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MotoGP: il GP della Malesia è una cosa seria

di Matt Cape
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Marquez non vince da 4 gare, Lorenzo e Pedrosa arrivano già arrabbiati. Rossi deve trovare un equilibrio tra difesa e attacco... Ecco perchè domenica 26 ottobre non potete perdervi il GP di Sepang

MotoGP: il GP della Malesia è una cosa seria
MotoGP: il GP della Malesia è una cosa seria
Parli di Motomondiale, dici Sepang e in un attimo vai col pensiero a Marco Simoncelli. È un link diretto, doloroso e doveroso, con cui confrontarsi. Pochi giorni e saranno 3 anni dall'incidente del 23 ottobre 2011. Evento tragico, rimasto impresso nella mente degli appassionati. Indelebile anche negli occhi dei piloti della MotoGP. Ragazzi che adesso si ritroveranno nuovamente in quel paddock, in quella conferenza, in pista, in quella curva, con un pensiero al Sic e al suo 58 leggendario. Per fare i conti con ricordi lontani e vicini, facendo lo sforzo di attenersi al presente, ai fatti recenti. Quelli dell'ultima gara australiana, guardando avanti.
Partendo dal GP di Phillip Island, che è stato un inedito di situazioni imprevedibili, da cui sono usciti sconfitti ben tre dei quattro big della MotoGP. Marquez ha pagato quello che pare essere l'ultimo tassello sul fronte dell'esperienza, tradito da una reazione improvvisa della sua gomma anteriore. Ma dopo la caduta, Marc ha subito fatto un pronostico che non lascia dubbi sulle intenzioni: "Farò una gara d'attacco come in Australia, ma il finale sarà diverso". Praticamente un grido di battaglia, dopo 4 GP chiusi con risultati sotto le attese. Che per il nuovo campione del mondo significa non aver vinto, non aver dominato come di consueto. Il 93 rincorre infatti il record di Doohan - le 12° vittorie in stagione - con tutta l'intenzione di portarselo a casa nella prossima corsa. Il potenziale di fatto c'è, come la consapevolezza che adesso bisogna finalizzare... Affrontando Lorenzo e Pedrosa, con la consapevolezza di trovarsi spalla a spalla con due rivali inviperiti.
Dopo l'ennesimo problema con le gomme, Jorge Lorenzo è tornato infatti ad innervosirsi. In un deja vù che ricorda i disagi di inizio stagione. Il maiorchino deve cercare di mantenere la calma, ritrovare freddezza ed equilibrio, per costruire la sua gara sui rivali diretti, rilanciando le sue azioni per il posto di vice-campione. Sfida che indicativamente si concluderà solo con il decisivo GP di Valencia. Partendo dal suo punto di forza, ovvero la ricerca del miglior passo di gara, che da metà stagione ha permesso a Lorenzo di infilare 5 secondi posti e due vittorie. Allo stesso modo, sarà interessante scoprire se Dani si presenterà finalmente arrabbiato davvero. Al punto da bastonare i rivali fin dal primo turno utile. Strategia doverosa dopo il k.o. rimediato per mano di Iannone a Phillip Island. Detto che i due finiranno in Direzione Gara per il riesame dell'incidente, anche Crutchlow si è esposto contro l'abruzzese segnalando una costante ed eccessiva "grinta" dell'abruzzese nei primi giri di gara. Condotta giudicata troppo arrembante e poco consona allo "stile" MotoGP. (Bradl per la manovra simile su Aleix Espargaro è stato già sanzionato con 1 punto sulla patente). Di fatto, però, lo stesso Pedrosa ha poi ammesso che il suo weekend australiano era stato ugualmente molto sotto tono. Considerando anche il rischio di un "contatto" normale, quando ci si trova in lotta nelle retrovie. Tutto ciò dovrebbe comunque caricare Dani, che inoltre vanta la vittoria a Sepang nelle ultime due edizioni. Complice una Honda che sul lungo tracciato malese potrebbe avere ancora una marcia in più rispetto alla diretta concorrenza.

Un'aria decisamente elettrica che attraversa il paddock, già messo a dura prova dal clima locale umido, che rende più faticoso e sfiancante il lavoro di piloti e team. Un contesto che metterà nuovamente a dura prova il 35enne Rossi. Rigenerato dalla recente vittoria, Valentino dovrà guidare in difesa, per affrontare quella che sarà probabilmente la gara della stagione più dura per lui. Perché tenere il passo degli avversari sul fronte fisico e psicologico, qui, richiederà un impegno gigantesco. Allo stesso modo, per il 46 si tratterà di provare a sferrare un attacco decisivo, cercando di concentrarsi sull'obiettivo del secondo posto nella classifica iridata. Rossi si giocherà quindi il tutto e per tutto, cercando fino all'ultimo millesimo utile per mettere almeno un piede sul podio. Missione che, tra le righe, nasconde anche un'auto-verifica del livello e della costanza del suo rendimento. Perché chiudere l'anno alla carica, significherebbe mettere le basi per un 2015 molto più ambizioso.

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