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Giulio Rangheri, chi è la nuova voce della MotoGP

di Fabio Cormio
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Ex pilota e tester di grande esperienza: scopriamo chi è il nuovo commentatore tecnico della MotoGP che affiancherà Guido Meda e che assicura: "nelle nostre telecronache ci sarà tanto spazio per i piloti italiani"

Giulio Rangheri è nato a Milano nel 1966. E' quindi coetaneo di Guido Meda con cui condividerà la cabina di commento
Rangheri in pista con la Triumph Thruxton
Giulio Rangheri è un signore. Chi vi scrive l'ha conosciuto una decina d'anni fa: condividemmo l'auto per correre in aeroporto a prendere un aereo. Che alla fine perdemmo di un soffio. Dovemmo ricomprare i biglietti e lui insisté per spendere di tasca sua e acquistarlo anche per me. La nota autobiografica serve solo a inquadrare una persona che conosco ormai da molti anni pur senza aver avuto occasione di frequentarla spesso.
Mi ha fatto quindi particolarmente piacere apprendere, qualche settimana fa, che sarà lui, milanese classe 1966, a rimpiazzare l'uscente Loris Reggiani in cabina di commento. Nelle ultime tre stagioni ha commentato il Motomondiale su Mediaset Premium insieme a Max Temporali e Alen Bollini, dopo lunga esperienza sui canali Eurosport e Sport Italia (dove praticamente ha commentato qualsiasi tipo di gara motoristica, dalla MX1 alla Nascar, dal mondiale Superbike alla BSB alla Dakar). Da un commentatore tecnico, comunque, ci si aspetta un'esperienza diversa da quella "solo" giornalistico-sportiva. Infatti Rangheri ha corso per molti anni, a partire dal 1988 quando esordì nel monomarca Yamaha RD350. Da quel momento ha corso in qualsiasi trofeo, vincendo due volte la Triumph Thruxton Cup e collezionando un paio di presenze nell'Endurance mondiale. Insomma, Rangheri è un veterano dei circuiti che "si sporca le mani", conosce a fondo le motociclette e i problemi di chi deve farle andare forte. Come ti stai preparando a questa nuova sfida?
"Finora con Guido abbiamo fatto solo una prova di telecronaca: lui è davvero molto bravo e rende tutto facile. La sintonia già c'è, questo posso dirlo, per cui partiamo fiduciosi di fare un bel lavoro. Per cui partiamo molto fiduciosi ma solo il giorno dopo la gara del 9 Aprile in Qatar saprò davvero se avrò fatto un buon lavoro. Il pilastro solido è che lui è un grande professionista. Con lui feci i test 2009 a Jerez e mi ero già fatto un'idea, ora ne ho la conferma". In pratica come cambierà il tuo lavoro?
"Anche qui la risposta è ipotetica e le certezze arriveranno con le prime gare. Di sicuro, sul digitale c'era a seguirci un pubblico molto più ristretto e omogeneo, veri appassionati disposti a pagare per quel tipo di servizio. Si aspettavano un certo gergo e certe informazioni tecniche anche approfondite. Potevamo dare per scontato qualcosa. Su Italia1 no: in qualche modo, sei tu che irrompi nella casa degli italiani, di milioni di spettatori non necessariamente motociclisti e da parte mia servirà certamente un linguaggio un po' diverso: la sfida sarà dare le stesse informazioni rendendole comprensibili a tutti. E non sarà semplice, viste le novità epocali in al debutto proprio quest'anno: mi riferisco alle Moto3, alle nuove MotoGP 1000 e naturalmente alle CRT".

Ci hai detto che il tuo rapporto con Guido Meda è eccellente. Ma se sarà "fazioso" lo bacchetterai? 
"Secondo me 'fazioso' non è il termine corretto. Lui si esalta per Velentino Rossi, certo, ma stiamo parlando del pilota di moto più grande di tutti i tempi e l'unico che possa contestare quest'affermazione è, al più, Giacomo Agostini. L'entusiasmo di Guido per Valentino non solo lo capisco ma lo trovo giustificato. Quello che posso assicurare, però è che ci sarà entusiasmo e spazio per tutti, si chiamino essi Stoner, Lorenzo o Pedrosa. E per gli italiani avremo un'attenzione particolare".
Per finire, ci siamo tolti una curiosità, chiedendo proprio a Guido Meda se ci fossero altri in lizza con Rangheri per il ruolo di commentatore tecnico.
"No, per la verità non ci abbiamo nemmeno pensato - spiega Meda -. E' stato tutto più che naturale: una volta appreso che Loris Reggiani non ci sarebbe più stato, ci siamo accorti di avere la soluzione in casa. Questo non significa affatto che Rangheri sarà un 'clone' di Reggiani, visto che hanno una personalità e un'estrazione completamente diverse".
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