Motogp
MotoGP Sachsenring: Marquez rischia e vince. Rossi che pasticcio
Marc stratega dentro una gara difficile, partita bagnata e chiusa sull'asciutto. Solo 8° Valentino, che ignora la segnalazione ai box e poi non trova il ritmo con le intermedie. Grande gara di Crutchlow, 2°. Dovizioso domina, ma poi si accontenta, 3° dopo aver sfilato il podio a Redding nelle ultime curve. Seguono Iannone, Pedrosa e Miller
Sette centri al Sachsenring e un allungo in classifica di quelli che, al giro di boa del calendario, valgono un "buone vacanze" grosso così. Grazie a una strategia perfetta, concordata col team come spiega Livio Suppo. Grazie ad una guida da fenomeno, su un asfalto in continua evoluzione. Performance inattesa visto l'inizio faticoso sul bagnato, visto il drittone da brivido con la Honda tenuta su col gas aperto in stile flat track nel ghiaione. Botta d'adrenalina e decisivo cambio di passo per Marquez, che proprio lì capisce che il cambio moto anticipato può essere la chiave del successo. È così: Marc "va a comandare" vincendo e portandosi a 170 punti, +48 su Lorenzo e +59 su Rossi. Un gran bel colpo!
"Mi sono distratto", spiega invece Dovizioso, che aspetta troppo per mollare la testa di una corsa stra-dominata per due terzi, persa poi per un errore di valutazione. Rimediata con determinazione, conquistando un 3° posto che di fatto salva la giornata. Ma è Crutchlow che pesca un più efficace jolly dal mazzo tedesco, spingendo fortissimo e chiudendo 2°. Una vera festa per Cal e per tutto il team di Cecchinello, da tempo in credito con la fortuna.
E' quindi Rossi il grande battuto di questo nono round. Valentino parte bene, sfrutta l'extra morbida all'anteriore, ma poi si perde: si fa passare anche da Barberà e ingnora il cartello box esposto dal team Yamaha perché "non me la sentivo ancora...". Resta allora in lotta con i primi, ma perde fino a 6"/giro dal rimontante Marquez. Un mezzo flop, completato dopo il cambio moto, con quel feeling mai trovato con le intermedie. "Non sarebbe cambiato molto, avrei fatto al massimo 6°. Non sono bravo nei cambi e non avevo feeling al rientro, questo è il problema. Persa un'occasione per fare un po' di punti", spiega il Dottore senza sorridere. Quindi, dopo il motore in fumo del Mugello e la caduta di Assen, questo 8° posto sembra certificare un amarissimo "ciaone" all'ambizione iridata di Rossi...
Dunque i temi "hot" del GP tedesco sono: le gomme intermedie discutibili, le comunicazioni coi box complicate e la sensibilità in sella che resta "personale" per ciascun pilota. Veri aghi della bilancia (racing) di questa MotoGP in condizioni miste. Buoni per misurare anche uno zero pesante come quello di Petrucci, caduto da leader. Oppure il feeling scarso di Lorenzo, impacciato come poche altre volte e incredibilmente 15°.
Ovvero una roulette che premia a metà Redding, 4° dopo aver coccolato il sogno di un nuovo podio. Condizionando pure gli sforzi di Iannone, 5°, dentro una corsa a singhiozzo, sudata come una maratona, inceppata nelle dinamiche e nel tempismo delle scelte. Risollevando Pedrosa 6°, impegnato in una gara in prenne rimonta e anonimato. E Miller, sbloccato, che con la pioggia rivive l'occasione d'oro bis, che però non va... La realtà è infatti un 7° posto, comunque ottimo visto il contesto. Fino all'orgoglio da top ten di Barberà (quarta Ducati) e Bautista (Aprilia).
Così vanno in vacanza i talenti del Motomondiale, pronti a ricaricarsi per una seconda parte di stagione in cui, c'è da scommettere, non mancheranno lotte e scintille...
E' quindi Rossi il grande battuto di questo nono round. Valentino parte bene, sfrutta l'extra morbida all'anteriore, ma poi si perde: si fa passare anche da Barberà e ingnora il cartello box esposto dal team Yamaha perché "non me la sentivo ancora...". Resta allora in lotta con i primi, ma perde fino a 6"/giro dal rimontante Marquez. Un mezzo flop, completato dopo il cambio moto, con quel feeling mai trovato con le intermedie. "Non sarebbe cambiato molto, avrei fatto al massimo 6°. Non sono bravo nei cambi e non avevo feeling al rientro, questo è il problema. Persa un'occasione per fare un po' di punti", spiega il Dottore senza sorridere. Quindi, dopo il motore in fumo del Mugello e la caduta di Assen, questo 8° posto sembra certificare un amarissimo "ciaone" all'ambizione iridata di Rossi...
Dunque i temi "hot" del GP tedesco sono: le gomme intermedie discutibili, le comunicazioni coi box complicate e la sensibilità in sella che resta "personale" per ciascun pilota. Veri aghi della bilancia (racing) di questa MotoGP in condizioni miste. Buoni per misurare anche uno zero pesante come quello di Petrucci, caduto da leader. Oppure il feeling scarso di Lorenzo, impacciato come poche altre volte e incredibilmente 15°.
Ovvero una roulette che premia a metà Redding, 4° dopo aver coccolato il sogno di un nuovo podio. Condizionando pure gli sforzi di Iannone, 5°, dentro una corsa a singhiozzo, sudata come una maratona, inceppata nelle dinamiche e nel tempismo delle scelte. Risollevando Pedrosa 6°, impegnato in una gara in prenne rimonta e anonimato. E Miller, sbloccato, che con la pioggia rivive l'occasione d'oro bis, che però non va... La realtà è infatti un 7° posto, comunque ottimo visto il contesto. Fino all'orgoglio da top ten di Barberà (quarta Ducati) e Bautista (Aprilia).
Così vanno in vacanza i talenti del Motomondiale, pronti a ricaricarsi per una seconda parte di stagione in cui, c'è da scommettere, non mancheranno lotte e scintille...