Motogp
Michele Pirro: l'arte di adattarsi in fretta
Compie 30 anni oggi Michele Pirro, pilota e collaudatore Ducati con una dote rara: è capace di entrare in un attimo in sintonia con una moto, che sia una MotoGP o una SBK. Ecco il suo segreto
Michele Pirro è un pilota speciale. Unico. Di questi tempi è infatti uno dei pochi, se non il solo, capace di passare nel giro di pochi giorni dai manubri di una MotoGP a quelli di una SBK. Ducati, ovviamente.
Da anni tester ufficiale Ducati per la MotoGP, Michele è, infatti, anche il pilota del team Barni Racing nel campionato italiano classe SBK: e oltre a macinare chilometri per far progredire e crescere la Desmosedici, corre. Lo fa appena può… e quando serve. Conosce le Ducati come pochi altri, ed è sempre pronto!
In MotoGP, in sella alla Ducati ufficiale, quest’anno ha corso al Mugello. Ora lo aspettano altre due wild card nel corso della stagione - Misano e Valencia - ma Michele anche quest’anno è stato anche un jolly, un pilota in grado di salire sulla Desmosedici del team Pramac per sostituire Danilo Petrucci e su quella del team Avintia al posto di Loris Baz, anche lui fermo dopo un infortunio, mettendosi in evidenza in una MotoGP dal livello stellare. La sua capacità di adattarsi in fretta, di sapersi inserire velocemente in un team ne hanno fatto un uomo prezioso. A cui Ducati tiene molto. Solare, sorridente, 30 anni compiuti oggi, Michele Pirro, già campione italiano STK 1000, SS e SBK - da sempre rappresentante delle Fiamme Oro - ha in sé una riserva di energia inesauribile, tanto che viene da chiedersi ma come fa a far tutto?
“Questa è la mia passione” racconta. “Credo in Ducati, le sono legato e cerco di essere più di aiuto possibile. Non è facile, ma metto sempre un grande impegno in tutto quello che faccio: che sia una sessione di test di sviluppo, il fine settimana di gara con il team ufficiale in MotoGP o una gara del CIV, io do sempre tutto! Certo, quando mi è capitato di dover affrontare una sostituzione al volo salendo sulle D16 dei team Pramac e Avintia è stato più difficile, ho dovuto adattarmi ancora più velocemente a una moto che non guido spesso”.
Come sei arrivato ad essere il tester di Ducati?
“Credo di essermi meritato e guadagnato questo ruolo per le mie qualità e per come sono fatto. Mi sono sempre impegnato al massimo dai test alle gare, la mia carta vincente è quella di esser stato ed essere sempre disponibile. Pronto a dare sempre il massimo per la Ducati”.
Qual è il meccanismo che scatta nella tua testa quando cambi moto?
“La cosa più difficile è adattarsi a lavorare con nuove persone in poco tempo: dobbiamo trovare subito la sintonia. In più c’è una moto che è da conoscere, anche se è sempre una Ducati. I risultati li ottieni con la continuità, stessa moto stesse persone, in quelle situazioni si tratta di saper improvvisare. È un'arte. E riuscirci bene e portare a casa un piazzamento è un grande risultato”.
In questo oggi sei unico.
“Queste esperienze mi hanno fatto crescere molto sotto tutti i punti di vista, me ne rendo conto. La mia forza, forse, è il fatto che riesco a raggiungere velocemente un buon livello con qualsiasi moto, in qualsiasi campionato. Lo dimostra il fatto che quando ho corso in MotoGP sono riuscito a lottare e a stare nei primi dieci”.
In MotoGP, in sella alla Ducati ufficiale, quest’anno ha corso al Mugello. Ora lo aspettano altre due wild card nel corso della stagione - Misano e Valencia - ma Michele anche quest’anno è stato anche un jolly, un pilota in grado di salire sulla Desmosedici del team Pramac per sostituire Danilo Petrucci e su quella del team Avintia al posto di Loris Baz, anche lui fermo dopo un infortunio, mettendosi in evidenza in una MotoGP dal livello stellare. La sua capacità di adattarsi in fretta, di sapersi inserire velocemente in un team ne hanno fatto un uomo prezioso. A cui Ducati tiene molto. Solare, sorridente, 30 anni compiuti oggi, Michele Pirro, già campione italiano STK 1000, SS e SBK - da sempre rappresentante delle Fiamme Oro - ha in sé una riserva di energia inesauribile, tanto che viene da chiedersi ma come fa a far tutto?
“Questa è la mia passione” racconta. “Credo in Ducati, le sono legato e cerco di essere più di aiuto possibile. Non è facile, ma metto sempre un grande impegno in tutto quello che faccio: che sia una sessione di test di sviluppo, il fine settimana di gara con il team ufficiale in MotoGP o una gara del CIV, io do sempre tutto! Certo, quando mi è capitato di dover affrontare una sostituzione al volo salendo sulle D16 dei team Pramac e Avintia è stato più difficile, ho dovuto adattarmi ancora più velocemente a una moto che non guido spesso”.
Come sei arrivato ad essere il tester di Ducati?
“Credo di essermi meritato e guadagnato questo ruolo per le mie qualità e per come sono fatto. Mi sono sempre impegnato al massimo dai test alle gare, la mia carta vincente è quella di esser stato ed essere sempre disponibile. Pronto a dare sempre il massimo per la Ducati”.
Qual è il meccanismo che scatta nella tua testa quando cambi moto?
“La cosa più difficile è adattarsi a lavorare con nuove persone in poco tempo: dobbiamo trovare subito la sintonia. In più c’è una moto che è da conoscere, anche se è sempre una Ducati. I risultati li ottieni con la continuità, stessa moto stesse persone, in quelle situazioni si tratta di saper improvvisare. È un'arte. E riuscirci bene e portare a casa un piazzamento è un grande risultato”.
In questo oggi sei unico.
“Queste esperienze mi hanno fatto crescere molto sotto tutti i punti di vista, me ne rendo conto. La mia forza, forse, è il fatto che riesco a raggiungere velocemente un buon livello con qualsiasi moto, in qualsiasi campionato. Lo dimostra il fatto che quando ho corso in MotoGP sono riuscito a lottare e a stare nei primi dieci”.
Ogni volta che Stoner sale sulla Ducati fa un gran parlare per i suoi tempi. Avete mai girato insieme?
“No, al momento non mi è ancora capitato di girare lo stesso giorno di Casey. La struttura del test team ad oggi è fatta per supportare un solo pilota, quindi finora non ci sono state le condizioni. Certo ci scambiamo i dati, le informazioni, e io posso confrontare i miei dati coi suoi. Una cosa che mi ha dato soddisfazione è che fino ad oggi non è mai capitato che fra di noi ci sia una grande differenza, e nonostante il nostro stile di guida sia diverso anche nel dare indicazioni per lo sviluppo andiamo nella stessa direzione”.
Insieme state lavorando anche per costruire la Ducati che guiderà Lorenzo.
“Stiamo lavorando come sempre. Non è che la notizia del suo arrivo ci abbia portato a lavorare di più o in maniera diversa, noi abbiamo sempre lavorato allo sviluppo e anche ora che sappiamo che ci sarà Lorenzo proseguiamo nei programmi definiti, non ci sono stravolgimenti. In Ducati, è giusto ricordarlo, lavorano giorno e notte. Non si fermano mai. Certo, questo ci ha dato e ci dà una motivazione ulteriore: per noi potrebbe essere il pilota che ha quel qualcosina in più per riportare Ducati alla vittoria”.
Del Campionato Italiano Velocità sei stato e sei tutt’ora un protagonista, come lo vedi?
“Il campionato ha trovato una buona dimensione e lo si vede dai tempi. Credo che tutte le categorie siano molto competitive. Qui in SBK non essendoci il monogomma assistiamo anche alla competizione fra i costruttori di gomme, uno stimolo in più. Quest’anno poi ci sono ancora più piloti veloci. Con il mio team, Barni Racing, c’è una grande sintonia, persone che stimo, lavoriamo bene. La Ducati Panigale da parte sua ha dimostrato di andare bene e di essere sempre competitiva. Con Michelin stiamo facendo un grande lavoro: siamo competitivi in ogni condizione. L’ho dimostrato vincendo con la pioggia a Vallelunga e con il sole al Mugello. È una bella soddisfazione essere il pilota che completa un pacchetto moto, team e gomme molto ben assortito. Non è mai facile vincere”.
Cos’è per te oggi il CIV?
“Per me che sono impegnato nello sviluppo della MotoGP correre anche nel CIV è una sfida: si tratta sempre di mettersi in gioco e la cosa strana è che se vinco è quasi scontato, se perdo invece è un disastro… insomma un’arma a doppio taglio, ma io conosco le mie potenzialità, non mi preoccupo e guardo avanti”.
Che effetto ti ha fatto correre al Mugello in MotoGP quest’anno?
“Una bella emozione, come pure lo scorso anno: vedere e sentire tutte quelle persone intorno alla pista è stato incredibile. Per di più ho fatto un bel fine settimana: terzo il venerdì, nei dieci il sabato e in gara ho lottato per la top ten. Il Mugello è unico, è una festa per noi e per tutti quelli che vengono in pista”.
Per essere soddisfatto alla fine di quest’anno cosa dovrai fare?
“Rivincere il titolo nel CIV e ottenere un bel risultato nelle wild card di Misano e Valencia con la Ducati ufficiale: la moto c’è ed io non sarò da meno. Per il prossimo anno ho un contratto con Ducati, staremo a vedere. Decideremo insieme, l’obiettivo è sempre dare il massimo supporto a Ducati. La voglia di fare una stagione intera c’è sempre: sono anni che me lo chiedono, ma io accetterei di correre una stagione solo se le condizioni fossero al top. Ci vogliono la squadra e il mezzo giusto per ottenere risultati, non voglio fare passi avventati. Non sono più un ragazzino!”.
“No, al momento non mi è ancora capitato di girare lo stesso giorno di Casey. La struttura del test team ad oggi è fatta per supportare un solo pilota, quindi finora non ci sono state le condizioni. Certo ci scambiamo i dati, le informazioni, e io posso confrontare i miei dati coi suoi. Una cosa che mi ha dato soddisfazione è che fino ad oggi non è mai capitato che fra di noi ci sia una grande differenza, e nonostante il nostro stile di guida sia diverso anche nel dare indicazioni per lo sviluppo andiamo nella stessa direzione”.
Insieme state lavorando anche per costruire la Ducati che guiderà Lorenzo.
“Stiamo lavorando come sempre. Non è che la notizia del suo arrivo ci abbia portato a lavorare di più o in maniera diversa, noi abbiamo sempre lavorato allo sviluppo e anche ora che sappiamo che ci sarà Lorenzo proseguiamo nei programmi definiti, non ci sono stravolgimenti. In Ducati, è giusto ricordarlo, lavorano giorno e notte. Non si fermano mai. Certo, questo ci ha dato e ci dà una motivazione ulteriore: per noi potrebbe essere il pilota che ha quel qualcosina in più per riportare Ducati alla vittoria”.
Del Campionato Italiano Velocità sei stato e sei tutt’ora un protagonista, come lo vedi?
“Il campionato ha trovato una buona dimensione e lo si vede dai tempi. Credo che tutte le categorie siano molto competitive. Qui in SBK non essendoci il monogomma assistiamo anche alla competizione fra i costruttori di gomme, uno stimolo in più. Quest’anno poi ci sono ancora più piloti veloci. Con il mio team, Barni Racing, c’è una grande sintonia, persone che stimo, lavoriamo bene. La Ducati Panigale da parte sua ha dimostrato di andare bene e di essere sempre competitiva. Con Michelin stiamo facendo un grande lavoro: siamo competitivi in ogni condizione. L’ho dimostrato vincendo con la pioggia a Vallelunga e con il sole al Mugello. È una bella soddisfazione essere il pilota che completa un pacchetto moto, team e gomme molto ben assortito. Non è mai facile vincere”.
Cos’è per te oggi il CIV?
“Per me che sono impegnato nello sviluppo della MotoGP correre anche nel CIV è una sfida: si tratta sempre di mettersi in gioco e la cosa strana è che se vinco è quasi scontato, se perdo invece è un disastro… insomma un’arma a doppio taglio, ma io conosco le mie potenzialità, non mi preoccupo e guardo avanti”.
Che effetto ti ha fatto correre al Mugello in MotoGP quest’anno?
“Una bella emozione, come pure lo scorso anno: vedere e sentire tutte quelle persone intorno alla pista è stato incredibile. Per di più ho fatto un bel fine settimana: terzo il venerdì, nei dieci il sabato e in gara ho lottato per la top ten. Il Mugello è unico, è una festa per noi e per tutti quelli che vengono in pista”.
Per essere soddisfatto alla fine di quest’anno cosa dovrai fare?
“Rivincere il titolo nel CIV e ottenere un bel risultato nelle wild card di Misano e Valencia con la Ducati ufficiale: la moto c’è ed io non sarò da meno. Per il prossimo anno ho un contratto con Ducati, staremo a vedere. Decideremo insieme, l’obiettivo è sempre dare il massimo supporto a Ducati. La voglia di fare una stagione intera c’è sempre: sono anni che me lo chiedono, ma io accetterei di correre una stagione solo se le condizioni fossero al top. Ci vogliono la squadra e il mezzo giusto per ottenere risultati, non voglio fare passi avventati. Non sono più un ragazzino!”.