Motogp
MotoGP, test Qatar/2: Marquez nel sandwich Ducati
Dovizioso alza il livello nella seconda serata di collaudi in Qatar. Solo il campione del mondo in carica e Iannone riescono a tenergli testa. Lorenzo e Rossi si accodano, ma sembrano meno efficaci...
Ancora la Ducati, ancora la nuova GP15 sotto i riflettori. Questa volta con Dovizioso, che spinge forte e scende sotto il muro del 55". Il best lap del forliveste è in 1:54.907. Tempo che lo lancia all'istante al top della classifica. Crono interessante che si avvicina alla pole 2014 (by Marquez) in 1:54.507. Ma attenzione che il trucco c'è e si vede: un'aletta. Un ipersostentatore fisso a destra e sinistra della carena. In pratica, un'appendice aerodinamica che non lascia dubbi: nel box di Borgo Panigale si sperimenta, si studia e si azzarda, cercando un nuovo limite. Stabilizzare la frenata, pare, sia l'obiettivo in questo caso. Aumentando la deportanza dell'anteriore, per ridefinire i trasferimenti di carico nelle varie fasi dinamiche della guida. Roba complessa, un po' cervellotica, ma che piace parecchio al team capitanato dal diabolico ing. Dall'Igna. Uno che le motociclette le conosce bene, conosce il codice per tradurre i numeri in prestazioni elevate, e ha capito che in questi test serve cercare qualcosa in più. Ad esempio, un vantaggio oltre alla gomma soft (che per ora però Dovizioso dice di non aver usato). Un plus che i suoi ragazzi hanno subito apprezzato e dimostrato di far fruttare.
Il risultato raggiunto dal Dovi è quindi particolarmente interessante, anche perché poi lo stratosferico Marquez resta ancora una volta dietro. Il campionissimo è in forma e prende +0.184 dalla vetta con gomma da gara. E dopo ben 54 giri macinati con il piglio di chi non ha intenzione di farsi sorprendere, esce bello motivato dalla carena, forte di un passo pazzesco e senza pari. Sorridendo dietro la visiera, in attesa che i tempi, i giri veloci, valgano davvero qualcosa. Pensiero condiviso da Iannone, che per questo non lo molla mai. The Maniac è dietro alla Honda per 13 millesimi e lontano dal compagno di box di +0.197. Quanto basta per godere e divertirsi in sella a questa Ducati arrembante. Moto che giorno dopo giorno regala nuove soddisfazioni alla pattuglia degli Andrea tricolore.
Appena dietro c'è invece da capire se qualcuno si sta nascondendo... Oppure, più semplicemente, fa più fatica del previsto?! Il tandem Yamaha di fatto c'è, ma paga un pegno generoso: +0.593 e +0.674, rispettivamente per Lorenzo e Rossi (81 millesimi tra i due). Un segnale che, se anche di pretattica si trattasse, a questa M1 sembra ancora mancare qualcosina per stare con i tre davanti. In particolare quando si tratta di staccare un tempone. Meno tragica la situazione sul passo gara, dove c'è solo qualche decimo di differenza con Marquez. Detto che poi però è proprio "qualche decimo al giro" quello che decide una gara...
Alle spalle della moto di Iwata, intanto, ecco le altre due Honda Factory di Pedrosa e Crutchlow (scivolato). Per capirci, per nulla "bastonate", visto che Dani prende 1 millesimo da Valentino, mentre Cal ne "paga" solo 43. E per non farsi mancare davvero niente, in scia si attaccano le M1 Tech3 di Smith ed Esargaro, rispettivamente dietro per 24 e 10 millesimi. In pratica, ecco 5 piloti pronti a sgomitare in meno di 1 decimo!
Attenzione, però, alla decima posizione: quella che celebra il grande ritorno di Abraham. Per Karel la Honda Open sembra avere l'effetto di un cardiotonico. Al punto da regalargli la forza per tenere dietro Hernandez, Aleix Espargaro (Suzuki), Redding e Vinales, staccati veramente di un nulla. Mentre sprofonda nel girone dei bassifondi l'ex promessa Bradl, 20° e braccato dal rookie Miller e da Petrucci (che in questo day 2 non si migliora). Infine cresce il feeling tra Bautista e l'Aprilia, che sembra aver trovato una configurazione di base su cui lavorare. Mentre De Angelis e Melandri (unico rimasto a +3" dal vertice e fisicamente sofferente per influenza) sono costretti a sudare anche solo per contenere i distacchi da fondo classifica.
Appena dietro c'è invece da capire se qualcuno si sta nascondendo... Oppure, più semplicemente, fa più fatica del previsto?! Il tandem Yamaha di fatto c'è, ma paga un pegno generoso: +0.593 e +0.674, rispettivamente per Lorenzo e Rossi (81 millesimi tra i due). Un segnale che, se anche di pretattica si trattasse, a questa M1 sembra ancora mancare qualcosina per stare con i tre davanti. In particolare quando si tratta di staccare un tempone. Meno tragica la situazione sul passo gara, dove c'è solo qualche decimo di differenza con Marquez. Detto che poi però è proprio "qualche decimo al giro" quello che decide una gara...
Alle spalle della moto di Iwata, intanto, ecco le altre due Honda Factory di Pedrosa e Crutchlow (scivolato). Per capirci, per nulla "bastonate", visto che Dani prende 1 millesimo da Valentino, mentre Cal ne "paga" solo 43. E per non farsi mancare davvero niente, in scia si attaccano le M1 Tech3 di Smith ed Esargaro, rispettivamente dietro per 24 e 10 millesimi. In pratica, ecco 5 piloti pronti a sgomitare in meno di 1 decimo!
Attenzione, però, alla decima posizione: quella che celebra il grande ritorno di Abraham. Per Karel la Honda Open sembra avere l'effetto di un cardiotonico. Al punto da regalargli la forza per tenere dietro Hernandez, Aleix Espargaro (Suzuki), Redding e Vinales, staccati veramente di un nulla. Mentre sprofonda nel girone dei bassifondi l'ex promessa Bradl, 20° e braccato dal rookie Miller e da Petrucci (che in questo day 2 non si migliora). Infine cresce il feeling tra Bautista e l'Aprilia, che sembra aver trovato una configurazione di base su cui lavorare. Mentre De Angelis e Melandri (unico rimasto a +3" dal vertice e fisicamente sofferente per influenza) sono costretti a sudare anche solo per contenere i distacchi da fondo classifica.