggio per scommettere sulle Ducati: il Red Bull Ring sembrerebbe fatto apposta per loro. E a dare fastidio vedrete che ci sarà anche Michele Pirro, che farà una wild card. Lo sappiamo, vi sareste aspettati Stoner, ma l'australiano ha scelto di non correre.
Le Honda probabilmente saranno competitive, e almeno Marc Marquez userà le staccate per ricucire eventuali piccoli distacchi presi in rettilineo. Del resto, con 48 punti di vantaggio su Lorenzo e 59 su Rossi, il furetto spagnolo è in una condizione psicologica invidiabile. Ed ha già detto che il Red Bull Ring ricorda molto Austin, la sua tana. Per dire che non è detto che le Ducati avranno vita tanto facile.
Sulla carta avranno qualche problemino in più forse le Yamaha, tradizionalmente carenti di accelerazione e velocità massima. Come anche le Suzuki. Ma fra i test e la gara vera a propria ce ne corre. Inizieremo a capirci qualcosa di più venerdì sera. E ancora di più potremo avere le idee chiare al sabato pomeriggio, quando avremo in mano la griglia di partenza.
Le Honda probabilmente saranno competitive, e almeno Marc Marquez userà le staccate per ricucire eventuali piccoli distacchi presi in rettilineo. Del resto, con 48 punti di vantaggio su Lorenzo e 59 su Rossi, il furetto spagnolo è in una condizione psicologica invidiabile. Ed ha già detto che il Red Bull Ring ricorda molto Austin, la sua tana. Per dire che non è detto che le Ducati avranno vita tanto facile.
Sulla carta avranno qualche problemino in più forse le Yamaha, tradizionalmente carenti di accelerazione e velocità massima. Come anche le Suzuki. Ma fra i test e la gara vera a propria ce ne corre. Inizieremo a capirci qualcosa di più venerdì sera. E ancora di più potremo avere le idee chiare al sabato pomeriggio, quando avremo in mano la griglia di partenza.