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Motogp
MotoGP, Andrea Dovizioso: "Quest’anno mi do buono"
di Stefano Borzacchiello
il 27/11/2015 in Motogp
Dal sorprendente debutto da podio della Ducati Desmosedici GP15 alle difficoltà. Andrea Dovizioso analizza la sua stagione, ma guarda già avanti
MotoGP, Andrea Dovizioso: "Quest’anno mi do buono"
La notizia del ritorno di Casey Stoner come uomo immagine e collaudatore in Ducati sta alimentando un sacco di supposizioni dentro e fuori dal paddock, delineando scenari per ora improbabili. Per il momento infatti il cuore della Rossa in MotoGP sono i suoi due piloti, i due Andrea. Dovizioso e Iannone che quest’anno in sella alla Desmosedici GP 15 hanno vissuto una stagione in crescendo, nonostante le difficoltà siano arrivate, stranamente, più alla fine che all’inizio dell’anno.
Per analizzare la stagione 2015 della Ducati, nei giorni di EICMA abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Andrea Dovizioso. È un Andrea sorridente e rilassato, che ha appena firmato autografi e stretto mani ai suoi tifosi, quello che incontriamo allo stand Suomy al Salone.
Per analizzare la stagione 2015 della Ducati, nei giorni di EICMA abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Andrea Dovizioso. È un Andrea sorridente e rilassato, che ha appena firmato autografi e stretto mani ai suoi tifosi, quello che incontriamo allo stand Suomy al Salone.
Oggi che voto dai alla tua stagione?
“Faccio fatica a darmi un voto, ci sono state troppe differenze tra l'inizio e la fine… ma pensandoci il voto è buono, anche se il risultato non è stato quello che volevamo all’inizio. Mi piace però ricordare che quest’anno siamo partiti con la moto nuova, la Desmosedici GP15, praticamente da zero; gli avversari giapponesi avrebbero aspettato un altro anno per metterla in pista! Siamo partiti molto bene, ma poi sono venuti fuori limiti e problematiche che hanno reso difficile mantenere la velocità che avevamo trovato. Ecco perché non sono contento al 100%: sicuramente si poteva fare di più, però vivo il mio anno come una grande esperienza”.
Guardando al 2016…
“Ora abbiamo la base per una moto buona. Adesso dobbiamo andare avanti e lavorare sulle finiture, che sono determinanti e sempre le più difficili; però secondo me siamo in una situazione ottimale a livello personale e di competitività della moto. Il prossimo anno ci aspettano grossi cambiamenti nel regolamento, quindi non si può fare un pronostico in questo momento; però penso che anche noi saremo là davanti per giocarcela”.
Facendo un passo indietro, da quando sei arrivato in Ducati come è cambiata?
“È cambiato tutto come dal giorno alla notte. Sono cambiate le persone che decidono e con l'arrivo di Gigi Dall'Igna è cambiata l'atmosfera e le relazioni tra le persone. Infatti siamo riusciti a fare una moto completamente nuova e ripeto: dopo l'avvio della stagione, in una vittoria ci speravo; però ripeto, quello che è successo quest’anno non è così anomalo, dobbiamo solo prenderlo come esperienza”.
Come ti sei sentito la prima volte che hai guidato la Desmosedici con le Michelin?
“È stato un cambiamento che io avevo già fatto in passato… però è sempre uno shock. E questo per due motivi: primo, perché sei stato abituato a correre in un modo per anni, hai adattato la moto per le gomme Bridgestone e adesso farlo con le Michelin non è solo un lavoro di set up ma è molto più complesso. Devi riadattare te stesso alle gomme, perché le Michelin sono fatte in un modo completamente diverso e devi guidare in un modo differente, cosa che non è affatto immediata: devi aver tempo, studiare e ogni volta che entri in pista devi sforzarti di fare una cosa diversa da quella che hai sempre fatto. Quindi i test a Valencia sono stati molto importanti per tutti. È stato come guidare una moto nuova, e secondo me è anche questo il motivo per cui molti piloti sono caduti… avevano i riferimenti della vecchia in testa”.
“Faccio fatica a darmi un voto, ci sono state troppe differenze tra l'inizio e la fine… ma pensandoci il voto è buono, anche se il risultato non è stato quello che volevamo all’inizio. Mi piace però ricordare che quest’anno siamo partiti con la moto nuova, la Desmosedici GP15, praticamente da zero; gli avversari giapponesi avrebbero aspettato un altro anno per metterla in pista! Siamo partiti molto bene, ma poi sono venuti fuori limiti e problematiche che hanno reso difficile mantenere la velocità che avevamo trovato. Ecco perché non sono contento al 100%: sicuramente si poteva fare di più, però vivo il mio anno come una grande esperienza”.
Guardando al 2016…
“Ora abbiamo la base per una moto buona. Adesso dobbiamo andare avanti e lavorare sulle finiture, che sono determinanti e sempre le più difficili; però secondo me siamo in una situazione ottimale a livello personale e di competitività della moto. Il prossimo anno ci aspettano grossi cambiamenti nel regolamento, quindi non si può fare un pronostico in questo momento; però penso che anche noi saremo là davanti per giocarcela”.
Facendo un passo indietro, da quando sei arrivato in Ducati come è cambiata?
“È cambiato tutto come dal giorno alla notte. Sono cambiate le persone che decidono e con l'arrivo di Gigi Dall'Igna è cambiata l'atmosfera e le relazioni tra le persone. Infatti siamo riusciti a fare una moto completamente nuova e ripeto: dopo l'avvio della stagione, in una vittoria ci speravo; però ripeto, quello che è successo quest’anno non è così anomalo, dobbiamo solo prenderlo come esperienza”.
Come ti sei sentito la prima volte che hai guidato la Desmosedici con le Michelin?
“È stato un cambiamento che io avevo già fatto in passato… però è sempre uno shock. E questo per due motivi: primo, perché sei stato abituato a correre in un modo per anni, hai adattato la moto per le gomme Bridgestone e adesso farlo con le Michelin non è solo un lavoro di set up ma è molto più complesso. Devi riadattare te stesso alle gomme, perché le Michelin sono fatte in un modo completamente diverso e devi guidare in un modo differente, cosa che non è affatto immediata: devi aver tempo, studiare e ogni volta che entri in pista devi sforzarti di fare una cosa diversa da quella che hai sempre fatto. Quindi i test a Valencia sono stati molto importanti per tutti. È stato come guidare una moto nuova, e secondo me è anche questo il motivo per cui molti piloti sono caduti… avevano i riferimenti della vecchia in testa”.
A proposito di Valencia: se ripensi all’ultima gara che ricordo hai?
“È stata una situazione scomoda… per gli altri, per fortuna noi non siamo stati minimamente condizionati. Poi quello che è successo non è stato bello, ma soprattutto quello che ci è stato montato sopra è stato più grande della realtà, solo perché i protagonisti sono persone celebri e quindi i media hanno pompato tutto. Ma con gli occhi del pilota, è stato tutto molto più soft di come è stato percepito fuori”.
Siamo nella casa dei caschi Suomy, tu che rapporto hai con il tuo?
“Dal 2013 ho ripreso a usare Suomy perché sapevo che il prodotto è sempre stato ottimo, soprattutto in condizioni difficili di appannamento, cosa rara da trovare in un casco. Certo, come in tutte le cose ci sono margini di miglioramento, ma so che in Suomy hanno la mentalità giusta per migliorare in tutti gli aspetti”.
Parlando di prodotto, cosa pensi delle ultime novità Ducati?
“Non mi aspettavo lanciassero così tante novità. Non le ho ancora provate, ma posso dire che la nuova Multistrada è bellissima. Per me che non faccio viaggi lunghi la moto perfetta però è la Scrambler: piccolina, bassa, perfetta per la città e per andare al mare!”.
Dopo i test andrai in vacanza?
“Forse, ma per me gli allenamenti non finiscono mai: faccio sempre cross e di sicuro qualche gara di beneficenza, un po’ di dirt-track. Insomma tanto… moto!”.
“È stata una situazione scomoda… per gli altri, per fortuna noi non siamo stati minimamente condizionati. Poi quello che è successo non è stato bello, ma soprattutto quello che ci è stato montato sopra è stato più grande della realtà, solo perché i protagonisti sono persone celebri e quindi i media hanno pompato tutto. Ma con gli occhi del pilota, è stato tutto molto più soft di come è stato percepito fuori”.
Siamo nella casa dei caschi Suomy, tu che rapporto hai con il tuo?
“Dal 2013 ho ripreso a usare Suomy perché sapevo che il prodotto è sempre stato ottimo, soprattutto in condizioni difficili di appannamento, cosa rara da trovare in un casco. Certo, come in tutte le cose ci sono margini di miglioramento, ma so che in Suomy hanno la mentalità giusta per migliorare in tutti gli aspetti”.
Parlando di prodotto, cosa pensi delle ultime novità Ducati?
“Non mi aspettavo lanciassero così tante novità. Non le ho ancora provate, ma posso dire che la nuova Multistrada è bellissima. Per me che non faccio viaggi lunghi la moto perfetta però è la Scrambler: piccolina, bassa, perfetta per la città e per andare al mare!”.
Dopo i test andrai in vacanza?
“Forse, ma per me gli allenamenti non finiscono mai: faccio sempre cross e di sicuro qualche gara di beneficenza, un po’ di dirt-track. Insomma tanto… moto!”.
MotoGP, Andrea Dovizioso: "Quest’anno mi do buono"
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