Motogp
In carena: Pagare per correre
In questi tempi grami solo i piloti al top hanno un ingaggio, la maggior parte delle squadre mette sotto contratto quelli che portano sponsor o soldi…
Anni fa, facendo arrabbiare un noto manager, definii i piloti del futuro - quindi del presente di oggi - con una sigla: GP.
Che non significa Gran Premio, come possono pensare i più sprovveduti, ma Già Pagati.
Ma da chi?
Che non significa Gran Premio, come possono pensare i più sprovveduti, ma Già Pagati.
Ma da chi?
Per correre in Moto2 servono 700mila euro
Poco importa da chi: van bene sponsor girati al team, eredità di zii d'America o risparmi di famiglia. Ben accetti anche oro, franchi svizzeri e immobili. Un po' meno bond e future. L'importante è che i piloti siano già pagati, ovvero paganti.
Me lo diceva uno che lavora nel settore, non un opinionista tv, ma uno che, materialmente, contrattualizza i piloti: "Purtroppo la Moto2 è già una classe di piloti con la valigia". Piena di soldi, naturalmente. Diciamo che 700.000 eurini van bene. Quindi, quando leggete che un pilota è indeciso tra due team, è solo perché si valuta la valuta (usate gli accenti giusti e capirete il gioco di parole) che porterà alla squadra. Il mercato, quindi, è morto e, anche in MotoGP, nella sottofamiglia chiamata CRT, immagino che funzionerà allo stesso modo.
Me lo diceva uno che lavora nel settore, non un opinionista tv, ma uno che, materialmente, contrattualizza i piloti: "Purtroppo la Moto2 è già una classe di piloti con la valigia". Piena di soldi, naturalmente. Diciamo che 700.000 eurini van bene. Quindi, quando leggete che un pilota è indeciso tra due team, è solo perché si valuta la valuta (usate gli accenti giusti e capirete il gioco di parole) che porterà alla squadra. Il mercato, quindi, è morto e, anche in MotoGP, nella sottofamiglia chiamata CRT, immagino che funzionerà allo stesso modo.
In pratica i top vengono pagati, ma si contano sulla punta delle dita di due mani, ad essere ottimisti. Gli altri devono portare soldi.
Inutile dire che tra uno veloce e uno ricco, il team sarà tentato maggiormente dalla seconda opzione!
Non è una novità: per iniziare a correre si è sempre pagato, fin dai tempi dei privati del Continental Circus che partivano in nave dall'Australia e dalla Nuova Zelanda, arrivavano in Europa, lavoravano in qualche Casa motociclistica e si facevano pagare con una Manx o una Matchless.
Però all'epoca non c'era la TV e nemmeno gli sponsor.
Pagare per correre somiglia un po' a pagare per lavorare, specchio dei tempi che stiamo vivendo.
Cosa ne pensate? Vi sembra una cosa giusta? O c'è chi ci marcia sulla crisi?
Inutile dire che tra uno veloce e uno ricco, il team sarà tentato maggiormente dalla seconda opzione!
Non è una novità: per iniziare a correre si è sempre pagato, fin dai tempi dei privati del Continental Circus che partivano in nave dall'Australia e dalla Nuova Zelanda, arrivavano in Europa, lavoravano in qualche Casa motociclistica e si facevano pagare con una Manx o una Matchless.
Però all'epoca non c'era la TV e nemmeno gli sponsor.
Pagare per correre somiglia un po' a pagare per lavorare, specchio dei tempi che stiamo vivendo.
Cosa ne pensate? Vi sembra una cosa giusta? O c'è chi ci marcia sulla crisi?